“…E siccome loro NON?… Beh allora Io…”. Prigionieri della rabbia.

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“Prima di leggere (e mi auguro lo facciate in tanti) vi chiedo sin da ora il dono di un secondo del vostro tempo per dare una risposta nei commenti alla mia domanda finale.

(…) … E siccome loro NON…allora Io … (…)”. Eccolo qui, l’inizio e i pilastri su cui si sviluppano molta parte della narrazione di tante vite.

Lavoro su me stesso a per crescere ed evolvere, lo stesso e da anni faccio con i miei clienti. Vogliamo tutti crescere, migliorarci, e questo è legittimo e buono. Continuiamo a lavorarci.

Chi sono “loro”? Loro sono i nostri genitori, i nostri partner, i nostri fratelli, i nostri datori di lavori, i nostri amici, i nostri governanti, i nostri insegnanti, ma anche il nostro meccanico … idraulico, sacerdote, parrucchiere ecc ecc. Insomma “Loro”!

Un tempo ciascuno di noi ha fatto esperienza con i limiti di “loro”; e quando non siamo stati gratificati … “Beh allora Io (…)”. E’ stato un tempo remoto e forse non ne abbiamo coscienza, poi a ben vedere ce ne sono state altre e di queste (a cercare con attenzione) la coscienza è maggiore.

Qundi “A ciascuno il suo” motivo di arrabbiatura, ed ognuno i propri “loro” che ce le fanno vivere e/o rivivere.

Dal momento che “loro NON hanno fatto, detto, pensato, evitato, dato, deciso, ecc ecc” potrebbe ( uso il condizionale ma io ne sono certo) essere partito un ritmo narrativo che si struttura sull’… “Allora Io …” non voglio, non faccio, non dico, sono arrabbiato, merito giustizia, non perdono, non sono contento, non so fare e quindi non faccio, non so pensare, non sono bravo come gli altri, prima tu devi … ecc ecc.

Risultato? Siamo bloccati credetemi, e persi in un labirinto.

Se sentiamo che questo palinsesto narrativo ed esistenziale ci appartiene non colpevolizziamoci troppo, è una reazione umana. Ciò posto, tuttavia, ritengo per la nostra crescita che non dobbiamo nemmeno giustificare la permanenza ” oggi consapevolmente” in questa dinamica. Quindi basta e stop! ok?

Stop perchè questo impianto è insieme aggressivo ed autoaggressivo, avvelena il nostro presente ed è una zavorra per il nostro futuro.

“Loro…loro…loro…loro. E un ritmo incalzanti e ispira narrazioni e “seghe mentali” che ci eccitano da morire, diciamocelo”.

Il dolore per la frustrazione che i limiti di “loro” ci hanno fatto sentire merita rispetto e serietà, meritano il giusto riconoscimento la giusta posizione di accoglienza e di elaborazione. E un lavoro difficile e faticoso, fa paura … ma è un fatto UMANO e non dobbiamo spaventarci o rimproverarci o punirci (o almeno non più di quanto abbiamo fatto e facciamo).

Cosa ci frega? Ecco un gruppo abili fregaioli.

  • Ci frega l’orgoglio. Ci frega se non lo conosciamo bene e non lo curiamo con l’umiltà.
  • Ci frega il lamento. Se non lo riconosciamo autenticamente e non decidiamo di sperimentare il vuoto.
  • Ci frega la nostra mente. Se non riconosciamo il modo con cui narra la “solita storia” per il solito obiettivo di “rivalsa”.

Come uscire dalla prigione che ci siamo costruiti.

Vorrei dirvi che c’è una bacchetta magica ma non è così. Ma vi dico come faccio io e come lavoro con i miei clienti.

Per oggi mi fermo qui con una domanda: ” Vi ci ritrovate con me i questa esposizione?

A continuare poi passeremo al “Come liberarci”.

A proposito “di ritmi incalzanti ed epiche narrazioni e “seghe mentali” che ci eccitano da morire, diciamocelo”. Più o meno la colonna sonora potrebbe essere questa (buon ascolto).

Il valore dell’umiltà nel messaggio di Antonio Mercurio (su www.solaris.it)

Sono grato all’Istituto Solaris ed ai suoi direttori, con loro e con tante persone straordinarie portiamo avanti il progetto di creare Bellezza e divenire sempre più artisti della nostra vita. Sul magazine on line http://www.solaris.it di questo mese c’è anche un mio contributo che ho piacere di riportare anche qui. Insieme al mio ci sono tanti altri articoli che approfondiscono temi di utilità per la nostra vita. Grazie Solaris

Cosmo-Art e il senso della Vita

Antonio_MercurioIl pensiero del prof Antonio Mercurio è una meraviglia di proposte ed intuizioni illuminanti. Il valore dell’umiltà è ben descritto in diverse pubblicazioni. Con l’umiltà si può contrastare l’azione distruttiva, nelle nostre vite, dei veleni emozionali quali la superbia, la rabbia, il senso di impotenza.

Una virtù è definita come la “Disposizione naturale a fuggire il male e fare il bene“. Nel messaggio del prof Antonio Mercurio il valore dell’umiltà ha una funzione costruttiva e salvifica nelle nostre vite.

Nel suo libro “Ipotesi su Ulisse“, attraverso una rilettura simbolica dell’Odissea di Omero, ci propone il valore dell’umiltà come una competenza per quanti desiderano divenire artisti e signori della propria vita. Come  capita a tanti di incontrare ostacoli nel cammino della vita, e di essere catturati e imprigionati in reazioni rabbiose. L’opera di Antonio Mercuri e la sua prospettiva Cosmoartistica ci rendono possibile porci rispetto all’ odissea del vivere quotidiano in modo nuovo, con forza e fiducia. Accrescere la consapevolezza di noi e l’alleanza con il nostro Sè Personale ci permette di superare gli ostacoli e liberare in nostro potere creativo e trasformativo.

Il valore dell’umiltà è antidoto contro i veleni emozionali: il senso di l’impotenza

Sin dal momento del nostro concepimento, e poi durante la gravidanza, possiamo aver sperimentato il senso di impotenza. Nella prima relazione con la , biologica ed emozionale, l’embrione prima ed il feto poi vive le emozioni che gli arrivano. Emozioni legate alla , le gioie e le paure, i cambiamenti di stati d’animo. Insieme alle emozioni belle arrivano anche quelle legate ai momenti di stress e di tensione, rispetto ad esse è possibile immaginare come ci si possa essere sentiti nell’impotenza. Mandando avanti la macchina del tempo possiamo ritrovare lo stesso sentimento, con il suo seguito di disperazione e rabbia, anche nella quotidianità. Accade quando ci sentiamo sovrastati da un potere esterno, ovvero quando viviamo delle conflittualità ad elevato tasso di emotività. Accade a scuola verso i professori ed i compagni, può accadere a lavoro, può accadere nel rapporto di coppia e nel rapporto tra genitori e figli.

