Incontriamoci in modo autentico.

Dico una banalità, lo so, ma mi serve per fare un passo verso la fissazione di un emozione. La tecnologia ha ridotto e in molti casi annullato le distanze, o almeno quel senso di “lontananza”(questa è la banalità). Nelle relazioni con le persone la “lontananza” assolveva un compito “anestetizzante” verso i temi e gli ostacoli che si frapponevano tra le persone. Una sorta di mutua intesa benedetta dai kilometri e dai rudimentali strumenti di comunicazione facevano si che alla fine ci si interessava allo scambio di telegrafici “Io sto bene e mi auguro lo stesso di te”.

Oggi però questo anestetico è stato superato e abbiamo un opportunità di “incontro” con l’altro. O almeno se non ci “incontriamo” non c’è l’alibi della distanza.

Quindi oggi è più facile? Magari, mi verrebbe da dire. Oggi è un bell’impegno “l’incontro” chiede tanta capacità di conoscenza di se, desiderio di evolvere e di dare un senso alle relazioni. Nel pratico siamo chiamati a conoscere le nostre emozioni e saper dare ad esse un nome, così che possano essere con noi nella relazione di incontro con l’altro e con le sue emozioni. Il far finta di niente, ed il lasciar correre sempre più è una strategia di breve termine. Ci vediamo e ci sentiamo spesso quindi già che ci siamo prima o poi diventa necessario presentarci e essere autenticamente noi stessi con le nostre potenzialità e i nostri limiti, il nostro straordinario essere persone che insieme con le altre cose hanno anche un ruolo nel grande progetto della vita e che, ci piaccia o meno, assolviamo scegliendo di essere pienamente noi stessi con tutta la nostra storia, con tutti i nostri sogni, con i toni chiari e quelli scuri, con i sorrisi e non, pienamente inseriti nella vita ma che ci dobbiamo dare da fare – trasformare gli ostacoli e i dolori che ci bloccano – e splendere della bellezza della nostra autentica progettualità profonda, l’essere energia che sorride intorno ad un immagine di noi, che sogna e realizza che sa armonizzare … e lo fa

Hai un tema o un emozione che ti ostacola? Ecco il mio dono per te: “Un incontro di Counseling gratuito”.

Quando siamo piccoli ed entriamo in contatto con il dolore una risposta diffusa è quella di voler dimenticare.

Invochiamo il dio del tempo e chiediamo che gli anni passino velocemente e la distanza dal dolore aumenti a tal punto da non riuscire più a vederlo.

Per ognuno, poi, nel corso della vita può  capitare di entrare di nuovo in contatto con quel dolore, magari in un contesto diverso e con persone nuove.

Oggi il counseling è una opportunità per accrescere la nostra consapevolezza e potenziare le nostre qualità decisionali. Una opportunità per superare le difficoltà con slancio nuovo e nuove risposte.

Invito a fare esperienza e approfondire questa possibilità, fatevi il dono di una prova. Io sono disponibile per incontri in tutta Italia (fuori Roma necessariamente on-line).

Per contattarmi potete scrivermi a scrivimi@dazeroainfinito.com oppure chiamami o al numero 3383003312.

Buona opportunità a tutti.

5 azioni di successo per stare bene ed essere Felici. Liberi tutti!

Respiriamo pienamente e lasciamo aprirsi il sorriso, è un era nuova e lo è perché lo abbiamo deciso noi e tanto vale. 

Eccoci qua, dopo ave esplorato il collettivo “loro” ed esserci posti nella volontà di cambiare “epoca esistenziale” il prossimo passo è “l’Arte”, ovvero fare gli artisti con la nostra vita.

La prigione della reattività ha sbarre robuste e richiede altrettante robuste azioni di libertà.

La prima azione è l’accettare che “Loro”, nel bene e nel male, ci sono stati, ci sono e ci saranno anche in futuro ( se non nel colpo di certo nelle sopravvivenze attraverso le nostre proiezioni sugli “altri e sulla vita” delle dinamiche con “loro”; Accettiamo la frustrazione di sapere che non possiamo cambiare “Loro”, e che possiamo invece cambiare Noi.

La seconda Azione che sento importante è “Amarsi in modo folle”. Si follemente, essere pronti a tutto per il nostro bene.

La terza azione ha le radici nell’amore e i muscoli alimentati a “dono”, ed è perdonare ebbasta! Non ragionateci sopra, e non cercate autorizzazioni e legittimazioni a farlo. Fatevene “dono” per voi, qualsiasi cosa “loro” possono aver fatto e qualsiasi cosa “noi” possiamo aver fatto ora è tempo di andare avanti.

La quarta è riparare; non c’è un modo buono o sbagliato di farlo. Riparare, ricucire, ricostruire, ricollegare e ogni cosa che in sintesi dia dignità di prosecuzione a noi.

La quinta è godere di Sè. Qualsiasi cosa sia accaduta godiamo di noi, avanziamo verso il centro della pista della vita e lasciamo che gli altri si chiedano anche ” che cosa ancora possiamo avere da ballare”. Noi balliamo, viviamo, creiamo perché ce lo meritiamo.

Già vedo sbarre sgretolarsi. Le mani le strappano dai cardini e siamo già fuori all’aperto. Respiriamo pienamente e lasciamo aprirsi il sorriso, è un era nuova e lo è perché lo abbiamo deciso noi e tanto vale.

“…E siccome loro NON?… Beh allora Io…”. Prigionieri della rabbia.

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“Prima di leggere (e mi auguro lo facciate in tanti) vi chiedo sin da ora il dono di un secondo del vostro tempo per dare una risposta nei commenti alla mia domanda finale.

(…) … E siccome loro NON…allora Io … (…)”. Eccolo qui, l’inizio e i pilastri su cui si sviluppano molta parte della narrazione di tante vite.

Lavoro su me stesso a per crescere ed evolvere, lo stesso e da anni faccio con i miei clienti. Vogliamo tutti crescere, migliorarci, e questo è legittimo e buono. Continuiamo a lavorarci.

Chi sono “loro”? Loro sono i nostri genitori, i nostri partner, i nostri fratelli, i nostri datori di lavori, i nostri amici, i nostri governanti, i nostri insegnanti, ma anche il nostro meccanico … idraulico, sacerdote, parrucchiere ecc ecc. Insomma “Loro”!

Un tempo ciascuno di noi ha fatto esperienza con i limiti di “loro”; e quando non siamo stati gratificati … “Beh allora Io (…)”. E’ stato un tempo remoto e forse non ne abbiamo coscienza, poi a ben vedere ce ne sono state altre e di queste (a cercare con attenzione) la coscienza è maggiore.

Qundi “A ciascuno il suo” motivo di arrabbiatura, ed ognuno i propri “loro” che ce le fanno vivere e/o rivivere.

Dal momento che “loro NON hanno fatto, detto, pensato, evitato, dato, deciso, ecc ecc” potrebbe ( uso il condizionale ma io ne sono certo) essere partito un ritmo narrativo che si struttura sull’… “Allora Io …” non voglio, non faccio, non dico, sono arrabbiato, merito giustizia, non perdono, non sono contento, non so fare e quindi non faccio, non so pensare, non sono bravo come gli altri, prima tu devi … ecc ecc.

Risultato? Siamo bloccati credetemi, e persi in un labirinto.

Se sentiamo che questo palinsesto narrativo ed esistenziale ci appartiene non colpevolizziamoci troppo, è una reazione umana. Ciò posto, tuttavia, ritengo per la nostra crescita che non dobbiamo nemmeno giustificare la permanenza ” oggi consapevolmente” in questa dinamica. Quindi basta e stop! ok?

Stop perchè questo impianto è insieme aggressivo ed autoaggressivo, avvelena il nostro presente ed è una zavorra per il nostro futuro.

“Loro…loro…loro…loro. E un ritmo incalzanti e ispira narrazioni e “seghe mentali” che ci eccitano da morire, diciamocelo”.

Il dolore per la frustrazione che i limiti di “loro” ci hanno fatto sentire merita rispetto e serietà, meritano il giusto riconoscimento la giusta posizione di accoglienza e di elaborazione. E un lavoro difficile e faticoso, fa paura … ma è un fatto UMANO e non dobbiamo spaventarci o rimproverarci o punirci (o almeno non più di quanto abbiamo fatto e facciamo).

Cosa ci frega? Ecco un gruppo abili fregaioli.

  • Ci frega l’orgoglio. Ci frega se non lo conosciamo bene e non lo curiamo con l’umiltà.
  • Ci frega il lamento. Se non lo riconosciamo autenticamente e non decidiamo di sperimentare il vuoto.
  • Ci frega la nostra mente. Se non riconosciamo il modo con cui narra la “solita storia” per il solito obiettivo di “rivalsa”.

Come uscire dalla prigione che ci siamo costruiti.

Vorrei dirvi che c’è una bacchetta magica ma non è così. Ma vi dico come faccio io e come lavoro con i miei clienti.

Per oggi mi fermo qui con una domanda: ” Vi ci ritrovate con me i questa esposizione?

A continuare poi passeremo al “Come liberarci”.

A proposito “di ritmi incalzanti ed epiche narrazioni e “seghe mentali” che ci eccitano da morire, diciamocelo”. Più o meno la colonna sonora potrebbe essere questa (buon ascolto).

Il senso di tutto

Dimenticanze, omissioni, ritardi, conflitti interiori ed esteriori, salti di gioia e quant’altro ancora assumono una rilevanza speciale nella nostra vita. Il passaggio che “valorizza il tutto” è proprio quello della posizione di “senso” o meno che noi vogliamo prendere rispetto alle tanto famose “cose della vita”. Dimenticare un impegno importante ha un senso eccome! Si può far passare la cosa come sbadatezza o risultato del “corri corri”. Si, si può! Si può anche scegliere di cercare il senso delle cose. E cerca cerca poi magari, ad essere centrati e tenaci, poi il senso si trova. Allora una dimenticanza può accendere un faro di consapevolezza su un ostacolo interiore come la paura, ad esempio, di entrare in una situazione per le valenze pratiche e di scelte che ne consegue. Perché mi accade questo? Rispondo dicendo che il motivo è quello di emergere a coscienza un aspetto di se, e non è una sciagura (certo lo si può vedere anche così, se si vuole), io invito a vedere invece tutto come un contenitore di senso e significato, pieno di messaggi e indizi per noi, pieno di inviti a crescere. Quando una cosa accade e ci trova svegli beh allora possiamo essere persone nuove, nuove posizioni interiori e nuove decisioni…quindi nuova vita…e buona vita.

Restiamo luminosi.

Non dobbiamo mai smettere di credere che cambiate in meglio sia possibile. La fiducia è il risultato della nostra azione e della nostra disponibilità a rimanere sintonizzati con il nostro obiettivo di crescere ed evolvere. Siamo persone meravigliose, abbiamo un sole dentro che non ci abbandona mai. Siamo liberi di scegliere e, può suonare assurdi, ma a volte scegliamo di escludere il sole dalle nostre vite. Accade quando siamo arrabbiati e addolorati, facile in questi casi sentirsi affini e sedotti da emozioni reattive. Ma non smetterò mai di dirlo e lo ripeto ancora oggi che dobbiamo conoscerci a fondo per essere sempre padroni della nostra vita. Poi scegliamo, ma consapevolmente. E se il sole ci piace, allora non mettiamoci più all’ombra.

Conoscere le ragioni dell’odio per risolvere i conflitti ed essere felici

Di chi è la colpa? Quando c’è un conflitto è questo uno degli interrogativi a cui sentiamo di trovare una risposta. Ne ha bisogno la nostra mente per non soffrire troppo, ovvero per dare un senso a ciò che nel conflitto appare nebbioso e ci minaccia. Credo che inconsciamente ognuno tende a patteggiare per l’una o l’altra parte e penso che le motivazioni di tale – intimo – posizionamento abbiano un corrispettivo esperienziale da ricercare nella storia delle persone. Potremmo così accorgerci che i nostri motivi di astio e risentimento per non esserci, ad esempio, sentiti amati o riconosciuti come meritavamo magari ci fanno patteggiare con coloro che stanno rivendicando qualcosa di simile. Questo chiaramente a prescindere dalle ragioni di un conflitto che la storia probabilmente non saprà mai descrivere in modo obiettivo, ma ci saranno diverse versioni e diverse verità. Di chi è la colpa quindi? Partendo dalle nostre ragioni di risentimento, sento che presto ci ritroviamo a contattare le posizioni interiori intorno al sentimento dell’odio. Il nostro Odio spesso tenuto nascosto e che affonda le radici nel passato atomico delle nostre sofferenze percepite i subite. Seguendo i fumi velenosi dell’odio potremo vedere le sue azioni nella nostra vita, lo potremmo trovare ad esempio nel non amore e riconoscimenti che noi stessi non ci diamo, fermi nell’attesa e nella pretesa che arrivi il giusto risarcimento. Vi svelo un segreto, non ci sarà mai risarcimento l’unico a pagare siamo noi che ipotechiamo su queste follie risarcitorie la nostra vita. Rendiamo gli onori al nostro passato e deponiamo quelle armi. Lo so, non è facile assumersi la capacità di odiare, ed è questo forse uno dei motivi per cui cerchiamo fuori il colpevole, per non soffrire certamente e per non mettere le mani a fondo nel nostro dolore che tanto ci fa male Ma è il tempo di sanarlo, di liberarci, trasformarlo imparando a riparare verso di noi attraverso le azioni concrete del prendendoci cura sempre più e sempre meglio del nostro progetto. Quale progetto? Beh, certamente non quello di stare pronti con il fucile spianato in attesa del risarcimento. Probabilmente il nostro progetto lo abbiamo chiuso a protezione in uno scrigno nel profondo in un bunker del nostro cuore. Andiamo a liberarlo, ok? Partiamo con il riconoscere le ragioni del nostro odio che inquina la nostra vita e alimenta i rovi spinosi intorno al nostro progetto. Come fare? Iniziamo intanto a fissare questo obiettivo, rendiamolo palese alla nostra volontà cosciente. Poi rimaniamo svegli nel quotidiano per conoscerci meglio, imparare acaptare i fumi velenosi dell’odio con il suo corteo di pretese e ragioni assolute. Chiediamoci ogni volta se vogliamo avere ragione o se vogliamo essere invece felici. Scegliamo di liberarci e stiamo certi che dallo scrigno sentiremo pulsazioni di vita e di evoluzioni speciali e ci alimenteranno ogni giorno. Ci innamoreremo di noi e sapremo, al prossimo conflitto che ci troveremo ad affrontare, che la motivazione profonda e soprattutto la soluzione ha un noi una buona opportunità di risoluzione. Sarà impegnativo ma sarà anche bellissimo come bella e la libertà.

