L’insospettabile Godimento da Covid

Ho sentito diverse persone dire che nel periodo del covid sono state le anche nel “godimento”. Non so a quanti di noi è capitato ma credo che questo stato di godimento – seppur con durate variabili – posa aver interessato molte più persone di quanti lo ammettono.

Il godimento ha una ragione pratica ed una profonda. Quella pratica è che “stando tutti fermi” non ci si doveva inventare o sbattere per fare tante di quelle cose che poi nemmeno ci va “realmente di fare”.

La ragione profonda la vedo espressa nel fatto che ciascuna persona serba nel suo profondo dei motivi di recriminazione, in primis verso gli altri che in sequenza “Sono più di noi”…”Hanno più di noi”…”Fanno più di noi” ecc ecc. Il contraltare di questo schema di malcontento/lamento è che lo stesso indirizziamo verso di noi con un giudizio spietato in cui in sintesi “Noi siamo meno”.

Se si vede questo stato dell’opera del vissuto profondo e spesso non consapevole allore ecco che il godimento emerge eccome. Il godimento della rivalsa, ovvero quello del percepire che c’è stato il giusto livellamento delle posizioni e la cancellazione di ogni disparità percepita ingiusta e sofferente.

Ecco quindi che il covid per tanti (e credo proprio tanti tanti) ha avuto anche la sua funzione godereccia.

Al netto di questa esplorazione il mio pensiero va a tute le persone che hanno perso i loro cari in una tragedia che – escluse le ragioni spesso contorte dell’animo umano – non ha avuto poi oggettivamente nulla di godimento.

“…E siccome loro NON?… Beh allora Io…”. Prigionieri della rabbia.

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“Prima di leggere (e mi auguro lo facciate in tanti) vi chiedo sin da ora il dono di un secondo del vostro tempo per dare una risposta nei commenti alla mia domanda finale.

(…) … E siccome loro NON…allora Io … (…)”. Eccolo qui, l’inizio e i pilastri su cui si sviluppano molta parte della narrazione di tante vite.

Lavoro su me stesso a per crescere ed evolvere, lo stesso e da anni faccio con i miei clienti. Vogliamo tutti crescere, migliorarci, e questo è legittimo e buono. Continuiamo a lavorarci.

Chi sono “loro”? Loro sono i nostri genitori, i nostri partner, i nostri fratelli, i nostri datori di lavori, i nostri amici, i nostri governanti, i nostri insegnanti, ma anche il nostro meccanico … idraulico, sacerdote, parrucchiere ecc ecc. Insomma “Loro”!

Un tempo ciascuno di noi ha fatto esperienza con i limiti di “loro”; e quando non siamo stati gratificati … “Beh allora Io (…)”. E’ stato un tempo remoto e forse non ne abbiamo coscienza, poi a ben vedere ce ne sono state altre e di queste (a cercare con attenzione) la coscienza è maggiore.

Qundi “A ciascuno il suo” motivo di arrabbiatura, ed ognuno i propri “loro” che ce le fanno vivere e/o rivivere.

Dal momento che “loro NON hanno fatto, detto, pensato, evitato, dato, deciso, ecc ecc” potrebbe ( uso il condizionale ma io ne sono certo) essere partito un ritmo narrativo che si struttura sull’… “Allora Io …” non voglio, non faccio, non dico, sono arrabbiato, merito giustizia, non perdono, non sono contento, non so fare e quindi non faccio, non so pensare, non sono bravo come gli altri, prima tu devi … ecc ecc.

Risultato? Siamo bloccati credetemi, e persi in un labirinto.

Se sentiamo che questo palinsesto narrativo ed esistenziale ci appartiene non colpevolizziamoci troppo, è una reazione umana. Ciò posto, tuttavia, ritengo per la nostra crescita che non dobbiamo nemmeno giustificare la permanenza ” oggi consapevolmente” in questa dinamica. Quindi basta e stop! ok?

Stop perchè questo impianto è insieme aggressivo ed autoaggressivo, avvelena il nostro presente ed è una zavorra per il nostro futuro.

“Loro…loro…loro…loro. E un ritmo incalzanti e ispira narrazioni e “seghe mentali” che ci eccitano da morire, diciamocelo”.