In questi frangenti sono tante le emozioni che si affollano in noi, forte spinge la voglia di riscatto per riprenderci il potere sulla nostra vita, e sentiamo forte il bisogno superare questo disagio.

Il valore dell’umiltà è la via per la libertà

In Ipotesi su Ulisse, Antonio Mercurio accende un faro sul valore dell’umiltà, ne mette evidenza proprio la qualità liberatoria e la forza trasformativa. Ulisse nel suo viaggio di ritorno a Itaca si ritrova più volte in questa condizione di impotenza. La vive dentro la grotta di Polifemo dove, impotente, assiste al divoramento di sei suoi compagni, accade anche con i  e con Calipso, solo per citarne alcuni.

E nelle nostre vite? Pensiamo solo a questo momento storico di pandemia, alle limitazione che abbiamo dovuto accettare. Nel nostro mondo interiore si alternano emozioni di paura, rabbia, e il desiderio di rivalsa verso la vita per riprenderci il potere e tornare ad essere liberi di poter fare tutto.

Di questi sentimenti, comprensibili e umani, dobbiamo averne consapevolezza e imparare a governarli con saggezza e fermezza, cosi potremo impedire che inquinino il nostro animo. Nel racconto di  vediamo ben descritte le conseguenze dell’ira e della superbia di Ulisse allorché, finalmente fuori dalla grotta di Polifemo, sceglie di risolvere il senso di impotenza con l’illusione del recupero rabbioso della sua potenza. Ulisse cede alla sua superbia ed infierisce sul ciclope, ormai accecato, rivelando e affermando con superbia la propria identità di Re e di distruttore di Troia. Contro di lui si scatenerà poi la vendetta di Poseidone e sarà proprio questo l’inizio della sua Odissea.

Con umiltà impariamo a governare la nostra vita

La rabbia, il senso di rivalsa e la superbia non possono – e non devono – guidare la nostra vita. Con la conoscenza, ed il coraggio, possiamo accettare nostri dolori, e togliere linfa ai nostri veleni emozionali. Centrati in modo saggio sull’umiltà, non per paura, ma per  possiamo recuperare e trasformare le energie rabbiose in forza creativa per il nostro benessere. Come Ulisse in dialogo con Atena, anche noi possiamo rinsaldare ogni giorno il patto per la  con il nostro Sè Personale.

Può essere d’aiuto anche iniziare un percorso di crescita individuale e di gruppo, un modo concreto per rinforzare e sostenere la decisione realizzarci.

Il valore dell’umiltà: Dall’impotenza alla potenza.

Forti delle decisioni di crescita, in dialogo con il nostro Sè Personale, finalmente liberi possiamo sentire il nostro potere reale.

Dopo tanti patimenti Ulisse si assume la responsabilità dei propri veleni e, finalmente ad Itaca, umile e mendicante, può entrare nella sua reggia e dare la morti ai Proci, i rappresentanti simbolici delle sue pretese, che divoravano la propria ricchezza e del suo . Forti dell’alleanza per la crescita ed in dialogo con il nostro Sè Personale anche noi possiamo liberare la nostra vita da questi ospiti indesiderati.

Dall’impotenza alla potenza, quindi,  il passaggio è possibile. Così possiamo finalmente creare la vita che desideriamo. Possiamo scegliere in armonia con la nostra vera identità di coltivare e far crescere i nostri talenti, valorizzare le nostre sensibilità. Come Ulisse così ognuno di noi può darsi un animo che sa accettare con coraggio i propri veleni per liberarsene e far emergere le belle persone che siamo. Così sapremo ogni giorno trasformare gli ostacoli, e divenire pienamente artisti e sovrani della nostra vita.

Sul Cambiamento

mi prendo cura del mio cambiamento

Un cambiamento, per potersi realizzare, deve essere ben motivato, sostenuto e accolto con fiducia nella nostra vita. Noi possiamo tanto, iniziamo con lo scegliere il tempo ed il luogo dove seminare il nostro coraggio, il nostro amore, il desiderio, le paure e la consapevolezza tutta. Poi una volta scelto e seminato ce ne prendiamo cura, siamo attenti alle erbacce che prontamente estirpiamo e siamo attenti anche agli inutili curiosi, preserviamo la sacralità del nostro utero d’amore. Mentre il seme cresce impariamo a pregare per trattenerci dal commettere errori, impariamo ad accoglierci perché non siamo infallibili, impariamo a riparare, impariamo a farci umili per non alimentare l’orgoglio e le sue infinite pretese. Accediamo alla sacralità del nostro cambiamento con rispetto per la nostra storia, qualunque essa sia stata. Siamo decisi a scrivere nuovi capitoli di vita e partiamo proprio da qui dove le nostre scelte passate e la nostra storia ci hanno portato. Tratteniamo il giudizio, dapprima interiormente e poi quando ci sentiamo pronti anche nelle parole e nei fatti, rendiamoci disponibili a sentirci figli della vita e sentire che il nostro essere è pienamente inserito nel progetto della vita ed in continua evoluzione. Scegliamo di vederci come genitori della nostra vita, autori del nostro cambiamento ed artisti della nostra vita e – insieme con la vita tutta – artisti anche della vita dell’universo. Ogni giorno il nostro cambiamento è più forte, senza giudizio e con gratitudine per le forze umane e spirituali lasciamo che il nostro cuore assapori la fiducia nella libertà, la gratitudine ed il benessere sublime del perdono totale per tutti e per noi stessi. Ogni istante che passa il cambiamento che desideriamo è una più grande e forte realtà, siamo grati a noi per l’impegno e l’amore che scegliamo di donarci. Buona giornata a tutti e grazie ai tanti uomini e donne speciali che donano al mondo intero il loro impegno nella ricerca di senso e per creare bellezza. Post liberamente ispirato alla Cosmo Art del Professor Antonio Mercurio, con immensa gratitudine.

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Brindo all’estate 2020: Il Bicchiere è Pieno. Sintonizziamoci con la gratitudine

In questa estate 2020 io voglio centrarmi sulla Gratitudine. Gratitudine per quanto siamo riusciti a fare. Mi aggrappo a questo sentimento per non dimenticare il rischio da cui siamo partiti, rischio di non potere fare nulla. Solo qualche mese fa era in dubbio la possibilità stessa di potere trascorrere del tempo al mare. Chi ha potuto ha trascorso giornate di mare, chi di montagna, chi di campagna. Chi ha potuto e chi ha scelto ha avuto in questa estate la possibilità di trascorrere del tempo vacanziero. Lo spirito “vacanziero” ha bisogno di allearsi fortemente con il sentimento della gratitudine per non lasciare il campo alle istanze della rabbia e delle pretese che vedono in tutto l’imperfezione e giudicano.