Ritagliare gli ostacoli per farne aquiloni

L’era della pandemia moderna e dei lockdown cosa ci ha lasciato?  Tanto in termini potenziali, perché, seppur oggi nel tempo della ripresa sento che si sta agendo una grande rimozione ( anche comprensibile verso un periodo doloroso  e che ha impattato su ognuno di noi con forme proprie), di fatto però questo tempo del nostro passato ci ha fatto percepire una dimensione diversa e ci ha fatto percepire le rigidità con cui tanti rapporti sono portati avanti. In quei mesi la musica è stata ( ed ancora lo è) uno degli ambiti da cui ho tratto una piacevole sensazione di meraviglia per la bellezza che ha saputo creare. La bellezza, che meraviglia! La bellezza è nell’estetica, ovvero nell’estetica la vediamo prima. E la bellezza però è anche nell’emozione e anche questa la sentiamo subito. La bellezza è anche armonia e questo anche ci arriva. La bellezza è anche la ricerca ed il risultato di un processo trasformativo, una dimensione ed una organizzazione nuova che porta con se un quantum di energia che è molto più della somma dei singoli elementi e delle singole qualità intrinseche in una creazione.  La musica, dicevo. Ho visto come molti artisti hanno superato i limiti fisici riuscendo ad essere gruppo, arte, anche a distanza. Quello che ne è derivato sono i tanti progetti musicali in cui i diversi elementi della band pur essendo lontani erano uniti nel progetto e la loro fusione poi ha creato una speciale forma nuova di arte musicale, multimediale, di passione esistenziale come positiva ricerca di un superamento creativo, gioia e fantasia.  Ho visto frequentemente questi contributi ed ancora, a distanza di un anno ormai, li rivedo e mi piacciono in un modo particolare che ancora non so descrivere. Mi piacciono perché mi arrivano con una autenticità particolare. La musica si sente e si vede anche, queste tipologie di rappresentazioni frutto della trasformazione artistica del travaglio per uscire dal buio dei limiti del lockdown è arte speciale. Condivido con voi due video che ho visto tanto e che ogni volta mi fanno emozionare e sentire quanta forza ciascuno di noi ha messo in campo nel lockdown e quanta potenzialità abbiamo per trasformare allo stresso modo con arte, saggezza e determinazione i limiti e gli ostacoli che ci vogliono bloccare. Noi usiamoli quei limiti, ritagliamoli e facciamone splendidi aquiloni.  Buona visione con me e buona vita a tutti.

Il perdono è buono…

  1. Perché ci serve
  2. Perché ci libera
  3. Perché ci aiuta
  4. Perché è necessario
  5. perché è una vittoria
  6. Perché è importante
  7. Perché libera il nostro cuore
  8. Perché siamo grandi persone
  9. Perché sappiamo farlo
  10. Perché è “prendersi il potere nella propria vita”
  11. Perché è una specialità umana
  12. Perché ci rende sorridenti
  13. Perché ci fa sorridere in modo speciale
  14. Perché ci fa belli
  15. Perché ci fa splendere
  16. Perché ci aiuta a evolvere spiritualmente ( da: https://rivaombrosa.wordpress.com/. che ringrazio)
  17. (…)

E tante altre cose sono sicuro potrete aggiungere anche voi. Potete inserirle nei commenti e io allungherò la lista anche con la vostra forza.

Un abbraccio a tutti

Divenire Artisti della propria vita. Regola 3 ”Correggete la rotta giorno per giorno” da: “Le Regole per la Navigazione Notturna degli Ulissidi” del prof. Antonio Mercurio

Come acqua di torrente ci è utile apprendere l’arte dell’essere fluidi,  disponibili e accoglienti verso le nostre fragilità. Così centrati siamo pur certi che troveremo sempre in noi un quantum di amore e di coraggio per cambiare percorso, a cercarne di nuovi, a crearne di nuovi per andare avanti e superare gli ostacoli. La meta che ci siamo prefissi di raggiungere è ambiziosa, ce la meritiamo e possiamo attuare decisioni di cambiamento, forti e decise. Come nel mare le correnti marine e i venti possono far deviare dalla rotta fissata ecco che allo stesso modo, ci dice Antonio Mercurio, nella vita bisogna conoscere a fondo il nostro animo per scoprire e bloccare sul nascere le decisioni dettate da volontà di dominio, da pretesa orgogliosa o da progetto vendicativo (per dirne alcune). Queste motivazioni ci fanno deviare dalla rotta e naufragare. La reazione al dolore produce rabbia, e come rivalsa pretendiamo di essere risarciti. Le pretese alimentano i veleni nel nostro animo e questi ci allontanano da noi stessi. Non è facile, ma noi siamo coraggiosi, e decidiamo di  imparare ogni giorno delle nostre pretese quando compaiono. Lo dobbiamo fare non per amore poi stessi. La nostra meta non è la rivalsa, la nostra meta è la creazione di bellezza nella nostra vita.  L’umiltà è un valore prezioso e alleato in questo percorso; lo scorso mese l’Istituto Solaris mi ha fatto dono delle pubblicazione di un articolo proprio sul valore dell’umiltà nel messaggio  di Antonio 

Buon ascolto

Per la foto grazie a Gerd Altmann da Pixabay

Divenire Artisti della propria vita. Regola 2 ”Fissare la rotta” da: “Le Regole per la Navigazione Notturna degli Ulissidi” del prof. Antonio Mercurio

La meta è invisibile fino a quando non viene raggiunta. Sono tanti gli obiettivi che tutti ci prefiggiamo e che ambiamo a raggiungere, di benessere, di realizzazione, di coppia, professionali ecc. Eppure tutti questi obiettivi saranno visibili nelle loro forme solo una volta raggiunti. Ciò non ci impedisce però di pianificare e, per dirla con le regole, di “Fissare la rotta”.  Fissiamo la rotta centrandoci sull’ascolto profondo del nostro progetto, sentiamo l’intima connessione con noi. I primi marinai osservavano a lungo il cielo da terra, prima di prendere il mare,  e così stabilivano le connessioni tra la meta che si erano prefissati e la stella polare (che è fissa) . Antonio Mercurio ci propone di avere il nostro Sé personale come stella polare e di trovare la connessione tra la meta che ci siamo prefissati ed il nostro Sè per tracciare la rotta in modo sicuro. Come i marinai con le stelle così anche noi dobbiamo imparare a conoscere il nostro Sè, la fonte di amore immodificabile e il nostro progetto, per fissare in sicurezza la rotta. 

Grazie per la Foto a FelixMittermeier da Pixabay

8 regole d’oro per vincere la Rabbia. Viva Noi e le nostre scelte d’Amore.

Cari miei, sapete io non ho ancora trovato una sola persona “arrabbiata” e che – in base al suo racconto – non avesse poi ragione ad essere arrabbiata.

Lo stesso vale per noi stessi, quanti romanzi da una sola “incazzatura”, e quanti dettagli e trame fitte fitte… quante pippe mentali. Ma anche STOP, direi!!.

Che fare? Ad un certo punto la vita (la nostra vita) ci chiede di decidere che posizione avere rispetto alla rabbia. Come fa a chiedercelo? La richiesta arriva frequentemente attraverso il disagio ed il malessere. Richiama in questo modo la nostra attenzione, ci mette davanti allo specchio e ci chiede: ” Questa rabbia ti aiuta a star bene ed essere felice? E’ questo che vuoi?

Per rispondere ci si può prendere anche del tempo, tutto quello che serve.

Se la risposta è “Si” allora continuate pure. Se invece è “NO” beh…allora mettiamo un “punto” al nostro racconto ed andiamo a capo. In un modo o nell’altro siamo liberi nella scelta.

Apprendiamo l’arte del RI-DECIDERE che farne della rabbia.

La rabbia ha una parte sana. Penso ad esempio a quando utilizziamo la forza e l’energia in essa contenuta per rinforzare i nostri talenti e che si traduce in impegno, perseveranza, anche chiedere aiuto. In sintesi è una cosa positiva quando è usata per decidere di mettere da parte le scuse e realizzare la nostra vita.

La rabbia invece non è sana, ed è solo distruttiva, quando diventa motivo di vita, ovvero quando sostituiamo il desiderio di rivalsa al nostro progetto autentico. Questo provoca sofferenze, sia chiaro! La gratificazione da rivalsa (la famosa vendetta) è un miraggio che ci porta alla deriva in compagnia di “ulteriore rabbia” e “ulteriori progetti di rivalsa”.

La rabbia è un veleno da eliminare. E’ come un boomerang, e ci ritorna indietro sotto forma di giudizio, sensi di colpa e rabbia, appunto, verso noi stessi.

Che fare allora? Ecco dei miei semplici e potenti consigli:

1- Prima cosa “non raccontiamocela più“. Tutti intimamente sentiamo quando la narrazione è diventata lunga e ripetitiva, sterile e mortifica. Ecco quando ci arriva questa percezione diamogli valore,  è il momento di “finirla”.

2 – Seconda cosa “diamo valore alla vostra decisione”. Ergiamo la decisione di “farla finita” a totem del nostro progetto d’amore, a onore della nostra grandezza. Rendiamo visibile e diciamolo al mondo intero ” Oggi è il giorno glorioso dell’avvento dell’amore nella mia vita”.

3- Terza cosa “siamo grati”. Si,  siamo grati a noi stessi per aver ascoltato e dato un senso a quel senso di malessere che vi ha nauseato in modo insopportabile. Siano grati per esserci resi disponibili ad ascoltarci ascoltarci profondamente. Siamo grati per aver scelto di parlarne con qualcuno e/o di esserci farci aiutare, siamo grati perché ci siamo scelti come protagonisti della  vita ed avete tolto alla “rabbia” il microfono.

4 – Quarta cosa “siamo gentili”. Si, pratichiamo la gentilezza con noi stessi quando ci riparte il loop. Seminiamola ogni giorno nei nostri pensieri e nelle nostre intenzioni. Pratichiamo la meditazione e facciamo in modo che la rabbia non trovi appigli sulla nostra anima per attaccarvisi. Siamo gentili sempre!

5 – Quinta cosa ” siate amorevoli”. Non siamo perfetti, pratichiamo accoglienza verso di noi e le nostre debolezze  fragilità. Andiamo bene così come siamo.

6 – Sesta cosa ” Siamo innamorati pazzi di noi stessi”. Perdoniamoci gli errori, facciamoci sempre il dono della possibilità di riparare, abbracciamoci, sorridiamoci allo specchio, siamo leggeri e morbidi. Voltiamo le spalle al corteo della rabbia quando lo sentiamo arrivare, siate signori della nostra vita e possiamo farlo.  Ce lo meritiamo.

7- Settima cosa ” Facciamoci un mondo di complimenti”. Si, ogni giorno. Ogni volta che ci  svegliamo nella consapevolezza della nostra libertà, ogni volta che notiamo la rabbia insinuarsi in parole e pensieri e scegliamo di essere gentili e amorevoli con noi e gli altri. Facciamoci tanti complimenti anche se arriviamo in ritardo e ci siamo già arrabbiati, non fa niente complimenti comunque perché siamo vivi, umani e imperfetti. Perdonatevi, riparate, ricominciate.

8- Ottava cosa ” Sentiamoci grandi”. Si, perché lo siamo! Gonfiamo il vostro petto d’amore per voi, ogni momento. Siamo fieri di noi per le nostre scelte e decisioni.  Godiamo della Nostra grandezza che è bella e luminosa.

Un grande abbraccio a tutti.

La sensibilità è faro nella nebbia

Recentemente mi sono trovato per ben due volte a dover prendere una decisione. Dentro avevo un gomitoli di emozioni difficili da districare e mi confondevano nello scegliere. Ho seguito una sensazione, seppur non chiara ma che mi ha aiutato a scegliere; poi mi sono subito sentito bene, leggero, ed in armonia con me stesso. Il groviglio si è risolto, sono passati dei giorni ed ancora mi nutro della gratificazione di sapere che ho scelto la cosa che mi fa crescere.  Questa esperienza mi ha suggerito una parola, la sensibilità, e mi stimola a dire qualcosa che ho piacere di condividere con voi.  

La sensibilità è un valore, un faro nella nebbia, e ci guida saggiamente. Attraverso di essa la nostra natura profonda si esprime. Nelle nebbie dei momenti confusi la nostra sensibilità, certamente, ci conduce per mano e con grande cura fuori dalle nebbie grigie.

Non date retta a chi ancora dice che essere troppo sensibili non sia un bene; che conviene non mostrarsi sensibili per non essere feriti. La sensibilità per noi è come il sonar per i sottomarini, ci guida e ci fa percepire il clima delle situazioni ed il clima nelle relazioni con le persone. Liberiamola dal credo cinico che vuole la persona sensibile come una persona debole e che si espone al dolore ed alla sofferenza, non  è vero è una menzogna. Essere sensibili e dare valore a quesa qualità non apre le porte a nessuna scorribanda. La sensibilità non deve assolutamente essere etichettata come una inabilità ad essere forti. La sensibilità è affare proprio dei forti. Ci vuole forza e un grande coraggio a seguire la voce e i messaggi, non sempre in MAIUSCOLO STAMPATELLO, della nostra natura e saggezza profonda. Mostriamo al mondo liberamente le nostre sensibilità ai tanti aspetti della vita, sensibilità nel lavoro, nello stare con gli altri, nel prenderci cura del nostro mondo, nel sentire quando è il momento di cambiare e cambiare, nel sentire quale è la cosa giusta da fare e farla.