Il dolore per la frustrazione che i limiti di “loro” ci hanno fatto sentire merita rispetto e serietà, meritano il giusto riconoscimento la giusta posizione di accoglienza e di elaborazione. E un lavoro difficile e faticoso, fa paura … ma è un fatto UMANO e non dobbiamo spaventarci o rimproverarci o punirci (o almeno non più di quanto abbiamo fatto e facciamo).

Cosa ci frega? Ecco un gruppo abili fregaioli.

  • Ci frega l’orgoglio. Ci frega se non lo conosciamo bene e non lo curiamo con l’umiltà.
  • Ci frega il lamento. Se non lo riconosciamo autenticamente e non decidiamo di sperimentare il vuoto.
  • Ci frega la nostra mente. Se non riconosciamo il modo con cui narra la “solita storia” per il solito obiettivo di “rivalsa”.

Come uscire dalla prigione che ci siamo costruiti.

Vorrei dirvi che c’è una bacchetta magica ma non è così. Ma vi dico come faccio io e come lavoro con i miei clienti.

Per oggi mi fermo qui con una domanda: ” Vi ci ritrovate con me i questa esposizione?

A continuare poi passeremo al “Come liberarci”.

A proposito “di ritmi incalzanti ed epiche narrazioni e “seghe mentali” che ci eccitano da morire, diciamocelo”. Più o meno la colonna sonora potrebbe essere questa (buon ascolto).

Il perdono è buono…

  1. Perché ci serve
  2. Perché ci libera
  3. Perché ci aiuta
  4. Perché è necessario
  5. perché è una vittoria
  6. Perché è importante
  7. Perché libera il nostro cuore
  8. Perché siamo grandi persone
  9. Perché sappiamo farlo
  10. Perché è “prendersi il potere nella propria vita”
  11. Perché è una specialità umana
  12. Perché ci rende sorridenti
  13. Perché ci fa sorridere in modo speciale
  14. Perché ci fa belli
  15. Perché ci fa splendere
  16. Perché ci aiuta a evolvere spiritualmente ( da: https://rivaombrosa.wordpress.com/. che ringrazio)
  17. (…)

E tante altre cose sono sicuro potrete aggiungere anche voi. Potete inserirle nei commenti e io allungherò la lista anche con la vostra forza.

Un abbraccio a tutti

Il linguaggio delle Sensazioni. Codici d’accesso ad un tesoro fantastico

C’è una grande opportunità nelle nostre sensazioni, prestiamo attenzione ascoltiamoci con amore e fiducia…ci conducono ad un grande tesoro.  

(alla mia maestra Paola Capriani, con infinito amore e gratitudine)

Vi sarà capitato sicuramente di avere delle sensazioni, delle intuizioni e percezioni. A volte sono così lucide e ritmano sull’animo l’invitano ad osare, a provarci. 

Le “sensazioni” sono qualità umane universali. Sono frequenze di comunicazione e di contatto con sogni e visioni, esse ci armonizzano con la magia del progetto grande e meraviglioso della vita e pur non comprendendo bene cosa sia ci fanno percepire che c’è “qualcosa”. La vita ha dato a tutti questa opportunità, in modo molto democratico e in abbondanza affinché impariamo, usandole, a evolvere. Chissà che non sia utile a conoscerla e conoscerci meglio.

Che fare quando arrivano queste “dritte” speciali, fidarsi o no? Sicuramente vi sarà capitato di vivere nella pancia questi dubbi. 

Io non ho una risposta a questo dilemma, sento però che ognuno si pone ( più o meno alla luce del sole) la domanda e vorrebbe tanto trovare la sua buona risposta. Voglio condividere con voi un pensiero, frutto del mio dialogo interiore e che mi ha ispirato. 

Liberamente ispirato alla Cosmo Art del prof Antonio Mercurio, sento di riconoscermi nell’assunto per cui la vita ha donato ciascuno di noi di una propria specifica sensibilità. La vita si evolve ogni giorno e siccome anche noi siamo parte della “vita” ecco che le “sensazioni”, come qualità umane, sono uno dei vari canali di connessione con la nostra saggezza interiore e con la saggezza della vita stessa. Se noi cresciamo e ci evolviamo anche la vita cresce ed evolve.  Imparare a decodificare le nostre sensazioni e tradurle in azioni ci permette di avanzare, uscire dalle fasi di blocco creativo, prendere le decisioni che ci fanno stare bene e superare con slancio gli ostacoli che incontriamo. 