L’emergenza del Covid 19 è ancora realtà nell’intero mondo. Oggi sintonizziamoci con il sentimento della gratitudine, siamo grati a noi per quanto ci siamo potuti permettere di fare, siamo grati a chi ha lavorato per offrirci dei servizi, a quanti hanno vigilato, a quanti hanno gestito emergenze, a quanti hanno rispettato le regole. Siamo grati per le musiche che ci hanno accompagnate, e per i balli che abbiamo potuto fare, per le passeggiate serali, per le chiacchierate con gli amici ed i familiari, grati per esserci potuti vedere, grati per il tempo benevolo, grati per la salute, grati per la tenacia, grati per l’amore che mettiamo in campo, grati per la fiducia che investiamo, grati per la speranza di cui ci nutriamo.

Per molti all’orizzonte c’è il rientro al lavoro, che sia ufficio o ancora smartworking; per molti ci sono i conti che non tornano in base a quello che ci si attendeva; per molti è stato un periodo che ha risollevato le loro economie; per molti all’orizzonte ci saranno cambiamenti.

Abbiamo la vita e siamo in un tempo storico particolare in cui frequentemente la paura bussa alle porte. Io ogni volta che mi sento quel particolare morso nello stomaco sono solito anche pregare, una preghiera laica. Mi ritornano frequentemente le parole della preghiera scritta da Antonio Mercurio. Un passaggio in particolare oggi voglio condividere con voi, un profondo dialogo con la nostra saggezza profonda…un profondo ascolto ed il coraggio di vedere eccolo: “(…) Mio Sé…(…) ma dimmi perchè mi hai messo in questa situazione e cosa vuoi da me che io faccia?(…)”. A ciascuno la propria risposta, e ognuno sa quale è la risposta giusta, pronuciamola anche intimamente, sussurriamola dolcemente e con amore, scriviamola nell’animo. Garantisco che ci si sente pieni, ci si sente bene.

Brindo a questo tempo con il bicchiere pieno di quanto abbiamo potuto fare e di quanto siamo riusciti a fare, e respiro forte e mando a quel paese ogni critica. E’ il tempo dell’accoglienza, noi possiamo farci questo dono. Brindo sia che sono solo, sia che ci sono altri con me, brindo non per bere ma per omaggiare e riconoscere il buono che c’è.

Sono grato per tutto ciò che la vita mi offre, tutto ciò che accade è utile per la mia crescita.

Crescita personale: Speranza e Paura al tempo del Coronavirus

In questo momento possiamo avere fiducia e possiamo avere paura. Se proviamo paura  vuol dire che non proviamo anche la speranza e fiducia, che sia chiaro questo ok? Rinforziamoci nella consapevolezza e nell’ accoglienza di noi nella nostra totalità nelle nostre forze e nelle nostre debolezze. Siamo flessibili e amorevoli con noi…rendiamoci disponibili a farlo…siamo esseri speciali e in questa fase consolidiamoci e affondiamo ancora di più le radici nell’amore che in noi é un nucleo immodificabile. Fatelo e se lo desiderate ricavatevi uno spazio per lavorare con un counselor.

In questa fase ricordo che l’Istituto Solaris di Roma ha attivato un servizio di counseling gratuito on line. Per accedere al servizio visitate la pagina facebook dell’Istituto Solaris oppure contattatemi qui sul blog o al n di telefono 3519743118 dedicato al servizio. Non siamo soli, aggrappiamoci alle nostre parti positve, facciamolo insieme se lo desiderate. Un saluto a tutti

Percorsi di Crescita Personale: Conosciamo l’Io Fetale.

L’Io Fetale chi è … e come agisce nella nostra vita?

Intro: Ciascuno di noi nella vita sperimenta tante cose belle e sperimenta purtroppo anche il dolore.
L’esperienza del dolore ha una genesi remota,  molta parte degli studi sullo sviluppo umano – Antropologia Personalistica Esistenziale (A.P.E.)  in primis – lo inseriscono tra le esperienze che facciamo sin dalla vita intrauterina.

A questo punto abbiamo quindi , da una parte, il permanere a livello universale di una rappresentazione del tempo intrauterino, ed in generale dei primi anni di vita, come un tempo privo di sensazioni spiacevoli e di beatitudine, e dall’altra parte abbiamo la consapevolezza che non sono mancate anche a quel tempo non sono mancate le difficoltà e non tutto è stato piacevole. E su cosa si fonda questo assunto? Bel sull’esperienza del lavoro fatto con le persone, certamente.

Ecco, seguitemi: nella vita adulta della persona si possono presentare delle difficoltà e questo è sotto gli occhi di tutti noi.

Quando accade abbiamo la possibilità di fare un un ponte temporale tra il nostro tempo presente ed il nostro vissuto intrauterino, e vedere se c’è tra le due esperienze una relazione.

Facciamo una ricerca anche con l’aiuto dei nostri genitori. Esploriamo com’era il tempo  del nostro concepimento e della nostra gravidanza:  eravamo attesi, siamo stati desiderati, ci volevano maschio o femmina, è stato un errore, era il momento opportuno, com’era l’umore della madre, c’era gioia in lei e nell’ambiente in cui viveva, c’era timore, c’era paura, ci sono stati tentativi di aborto diretti o indiretti, com’era la situazione familiare?
Insomma come si vede sono tante le cose che, a saperle, ci raccontano la nostra vita intrauterina.
Tutto queste informazioni hanno sul piano emotivo tante corrispondenti emozioni, ed è con queste che noi siamo cresciuti e ci siamo sviluppati.

Nella fase dal concepimento al parto la relazione con la vita passa dalla relazione biologica con l’utero, la madre. L’Antropologia Personalistica Esistenziale ci dice che in ogni fase del nostro sviluppo (da blastocisti ad embrione a feto ) ed in misura adeguata al nostro stadio di sviluppo noi siamo perfettamente in grado di reagisce agli stimoli che riceviamo. Ora anche le indagini scientifiche confermano questo assunto, per cui il feto in simbiosi con la madre risponde alle variazioni di umore e di esperienza della madre in modo diretto. Le sue pulsazioni, la pressione arteriosa e i movimenti saranno adeguati all’ambiente emotivo dell’utero a seconda che si sperimenta la gioia, lo stato di serenità e pace, l’armonia,  paura, ansia, fatica. In sintesi sin da piccoli siamo in grado di percepire stimoli e ad essi reagiamo come fanno gli adulti provando benessere e pace, quando tutto va bene, e provando rabbia e paura quando invece ci sentiamo minacciati o preoccupati. 