La sensibilità…è un dono, tutti lo abbiamo ricevuto. Penso possa essere un bene per tutti, se la abbiamo chiusa in qualche luogo nascosto della nostra anima, di tirarla fuori e imparare ad armonizzarci con essa. Con fiducia…assoluta fiducia che ci suggerirà cose buone e gratificanti.

Ciao, alla prossima😀

Sul Cambiamento

mi prendo cura del mio cambiamento

Un cambiamento, per potersi realizzare, deve essere ben motivato, sostenuto e accolto con fiducia nella nostra vita. Noi possiamo tanto, iniziamo con lo scegliere il tempo ed il luogo dove seminare il nostro coraggio, il nostro amore, il desiderio, le paure e la consapevolezza tutta. Poi una volta scelto e seminato ce ne prendiamo cura, siamo attenti alle erbacce che prontamente estirpiamo e siamo attenti anche agli inutili curiosi, preserviamo la sacralità del nostro utero d’amore. Mentre il seme cresce impariamo a pregare per trattenerci dal commettere errori, impariamo ad accoglierci perché non siamo infallibili, impariamo a riparare, impariamo a farci umili per non alimentare l’orgoglio e le sue infinite pretese. Accediamo alla sacralità del nostro cambiamento con rispetto per la nostra storia, qualunque essa sia stata. Siamo decisi a scrivere nuovi capitoli di vita e partiamo proprio da qui dove le nostre scelte passate e la nostra storia ci hanno portato. Tratteniamo il giudizio, dapprima interiormente e poi quando ci sentiamo pronti anche nelle parole e nei fatti, rendiamoci disponibili a sentirci figli della vita e sentire che il nostro essere è pienamente inserito nel progetto della vita ed in continua evoluzione. Scegliamo di vederci come genitori della nostra vita, autori del nostro cambiamento ed artisti della nostra vita e – insieme con la vita tutta – artisti anche della vita dell’universo. Ogni giorno il nostro cambiamento è più forte, senza giudizio e con gratitudine per le forze umane e spirituali lasciamo che il nostro cuore assapori la fiducia nella libertà, la gratitudine ed il benessere sublime del perdono totale per tutti e per noi stessi. Ogni istante che passa il cambiamento che desideriamo è una più grande e forte realtà, siamo grati a noi per l’impegno e l’amore che scegliamo di donarci. Buona giornata a tutti e grazie ai tanti uomini e donne speciali che donano al mondo intero il loro impegno nella ricerca di senso e per creare bellezza. Post liberamente ispirato alla Cosmo Art del Professor Antonio Mercurio, con immensa gratitudine.

Photo by Karolina Grabowska on Pexels.com

Pensiero di chiarezza

Cit da “Illusioni” di Richard Bach –

” Se davvero vuoi eliminare una nube dalla tua vita, non devi attribuirle tanta importanza, ma semplicemente rilassarti ed eliminarla dai tuoi pensieri. E’ Tutto qui”

Abbinare al video “I benefici della Meditazione“, a tanto esercizio a liberare la mente ed a lasciar passare le nuvole nere e a tante carezze per noi e amore a profusione.

Difficoltà da Covid? Lo Sportello Counseling on line dell’Istituto Solaris è sempre Attivo.

In questi giorni molte testate giornalistiche hanno evidenziato come al termine di questo periodo c’è già un altra emergenza che bussa, quella psicologica. Sono molti tra commentatori ed esperti ad evidenziare il bisogno di un supporto. Il covid ha calato nelle vite di ognuno di noi il sentimento della paura, questa è entrata nelle nostre vite in modo per ognuno diverso. Esemplificando, è come se fosse entrata in casa nostra ed avesse aperto il nostro armadio indossando i nostri abiti. Emozioni diffuse sono senso di isolamento, ansia (quella non manca mai!!) ed un diffuso senso di irrequietezza, e paura. Questa fase richiede per tutti noi un investimento energetico rilevante.

Come spesso accade dopo uno sforzo prolungato vorremmo poter dire serenamente “Mi sento un po stanchino” (cit da Forrest Gump). E’ naturale essere stanchi, è assolutamente naturale e fisiologico. Sentire il desiderio di essere ascoltati, di una figura professionale con cui instaurare e costruire relazione di sostegno e per la crescita è un altrettanto naturale e sano bisogno. Se sentiamo questo bisogno diamogli voce, diamogli una opportunità e non solo complimentiamoci anche con noi perché ci stiamo ascoltando in modo accogliente. E’ un atto d’amore per voi stessi, parola mia!

In questi giorni leggevo di come mai come in questo periodo è stato frantumato il tabù della psicoterapia e dei percorsi di analisi o di counseling. Sotto la minaccia del covid sono cadute le paure (obsolete) legate a queste esperienze, si è volatilizzata la paura del giudizio che abbinava a queste esperienze lo spauracchio di essere giudicati (condannati forse è meglio) come dei pazzi. Molti hanno fatto outing, bravi. Non c’è nulla di cui vergognarsi in questo, anzi è bello condividere di essersi fatto un dono d’amore per se. Anch’io ho fatto il mio percorso, poi l’ho arricchito con la formazione e con la collaborazione e mi piace dire che sono in costante “percorso di crescita”. Non c’è cosa più bella che crescere, amandosi e volendosi bene.

I counselor sono figure professionali molto richieste per fare percorsi di crescita, per lavorare su se stessi ad accrescere e potenziale le proprie risorse e le proprie capacità creative, in termini pratici per essere sempre più consapevoli di se, capaci di ascoltarsi profondamente e saper prendere quelle decisioni di amore che portano beneficio, benessere e gratificazione… o se vogliamo ci fanno sentire bene. I counselor non si occupano di patologie ma di miglioramento della vita aiutando a superare momenti di difficoltà.

Prendete nota cari amici.

Come sapete io collaboro con l’Istituto Solaris che è primaria scuola di counseling di Roma, la nostra scuola ha attivato già dalla scorsa primavera un servizio di counseling on line gratuito e siamo ancora attivi e vogliamo continuare ad esserlo.

Prendetene nota, segnalatelo ai vostri conoscenti, alle persone che volete bene ed a quelle che volete dare una mano, è un opportunità. Il mio invito è per tutti di darsi la possibilità di ricavarsi uno spazio d’ascolto dedicato a se stessi, fare un pezzo di strada insieme. Perché insieme siamo più forti, e perché le paure nel dialogo e nella condivisione si smontano!

Chiamateci ok? Noi ci siamo, rimaniamo connessi!

Meditazione di Louise Hay

Buongiorno cari, recentemente ho postato un video sulla preziosità della meditazione. Oggi condivido con voi una esperienza di meditazione proposta Louise Hay, una persona che ha donato all’umanità la sua esperienza ed il messaggi prezioso dell’amore per noi stessi che guarisce. In questo periodo di pausa natalizia ci si può dedicare, se già non lo facciamo, a piantare un semino di interesse verso la meditazione e farlo crescere. Buona giornata a tutti 

Scacco matto al lamento!

IMG_9044Il titolo oggi dice tutto e forse non c’è altro da aggiungere. Ma vi racconto di stamattina…e di come andare oltre. 

2 dicembre 2020. Vado a lavoro in macchina, in genere vado in moto. A volte uso la macchina ma sono super eccezzionissime. Mi muovo in moto quindi, e spesso mi lamento invidiando chi va in macchina. Oggi sono in macchine e indovinate un po? All’inizio tutto ok e già pregustavo il successo … e poi all’improvviso un incolonnamento, be 30 minuti per fare qualche centinaio di metri. Capita nelle città, lo so!! E vabbè sono in macchina e non mi lamento, sono partito con largo anticipo e pioviccica … per cui ok…ascolto musica e mi muovo come una lumaca insieme agli altri. 

Arrivo in ufficio dopo aver lasciato la macchina al primo parcheggio utile, mi faccio 10 minuti di strada, conto 111 scalini e chiaramente rifletto. Non è tutto oro nelle vite dei famosi “altri”.

Penso che un modo per togliere alimento al lamento è proprio quello di fare esperienza delle famose vite degli altri. Non ci piace il ns lavoro, ci lamentiamo di piccoli problemi fisici, ingigantiamo risentimenti, alimentiamo sempre rancori ed abbiamo un talento speciale nel vedere ciò che non va? Indubbio…su questa linea siamo talentuosi. 

Bene, ma cosa possiamo fare? Ecco la mia proposta di oggi. Ognuno di noi – se vuole – può visualizzarsi mentre si porta in un luogo luminoso, il luogo speciale bello in cui abita la più intima frequenza del suo ascolto profondo ed autentico.

GuidoReni_MichaelDefeatsSatanVabbè diciamocelo. Lamentarci un poco ci piace, a volte non si riesce a trattenervi dal farlo. Lo sappiamo, questa cosa non porta nulla di buono nella vita e danneggia il nostro desideri di cambiamento? Bene, sempre nell’intimo sacro del nostro spazio autentico di ascolto profondo, tiriamo fuori del cassetto delle nostre immagini una “di svolta” che ci piace, che sia quella di un film o di un racconto o di una canzone VA BENISSIMO.   Se ci piacciono le immagini religiose suggerisco quella dell’arcangelo  Michele, avete presente? Ecco sintonizziamoci allora con questa immagine. Vedete il suo occhio fermo e la decisione granitica con cui solleva la sua spada (la decisione) ed è chiaro il seguito di “far fuori” il male. Ecco In questo spazio sacro e intimo del nostro mondo respiriamo e decidiamo di fare un passo avanti contro questa sterile abitudine.  Non c’è fretta, prendiamoci tutto il tempo per sintonizzarci, ascoltarci, decidere di farla finita con il lamento.

In termini più pratici può tornare utile anche fare un giro nelle vite degli altri. Sicuramente tante volte ci siamo già trovati in questa consapevolezza, ecco rispolveriamo tutte quelle volte e tute quelle situazioni. Non lasciamole nel dimenticatoio, spolveriamole come si deve e utilizziamole.  Usciamo volutamente dalle nostre abitudini e per qualche giorno entriamo nelle tanto desiderate realtà degli altri, nelle abitudini, nei lavori che fanno, negli spostamenti che fanno, nelle responsabilità che hanno, nelle relazioni che vivono.

Magari scopriremo che anche il nostro mondo non è affatto male, non lo è il nostro lavoro, non lo sono le nostre abitudini, le nostre relazioni.

Nel nostro speciale spazio d’amore vediamo che copriremo che è sempre l’ora buona di infliggere un colpo deciso al lamento, recidere il nostro legame con esso.

Scegliamolo intimamente, non dobbiamo raccontare a nessuno le ragioni del “perché abbiamo deciso”, non dobbiamo avere l’approvazione di nessuno, alleggeriamoci del giudizio e mandiamo a quel paese il Giudice Interiore”. 

freedom-2053281_1280Scegliamo di darci il valore che meritiamo, accettiamo che non tutto e perfetto, accettiamo che andiamo a piccoli passi verso il cambiamento ma che non sempre è semplice, che lavoriamo sodo, che stiamo facendo un grande lavoro e che stiamo scrivendo e creando qualcosa di straordinario,  e che è faticoso si ma noi siamo tenaci e non ci raccontiamo cavolate, ora scegliamo di volerci bene, di essere grati di quanto facciamo, di onorare ogni giorno le nostre azioni e le nostre decisioni.

Impariamo a non lamentarci, quando qualcuno ci stimola…decidiamo anche di stare zitti, immaginate questa scena…inseritela nella vostra storia e vedete come siete luminosi e splendenti. Gli altri di tutto questo non devono sapere nulla, e non dovete dare nessuna spiegazione se decidete di cambiare e di volervi bene state pur certi che tutto andrà bene.  

E se desiderate un aiuto per lavorare a questo ostacolo fatelo senza se e senza ma, ve lo meritate, e solo i forti sanno chiedere aiuto…gli altri sanno solo lamentarsi. 

Buona giornata a tutti e buona creatività. 

Il Counseling dell’IStituto Solaris, per essere sempre gli artisti della nostra vita, anche in tempo di Covid

In questi mesi il Covid ha modificato le abitudini di tutti gli abitanti del pianeta, in misura variabile tutti abbiamo dovuto rinunciare a qualcosa. 

In questa parentesi di tempo e di vita a tutti gli abitanti del mondo è capitato di pensare, anche qui in misura variabile, a cosa avrebbero fatto quanto tutto fosse finito. 

Io ho immaginato il momento della sconfitta definitiva del virus come ad un momento in cui avremmo fatto tutti una grande festa, la festa dell’abbraccio, e tutti gli abitanti del mondo saremmo stati invitati. Avremmo festeggiato per le strade, nelle piazze ed in ogni luogo in cui poter stare “insieme ed assembrati”. 

In questo momento, a più riprese, gli informatori istituzionali parlano di luce alla fine del tunnel, la luce sarebbero i vaccini e penso che è una prospettiva buona (a prescindere dal giudizio e dall’idea che si possa avere sui vaccini).

Io con questa prospettiva di soluzione mi sono confrontato e mi sono chiesto: Cosa farò dopo?  Mi spiego meglio. 

La fase del covid è venuta in qualche modo a favore, offrendo una giustificazione socialmente accettabile, per le tante cose che non potevamo fare. Il covid ha giustificato tante cose, ad esempio:

  • il fatto di non poter realizzare i nostri progetti;
  • di non poter prendere delle decisioni a cui da tanto stavamo lavorando o che da tanto stavamo rimandando;
  • di realizzare i cambiamenti tanto attesi; 

Insomma il tanto odiato Covid a molti di noi, in misura variabile, ha dato una mano. Eh … non posso farlo… c’è il covid!!!

Ora che si parla di luce alla fine del tunnel può capitare di percepire un pò di ansia, e ci sentiamo spiazzati. Ma come? Pensiamo intimamente. Perché ora che tutto sembra sul punto di finire mi sento quasi minacciato dalla libertà tanto desiderata? 