Dobbiamo imparare ad essere saggi, ad usare il tempo e ogni capacità di discernimento. La vita ci ha donato questa qualità, e possiamo usarla e goderne con fiducia. Diamoci tempo per imparare a riconoscerci ed a dare il giusto valore alle sensazioni;  imparare ad ascoltarle a lungo per capire quale connessione c’è tra esse ed il nostro progetto profondo. In questo modo, stiamone certi, non cadremo nelle trappole della nostra avventatezza o nei tranelli dei miraggi frutto di dalla nostra superbia e dalla nostra arroganza.

Se la vita ci ha fatto dono della sensibilità vuol dire che possiamo usarla. Vediamoci come una bella squadra noi e la vita. Lavorando bene, e facendolo anche con l’aiuto di qualcuno, e valorizzando queste qualità rinforzeremo capacità di captare le frequenze chiare e potenti del nostro Sé e fonderle con il nostro potere decisionale. 

C’è una grande opportunità nelle nostre sensazioni, prestiamo attenzione ascoltiamoci con amore e fiducia…ci conducono ad un grande tesoro.  

Vivere le vacanze con amore

In vacanza non dimentichiamo di portare la cosa più importante, noi stessi.  

Siamo in un momento storico particolare. Le vacanze sono nei pensieri di tanti. Il periodo di graduali riaperture stimola le pianificazioni. Beh, allora prepariamoci per stare bene ed essere felici. 

I periodi di vacanza sono speciali, in piccolo anche i weekend. Li attendiamo per ricaricarci, li attendiamo per riposare e per “fare altro e per fare tutto”. Già…fare altro. Vi sarà capitato di sentire dire, o di dire frasi del tipo: “la prima settimana serve solo per organizzarsi”, e ancora ” ci vorrebbe più tempo “. Non di rado i primi giorni si vive, anche, un senso di confusione .

W le vacanze!! Eppure possiamo goderne sin dall’inizio. Seguitemi.

Arriviamo ai momenti vacanzieri, non di rado, sbilanciati e tendenti allo “sbrago”, ovvero lasciando (a volte abbandonando) la nostra centratura e tante nostre buone abitudini quotidiane.

Questo avviene perché è strisciante un mood che, in estrema sintesi, vuole che nei periodo di vacanze (più o meno lunghi) “dobbiamo smettere” di fare tutto ciò che è “quotidianità”.

Si annida nel profondo di noi l’illusoria convinzione che “chiudere”, ovvero lasciar la nostra vita a casa, sia il modo per approdare alla felicità. Come se la nostra identità del prima e quella del durante le vacanze non potessero siano incompatibili.

Seppur consapevoli della temporaneità delle fase delle vacanze ci accomuna una tendenza a “rimuovere il limite temporale”; quando partiamo, anzi quando già quando organizziamo, dentro di noi si annida il miraggio che durerà per sempre.  Così ecco che in ogni vacanza potrebbe anche annidarsi un un incoffessato desiderio di “chiudere” e “buttare la chiave”.

Con questo approccio, più o meno conscio, ci facciamo lo sgambetto privandoci di una prospettiva di godimento pieno ed autentico. L’errore che facciamo è quello di seguire troppo la parte psichica, ovvero quella che vuole il piacere immediato, e pur di raggiungere questo obiettivo non presta attenzione ad altro.

E se provassimo a cambiare l’assunto di partenza?

Si, perché nelle nostre giornate sono certo ci sono momenti preziosi, ci sono abitudini che amiamo. Io ad esempio amo al mattino quando alle 6:50 apro le persiane e vedo il sole che spunta da dietro le montagne, amo l’odore del caffè. Amo fare meditazione ogni giorno. Amo scrivere e trovo spunti di riflessione  proprio nella quotidianità che vivo, nel mio lavoro, nei miei progetti, nella mia famiglia. Amo portare avanti tanti progetti a cui collaboro, e ciascuno di essi mi richiede una finestra di attenzione quotidiana. Amo vedere mia figlia pronta che esce per andare a scuola. Amo in questo periodo di poco traffico poter andare a lavoro in macchina ed ascoltare la radio. Amo la sensazione a sera di ritorno a casa, amo vedere film con la mia famiglia, amo verso le 21:00 giocare a chi indovina tra di noi “il parente misterioso” su rai 1, amo leggere.