Dall’armonia alla disarmonia

Nella vita intrauterina ci sviluppiamo quindi sia a livello biologico che sul piano  emozionale.  In questa fase – ci dice l’A.P.E si strutturano tutte le nostre parti, il nostro corpo e la nostra psiche. Nel nostro sviluppo ed in reazione appunto agli stimoli che riceviamo una parte che si struttura nella nostra dimensione psichica è appunto l’ IO FETALE. Per capire il suo ruolo e la sua posizione mi dilungo un po nel racconto.

Seguitemi quindi per favore: ” L’umanità ha conosciuto certamente un tempo in cui l’esperienza della gravidanza era vissuta in serenità ed in armonia. C’è sicuramente stato un tempo in cui il rapporto con la nature era armonioso. Nella memoria cellulare del nostro DNA è stabilmente presente la consapevolezza di “come deve essere la gravidanza”. In questa memoria genetica c’è scritto come deve essere la qualità dell’utero affinché ci si possa sentire a proprio agio. In sintesi noi abbiamo dentro ben chiaro come “deve essere la gravidanza!.”

MA… L’armonia uomo-ambiente nel tempo è mutata e sono mutate anche le relazioni con noi stessi e con gli altri. Quel tempo di armonia sopravvive nella nostra memoria cellulare arcaica. Ecco allora che, al netto del tanto impegno e consapevoli che facciamo del nostro meglio (noi oggi, i nostri genitori ieri, i nostri avi prima ancora e così di seguito), non ci è praticamente possibile evitare che nella vita intrauterina faccia la sua comparsa il dolore, lo stress sociale e personale arrivano anche nell’utero e generano frustrazioni le ferite.

Per tutta risposta a questi traumi, piccoli o grandi che siano,  l’Io Fetale reagisce. L’Io Fetale si sviluppa seguendo la logica azione-reazione ed esprime la parte di noi che in risposta alla ferita patita  per tutta risposta alimenta progetti di vendetta, di malcontento, di sfiducia e rabbia. L’Io fetale è molto suscettibile. Nella dimensione intrauterina si percepisce come assoluto e ogni trauma è una “lesa maestà”.

L’Io Fetale è determinato nel suo volere, se ritiene di aver  subito una ingiustizia vuole la sua soddisfazione, il suo riscatto ed essere ripagato. Gli spettava un utero accogliente e dunque lo pretende! Qualunque altra realtà, diversa da quella, o non viene percepita o, se viene percepita, viene annullata e distrutta, svalutata e sminuita.

L’Io Fetale è una parte di tutti noi, è bene conoscerlo ed averne consapevolezza. Se ci è difficile accettare questa proposta o magari non abbiamo notizie sulla nostra vita intrauterine consiglio di provare a vederlo nelle nostre rigidità di posizione, nei nostri assoluti, nelle nostre idee immodificabili e nelle nostre pretese.

Dobbiamo conoscerlo e riconoscerlo, per evitare di averlo ai posti di comando della nostra vita. Le sue ragioni sono molto seduttive, e l’ebbrezza del ristabilire la giustizia seduce molti…ma questo non fa crescere la nostra vita bensì ci mantiene bloccati.

Vogliamo che sia lui a governare la nostra vita?” Per gran parte dell’umanità orgogliosa e testarda e piena di pretese e di reazioni violenti è lui che viene posto al posto di comando. Molti si pavoneggiano della loro libertà ma in realtà sono sotto scacco delle pretese del proprio IO Fetale.

Ok,magari prima non lo sapevamo. Per accrescere ed approfondire il tema io suggerisco percorsi di crescita che si rifanno all’Antropologia Personalistica Esistenziale,  L’Istituto Solaris di Roma  -di cui faccio parte – è sicuramente un eccellenza e offre percorsi di crescita con validi professionisti che sapranno guidarvi a conoscere meglio sia l’Io Fetale ma anche e soprattutto tutte le altre nostre parti che sono al servizio della nostra vita e della nostra crescita.

L’Io fetale esprime la nostra parte infantile, rabbiosa e capricciosa. In quanti adulti la ritroviamo? E quanto la ritroviamo anche in noi? Non è facile liberarsene in modo definitivo.

Ha tra le sue migliori qualità la capacità di ragionare in modo logico e sottile tanto da giustificare le proprie ragioni facendo emergere sempre e solo le “colpe” degli altri.

Il trauma patito produce un senso di vuoto che l’Io fetale si illude di riempite con reazioni di rabbia, vendetta e lamento.

Dobbiamo aprire gli occhi ok? E dobbiamo rinforzare lo spirito ed il nostro principio decisionale e prendere NOI il comando della nostra vita.  Il mondo descritto dall’Io Fetale è un solo un punto di vista e va armonizzato con tutto il resto, con i nostri talenti ad esempio le qualità umane e capacità di amore che abbiamo. E’ urgente quindi divenire sempre più consapevoli, e come ho già detto può essere di utilità in questo anche fare dei percorsi di crescita personale.

Questo tiranno interiore avvelena le nostre relazioni, simbolicamente ci tiene ancora dentro l’utero fissati al trauma patito e non ci permette di nascere per intero, ovvero biologicamente e spiritualmente. Il nostro utero, i nostri genitori, hanno fatto il meglio di quello che potevano con quello che avevano. Crescere, evolvere e riuscire a nascere per intero è un bisogno sempre più urgente.

Essere e divenire “Persona” governare la nostra vita in modo Adulto.

Al posto di comando della della nostra vita mettiamo il nostro Io Adulto. Egli solo esprime qualità e competenze di armonizzazioni nelle diverse situazioni.

Il nostro Io Adulto esprime capacità di amore per se, di accogliere tutta la nostra storia dandoci un “senso”, capacità di superare la rabbia e con il perdono per se e per tutti, superare il lamento ed il progetto vendicativo.

Il nostro Io adulto esprime la consapevolezza per quello che è il senso della realtà dato dalla capacità di percepire le circostanze ambientali alle quali egli deve adattarsi se vuole sopravvivere e sviluppare le potenzialità di cui dispone per migliorare la realtà che lo circonda.

Il nostro Io Adulto è la nostra parte dotata di libertà e di capacità decisionale. Proprio perché dotato di libertà ed affinché non cada preda delle seduzioni fetali dobbiamo accrescere e rinforzare la nostra conoscenza di noi e la consapevolezza. Come Ulisse passa davanti all’isola delle sirene legato all’albero maestro allo stesso modo noi ci dobbiamo tenere ben stretti a nostro progetto d’amore e rinforzare l’alleanza tra questo ed il nostro Io Adulto.