Mah…mettiamola così. Il Covid può farci veder con maggior chiarezza a delle nostre parti profonde e interiori. Il messaggio del nostro Sé, della vita, arriva ora amplificato e dice pressappoco: Beh…allora a che punto eravamo? Già… a che punto eravamo!

FACCIAMOCI UN GRANDE DONO; NON MASSACRIAMOCI TROPPO, FACCIAMO GLI ARTISTI E NON FACCIAMO LE VITTIME. ECCO COME:

Usiamo questo malessere in modo positivo, accendiamo un faro di consapevolezza stabile sugli ostacoli di prima, e che abbiamo rimosso poi. E’ tutto umano! Non colpevolizziamoci, ma apriamo gli occhi. 

Il malessere di oggi rispetto alla prospettiva di “tornare liberi” non ci deve paralizzare, non è nulla di nuovo ma è solo la forma nuova che hanno assunto i rimandi, gli ostacoli di prima.  Quando la paura arriva, inspiegabile e paradossale, facciamo un ponte con il nostro tempo pre-covid e usiamo questo dolore per lavorare dapprima a conoscere sempre più e meglio le ragioni profonde dei nostri ostacoli ( fase della consapevolezza) e poi passiamo all’azione ( fase della trasformazione) per compiere quei passaggi di armonizzazione dentro di noi che sono e saranno la base da cui ripartire. 

Armonizziamo le nostre parti, ed oggi le vediamo bene nelle loro manifestazioni estreme, pensiamo ad esempio alla paura ed alla voglia di libertà. 

NON c’è nulla di sbagliato in ognuno di noi. 

Iniziamo da ora a lavorare a realizzare i nostri progetti, a prendere le decisioni ed a cambiare ciò che va cambiato. Lavoriamo nello spazio del nostro mondo interiore e creiamo dentro ciò che domani realizzeremo fuori, creiamo le condizioni di amore ed accettazione, di forza e di perdono. 

Importante è non isolarsi ma lavorare e costruire ponti di opportunità dentro e fuori di noi, lavorare con amore e con umana comprensione alle trasformazioni che la nostra vita ci chiede di fare. 

Non trascuriamo l’ipotesi di farci aiutare da professionisti anche, ce ne sono tanti. Il counseling ad esempio è una disciplina di aiuto molto efficace ed io consiglio di potersi dare un opportunità. Noi dell’ Istituto Solaris da tempo abbiamo attivato uno sportello di counseling gratuito on line. Chiamateci e esplorate coni nostri professionisti le opportunità che questo tempo offre, lavoriamo insieme a trovare lo spunto creativo che permetterà già oggi di realizzare la vita che vogliamo, con o senza covid.  Diveniamo il coraggio che desideriamo, e creiamo oggi la vita che amiamo.

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Gli ostacoli ( cit: Randy Pausch)

Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri.“ — Randy Pausch

Il Servizio di Counseling on line gratuito dell’Istituto Solaris di Roma

Questo periodo ha un senso? Io dico di si. Questa fase di sospensione ci vede tutti in attesa e con tante di emozioni. Sentiamo tutti la spinta primaria a trovare una soluzione, ed a fuggire il pericolo. Diciamo subito che NON è un colpa avere paura, riconosciamocelo, ci farà sentire meglio, più leggeri e meno sotto pressione.

Se lo desiderate e sentite il bisogno di un aiuto vi invito a cogliere l’ opportunità offerta dall”Istituto Solaris che ha attivo il un servizio di counseling on line gratuito. I professionisti dell’Istituto Solaris stiamo facendo dono alla vita ed alle persone della nostra professionalità.

Il servizio rivolto a tutti coloro che sentono il desiderio di essere ascoltati e accolti in questo momento di grande trasformazione sociale.
Ci siamo per sostenervi e aiutarvi a prendere nuove decisioni, quelle necessarie a trasformare la situazione di profonda emergenza, che stiamo vivendo, in un’opportunità di crescita e trasformazione personale.

Per usufruire del servizio potete:

Chiamare il numero 3519743118 oppure compilare il Modulo https://forms.gle/dwG99AZCkAa9aLNUA

È Sempre Tempo Buono Per Le “Scelte D’Amore”.

Per tutti c’è un cammino di crescita, il cammino della vita, delle realizzazioni delle nostre autentiche propensioni. Per ognuno di noi c’è un tempo buono, quello della chiarezza e della consapevolezza della cosa buona da fare. Ma che non passi il concetto che “tanto arriva” quindi possiamo starcene seduti ad aspettare. Una e una sola è la scelta primaria, uscire dall’ombra del nostro dolore (a ciascuno il suo), accettare di separarcene e scegliere di investire ogni energia nella via che ci indica il nostro SÉ, la nostra guida interiore sempre presente, fonte si amore sede della nostra tenacia forte e del nostro forte e autentico progetto di vita. Buon tempo di scelta tutti, e non abbiate paura che “andrà tutto bene”. Buona scelta a voi e buona scelta d’amore anche a me. Vi saluto oggi rinnovandomi e rinnovando con voi questa consapevolezza.

Dialoghi Estivi. Suggerimento: “Respiriamo Profondamente Amore✨”

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Cari Amici, in piena estate ci si incontra e si parla tra di noi frequentemente.

Respiriamo Profondamente Amore e facciamolo di continuo ok?

In queste sere estive uno degli argomenti di incontro e condivisione su cui ci si ritrova è “il tempo del lockdown ed il tempo di oggi”. Non dico che bisogna rimuovere, assolutamente, anzi la condivisione ci aiuta a vedere alle tante energie messe in campo.

Su questo terreno argomentale i principali punti di incontro che io ho contattato sono:

1- speriamo non ritornino più tempi come quelli

2- ora meritiamo di rilassarci e divertirci

3- pensavamo che il mondo sarebbe cambiato, che noi saremmo cambiati, eravamo pronti e decisi

4- la fine del lockdown purtroppo ha fatto cadere tanti buoni propositi di cambiamento personali e collettivi e si ha la sensazione diffusa di aver perso un occasione.

5- il distanziamento non c’è

OK BASTA. CHE FACCIAMO?

Ora amici miei lo dico a voi e lo dico anche a me, questa cosa è stata grossa davvero e ha trovato tutti impreparati. NON diamoci addosso se “dopo” abbiamo perso il contatto con “il meglio di noi” che abbiamo messo in campo in quei giorni lì, in quelle settimane lì, in quei mesi lì, in tutte quelle ore e minuti. Questo momento estivo è prezioso e l’incontro con gli altri ci permette un’analisi dei risultati, ci permette di conoscerci un pò meglio.

Non dico nulla di nuovo dicendo che in ognuno di noi ci sono istanze del cambiamento alleate con la vita e con il nostro progetto esistenziale,  sono queste fonti di energia che alimentano le nostre visioni, i nostri sogni e le nostre aspirazioni di creazione. In ognuno di noi, poi, ci sono anche le forze opposte, quelle di conservazione. Queste ultime sono spesso saldate tra loro con sentimenti come la rabbia e l’odio (tanto verso gli altri e quanto verso se stessi); queste parti di noi parlano di cambiamento di desiderio di evoluzione MA quello che loro intendono come cambiamento non è altro che la realizzazione di una sotterraneo e nascosto desiderio di “rivalsa”.

Ora che abbiamo chiuso questa prima fase con il COVID possiamo fare un bilancio ricco anche delle esperienze estive “in corso”. ECCO cosa suggerisco di fare.  DOBBIAMO centrandoci assolutamente sull’amore, la speranza e la fiducia:

Decisione di Amore 1- NOI POSSIAMO perdonarci totalmente per non essere riusciti a cambiare il mondo o noi stessi con la stessa velocità di un click😀.

Decisione di Comprensione 2 – comprendiamo che non è facile e che questo genere di evoluzioni incontrano nostre parti profonde, paure e dolori spesso antichi

Decisione di Accoglienza 3- Accogliamo la nostra dimensione umana e i nostri limiti. Con umiltà (sana) riconosciamo le ns pretese e quelle degli altri.

Decisione di “Decisione” 4-  Accogliamo il malessere ed il dolore ed agiamo per trasformarlo alleandoci con più forza al nostro progetto d’amore ed al progetto della vita

Decisione di Fiducia 5- Ad ognuno di noi questa esperienza ha acceso un faro di consapevolezza nuova. Il seme del cambiamento è stato piantato e noi lo stiamo coltivando dentro di noi al meglio

Decisione di Speranza 6- Ascoltandoci profondamente e ancorandoci all’amore per noi tutto andrà bene

NON molliamo quindi e con spirito vacanziero rimaniamo svegli e prendiamoci cura del seme del cambiamento che abbiamo piantato dentro di noi e con tutto il mondo a livello di una coralità che si sta sempre più interconnettendo a livello profondo.

TENIAMO gli occhi aperti, quindi e quando passano dalle nostre parti sirene voluttuose che ci solleticano la lamentosa condivisione diamogli un bel calcio in culo e se ci troviamo troppo vicino agli scogli delle sirene fatte di persone che ci attirano al lamento ed alla recriminazione, critica e quant’altro di negativo magari mettiamo in conto anche di allontanarci a fare due passi… se è sera volgiamo lo sguardo verso le stelle e respiriamo profondamente l’amore.

 

 

Riflessione sul “Perdonare”. Anche in vacanza si può fare ❤

Perdonare chi ci ha fatto soffrire si può fare. Per riuscire in questo obiettivo (se è un ns desiderio) prima è necessario un lavoro. Prima dobbiamo entrare in contatto con il dolore che ci è stato fatto, senza filtri. Chi vogliamo perdonare qualcosa lo ha fatto e questo qualcosa ci ha ferito. Quando si tratta di familiari, genitori ad esempio, parte in noi un azione istintiva di compensione. Passiamo in qualche modo alla fase successiva , quella umana per intenderci ovvero quella per cui nessuno e perfetto ecc ecc. Tutto buono, MA poco utile – se non proprio dannoso – per il nostro obiettivo che è, ricordiamocelo, perdonare loro e liberare la ns vita dai veleni dell’odio ecc ecc. Il perdono non è una cosa superficiale, al cotrario e un lavoro profondo, intimo e richiede forza e tanto amore. Per il nostro lavoro è necessario che il dolore lo sentiamo chiaramente, e non per masochisti godimento o per infervorarci di ulteriore rabbia o per sentirci vittime. No, nulla di questo. Il dolore, e la sofferenza che sono entrati nella nostra vita, non sono un mero esercizio narrativo, non è successo ad altri ma a noi. E noi dobbiamo dare dignità alla nostra storia, tutta. Quindi il dolore che ci tiene all’angolo dobbiamo vederlo e sentirlo tutto e non serve a nulla rimuovere o raccontarci menzogne. Le sofferenze hanno un nome ed un cognome, ed un origine. Avvicinarci a sentire il dolore è “il lavoro”. Solo dopo potremo sentire il grande potere che abbiamo, quello di “perdono”, appunto, in tutta la sua potenza.

Il perdono è una cosa seria, e quando saremo pronti lo scopriremo. Sentiremo in noi che ci stiamo facendo un dono speciale, che solo noi possiamo farci, sentiremo che ci stiamo amando ed in quel momento – come folli – sorrideremo.

Poi ripeteremo questo passaggio ogni volta che il dolore ritorna. Non siamo sciocchi e non crediamo nelle magie e nelle “cancellazioni”, sappiamo lavorare e sappiamo scegliere di amarci e questo ci renderà liberi ogni giorno di più.

Lo stesso vale per il perdonare noi stessi. Si anche noi possiamo e sappiamo farci male. Anche qui lavoriamo, conosciamo, sentiamo, facciamo nostra la nostra storia, accettiamo, ingoiamo il rospo e piangiamo se lo desideriamo. Nulla di questo lavoro è una fatica, e da ogni fase la nostra dignità diventa sacra e ci fa decidere che possiamo smetterla e godere delle belle persone che siamo. Perché lo siamo! Doniamoci amore, non serve che gli altri lo sappiano. Lo facciamo per noi e poi se ci va di raccontarlo beh…quello è l’inizio di una nuova storia, certamente, piena anch’essa di amore e doni sani e prezioso come la speranza ed il coraggio … come solo l’esperienza può far arrivare.

La nostra paura più profonda ( N. Mandela)

La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda è di essere potenti al di là di ogni misura.
È la nostra luce, non la nostra oscurità a terrorizzarci maggiormente.
Noi ci chiediamo: chi sono io per essere così brillante, stupendo,
pieno di talenti e favoloso?
In realtà, chi sei tu per non esserlo?
Tu sei un figlio di Dio. Il tuo giocare in piccolo non serve al mondo.
Non c’è niente di illuminato nel ridursi
perché gli altri non si sentano insicuri intorno a te.
Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi.
Essa non è in alcuni: è in tutti!
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsciamente
diamo agli altri il permesso di fare la stessa cosa.
Nel momento stesso in cui siamo liberi dalle nostre paure,
la nostra presenza libera automaticamente gli altri.”
(Nelson_Mandela)

Bisogno di pace

Con profonda convinzione affermo che il bisogno ed il desiderio più grande di tutti gli esseri viventi è la pace. Pace con se stessi e con gli altri, con il passato ed il presente, con i pensieri, con le paure, con i dolori. Pace per i sogni irrealizzati, pace per la rabbi e l’odio provati, per la realizzazione solo parziale dei nostri progetti. Meritiamo la “Pace”, e già a pronunciare intimamente la parola poi ci si sente meglio. Accolgo la “Pace”, e in ognuno di noi essa trova la parte di anima e

da abbracciare. Desidero la “Pace” che sono stanchi anche i pensieri e desiderano lasciar andare le tensioni e preoccupazioni, smettere di lottare. Meraviglia della pace, meraviglia di abbraccio e ci cura di ogni animo.

Domande per crescere al tempo del Coronavisus: “Quando Finirà questa storia?”. Noi…Antonio Mercurio e il Mito di Ulisse

Già, ci chiediamo tutti: ma quando finirà?
I tecnici dicono che sarà una lunga e lenta planata il ritorno alla normalità, o comunque ad un nuovo modo di vivere che impareremo a chiamare “normalità”.