Molte abitudini, naturalmente, durante i periodo di vacanza subiscono delle variazioni, altre entrano nella nostra vita. La fase iniziale delle vacanze può anche portare un senso di confusione, nel piccolo ci richiede una “riorganizzazione”.

Allora ecco il mio suggerimento:  portiamo in vacanza “noi” e non lasciamo a casa le belle abitudini e la ricchezza del nostro quotidiano.

Entrare in una “fase nuova”, seppur temporanea, ci permette di poter consolidare la nostra storia arricchendola. Possiamo arricchire la nostra esperienza vacanziera con la totalità di noi stessi, ed arricchire noi stessi della esperienza vacanziera.

Prima di partire scegliamo cosa mettere in pausa e cosa invece portare con noi.

Se vi è capitato di vivere disagio questo tipo di disagio non colpevolizzatevi, succede perché siamo umani e la nostra mentre è molto ghiotta di pensieri.

Cosa fare allora?

Io suggerisco di fare un primo passo, di coraggio, che è proprio quello di assumere questo atteggiamento, farlo proprio, conoscerlo e non negarlo.   Approfittiamo di questo momento di grande consapevolezza per affermare e consolidare il nostro potere decisionale e di armonizzazione della nostra vita (ovvero nella valigia mettiamo le cose che amiamo).

Il dolore? Beh…vediamola così. Se non fosse stato per questo senso di disagio probabilmente non avremmo iniziato a prestare attenzione alle tante cose “qualità di noi” che abbandoniamo nei momenti di “pausa”. Il dolore in quest’ottica è un potente stimolo di crescita, e così invito a vederlo ed a usarlo.

In vacanza frequentemente si è presi dalla smania di “fare tutto”, ecco impariamo ad ascoltarci. I momenti di pausa non sono momenti in cui dobbiamo mettere in pensione la nostra identità, quella che costruiamo ogni giorno. Riposarsi dopo periodi di lavori intenso è un bel momento come lo è anche donarsi occasioni di svago e di nuove esperienze. Queste belle opportunità, sono certo, saranno ancor più piacevoli vivendole in pienezza.

La vita è una continua opportunità di crescita e di evoluzione, non facciamoci ingannare dai fumi tossici di “stravolgimenti esistenziali”. In vacanza non dimentichiamo di portare la cosa più importante, noi stessi.

In questo momento storico la seduzione di “mollare tutto” sarà ancora più forte, allora rinforziamoci per godere della bellezza che sapremo creare … non facciamoci fregare.

Fondamentalmente buoni

Abbiamo una natura innata positiva e buona. Amandoci accresciamo i nostri talenti ed i crediti di benessere e soddisfazione

Guardiamoci allo specchio e affermiamo che Siamo delle belle e buone persone! Si lo possiamo fare, corrisponde al vero.

La nostra natura interiore innata è buona intrinsecamente; l’impulso aggressivo e le parti “non buone” non sono innate ma sono il risultato della risposta reattiva contro le frustrazioni che, nel corso della esistenza, sperimentiamo quando non soddisfiamo i nostri bisogni, emozioni e capacità. Questo ci dice Abraham H. Maslow nella introduzione al suo libro dal titolo Verso una psicologia dell’essere.

Guardandoci attorno nella vita possiamo constatare questa natura umana fondamentale.

Ci riflettevo ieri mattina in coda in tangenziale, quando insieme con tanti automobilisti mi sono messo in coda per prendere l’uscita. Alcuni, come potete intuire, non l’hanno fatta ed hanno bypassato la fila e somo entrati, a malo modo, davanti.

Ho pensato a quello spaccato di situazione e l’ho riportata nella vita delle persone, alla nostra esperienza personale ed ho visto che come rappresentazione calzava bene. Ho ritrovato la nostra parte buona, maggioritaria, ed ho visto anche le nostre parti “non buone”, minoritarie. Quante volte quando siamo arrabbiati ci rifiutiamo di seguire le regole? Tante, poche? Diciamo che in linea di massima succede, e quando succede in qualche modo subiamo un rallentamento.