Quale è l’obiettivo che vogliamo raggiungere nella vita? Vogliamo avere ragione o vogliamo essere felici?

Il nostro Io Adulto è la parte di noi in grado di armonizzare tutta la nostra storia, riconoscere ed accettare il dolore della nostra ferita intrauterina ma anche riconoscere la luce di tutti i nostri talenti e delle nostre parti positive e costruttive. L’Io Adulto consapevole sa che anche l’IO Fetale ha delle qualità ( sensibilità al dolore, capacità di reagire alle minacce) e le utilizza per creare e non per distruggere.

Accresciamo il nostro essere Adulti e non solo in senso biologico ( quello avviene naturalmente)  ma in senso spirituale decisione dopo dopo decisione.

Diveniamo Adulti  ed agiamo il potere e la capacità di scegliere di trasformare il dolore, sciogliere l’odio e la rabbia liberando energie di amore e perdono.

Noi siamo creature luminose, tutti, e abbiamo l’obiettivo di crescere e realizzare il nostro progetto esistenziale ovvero quel modo di esistere che ci fa stare bene e ci completa. Possiamo creare bellezza e fare della nostra vita un autentica opera d’arte…piena di senso e di gioia. Io lo voglio, e tu?

Noi siamo creature bellissime e speciali.

“Ognuno di noi é speciale nel far bene qualcuna o più cose. Che sia scrivere o cantare, che sia ascoltare o raccontare, camminare, sorridere, cucinare, amare, andare in bici, strizzare l’occhio, abbracciare, parlare, soffiare, sognare, danzare, passeggiare, disegnare, dire, incontrare, dare, credere, sperare  ma anche semplicemente pensare di sé di essere speciale sentendosi dentro un qualcosa che non si sa ancora ben descrivere… ma c’è. 

Giudice interiore…ma che rompi che sei però eh!!!

Vi capita che quando dovete fare qualcosa frettolosi e fastidiosi arrivano pensieri svalutanti e l’onnipresente rompipalle del giudice interiore che pressappoco emana sempre la stessa inappellabile sentenza tale per cui: “in nome di questo e di

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quello…considerato che tu non sei tizi o caio…e che non hai agito in questo modo e in quell’altro io ti dichiaro colpevole di incapacità e di totale inadeguatezza anche solo a pensare di fare quello che stai provando a fare, pertanto fermati che è meglio perché altrimenti oltre alla sentenza da scontare arai anche una brutta figura ed una sicura delusione da smaltire?!”.

Ecco, vi capita?

Si tratta, a ben intuire, di una particolare tipologia di sabotatore interiore che opera in maniera trasversale nell’animo umano delle persone di ogni latitudine, esperienza o astrazione sociale o ogni altra qualsivoglia distinzione si voglia infilare ma che pressappoco si può tradurre con un semplice “capita a tutti”.

Sto lavorando ad un progetto e non ci crederete…non riesco a scrivere nulla, ho come una specie di blocco creativo e la cosa mi è davvero nuova essendo che proprio nello scrivere ho sempre pensato che non avrei mai avuto problemi essendo io un abbondante chiacchierone.

Ma non mi sono mica arreso eh…nooo. Scrivo bozze e poi non mi piacciono e poi ne scrivo altre e poi altre ancora. Sto scavando il mio buco per evadere da questo rompi di giudice…che poi sono io con me stesso.

Che fare quindi?

Opzione 1: Basta rinuncio, mi lamento, mi arrabbio con il giudice interiore e con me stesso;

Opzione 2: Come posso trasforamare questa situazione, quale cambiamento devo attuare dentro e fuori di me?

Scelgola n 2. Virata verso la libertà. Forse il mio giudice mi rimanda solo che ho paura di sbagliare e ci sta, sono umano. Scelgo di fare l’artista, e mi allineo con il sentimento dell’umiltà, l’impegno, la fiducia e l’biettivo che è sempre quello di crescere e anche in questo progetto dalla vita mi arriva una preziosa opportunità. Mi ispira

Odissea_Ulisse_mendicante.pngAh…oltre alla paura che è un sentimento umano di cui non dobbiamo mai vergognarci c’è anche la pretesa … e questa è un ostacolo a ogn forma di creatività sana e duratura. Mi ispiro al mito di Ulisse ed alla saggezza che contiene. Come Ulisse mendicante in casa propria anche io mi rendo umile sul mio terreno preferito per non essere divorato dalle pretese e dal giudizio.

 

 

 

 

 

 

Arrendersi. Il Guerriero si trasforma in Artista

img_0734Gpp: Mi sa che mi devo liberare delle Armi. Non so, voi che dite? Oggi ad esempio ho fatto un giro…Bella giornata fresca e piena di sole. Ho visto un panorama mozzafiato…ma queste armi (a prescindere che stavo guardando San Pietro) non mi appartengono e mi pare tanto una stonatura.

Io: Si, credo sia arrivato il momento. img_0734Pensavo di modificare l’ascia ma credo sia meglio toglierla e deporla caro mio. La guerra è finita, il nemico è scappato e vinto e battuto e dietro la collina non c’è più nessuno solo aghi di pino e silenzio e funghi buoni da mangiare buoni da seccare da farci il sugo quando viene natale quando i bambini piangono e a dormire non ci vogliono andare.

Gpp: Si decido di deporre le armi, voglio liberarmi dello spirito di perenne minaccia contro cui star pronti a ferire. Da tanto è un tempo nuovo e lo voglio riconoscere e coltivare nel mio cuore. Voglio far tesoro di un gran pezzo di storia in cui ho trovato accoglienza e aiuto, ed ho agito tante forze e forme si amore. Mi sussurro silenziosamente “fiducia”…” amore” … “felicità” e sento il mio animo alleggerirsi ed esplorare il tempo del passato e del presente per rileggere tra le righe parti di narrazioni che con arma in pugno e paura in cuore ho tralasciato per timore di scoprirmi e perire.

img_0737Io: Tu non sei solo caro guerriero e tanto mi sei stato di aiuto quando hai ispirato il mio spirito a combattere arginando le nubi scure del mortale lamento. Andrà tutto bene, deponi le armi e poi vedi? Oggi ci troviamo in alto, baciati dal sole con tutto attorno il risultato di forse positive e artistiche molto più forti di quelle guerrafondaie. E su sul castello lo vedi l’arcangelo intendo anche lui a rinfoderare la sua spada. Vai tranquillo amico mio che appena torniamo a casa la tagliamo via quest’ascia…la lasciamo via.  Tu guerriero ti trasforma in Artista e vivi ancora.