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Photo by Miguel Á. Padriñán on Pexels.com

Certo ci auguriamo tutti che i ricercatori mettono a punto in breve tempo un  farmaco o un vaccino così da poter accorciare i tempi. A loro da questo post mando tutta la mia e energia.

Ora però, mentre loro fanno il loro lavoro, noi che facciamo? Anche noi possiamo fare qualcosa e anch’io voglio fare il mio lavoro, così ecco che come Persona, come Counselor e ricercatore in Antropologia Cosmoartistica guardo al mondo dell’umano e mi interrogo sul “Quando finirà questa storia, ovvero,  quando finiranno le tante storie che ci impediscono di crescere e di approdare al tanto sognato cambiamento per stare bene ed essere felici?

Usiamo il simbolismo e per un momento vediamo il Coronavirus come alla rappresentazione fuori nel mondo di parti umane, parti nostre, e precisamente come rappresentazione di quelle parti nostre velenose che se non riconosciute e se lasciate libere di agire infettano e devastano la nostra vita, penso al veleno dell’odio al veleno dell’orgoglio, al veleno della volontà di potenza e di voler dominare gli altri, penso alla svalutazione, penso lamento, penso a tante forme virulenti che a volte agiamo nelle relazioni con noi stessi e con gli altri.

Così ecco che la domanda arriva alla nostra coscienza oggi in modo più chiaro, dalla situazione planetaria ed in tutte le lingue si è diffuso il messaggio che “bisogna fare qualcosa”. In questo momento in cui abbiamo preso consapevolezza del problema stiamo lavorando tutti a contenere il contagio e la diffusione. In questo modo l’ Io Adulto presente in ognuno di noi “qui e ora”, ed in alleanza solida con la saggezza interiore e  tutto il seguito di qualità positive umane che abbiamo  la capacità di scegliere per il bene e la costruttività, la comprensione, l’empatia, la speranza, il perdono ( IL PERDONO!!), la fiducia, la fratellanza … per dirne alcune; Ecco in questo momento di lucida consapevolezza abbiamo preso atto della virulenza dell’odio ed abbiamo deciso e stiamo facendo tutto il possibile per ridurne la diffusione.

Ad un mese dalle azioni difensive e quando si pianifica il “dopo” ecco che dalle nostre parti positive si alza la domanda “Hey tu! MA quando finirà questa storia?”  ed ancora…quando la finiremo inquinarci la vita con l’odio, i capricci e le pretese?

Già. Quando?

Ed allora mi metto in ascolto profondo in questo tempo e mi viene un sospetto.

Ma noi stiamo cambiando? Oppure stiamo aspettando che tutto finisca per riprendere a fare semplicemente quello che facevamo prima e magari anche con un pò più di veleni e di jubris, spavaldi e ringalluzziti dallo scampato pericolo?

Non è facile il momento che stiamo vivendo ed è forte la spinta umana a difenderci rimuovendo e negando il grande invito al cambiamento che la vita ci chiede di fare. Eppure qui tocca fare qualcosa…la vita lo dice chiaramente.

Recentemente in miei post vi ho parlato dell’IO FETALE. ( invito al leggere il post cliccando sul link). Di questa nostra parte  dobbiamo esser ben consapevoli e imparare a riconoscere quando essa sale in cattedra e comanda.  Ma per fortuna non c’è solo questa parte in noi, tante ne abbiamo ed in tanti post vi ho parlato anche del nostro Sé, della nostra saggezza interiore e dell’incondizionato amore per noi e che ci sostiene nei passaggi di crescita e ci spinge fermamente ad evolverci.  Ecco quindi che forti nell’amore e centrati con il nostro Sé possiamo cercare di rispondere alla domanda: Quando finirà?

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Finirà quando noi decideremo di finirla veramente, senza se e senza ma. Finirà quando il nostro IO ADULTO avrà piena cittadinanza nella nostra vita e si muoverà in armonia con il nostro SE’ Personale alla luce del sole e non solo quando ne abbiamo bisogno. Finirà quando avremo preso coscienza del grande potere che abbiamo e che si chiama “libertà” di creare la vita che desideriamo. Noi ficchiamocelo in testa siamo sempre liberi sia quando siamo centrati sull’AMORE che quando siamo centrati sull’ODIO.

imagesQuando finirà?  La mia risposta è che finirà quando avremo deciso nella volontà cosciente ed in quella profonda che è ora di finirla e deciso di amarci come si deve.

Quale è la strada per arrivare a questo obiettivo? Allora una possibile strada ce la dona Antonio Mercurio con il suo grande lavoro di rilettura del mito di Ulisse in chiave antropologica Cosmoartistia.  Ecco cosa accade all’eroe dai mille patimenti e dal grande ingegno in un momento del suo viaggio di ritorno a Itaca. Provo a raccontarvela:

“Siamo sull’isola di Ogigia, qui è approdato Ulisse ormai senza più compagni navi e tesori, solo. Nell’isola vive con la Ninfa Calipso,  e per 7 anni il nostro eroe di giorno piange il ritorno a casa e di notte giace con la bella dea, godendone. Con l’intervento di Atena, Zeus tramite Mercurio fa arrivare a Calipso l’ordine di lasciar libero Ulisse e di permettergli di costruirsi una zattera per riprendere il mare. Così a malincuore la dea fornisce a Ulisse il necessario per costruire una zattera. Calipso offre ad Ulisse di scegliere tra andare via oppure di rimanere con lei che in cambio gli avrebbe offerto l’immortalità. 

Ulisse sceglie il mare. Quasi vicino all’isola dei Feaci ecco che Poseidone gli scatena una terribile tempesta. Ulisse viene ripetutamente sbattuto contro gli scogli e poi dalle correnti risucchiato in mare. La Ninfa INO gli va in soccorso e gli dice di lasciare i tronchi a cui era aggrappato e di liberarsi delle sue vesti pesanti, gli offre un telo chiedendogli di stendervisi sopra e che così lo avrebbe portato in salvo. Ma Ulisse che è anche testardo non accetta e si tiene aggrappato ai tronchi (alle certezze tangibili) in quella tempesta e per gran tempo è sbattuto contro gli scogli. Quasi esanime si abbandona e prega, prega il dio del fiume che le cui acque entrano nel mare in tempesta. Prega il Dio del fiume chiedendogli di accoglierlo nelle sue correnti e di farlo approdare, così ormai stremato e quasi esanime dopo tanta battaglia Ulisse tocca finalmente terra e lì si lascia andare ad un lungo sonno(…). 

9788886406505Antonio Mercurio ci propone Ulisse come esempio di uomo che vive gli accadimenti della vita e che in continuazione si trasforma per divenire sempre più artista della sua vita e non solo. Il bisogno ed il desiderio di immortalità che lo muove non è quella offertagli dalla ninfa Calipso ma quella che è il risultato del suo agire che è costantemente fusione di amore e odio e di tanti altri opposti.

Come Ulisse può capitare anche a noi in questo momento di aver iniziato questo tempo storico con le migliori intenzioni ma di trovarci a volte smarriti e di non sapere cosa fare, pensare e decidere. Alla domanda “Quando Finirà?” magari sentiamo che la tempesta in effetti non è ancora placata, non è vinto il nostro odio e non è saldo il nostro amore così come pensavamo e ancora sentiamo che c’è da lavorare.  Non siamo soli ed è un duro lavoro per ciascuno di noi, teniamo duro. Ancoriamoci saldamente al nostro Sé e ascoltiamolo, preghiamo, facciamo come Ulisse affinché si plachi la tempesta dentro e fuori.

Non molliamo, Rimaniamo concentrati, noi siamo forti e possiamo fare un gran passaggio di crescita proprio in questo periodo ostinato e difficile da digerire. Prendiamoci il tempo per entrare profondamente in contatto con le nostre parti ostinate e rinforziamoci nella decisione di amore per scegliere che è arrivato il momento che finisca … ORA.

Non diamoci addosso se scopriamo che ancora un pò ce la stiamo raccontando, amiamoci incondizionatamente siamo umani ed abbiamo anche le nostre debolezze e paure. Nessuna condanna dunque ma tanto amore e perdono. Rendiamoci disponibili, affermiamolo, sussurriamocelo con affetto guardandoci allo specchio ” Io mi rendo disponibile a fare un passaggio di crescita. Io mi rendo disponibile all’amore. Io mi rendo disponibile al perdono.”

Io mi rendo disponibile insieme con tutti voi e più siamo più energia di amore doniamo a noi ed alla vita cui possiamo essere grati.

Crescita personale. “Riconoscere il narratore di storie tristi in noi. Ringraziarlo e salutarlo. Andiamo con fiducia nel cambiamento che la nostra vita vi chiede. ❤

Cambiare – a volte – fa male ed é doloroso, e su questo in molti siamo consapevoli. Frequentemente il non avere consapevolezza del dolore che comporta cambiare è di per se un ostacola la crescita. Quando parlo di dolore intendo un dolore sano, quello umano e necessarrio nei momenti di passaggio. Siamo umani, proviamo questo sentimento perché non abbiamo la palla di vetro che ci permette di tranquillizzati conoscendo cosa succede o cosa troviamo oltre. Eppure pero noi tutti già tante volte abbiamo preso il cuore e lo abbiamo legato passionalmente all’amore ed all’alleanza con la nostra spiritualità profonda e con la vita. Quando siamo nati ad esempio e prima ancora durante tutta la nostra gestazione e sviluppo intrauterino quanti cambiamenti e quante rivoluzioni abbiamo fatto? Eravamo uno sperma ed un ovulo e poi un gran bel sound et voilà eccovi qui😀. Tantissimi cambiamenti quindi e tantissime ne abbiamo fatte dopo e fino a questo momento in cui state leggendo ( e io mentre sto scrivendo) e tante ne faremo anche dopo aver chiuso la pagina e domani e in tutti i giorni per i quali ci sostiene la vita ed il suo e nostro progetto. Il dolore accettiamolo ma lo dico a voi e a me “accendiamo il faro sui tantissimi cambiamenti che abbiamo già fatto e che costantemente facciamo e nutriamoci di fiducia che è bene”.

A chi aggrapparci? All’amore per noi certamente e poi uniamo questo amore al nostro progetto esistenziale, quello che abbiamo scelto quando abbiamo deciso di venire al mondo, saldiamoci con forza al nostro Sé che e mettiamoci in ascolto. Impariamo a conoscere il suo modo di comunicare , spesso attraverso segni, sogni il nostro corpo e a volte messaggi all’apparenza senza senso; non attendiamoci raccomandare con ricevute di ritorno o PEC. Il nostro Sé comunica attraverso il nostro corpo e le emozioni; lo sentiamo bene quando ci sentiamo in una speciale Armonia di cuore mente e spirito. Affidiamoci al nostro Se, la nostra saggezza interiore e siamo pur certi che ci condurrà lungo i sentieri della crescita senza alcun pericolo. Siamo pur sereni che se a guidarci è l’amore allora la forza di decidere è nelle nostre mani e nelle nostre azioni e parole.

Mettiamo a tacere il narratore di storie tristi che è in noi (se C’è) e andiamo avanti … che il dolore quando lo sentiamo ecco che ci è utile e ci suona come una campana per farci risvegliare e scegliere di nuovo con chi volerci alleare. Il dolore è necessario ( non vuol dire però che ce lo dobbiamo andare a cercare ed alimentare sia ben chiaro!) e a ciascuno indica il cambiamento necessario da fare per essere in armonia e sempre più padroni e signori della nostra vita e servitori della vita che ci ha generati e del suo immenso progetto.

“È sempre triste guardare con occhi nuovi cose nelle quali si sono investite tante forze per adattarcisi” ci dice F. S. Fitzgerard in un passaggio de Il Grande Gatsby; ecco si sentiamo la tristezza se vogliamo ma per 5 minuti e non oltre e poi andiamo avanti che nessuno di noi ha la palla magica ed è umano sbagliare ed essere spaventati ma riconosiamo anche che tutti abbiamo dentro una fonte speciale di amore nelle cui braccia possiamo serenamente affidarci ed ogni errore è solo una pietra miliare lungo il sentiero del cammino che ogni istante facciamo

Io in ricarica solare ed in ottima compagnia

Buona Giornata cari

Crescita personale. “Riconosciamo il narratore di storie tristi in noi, ringraziamolo e salutiamolo. Andiamo con fiducia verso il cambiamento che la nostra vita vi chiede. ❤”

Cambiare – a volte – fa male ed é doloroso, e su questo in molti siamo consapevoli. Frequentemente il non avere consapevolezza del dolore che comporta cambiare è di per se un ostacolo alla crescita. Quando parlo di dolore intendo un dolore sano, quello umano e necessario nei momenti di passaggio. Siamo umani, proviamo questo sentimento perché non abbiamo la palla di vetro che ci permette di tranquillizzarci conoscendo cosa succede dopo, o cosa troviamo oltre. Eppure pero noi tutti già tante volte abbiamo preso il cuore e lo abbiamo legato passionalmente all’amore ed all’alleanza con la nostra spiritualità profonda e con la vita. Quando siamo nati ad esempio e prima ancora durante tutta la nostra gestazione e sviluppo intrauterino quanti cambiamenti e quante rivoluzioni abbiamo fatto? Eravamo uno sperma ed un ovulo e poi un gran bel sound …et voilà ..eccoci qui😀. Tantissimi cambiamenti quindi e tantissimi ne abbiamo fatti dopo e fino a questo momento in cui state leggendo ( e io mentre sto scrivendo) e tante ne faremo anche dopo aver chiuso la pagina e domani e in tutti i giorni per i quali ci sostiene la vita ed il suo e nostro progetto. Il dolore accettiamolo “ci sta” – lo dico e lo ricordo  a voi e a me-  ed usiamolo come sentinella,  “accendiamo il faro sui tantissimi cambiamenti che abbiamo già fatto e che costantemente facciamo e nutriamoci di fiducia che è bene”.