Stiamo attenti, ci dice Maslow nella introduzione al libro, che ogni deviazione rispetto alla virtù positiva viene registrato nell’inconscio come un demerito e questo produce sentimenti di disprezzo verso noi stessi, e poi l’autopunizione è dietro l’angolo.

Che fare allora? Coltiviamo e rinforziamo le nostre qualità positive ed acquistiamo crediti verso noi stessi, così nel bilancio della nostra vita troveremo il benessere in misura maggiore e tanta soddisfazione e gratificazione nel sapere, e sentire profondamente, che abbiamo agito bene.

Usiamo questo metodo e accresciamo la consapevolezza di noi. Impariamo a riportare al nostro mondo interiore le esperienze che viviamo nella vita, ad esempio chiediamoci spesso “questa situazione che corrispondenza ha con la mia vita?”. In questo modo togliamo il dito dal grilletto della rabbia reattiva. Sono certo che impareremo a rispondere anche in modo meno reattivo alle frustrazioni, accoglieremo meglio le nostre imperfezioni e quelle degli altri; quando commetteremo un errore non perderemo mai la speranza di poter riparare, e questo è argine difensivo d’amore concreto per noi contro le piene del disprezzo, del senso di svalutazione e di inadeguatezza.

Noi siamo capaci di amore, facciamolo vivere, diamogli spazio e siamo pur certi che la qualità della nostra di vita migliorerà sia nel rapporto con noi stessi che con gli altri.

Guardiamoci allo specchio e diciamocelo ” Sono contento di te e della bella persona che sei”. Ogni secondo è un momento buono per riconoscere e far crescere il nostro valore positivo, di vita e di crescita, innato. Abbiamo fatto tante cose buone, riconosciamocele.

La sensibilità è faro nella nebbia

Recentemente mi sono trovato per ben due volte a dover prendere una decisione. Dentro avevo un gomitoli di emozioni difficili da districare e mi confondevano nello scegliere. Ho seguito una sensazione, seppur non chiara ma che mi ha aiutato a scegliere; poi mi sono subito sentito bene, leggero, ed in armonia con me stesso. Il groviglio si è risolto, sono passati dei giorni ed ancora mi nutro della gratificazione di sapere che ho scelto la cosa che mi fa crescere.  Questa esperienza mi ha suggerito una parola, la sensibilità, e mi stimola a dire qualcosa che ho piacere di condividere con voi.  

La sensibilità è un valore, un faro nella nebbia, e ci guida saggiamente. Attraverso di essa la nostra natura profonda si esprime. Nelle nebbie dei momenti confusi la nostra sensibilità, certamente, ci conduce per mano e con grande cura fuori dalle nebbie grigie.

Non date retta a chi ancora dice che essere troppo sensibili non sia un bene; che conviene non mostrarsi sensibili per non essere feriti. La sensibilità per noi è come il sonar per i sottomarini, ci guida e ci fa percepire il clima delle situazioni ed il clima nelle relazioni con le persone. Liberiamola dal credo cinico che vuole la persona sensibile come una persona debole e che si espone al dolore ed alla sofferenza, non  è vero è una menzogna. Essere sensibili e dare valore a quesa qualità non apre le porte a nessuna scorribanda. La sensibilità non deve assolutamente essere etichettata come una inabilità ad essere forti. La sensibilità è affare proprio dei forti. Ci vuole forza e un grande coraggio a seguire la voce e i messaggi, non sempre in MAIUSCOLO STAMPATELLO, della nostra natura e saggezza profonda. Mostriamo al mondo liberamente le nostre sensibilità ai tanti aspetti della vita, sensibilità nel lavoro, nello stare con gli altri, nel prenderci cura del nostro mondo, nel sentire quando è il momento di cambiare e cambiare, nel sentire quale è la cosa giusta da fare e farla.

La sensibilità…è un dono, tutti lo abbiamo ricevuto. Penso possa essere un bene per tutti, se la abbiamo chiusa in qualche luogo nascosto della nostra anima, di tirarla fuori e imparare ad armonizzarci con essa. Con fiducia…assoluta fiducia che ci suggerirà cose buone e gratificanti.