 

 

 

 

Sopravvissuti e Artisti. 38°Seminario di Cinematerapia

In questo periodo sto lavorando a questo evento🤗 e ho piacere di parlarvene. Il prossimo 20 e 21 Ottobre presso l’IStituto Solaris di Roma si terrà il 38°

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seminario di Cinematerapia. Si lavorerà con la visione del film The Martian (Sopravvissuto) un film del 2015 diretto e prodotto da Ridley Scott.

La proposta di crescita di questo seminario questa è sul potenziamento del nostro Io Artista.

Possibili domande: Chi? Io Artista? Ma io? Ma mica sono un artista io…io faccio l’impiegato😁?

Risposta: Tutti mettiamo mano alla ns vita elaboriamo emozioni e gestiamo situazioni. Combiniamo emozioni e le trasformiamo come fanno gli artisti classici as esempio con i colori, noi e loro allo stesso modo operiamo scelte e creiamo😎😎. Ecco quindi che anche noi abbiamo un Io Artista già bello e pronto, e che lavora da tanto tempo silenziosamente.

In che senso🤔🤔? Ok Seguitemi.

Nel film c’è un giovane astronauta biologo che fa parte di un progetto di ricerca spaziale ed un bel giorno la vita e le sue scelte lo portano ad approdano su Marte. Una brutta tempesta però si catena sul pianeta ed ecco che la missione viene abortita e tutto l’equipaggio scappare via. Nel corri corri il giovane Mark (interpretato da Mat Demon) ha un incidente e il suo sensore vitale smette di funzionare al punto che il resto dell’equipaggio lo ritiene morto, ripartono senza di lui. Al risveglio dopo la tempesta ed un pò stordito il nostro giovane biologo si ritrova solo, su un pianeta inadatto alla vita umana per lunghi periodi e con risorse alimentari per max 30 gg. Insomma un gran bel casino a cui deve trovare una soluzione…e la trova e sopravvive. Ma non vi racconto i particolari del film che – se non lo conoscete – vi invito a vedere.

Veniamo invece a noi😋.

Tutti noi, se vogliamo, siamo dei sopravvissuti. A ciascuno di noi è capitato di trovarci in situazioni ostili e/o minacciose. Forse non ne abbiamo memoria ma la storia della vita di ognuno di noi è farcita anche di queste esperienze. Una prima fase di contatto di difficoltà può essere stato anche la nostra vita intrauterina. Eravamo attesi, o no? Eravamo desiderati maschi o femmina? Era il momento opportuno per arrivare? Com’era il clima che viveva la madre e quello del suo ambiente familiare e comunque com’era il suo mondo allora? Era felice? Era spaventata? Ha avuto paura?

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A noi piace – e permane in noi – l’immagine del tempo del nostro approdo (concepimento e gravidanza) alla vita come a una fase di totale beatitudine cullati e sostenuti nel comodo ambiente intrauterino. Forse il ricordo permane perché tanto tantp tempo fa era così, ipotizzo.

Nello sviluppo del mio intervento però devo introdurre delle variabili storiche ed esistenziali, in estrema sintesi: ” Anche in quel periodo succedono tanti casini e non tutto va come vorremmo. I genitori sono persone del nostro tempo e oggi vi pare davvero che alla gioia per l’arrivo di un figlio non si accompagnino anche tante paure. Vi pare che tutte le gravidanze sono desiderate?”, ecco insomma anche quell’esperienza ha i suoi casini…

Nel mio articolo mi ispiro al contributo ed al grande patrimonio disciplinare dell’antropologia personalistica esistenziale ideato dal prof Antonio Mercurio è più precisamente al lavoro fatto dall’autore proprio sulla tema della vita intrauterina. Laviro avvalorato e universalmente riconosciuta e confermata anche a livello scientifico. Gli studi e l’esperienza di lavoro oltraventennale ci dicono che la vita intrauterina pur nella sua magnificenza non è però privo di sofferenze e di traumi, e di paure.

Immaginiamo un giovane “noi” piccolo piccolo che si trova un pò come Mark su Marte e deve trovare una soluzione per portare a casa il proprio progetto di vita ( a ciascuno il suo).

E quindi 😎dato che siamo qui, io a scrivere e voi coraggiosi a leggemi spero😀 c’è è un dato di fatto ed è che noi siamo stati Artisti ed abbiamo trovato soluzioni.

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Abbiamo un bell’artista dentro di noi e con questo seminario vogliamo andarlo a conoscere meglio😍.

Noi consapevoli del ns potere artistico “possiamo” crescere e far fruttare i nostri talenti e la nostra capacità artistica e fare salti esistenziale importanti passando da quell’universo di quotidianità in cui si “sopravvive” ad una nuova era autentici artisti e figli della vita ” vivi e viventi…e creatori di bellezza nella ns vita e di ogni cosa buona per noi”.

Si può fare e ce lo meritiamo. Io ci sarò, orgogliosamente a lavoro per preparare questo bellissimo evento e se vi va di partecipare contattatemi pure, oppure contattate istituto Solaris a questo link. Buon we e se siete arrivati a leggere fin qua sotto beh, vi meritate uno speciale ringraziamento e se me lo fate sapere nei commenti sarà anche lieto di leggervi e di ringraziarvi uno a uno😀

Riemergere all’Amore.

Come Ulisse con le sirene anche a noi può capitare (a me capita) di seguire voluttuose derive di pensieri rabbiosi, vendicativi, rancorosi e distruttivi 🤢🤢🤢 rincorrendo falsi conigli bianchi e ologrammi alimentati a fumi di rabbia, pretese, veleni e dolori😣😣. Io? Proprio stamattina ho viaggiato tra le braccia di una seducente sirena. Poi la vita mi ha portato a frugare nel mio zaino e la mia mano ha ritrovato il “manuale del guerriero della luce” (con me sempre da oltre 12 anni) ed ho aperto una pagina a caso con il cuore voglioso di pace ed ho trovato questa risposta (foto in basso). Affermo: “Mio maestro interiore, scelgo di riemergere perché questi fondali non mi piacciono e mi fanno star male”.

Nessun moralismo…Capita, ci sta! Facciamocene una ragione ma soprattutto decidiamo di non starci nelle nebbie o sott’acqua come dice il manuale , ok abbiamo visto/rivisto la “solita storia”, in qualche modo ci serviva ricontattarla…ma ora riemergiamo ok😊😊! E quando capita non diamoci troppo addosso (doniamoci il massimo bene) …sono solo fasi tempestose di un lungo e avvincente cammino che siamo noi e che è la vita. Se vi chiedete perché lo facciamo beh io rispondo che forse lo facciamo perché ci siamo avvezzi – lo facciamo da una vita, ci è quasi familiare e poi in giro lo fanno tutti !! – e poi è una reazione immediata della nostra mente quando siamo sotto pressione e riviviamo dolori antichi.