A chi aggrapparci? All’amore per noi certamente e poi uniamo questo amore al nostro progetto esistenziale, quello che abbiamo scelto quando abbiamo deciso di venire al mondo, saldiamoci con forza al nostro Sé che e mettiamoci in ascolto. Impariamo a conoscere il suo modo di comunicare , spesso attraverso segni, sogni il nostro corpo e a volte messaggi all’apparenza senza senso; non attendiamoci raccomandare con ricevute di ritorno o PEC. Il nostro Sé comunica attraverso il nostro corpo e le emozioni; lo sentiamo bene quando ci sentiamo in una speciale Armonia di cuore mente e spirito. Affidiamoci al nostro Se, la nostra saggezza interiore e siamo pur certi che ci condurrà lungo i sentieri della crescita senza alcun pericolo. Siamo pur sereni che se a guidarci è l’amore allora la forza di decidere è nelle nostre mani e nelle nostre azioni e parole.

Mettiamo a tacere il narratore di storie tristi che è in noi (se C’è) e andiamo avanti … che il dolore quando lo sentiamo ecco che ci è utile e ci suona come una campana per farci risvegliare e scegliere di nuovo con chi volerci alleare. Il dolore è necessario ( non vuol dire però che ce lo dobbiamo andare a cercare ed alimentare sia ben chiaro!) e a ciascuno indica il cambiamento necessario da fare per essere in armonia e sempre più padroni e signori della nostra vita e servitori della vita che ci ha generati e del suo immenso progetto.

“È sempre triste guardare con occhi nuovi cose nelle quali si sono investite tante forze per adattarcisi” ci dice F. S. Fitzgerard in un passaggio de Il Grande Gatsby; ecco si sentiamo la tristezza se vogliamo ma per 5 minuti e non oltre e poi andiamo avanti che nessuno di noi ha la palla magica ed è umano sbagliare ed essere spaventati ma riconosiamo anche che tutti abbiamo dentro una fonte speciale di amore nelle cui braccia possiamo serenamente affidarci ed ogni errore è solo una pietra miliare lungo il sentiero del cammino che ogni istante facciamo

Io in ricarica solare ed in ottima compagnia

Buona Giornata cari

Crescita personale: Speranza e Paura al tempo del Coronavirus

In questo momento possiamo avere fiducia e possiamo avere paura. Se proviamo paura  vuol dire che non proviamo anche la speranza e fiducia, che sia chiaro questo ok? Rinforziamoci nella consapevolezza e nell’ accoglienza di noi nella nostra totalità nelle nostre forze e nelle nostre debolezze. Siamo flessibili e amorevoli con noi…rendiamoci disponibili a farlo…siamo esseri speciali e in questa fase consolidiamoci e affondiamo ancora di più le radici nell’amore che in noi é un nucleo immodificabile. Fatelo e se lo desiderate ricavatevi uno spazio per lavorare con un counselor.

In questa fase ricordo che l’Istituto Solaris di Roma ha attivato un servizio di counseling gratuito on line. Per accedere al servizio visitate la pagina facebook dell’Istituto Solaris oppure contattatemi qui sul blog o al n di telefono 3519743118 dedicato al servizio. Non siamo soli, aggrappiamoci alle nostre parti positve, facciamolo insieme se lo desiderate. Un saluto a tutti

Stress da iperattivismo digitale al tempo del coronavirus.

Le restrizioni alle libertà di movimento in tanti di noi sta favorendo un maggior uso della rete, chi per motivo di lavoro e tutti, complessivamente, per sentirci e vederci con le persone e mantenere relazioni che allevino il senso di isolamento. É una cosa naturale e comprensibile e non è un reato. È uno strumento positivo, la rete. Eppure nella mia esperienza e dalla condivisione on-line con tante persone emerge il disagio da abuso di rete, in molti hanno sperimentato una forma particolare di stress. Chiusi nelle nostre case abbiamo un iperattivismo social, ed anche nei casi di smart working frequentemente si va ben oltre gli orari lavorativi, per non parlare delle maratone infinite di film in streaming, le chat e le decine di gruppi che ci notificano ogni istante di andare a vedere a controllare a rispondere.

I messaggi del nostro corpo sono preziosi e parlano chiaro, in questa fase dobbiamo stare attenti a non passare da un opposto ( lo stare in casa senza far niente) all’altro (iperattivismo digitale) e fare invece con saggezza una sintesi per armonizzare i nostri ritmi biologici con la situazione che viviamo. Più volte al giorno spegniamo gli apparati e connettiamoci con noi stessi anche in modo creativo, leggiamo un libro, facciamo 10 minuti di meditazione, ascoltiamo un po’ di buona musica, disegnamo, facciamo qualcosa creativo manuale, respiriamo, scriviamo un diario, passiamo del tempo in poltrona a rilassarci e se arriva un po’ di sonno lasciamoci portare per mano.

A sera poi andare a letto presto non è un reato, per il fatto di non dover uscire per il lavoro o per la scuola non dobbiamo necessariamente fare tardi.

In questa fase riprendiamo il controllo della nostra vita per favore, se fuori ci blocca il coronavirus dentro ci blocca la paura e per non sentirla facciamo incetta di ogni tipo di distrazione e di impegno. Facciamo gli artisti, permettiamoci di poter avere anche paura, è un emozione di stagione. Riprendiamoci la nostra normalità e non scappiamo da noi stessi, facciamoci il dono del tempo, del poter provare la noia dell’imparare a conoscerci più intimamente. Gestiamo il tempo in modo saggio, e anche le pause sono preziose in una bella melodia.

Crescita Personale: Evolvere anch al tempo del Coronavirus.

In questo momento storico di tempo e spazio “particolari” ci chiediamo tutti come poter riempire il silenzio e dare qualcosa da fare alle nostre mani e pensieri. In questa fase le emozioni che proviamo possiamo permetterci di provarle, come la paura ad esempio. Se abbiamo momenti di paura possiamo permetterci di provarla, come i momenti di gioia che anche ci sono e la speranza e la fiducia. C’è tutto il mondo in noi in questo momento. Quanto sta accadendo e le emozioni che stiamo provando, proviamo a chiederci, se le provavamo anche prima del coronavirus e approfittiamo di questa grande fase di consapevolezza per accendere un faro di luce sulla nostra storia e decidere magari oggi…ora…qui e per sempre di voleci bene, di non giudicarci più, di perdonare chi ci ha fatto arrabbiare e perdonare noi per la rabbia ed il tempo perso dietro i veleni della rabbia e dell’odio.

Sto rileggendo un libro letto forse due mesi fa ” Avro cura di te” di Massimo Gramellini e Chiara Gamberale. Ho piacere di condividere con voi questo passaggio a pagina 60 “(…) Nessuno viene al mondo per contemplare la propria perfezione. Ci si arriva con un obiettivo molto più serio: evolvere. (…).

Buona giornata a tutti

Riprogettare l’umano al tempo del coronavirus… del Dr. Giampiero Ciappina su Solaris.it

LogoAltaDefinizione_sfondato_500px-e1438454191938Le pubblicazioni di marzo sulla rivista on line solaris.it propongono tanti interessanti articoli ed approfondimenti. Quello che ho piacere di riportare oggi è del Dr. Giampiero Ciappina direttore, insieme con la d.ssa Paola Capriani,  dell’Istituto Solaris. 

Riprogettare l’umano

Le persone che da anni lavorano su se stesse in un percorso di crescita personale non sono immuni dalle epidemie di paura. Ma in questi giorni sto osservando una profonda differenza di atteggiamento. All’epoca del coronavirus, alcune delle persone che seguo da tempo mi dicono, quasi timidamente, di sentirsi “spaventati di essere … ragionevolmente sereni”. Quasi imbarazzati a confessare che “… sì, ovviamente bisogna essere prudenti e seguire le regole … ma se devo essere sincero, io non mi sento spaventato più di tanto. Dottore, mi devo preoccupare di .. essere tranquillo?”.

E come non comprenderli? Mantenere la calma quando tutti sembrano perderla, ti fa sentire un marziano. O quantomeno uno sciocco che non ha capito nulla, visto che così tante persone si abbandonano a scene di isterismo collettivo.

Conoscere la propria fragilità

La mia sensazione è che le persone che fanno un percorso di crescita personale hanno – in questi giorni di psicosi globale – un naturale atteggiamento ragionevolmente pacato, perché a differenza del resto della popolazione mondiale,  hanno da tempo già fatto i conti (e continuano a farli) con la propria fragilità. La conoscono, lavorano per conoscersi, e hanno imparato a familiarizzare con i mostri interni (angoscia e panico compresi).

Sia con la lebbra medioevale che con la peste manzoniana, i crocefissi riempivano le case. Un millennio prima, probabilmente si ritenevano più efficaci conchiglie magiche, ossa di animali o di potenti nemici uccisi in battaglia. Oggi invece si preferisce una nota marca produttrice di ipoclorito di sodio, ma la funzione dell’amuleto (dal latino amuletum, derivato da amoliri “allontanare”) è sempre quella di difesa protettiva. Il talismano, nell’immaginario antico (e anche moderno!) assume su di sé la forza cosmica che l’individuo desidera o sente di non avere. In tutti i casi, l’epidemia di panico ha avuto il pregio di aiutarci a svelare uno dei più velenosi mali del nostro tempo: la presunzione.  Perché il mondo si scopre improvvisamente psicologicamente così insicuro? Perchè il panico è così contagioso? La mia sensazione è che molte persone – fino a ieri – sono state completamente immerse in una presuntuosa onnipotenza. Perchè fino a ieri, l’occidente – affetto dal dogmatismo scientista – si credeva potente oltremisura, quasi pronto a sbarcare su Marte per poi, da lì, dominare l’intero universo. Quando il terrorismo nel 2001 toccò i grattacieli del World Trade Center, uno dei motivi dello shock degli americani fu dovuto alla improvvisa consapevolezza che la guerra aveva toccato le vergini (dalle Guerre di Secessione in poi) terre d’America. Analogamente, l’occidente sviluppato e tecnologico avrebbe dovuto – almeno nella fantasia – essere immune e protetto perfino dai virus.

E’ stato uno shock. Improvvisamente e dolorosamente l’occidente si rivela debole, indifeso, tanto quanto il secondo e perfino il terzo mondo. L’immagine emblematica di intere città che nella notte si riempiono di grida e urla tra i grattacieli alla ricerca di contatto umano, sarà probabilmente un’icona rappresentativa di questa riscoperta insicurezza.

Il contagio di panico, anche quando immotivato ed esasperato, risveglia i mostri assopiti nelle zone d’ombra. Tra questi, certamente una profonda regressione dei processi cognitivi, che tornano a stadi di funzionamento arcaico (mors tua-vita mea, razzismo, intolleranza, ecc.). Mette in luce una inconsistente cultura esistenziale e un vuoto di valori che – in condizioni di ordinaria quotidianità – riesce ancora ad essere sopportato. Ma che in condizioni di eccezionalità, innesca una reazione a catena di angoscia e smarrimento. Come se la struttura della persona (che non conosce nulla del proprio inconscio) implodesse rapidamente, senza incontrare alcun ostacolo. Il coronavirus, in questa mia riflessione, è quindi soltanto un innesco, una spoletta detonante che mette in moto una esplosione più grande che purtroppo non viene né impedita, né contrastata da valori esistenziali profondi e radicati. Molte persone stavano già male, ma non lo sapevano.

La fragilità e il tema della colpa

L’individuo che non fa alcun lavoro di crescita interiore talvolta implode perché è del tutto impreparato ad affrontare le proprie zone d’ombra. Proiettando e spostando sempre le minacce interne sugli invasori esterni (di cui il virus è soltanto uno dei possibili rappresentanti), la persona finisce per ignorare anche i più elementari meccanismi emotivi che lo abitano. Presunzione, sensi di colpa collettivi e la colpa reale – come la definisce Antonio Mercurio – facilitano la penetrazione delle paure, spianano il terreno all’avanzare del panico, spalancano la porta all’angoscia, talvolta senza incontrare ostacoli.

Accogliere la propria fragilità rende più forti

Le epidemie passano, e anche queste epidemie inevitabilmente passeranno. Ma quali sono le necessarie riflessioni? Quali anticorpi avremo sviluppato domani? Quale sarà il vero vaccino?

Accogliere la propria fragilità non deve essere assolutamente frainteso come fatalismo o nichilismo. Non si tratta affatto di essere imprudenti, ingenui o addirittura spavaldi e smargiassi. Si tratta piuttosto di imparare a conoscere il proprio mondo intimo e segreto, familiarizzare con i propri meccanismi emotivi, acquisire dimestichezza perfino con i propri traumi inconsci e mostri interiori. Nelle scuole elementari – opportunamente – si studiano i passaggi pedonali, la capitale del Brasile, e che in Inghilterra i cani stanno sui tavoli: tutte cose preziosissime. Ma perché non inserire nei programmi anche la tabellina del 2 del proprio mondo emotivo? Non dico il Counseling Antropologico Esistenziale (che si studia all’Istituto Solaris): basterebbe soltanto l’ABC. Avremmo bambini (e poi adulti) che sanno attraversare la strada e che insieme sanno anche gestire – al meglio che possono – le loro paure, le crisi emotive, i lutti, le separazioni di coppia, senza dover per forza finire sui giornali.

Dalla fragilità alla resilienza e alla proattività

É interessante riflettere individualmente su come – ognuno di noi – può trasformare un evento negativo in uno positivo. Collocarsi in questo sistema di riflessione richiede che non sempre le trasformazioni riguardano il mondo esterno. Se vogliamo sviluppare nuovi anticorpi per le future apocalissi emotive, dobbiamo costruire – certamente ospedali, vaccini, e strutture sanitarie – ma anche strutture interiori, steccati e corridoi per i nostri flussi emotivi. Gli argini dei fiumi non si costruiscono per i periodi di siccità o di bonaccia: si costruiscono perché siano – lì pronti – quando si tratterà di affrontare le piogge torrenziali.