Dico che è un bene che “vediamo” e dico che andiamo oltre e scegliamo di condividere la speranza così aumentiamo la ns consapevolezza di essere navigatori e creatori di bellezza per noi e per la vita e poi se qualcuno anche ora sta in fase tempestosa chissà che non possa trovare in questo post di condivisione un approdo utile per riemergere😀…dai amico…aggrappati e tirati su. Buona settimana a tutti

Nessuna colpa, sono cose della vita.

Quando accade qualcosa di brutto e ci assale l’angoscia e l’impotenza ci parte la ricerca del colpevole “fuori”. Perché una persona muore all’improvviso? Perché il tuo amico a 4 zampe rischia di morire? Di chi è la colpa. Tendiamo a cercare una soluzione ed una giustificazione “comunque” per non contattare il dolore freddo dell’impotenza. E se un colpevole fuori non lo troviamo allora forse i colpevoli siamo noi, perche non siamo stati attenti ecc! Lo pensano i bambini, lo abbiamo pensato noi da bambini, lo penseranno i bambini che verranno. Che fare allora? Dobbiamo imparare a “starci” ed a accettare che certe cose succedono e fanno male come se ci schiacciamo le dita ad una porta…fa un dolore bestiale. Accettiamo che non siamo perfetti ed onnipotenti e se vi accettiamo a fondo seminiamo terreno fertile per il perdono e ulteriore amore da far crescere in noi, da usare e da mostrare per insegnare ad altri ed ai bambini che accadono incidenti nella vita e che si chiamano incidenti proprio perche non è colpa di nessuno…ma non per questo quando accade fa meno male.

Io, Ken Follet & Elliot a proposito della Fiducia.

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La Storia (I giorni dell’eternità) caro mio è piuttosto lunghetta, e di pagine ne mancano ancora un pò… e meno male!!! Siamo negli anni del libero amore caro mio Elliot e a questo punto della storia in molti si ritengono liberi di amoreggiare con chi gli pare!
Che dici? Che è bello!
Mah, non saprei. Certamente l’amore è sempre una bella cosa ma anche la fiducia non è male. E quando anche ci si proclama a favore del “Libero Amore” poi quando capita di dover accettare lo “scambio” beh…insomma… sono dolori. Vedi vecchio mio 😂😂 la fiducia è una cosa preziosa in ogni ambito della vita. Ora prescindendo dal passaggio del libro che sto leggendo il tema di fondo è che tutto il sistema si fonda sulla “fiducia” ad esempio che andanto in strada l’altro rispetterà la precedenza? Attraversando sulle strisce pedonali l’altro si fermerà? Abbiamo certezze che queste cose accadono quotidianamente perchè ci fidiamo. Certo succedono anche gli incidento…ma la fiducia è molto molto più grande del suo opposto… la sfiducia ed il sospetto. Senza fiducia il mondo non esiste caro mio…Fidati.

Arrendersi alla “Liberta

candido-vessilloAutore: mi capita spesso che persone che conosco poco e niente mettono a nudo alcune mie “menzognucce”, di loro tempo fa ebbi modo di dire che sono portatori di doni a loro insaputa.

Ecco che in una mattina di pioggia di un febbraio particolarmente pungente sto per partire per andare a lavoro in moto quando una voce dice: “Vai ancora in moto? Certo che “tu non ti arrendi proprio mai!”.

Colpito e affondato.
E’ da tanto, troppo tempo, che dico che voglio trovare una soluzione alternativa al dovermi muovere in moto per andare a lavoro.  Crescere per me passa a volte da atti di resa verso delle parti mie che non sono proprio di “amore per me” contro cui intavolo delle battaglie che però mi distraggono dall’obiettivo primari che è “godere della vita e stare bene”. Affermo dunque che devo arrendermi:

– alla mia testardaggine, di sicuro;
– alla lotta contro sensi di colpa, quelli sono cani che latrano e deviano il mio cammino di crescita;
– all’accettare che alcune cose non le posso cancellare, ma devo assumermi le mie “carogne” con responsabilità ed agire per trasformarle (vedi il mio rognoso Io Fetale, quello che la mia amica di Blog Benedetta nei commenti al prcedente articolo ha chiamato anche “il muflone” );
Il re è nudo e spesso ci facciamo sedurre e derubare da ostacoli interiori che ci tengono fermi nei “non posso”.

E Voi a cosa vi volete/vorreste arrendere?

Strumenti di Crescita personale: Liberarsi del rancore e mettere a tacere l’Io Fetale.

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Metti Elliot ad esempio, e metti uno come me che è giusto un “pochino” rancoroso. Metti che lui ad esempio dopo giorni di “successo” un bel giorno ti fa i bisogni in casa, Metti che mi sono incavolato 😤😤😠😠: “Tu questo e tu quello … io così e io colà ecc ecc”. Ma lui è un cucciolo di cane, titolare di tanto pelo ed istinto con cui c’è poco da parlare. Quindi mi sono piegato e ho pulito … poi ho pensato e riflettuto🤔.

Lui, Elliot, esprime ancora tanto istinto e reattivita (confido nell’addestramento😅); queste caratteristiche però sono anche mie (e vostre?) di quando qualcosa non mi va bene o mi addolora e me la prendo tanto, troppo.

Quando la mia rabbia va fuori dal recinto dell’evento contingente a me si accende ogni volta un ALLERT☠💣 e senza voler giustificare il malcapitato di turno quando la rabbia va oltre mi aiuta la consapevolezza che il mio Io Fetale é sempre pronto a battagliare.

Cos’è Io Fetale? (Il termine non é mio ma preso a prestito dall’Antropologia Personalistica Esistenziale – in sigla APE).

Parte teorica breve breve, lo giuro🤓: L’ Io fetale è quella parte della ns “personalità” che si struttura sin dalla vita intrauterina ed in risposta agli stimoli che riceviamo. L’Io fetale vive male le frustrazioni, le paura, è la ns dimensione incazzosa 😡; quando pure sembra che “lascia correre😇” poi tende a conserva dentro l’intendimento di rivalsa😏. In “utero” il ns rabbioso ragazzotto “io fetale” vive una realtà complessa ed ambivalente, da un lato vive un senso di grandezza perchè come embrione prima e feto poi lui/io/noi ci percepiamo come “il tutto” (AMORE, Assoluto e Onnipotenza), dall’altro vive un senso di grande debolezza perchè nei fatti “l’utero ed il mondo fuori” sono più forti di lui/io/noi al punto che se vogliono possono anche finire la partita e GAME OVER 😨😨(ODIO, Dolore, Impotenza). Questa ns dimensione ” Fetale” non si dissolve e non scompare con il parto ma permane come uno dei tanti elementi della ns complessa e ricca personalità.