La velocità con cui si è diffuso il panico (e anche il coronavirus) nel mondo, senza fermarsi dietro ai muri, senza farsi impressionare dalle leggi anti-immigrazione, dalle culture diverse, dai confini delle Nazioni, dai soldati alle dogane, dimostra inequivocabilmente che siamo tutti connessi. Siamo tutti come singole cellule di un unico organismo che oggi è chiamato a trasformarsi, a riprogettarsi, crescere e rafforzarsi. Una civilità globalizzata è un organismo che è chiamato a ripensare profondamente il modo di percepire se stesso e di percepire l’umano e il divino che è dentro di noi. Saper ad esempio, coltivare e sviluppare pazientemente un sano Sè corale, significa ritrovarsi poi – nei momenti di difficoltà – una forza immensa, un vero e proprio argine per resistere all’inondazione.

Accogliere la fragilità, conoscersi interiormente non vaccina da nulla: ma rende sicuramente più forti, perfino immunologicamente! Insieme alla Vitamina C, sviluppiamo anche anticorpi spirituali che la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia riconosce come potenti difese, veri e propri strumenti di protezione dell’organismo.

Uno dei modi per essere – non solo resilienti nei momenti difficili – ma perfino proattivi è quello di imparare a distinguere – con un paziente lavoro interiore – la differenza tra un evento esterno e la sua rappresentazione interiore. Molta parte del dolore esistenziale non è sempre dovuta all’evento esterno, ma spesso è dovuta alla rappresentazione interiore, alla narrazione simbolica di quell’evento. Facciamo un esempio. Dice Alex Zanardi – ex pilota di Formula 1 – in un’intervista a Candida Morvillo del Corriere della Sera “Come ha spiegato a suo figlio che il papà non aveva più le gambe? – Aveva tre anni e ha percepito le protesi come qualcosa che mi rendeva speciale. Gli piaceva che, giocando a nascondino, potessi infilarmi in buchi in cui non stava nessun altro!

In questo racconto, la perdita delle gambe – evento indubbiamente terribile – è rappresentato quasi come un paradossale vantaggio, perfino una sorta di irragionevole privilegio che consente nuove potenzialità, pur senza togliere nulla alla sua tragicità. In questo racconto, traspare una concreta accoglienza della propria fragilità, ma usata – non per lamentarsi – ma per creare Bellezza.

Nel mio articolo sul Dolore come Crescita post-traumatica, propongo di vedere la resilienza come la capacità di affrontare i traumi della vita, di superarli e di uscirne rinforzati e addirittura trasformati positivamente.

Borys Cyrulnik, Neuropsichiatra francese sfuggito alla deportazione nazista, nel suo libro “Il dolore meraviglioso” sostiene proprio che il trauma può presentare due aspetti: uno legato all’evento che produce la rottura dell’omeostasi delle dinamiche interne all’organismo, l’altro connesso alla rappresentazione soggettiva dell’evento e delle sofferenze che ne derivano, con ripercussioni sulle dinamiche personali e relazionali.

Zanardi dopo l’incidente che gli ha strappato le gambe, “… ha vinto in handbike sei medaglie paralimpiche e otto ori mondiali. Dopo otto arresti cardiaci, tre giorni di coma, sedici operazioni, un’estrema unzione … prova le protesi, fa la riabilitazione, sale in macchina e va a finire i 13 giri inconclusi del circuito di Lausitzring” (luogo dell’incidente in Formula 1). Oggi si sta preparando per l’Ironman di Tokio 2020.

Anche quando non possiamo modificare le circostanze esterne, anche nelle situazioni di maggiore angoscia e terrore, anche quando il destino sembra agire contro di noi e siamo paralizzati dalla paura, possiamo sempre ricordarci che non siamo completamente impotenti. A condizione di accettare che, se non possiamo cambiare le condizioni esterne, possiamo sempre cambiare noi stessi. Possiamo ancora scegliere il nostro atteggiamento verso ciò che stiamo affrontando. Come afferma Antonio Mercurio, anche nei momenti di maggiore difficoltà, l’individuo ha sempre la possibilità di decidere: ha sempre un quantum di Libertà.

Usiamola per cambiare.

 

Creatività, saggezza e arte contro il Coronavirus: Tiriamo i progetti fuori dai cassetti e creiamo bellezza.

In questa fase di emergenza e paure diffuse corre l’obbligo più che mai di rimanere centrati con tutto il positivo in noi e fuori di noi. Dal mio zaino stamattina è spuntato questo speciale segnalibro. Accolgo con amore il messaggio di forza e lo condivido con voi. Buona giornata a tutti e un pensiero speciale e di riconoscimento ai quanti stanno lavorando in prima linea contro gli effetti di questa emergenza, a tutti quelli che la stanno sperimentando e a tutte le persone che vivono disagio e preoccupazione. Coltiviamo la fiducia e alimentiamola, usiamo la creatività e l’arte per fronteggiare pensieri persecutori. Se abbiamo “tempo nuovo” a cui non eravamo abituati allora ecco che è il momento di rispolverare il progetto ed il talento che “per mancanza di tempo” abbiamo riposto nel cassetto un po’ di tempo fa. Spegniamo la tv o comunque scegliamo cosa vedere e cosa no. Idem in rete. 😙😙

Crescita personale: Scegliamo di cambiare, scegliamo cosa pensare.

Certi brutti pensieri o certe cattive abitudini si possono bloccare. Una prima cosa da fare è non alimentarli. Ignoriamoli e non rimanendoci sopra a tessere storie infinite. Quando il pensiero si affaccia considerate che sono solo pensieri, visualizzateli come nuvole nel cielo della mente. Arrivano e passano.
Facciamo questo esercizio: Quando i pensieri negativi arrivano visualizziamoli e poi con gentile decisione li facciamo scorrere via, non tratteniamole ma anzi mentre scorrono via lasciamo entrare in scena l’immagine ed il pensiero di ciò che realmente siamo e del cambiamento a cui stiamo lavorando.

Impariamo a ignorare e disintossichiamoci da voluttuose abitudini come ad esempio il lamento, smettiamola di raccontare la “solita storia”, noi lo possiamo fare perché siamo padroni della nostra vita e dei nostri pensieri. Alleniamoci e manteniamoci allenati ogni giorno. 😉

Noi siamo creature bellissime e speciali.

“Ognuno di noi é speciale nel far bene qualcuna o più cose. Che sia scrivere o cantare, che sia ascoltare o raccontare, camminare, sorridere, cucinare, amare, andare in bici, strizzare l’occhio, abbracciare, parlare, soffiare, sognare, danzare, passeggiare, disegnare, dire, incontrare, dare, credere, sperare  ma anche semplicemente pensare di sé di essere speciale sentendosi dentro un qualcosa che non si sa ancora ben descrivere… ma c’è. 

Counseling e benessere: Siamo Guerrieri Coraggiosi ed abbiamo il sole dentro.

beach woman sunrise silhouette
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dal “Manuele del Guerriero” di Luce di Paulo Coelho … dedicato a tutti noi che vogliamo crescere ed evolvere per divenire ogni giorno sempre più le persone speciali, preziose e importanti che sentiamo di essere.

Un guerriero della luce non è mai codardo. La fuga Può risultare un’eccellente tattica difensiva, ma non può essere impiegata quando la paura è grande. Nel dubbio, il guerriero preferisce affrontare la sconfitta e poi curarsi le ferite, perché  sa che, se fuggisse, darebbe all’aggressore un potere maggiore di quanto meriti. Durante i momenti difficili o dolorosi, il guerriero fronteggia le situazioni svantaggiose con eroismo, con rassegnazione e con coraggio”

da “Le leggi della vita” di Antonio Mercurio…per tutti noi, perché abbiamo un capitano speciale in noi… il nostro Sé.

Se tu coltivi un sogno, tu coltivi il Sé. Il Sé è come una stella dentro di te. Se tu coltivi il Sé, tu coltivi un sole e, se tu hai un sole come capitano, certamente egli condurrà in porto i tuoi sogni per quanto impossibili ti possano sembrare”. 

Buona luminosa giornata a tutti.

 

 

 

Counseling: Andiamo avanti, oltre la svalutazione

Metti che ci troviamo in una situazione della vita, a lavoro ad esempio, e facciamo fatica a concepire di poter “cambiare”.

Che fare?

Un primo punto positivo da cui muovere è “ascoltarsi” profondamente e con coraggio.
A volte cambiare è difficile per una serie di aspetti pratici, ci può stare.
Quello che però mi interessa qui è evidenziare che frequentemente le cose “pratiche” nascondono una difficoltà più profonda ed a un profondo senso di “svalutazione” verso noi stessi.
Pressappoco la svalutazione dice: “non valiamo” e che quindi non meritiamo nessuna posizione migliore perché tanto “questo siamo”!

Quindi se abbiamo fatto emergere il senso si svalutazione siamo già stati molto bravi, è molto positivo imparare ad ascoltarsi e conoscere le proprie emozioni e farle emergere sempre più, renderle dignitose, libere e decolpevolizzarci. Sono cose umane, a ciascuno la sua area di svalutazione!

A più ampio raggio, se questo mood lo ritroviamo anche in alte situazioni riconosciamole e facciamole emergere per quelle che sono, delle vere e proprie “menzogna esistenziale” che ci raccontiamo, magari per paura di entrare nel “travaglio” del cambiamento che può anche essere molto impegnativo e doloroso.

Iniziamo allora con il riconoscerci che cambiare non è facile e può fare paura ma riconosciamo anche che noi valiamo eccome e che possiamo approdare al cambiamento che desideriamo gradualmente e accogliendoci con amore in tutto il nostro essere.

Il nostro valore si alimenta nell’amore per noi delle persone belle e speciali che siamo, armonizzando tutte le nostre parti.

Migliorare la capacità di ascolto ed accrescere la consapevolezza di noi stessi e di quello che desideriamo autenticamente possono trovare in percorsi di crescita personale dei validi strumenti.
Affermo che quanto più riusciamo ad aver consapevolezza del nostro essere e dei nostri obiettivi tanto più il nostro valore si accresce e alimenta la capacità di prendere le giuste decisioni in modo armonico con la nostra saggezza interiore.

Rompiamo le catene… della svalutazione. Noi abbiamo un grande valore.

Il tema della svalutazione mi ha fatto ricordare un passaggio del film “Ricomincio da tre con Massimo Troisi. Il protagonista ci fa vedere bene quello che succede dentro quando non ci diamo un valore, ecco ora che lo sappiamo vogliamoci un sacco di bene, accettiamo le ns fragilità e riconosciamo i nostri meriti che sono tanti e… andiamo avanti.

Il titolo della Clip su you tube è “la gelosia” ma io ci vedo tanto altro.

Buona serata amici

Vita Ora

Come in pausa, come sospesi al tempo
attendiamo il momento propizio per vivere
e intanto vita già…è.
E’ già vita … mentre combattiamo conflitti vecchi
E’ già vita in ogni contatto superficiale
E’ già vita in ogni carezza data
in ogni dono fatto e ricevuto.
E’ già vita ed è già piena
già pronta per creare
essere grati
amarsi, amare ed essere amati
… e godere
Non più pause, non più sospensioni e attese,
con gratitudine aprire il cuore
respirare l’amore
che vita già è…anche ora.

Alimenti sani e pensieri positivi

Come certi cibi sono da evitare per i valori del colesterolo allo stesso modo certi schemi di pensieri ed abitudini sono da evitare per i valori del nostro benessere e per la nostra serenità. In un caso e nell’altro ci vuole tanto amore per se e fermezza nella rotta del cambiamento.

Buongiorno creature speciali e speciali figli della vita

Buona domenica miei cari amici del blog. Capita di percepirci – e a volte ci mettiamo davvero – in uno stato di “attesa”. A voi succede? Attendiamo speciali allineamenti di situazioni “fuori di noi”, attendiamo che tutto sia ok. E chi decide quando è ok è il nostro giudice interiore. Che palle però… si che palle perché al giudice pare che non gli sta mai bene niente!!
Succede a tutti credo, accade agli umani. Ok ora che lo sappiamo perà facciamo un passetto oltre questa modalità molto attendista e andiamo su un piano diverso, spirituale e di libertà.
Il fatto è che noi certe nostre “cosucce” le conserviamo caramente nello scrigno delle insoddisfazioni e recriminazioni per cose che “un tempo ” non sono andate come volevamo. Ebbene…è capitato, e mo? E’ bene che facciamo luce su queste pessime abitudini per vivere meglio, stare bene ed essere sempre il più possibile pronti a creare e godere della felicità nella nostra vita. Intorno a noi si muovono cose e si creano possibilità che se mettiamo a tacere il giudice interiore allora scopriamo tanta bellezza. Noi siamo speciali e ovunque noi ci troviamo arrivano messaggi per noi, libertà e capacità creative…ovunque. Prendete la fotografia ad esempio. Io sapete la amo e un pò ci faccio a pugni. Però da un pò sto cambiando e non voglio più attendere di trovarmi in chissà quale speciale congiuntura e per far poi chissà quale foto speciale. Le foto sono dentro di noi e se noi diamo una opportunità al nostro Io Creativo esso dialogherà con il mondo intorno a noi e si creeranno speciali sinergie, la nostra disponibilità ed il nostro desiderio attira naturalmente la nostra piena realizzazione.
Questo scatto che vi dono oggi è un momento di grande gioia per me, perché mi sono fatto dono di entrare in contatto con semini di grano che stanno germogliando proprio dentro casa e che sono curati amorevolmente da mia figlia Emma…e dal sole.
Buona domenica miei cari e cantiamo la vita che ci sta attorno, essa è speciale e parla a noi e di noi in continuazione, diveniamo armonia con le leggi e le forze attrattive che percepiamo e facciamo vibrare il nostro animo artistico.
Fermiamo gli impegni e mettiamo a tacere il giudice interiore “qui e ora” perché noi siamo creature speciali e speciali figli della vita e comunichiamo di arte e di amore e usiamo gli strumenti vicini al nostro cuore…e se è una foto beh…che sia la benvenuta.
La foto oggi ha in se oltre al messaggio della vita anche una dedica speciale per una mia cara amica che compie gli anni, Concetta Maria a cui mando il mio pensiero e la mia energia, lei mi vuole tanto bene e io ne voglio tanto a lei.
piante nascita rinascita

The Butler- Un maggiordomo alla casa bianca

Frequentemente dopo aver visto un bel film sento il bisogno di spegnere la tv o il pc o lo smartphone che sia e…uscire in strada a camminare. Ho appena finito di vedere The Butler, esco a fare due passi come si fa quando si allunga la strada per stare ancora un po’ in compagnia con un caro amico e raccontarsi ancora.