Se dal concepimento alla nascita abbiamo avuto esperienze difficili e dolorose, vedi ad esempio 1. una fase di stress della mamma 2. una mamma spaventata 3. una mamma addolorata e che magari pensa di interrompere la gravidanza perché non desiderata ecc, allora ci può stare che a tale dolore, frustrazione o senso di minaccia si possa essere sviluppata una qualità emozionale e decisionale di tipo reattiva e rabbiosa.

Tali tipologie di risposte fetali possono permanere e caratterizzare la qualità delle risposte che diamo e delle decisioni che prendiamo nella vita da grandi e ce ne accorgiamo quando ad esempio 1. perdiamo il lavoro 2. la ragazza/o dei ns sogni non ci si fila 3. non ci sentiamo valorizzati ecc ecc. Può accadere e spesso accade che le ns risposte vanno ben oltre il problema contingente e assumono connotazioni epiche. L’io fetale é scemo!

Dunque che fare? Io consiglio di accrescere la consapevolezza e la conoscenza di se per non subire e inseguire ad libitum intendimenti “fetali” (la famosa rivalsa) che in tanti casi si presentano anche sotto vesti seducenti come “senso di ingiustizia, spirito del guerriero, intendimento di rivalsa e di vendetta (stile Edmond Dantes il “Conte di Montecristo”).

Come fare? Lavorarci sopra perchè queste vesti seducenti sono veleni per la nostra vita e in realtà ci tengono fermi al palo o peggio ci fanno naufragare sugli scogli come le sirene di Ulisse.

Perchè farlo? Noi meritiamo di “godere della felicità” e di realizzarci invece che rimanere ancorati a antichi traumi ed alla fissazione rabbiosa di una ns parte scema.

Dobbiamo farlo per forza? No, Scegliete voi. Io consiglio di farlo, io ci lavoro e non vi nego che sono tante le volte che il mio Io Fetale si mette in cattedra e vuole comandare lui. Ma Lui Non Deve Comandare👨‍✈️👨‍✈️!!!! E noi dobbiamo essere bravi a stanarlo.

Torniamo a Elliot e a me dunque dopo il pistolotto teorico, sorry mi é scappato 🤗. Con Elliot la partita è persa… ed il mio rancore va a farsi benedire (alleluia).

Con lui, come con il mio Io Fetale ho ben poco da dover ragionare. Elliot mi piego e pulisco e l’Io Fetale pure lo DEVO piegare.

Fanno errori gli altri e ne faccio anche io ( e voi?) e quando accade come con Elliot Bye Bye rancore e lavorare, riparare e ricostruire … che la nostra vita la deve condurre il ns Io Adulto per nascere per intero…costi quel che costi!

Ciao A tutti e se siete arrivare a leggere fin qua sotto vi dico che mi sento onorato e grato…miei eroi 😘😘. E sono grato a tutti gli uteri del mondo che donano seppur in modo imperfetto e con corredo di dolore ” l’opportunità”…prendere o lasciare, io scelgo di prendere😁😁… e voi vi opportunitate?

Cosmo Art e Spiritualità – Chiedere Aiuto

Quando le cose non vanno come vogliamo noi ci viviamo la ferita allo stesso modo di quando ci arriva una frustrazione e/o un dolore da qualcuno. L’orgoglio nella misura in cui ci impedisce di poter chiedere aiuto e farci aiutare è un vero veleno che inquina la nostra vita.
Buona Visione del nuovo contributo di Ersilia Rubano dell’Istituto Solaris a cui esprimo gratitudine per questo progetto comunicativo che mi piace tanto e che sono felice di condividere sempre nel mio blog. A lei la parola…

There…the sun.

In questi giorni di grande caldo e disagio chissà che non ci sia passato per la mente il pensiero di imprecazione contro di esso…il sole. Saggio il nostro faro presenzia e comprende ci dona energia energia e immagini che ci riappacificano con il cosmo intero con cui siamo organismo insieme. Ciao Sole, a domani 😘….che intanto alle mie spalle la luna è in gran spolvero stasera…vuole anche lei farsi ammirare

.

daZeroaInfinito.com…carpe diem pensiero e foto. Che anche il sole suggerisce la magie del fermarsi un poco…per ascoltare, ammirare, godere, ringraziare e continuare…che la luna bussa.

Laboratorio Stellare

Ogni parte e parte di un tutto e la paura e la forza sono cosa nostra, cosa insieme.

Teniamoci forte
Teniamoci forte… stazione sogno.

In un gruppo
In un progetto
Siamo piu’ di una somma
Un organismo siamo
Sudore e passione
Paura e coraggio.

Io sono Te
Tu sei me
Rinnovamento di spirito
La mia paura, la nostra
Il mio coraggio, il nostro.

Provare
Affidarsi
Ascoltarsi
Che da soli e dura
Certi progetti sono ardui
Divire artisti
Della vita e dell’universo
Respirare bellezza
Che viva in me
Che mi sopravviva oltre e altrove.

Semino il presente
Punto a capo
Si rinasce
Fusioni amorose
Ostacoli e risorse
Odio e amore
Fresche labbra da baciare
aromi esperenziali
Cornice da riempire.

Il cosmo osserva
Armonioso corollario di stelle
Polveri che anch’io sono
Laboratorio stellare
Forze fuse dentro
Come lassu’ lontano

In un gruppo
Anche ora
Passioni
Superamenti
Reazioni termonucleari
Non mollare.

Che tu sei me ed io sono te
Passi avanti
Paure e passioni profonde
Allacciamo le cinture
Si parte
Teniamoci forte
Teniamoci forte…sogno
E il cosmo intero…a tifare.

daZeroaInfinito.com…si ci posso provare che la paura e’ mia e mi appartiene ma anche la forza, il coraggio ed i superamenti del gruppo. Io sono te, tu sei me e noi siamo laboratorio stellare

L’artista

images(Brano tratto da “Gli Ulissidi” di Antonio Mercurio).
(…) Più’ di ogni altro, l’artista e’ colui che rende possibile l’impossibile.
Egli compie il miracolo di estrarre
l’unita’ dalla frammentarietà’
l’armonia dal caos
la bellezza dal nulla
la gioia dal dolore
la forza dalla debolezza
il positivo dal negativo
il bene dal male
l’amore dall’odio
la vita dalla morte
la poesia e la grazia dalla drammaticità’ del vivere quotidiano.

Egli crea l’unita’ e l’armonia operando la sintesi degli opposti e stabilendo il giusto equilibrio tra le parti (…).

daZeroaInfinito.com … Auguro a tutti un 2015 da artisti della vita.