Buona serata a tutti e ci vediamo domani

Le chiavi del benessere: l’amore e il perdono

20190223_004955292188928.jpgAvete nel vostro mazzo di chiavi una, o più chiavi, che non sapete più cosa aprono?
Io si, ed in ben 2 mazzi di chiavi!
Recentemente condividevo con una persona questa cosa e ci siamo fatti 4 risate… e ci sta ed è bene anche prenderci un pò in giro.
Per qualche giorno però sono andato in giro con questa immagine e una bozza di riflessione che ha preso a dialogare bene con il mi pensiero ed il mio desiderio di esplorare.
Le chiavi, quindi, ecco che nei casi più frequenti capita che c’è un cambio di serratura e noi non ci siamo aggiornati. Io ad esempio non ho ancora la chiave del cancello centrale del mio condominio; questo infatti subisce frequenti cambi di serratura … e non si contano le volte che ho detto tra me :”ok domani vado a fare la copia”.

Le chiavi è chiaro servono per “aprire” e se non aprono nulla allora non servono a nulla e devono essere riciclate, cambiate! .
Eppure le conserviamo!Ma perché le conserviamo?

Provo a spiegarmelo e per farlo ho bisogno di spostarmi dal regno delle chiavi e del loro rapporto con le serrature a quello delle persone.

Simbolicamente la chiave che non serve più ma che conserviamo non vi sembra rappresenti bene nostre abitudini ormai obsolete e che siamo sempre in tempo utile per cambiarle?

Immersione rapidaaaaa!!! Penso alle pretese ora e alla rabbia ed a tutta l’allegra brigata di emozioni che proviamo quando contattiamo dolore e frustrazioni ed il loro comunicare che pressappoco dice:
Il dolore : Tu non mi hai dato questo? Tu non hai fatto questo?
La rabbia: “Bene allora, io resto come sono e non cambio fino a che tu non mi darai quello che voglio e che mi spetta di diritto.

La permanenza nella reazione rabbiosa al dolore alimenta quello che l’antropologia personalistica esistenziale chiama “il progetto vendicativo”.

Il progetto vendicativo dice pressappoco: “Tu mi hai fatto del male e quindi ho diritto ad essere ripagato per l’ingiustizia subita”.

Ognuno di noi è libero di rimanere su questa posizione è una nostra prerogativa umana, ognuno di noi è anche libero di scegliere altre posizioni come il perdono ad esempio e anche questa è una nostra prerogativa.

Rabbia e perdono sono forze opposte e portano alla realizzazione di mondi e realtà opposte.

Ci sono dolori che ci portiamo dentro e che ricontattiamo in certi momenti, pensiamo al rapporto con l’ambiente di lavoro ed a come in esso si ripropone frequentemente ed in modo proiettivo il tema del rapporto con i genitori per cui se ci siamo sentiti poco amati allora ecco che magari viviamo una dinamica similare a lavoro e dento di noi attendiamo/pretendiamo/pensiamo che l’Azienda ci deve riconoscere e se non lo fa commette una ingiustizia e quindi bla bla bla bla .
L’ambiente lavoro, come a anche la coppia, sono laboratori speciali in cui – se vogliamo e opportunamente preparati magari facendo un percorso di crescita e di consapevolezza – possiamo vedere al nostro mondo interiore ed al nostro posizionamento spirituale rispetto al tema del dolore dandoci la possibilità di decidere ogni momento in modo nuovo e creativo a partire proprio da saper fare continuamente sintesi tra “realtà” e quello che è invece la proiezione di un nostro “nostro vissuto storico”.
Si lo so che è faticoso! Ma non mortifichiamoci, ridiamoci sopra in modo maturo tanto quanto basta e dopo aver goduto un pò nel vittimismo dei non sentirci capaci ecc e bla bla bla cambiamo di nuovo rotta e viriamo decisamente verso il voler stare bene.

Emersione quota periscopioooo. Siamo umani e cambiare è impegnativo e faticoso come faticoso è anche amare ed amarsi. Queste posizioni che passano spesso come smielate romanticherie sono delle vere e proprie imprese alla conquista della nostra libertà e della nostra bellezza e mettono alla prova tutta la nostra forza ed il nostro coraggio.

E allora ripenso tra me: Come mai ancora conservo chiavi che non aprono più nulla? E se fossero rappresentanti del mio progetto vendicativo che ancora pensa di dover aprire… o anzi di avere il diritto di aprire serrature che non esistono più, leggasi seghe mentali?!

Quelle chiavi, la pretesa la rabbia ed il progetto vendicativo non aprono nulla e non hanno mai aperto nulla.
Forse le conserviamo perché abbiamo paura, si perché le chiavi spirituali nuove sono forgiate di materia umana e sudore come consapevolezza del nostro dolore e la decisione di riconoscervi dentro il messaggio di cambiamento che contiene, e questo può spaventare.
Messaggio a chi si è spaventato: Non succede nulla di tutto ciò che vi spaventa, quelli sono solo pensieri neri, la verità è che una volta sfondato il muro della paura voi siete sempre voi e siete migliori e lo percepite bene che siete migliori e vi sentite bene.
Sono le chiavi dell’amore e dell’accettazione, quelle del perdono e del progetto che vogliamo realizzare e potare con noi sempre, esse aprono le porte ad un esistenza più libera e serena.

Certe chiavi non servono più e sono grato alla vita perché questa cosa all’apparenza banale ha saputo ridestare in me una consapevolezza che da un po di tempo non sentivo.
Manteniamoci in contatto con la vita ed osserviamoci e fermiamoci a riflettere, usiamo il simbolismo delle cose che ci accadono, non liquidiamole come banalità perché a volte sono portatrici di messaggi preziosi…che siano chiavi o altro ogni cosa va bene.
Riportiamo quanto ci accade alla nostra storia personale e facciamoci portare dall’ispirazione e mettendoci in ascolto della nostra saggezza interiore che ha un bel messaggio da farci arrivare: “E’ con le decisioni di amore che si aprono le porte del nostro cuore e lo si lascia libero di esistere e creare”.

Odissea_Ulisse_mendicanteE’ tardi e per fortuna domani non si lavora, penso ad Ulisse prima di mettermi a dormire, al suo ritorno a casa da mendicante. Aveva la casa piena di pretendenti, giovani e forti che divoravano le sue ricchezze ed ambivano alla sua sposa. A lui la sua saggezza – attraverso la dea Atena – fa vestire i panni di un mendicante, un mendicante a casa propria, un Re mendicante a casa propria.
Tutti quei Proci ci dice Antonio Mercurio nel suo capolavoro Ipotesi su Ulisse sono le rappresentazioni esteriori delle pretese che ancora vivono in lui e che sono l’ultima parte che deve morire prima che si compia appieno la sua trasformazione in artista della vita.
Penso a Lui e alle chiavi da cambiare per aprire e per percorrere le strade della crescita e del vero amore…le nuove serrature da aprire.

Buonanotte sognatori e creatori di chiavi …nuove.

Se lo sapesse la mia maestra😂😂

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Io nel mio piccolo sono uno scrittore. E’ una cosa che nemmeno io mi so spiegare ma sta di fatti che scrivo e pur non facendolo di mestiere mi posso comunque definire tale. Lo faccio strano e come noterete uso poco virgole punti e tante altre cose, questo purtroppo non so da cosa dipende e di certo non mi ha aiutato la prematura scomparsa nel mio cuore della maestra di Italiano alle elementari quando alla prima ingiustizia percepita ho detto che tra me, lei e la sua materia la partita era finita😴😴. Con il professore delle superiori poi non ne parliamo, non mi capiva…era chiaro così anche con lui dopo un pò abbiamo sancito un armistizio😣. Storicamente ho sempre avuto una avversione per ciò che mi “dicono di fare” salvo poi ritrovarmi a ripercorrere le stesse strade “a modo mio”. devo migliorare il mio rapporto con l’autorità👑…un giorno!

Oggi voglio dire dell’importanza di riconoscersi un valore. Non aspettiamo che siano altri a farlo e stacchiamo l’alimento del pensiero e del vivere “ruminante” contro il qualcosa o qualcuno che non vede in noi il grande talento che abbiamo dentro. Facciamo venir fuori ciò che amiamo e facciamolo venir fuori senza timore. Altri da cui attendiamo riconoscimento forse come noi attendono che giri il vento a loro favore. E’ una catena contagiosa il dolore e quindi prima lo capiamo e prima liberiamo le nostre ali. Scrivete se vi va di farlo e cantate se lo desiderate come ballare e come stare a terra in un prato per ore a guardare le scie deeglia erei passare. Facciamo quello che vogliamo e mentre lo facciamo riconosciamoci che ci piace tanto tanto.

Animiamo le passioni e le rivoluzionari, e se ci piace e ci fa stare bene continuiamo e quando siamo stanchi prendiamo fiato e poi dopo andiamo avanti ancora…ispiriamoci alle stelle e ricordiamoci che dentro di noi ci sono elementi della loro stessa materia, splendiamo e sintonizziamoci con il cosmo intero e siamo ogni giorno laboratori stellari e saranno tante le creazioni e i contagi creativi che attraverseremo il buco nero dei dolori che a volte ci frenano senza sapere come sia potutto succedere…ma sccccc silenzio non lo dite a nessuno …. io ho un idea e l’ho ascoltata ad un uomo saggio, dice pressappocco che possiamo trasformare il dolore e utilizzarne le energie a nostro favore. Il dolore quando arriva ci dice pressappoco che c’è qualcosa da cambiare, e per iniziare io consiglio di trovare un posto intimo e pregare ma non con l’intento di espiare bensì per mettersi in contatto con le stelle e far vibrare la materia buona dentro di noi.

Creare benefici

Da ogni nostra decisione costruttiva deriva a noi un beneficio.

Ciao Natale…e grazie Vita

Dura Elliot vero? Eh caro mio, il Natale è tosto. Oggi approfittiamo per togliere l’albero che nell’ultimo mese hai assalito a più riprese godendo come un riccio a giocare con le palle quando noi eravamo fuori casa😣😣 e tante ne hai rotte…😂😂😂tante proprio.
Primo natale di Elliot con noi, e nostro con lui. Come lui anch’io sono un po’ affaticato ed è stato un periodo molto intenso di emozioni. Oggi voglio fare una sintesi e voglio dire e dirmi che ho fatto del mio meglio per star bene ed essere felice per me e per la mia famiglia…ho faticato perché per essere felici ci vuole tanto lavoro di spirito, di amore continuo, di decisione e di libertà da conquistare ogni giornone consolidare con nuove decisioni e ancora tanto amore e poi ancora…ancora…e ancora. Sono soddisfatto di come è andata, mi perdono per gli errori che ho fatto. Quest’anno più di altri ho sentito il movimento intestinale dei sensi di colpa. Chi ha i parenti e la famiglia di origine lontana sa quanto ci si sente un pochino dilaniati. Che fare? Stare a casa? Andare? Faccio bene? Faccio male? Eccccheeeepppalllleeee!!!! Insomma con questi elementi un giro mi riconosco di aver fatto un buon lavoro insieme alla mia compagna e Emma. Noi continuiamo nel solco di una tradizione nostra che si nutre ogni anno di amore e conferme progettuali…e combattiamo i sensi di colpa. Quindi caro mio Elliot anche tu hai fatto tanto, buon riposo.

Mio Sole Mio SE’

Con il sole testimone affermo e rinnovo la volontà e la decisione di crescere e creare sempre più bellezza nella mia vita accudendo e alimentando progetti centrati sull’amore

Sound per l’Anima, per noi.

20181110_1742552008771564.jpgEh quindi… niente… mi scappa un sound di parole. ok e one, e two e one two three:

Amiamoci, amiamo lasciamo che l’amore venga a noi.
Siamo pronti, non improvvisiamo, siamo preparati.
Decido …” ogni giorno è buono”, e rilancio  che…”ogni istante è buono”. Decido…”ora è un momento nuovo e voglio di nuovo imparare ad amare,  e affermo senza affanno  che …” sono libero di amare ancora e di riprendere da dove ho lasciato. Prendo coraggio e affermo di cuore…”  fanculo a chi dice che ormai è tardi”  io faccio un bel respiro e … ” Vi lascio perdere, mi fate perdere tempo vittime”.
Accumuliamo amore e doniamone a profusione arriverà un tempo in cui ne avremo bisogno a non finire e in quel tempo avremo crediti nell’anima da usare, cime cui aggrapparci nelle salite faticose e cose reali a ricordarci chi siamo e che cosa siamo in grado di fare veramente.  Narriamo il nostro posto nel mondo e la posizione che noi abbiamo preso rispetto a noi, alla vita e alle persone,  l’amore ci alimenta e ci rimette in piedi nelle avversità. Paure e angosce guardandole dritte in faccia diciamo in coro: Fottetevi, io ho scelto e ho costruito l’amore e di amore sono pieno fino alla punta dei capelli e con tutto questo dentro vado in strada e tra la gente sorridente e sereno e tu “brutto momento” del cavolo non puoi farmi proprio niente anzi… nemmeno ti vedo…io sono vivo.
Amiamoci, amiamo e lasciamoci amare.

… e ora… vai con il selfie!!!

 

Il mio video sul tema “Liberi di Amare: Scambio”.

10 anni fa nel mio percorso di crescita e di formazione mi sono cimentato ad esplorare con lo strumento video il tema “liberi di amare” e nello specifico io ho esplorato il tema dello scambio. Vi piace?