Ciao, alla prossima😀

Alla conquista della libertà. (su www.solaris.it)

Non siamo determinati ma siamo sempre liberi di scegliereQuesto mese sul magazine on line www.solaris.it è pubblicato un mio articolo che ho piacere di postare anche qui. Ogni mese sulla rivista ci sono articoli di miei amici e colleghi professionisti impegnati sul tema del benessere e della crescita personale. Grazie a Solaris per questa opportunità.

Como-Art e il Counseling

Scegliere ci rende liberi

La conquista della libertà è un immagine che da sempre stimola le passioni e suggerisce il senso dell’ impegno e del coraggio richiesto. Impegno non come azione contro un nemico esterno ma come decisione di trasformare e superare gli ostacoli del nostro mondo interiore e le abitudini quotidiane. Sono questi che si frappongono alla nostra realizzazione, a far emergere i nostri talenti e realizzare i nostri sogni. Contro questi ostacoli si muove, dunque, la nostra azione di liberazione. Tante volte abbiamo sentito dire che siamo programmati, ovvero che siamo il risultato delle esperienze del passato che, quindi, ci condizionano. Secondo questo assunto il nostro carattere è forte e fiducioso, o al contrario timoroso e confuso, a seconda delle nostre esperienze. 

Se è vero che il passato non lo possiamo cambiare è altrettanto vero, e lo dobbiamo affermare con forza,  che noi tutti possiamo qui e ora rompere le ripetizioni deterministiche nel presente per divenire i costruttori del nostro presente, artisti della nostra vita. 

Il cammino di liberazione e di cambiamento è impegnativo, certamente, e richiede continue decisioni di conferma nel progetto del cambiamento che vogliamo realizzare.  

In contrapposizione alla visione deterministica della nostra vita riconosciamoci quindi che siamo sempre liberi di scegliere.RSS Feed – Istituto Solaris

La scelta e la possibilità di cambiamento non ci è mai preclusa e ogni momento è buono per iniziare e per accrescere il potere – e la libertà – di determinare la vita che desideriamo. Per questo è bene apprendere l’arte di armonizzare tutte le nostre esperienza, quelle belle e quelle no, e creare un ambiente interiore in cui far co-abitare  l’accoglienza e l’accettazione di tutta la nostra storia ed il perdono, così ci renderemo liberi.

Da dove iniziare

Cambiare è, quindi, possibile. La prima decisione da far sbocciare in noi è quella di renderci disponibili ad uscire dall’immobilismo del “non c’è nulla che io possa fare”. Affermiamo a noi stessi che siamo disponibili a cambiare e rinforzare l’alleanza con tutte le nostre parti costruttive, i nostri talenti, la nostra sensibilità.

Riconoscerci la libertà di scegliere crea in noi uno spazio d’amore, di disponibilità e di accoglienza solidi e questo permette ai nostri talenti di potersi esprimere. Il cambiamento è una decisone che va rinnovata ogni giorno sia nella volontà cosciente che nella nostra volontà profonda, non è un fatto sporadico da buttare lì e poi vediamo che succede! Quello che succede lo sappiamo già, il più delle volte non succede niente oppure succede solo che ripetiamo la solita storia.

Darsi un valore

La conquista della libertà suggerisce l’immagine di coraggiosi guerrieri pronti a lottare contro tutto e tutti pur di liberarsi delle catene delle esperienze dolorose: il nostro cambiamento ha bisogno di  una forte motivazione. Le esperienze negative potrebbero aver portato molti di noi a pensare di non essere bravi e di non avere un valore creativo e capacità di realizzare qualcosa di buono, eppure non è questo che noi siamo e comunque la parte dolorosa è solo, appunto, una parte, della nostra storia. Ognuno di noi è una persona, ognuno di noi ha una propria ed autentica progettualità fatta di sogni da realizzare, certamente, ma anche di qualità umane e creative che quando le esprimiamo ci  sentiamo gratificati e soddisfatti. Una delle qualità del nostro essere “Persona“, come ce lo propone Antonio Mercurio, è proprio quella di essere un fine, ovvero di poterci realizzare. Accrescere la consapevolezza e la conoscenza del nostro valore è una spinta motivante al cambiamento, vivere è un dono della vita e noi siamo un dono

Insieme con la forza iniziale e la consapevolezza del nostro valore poi è altrettanto importante la dedizione, la cura nel seguire e sostenere il cambiamento. E’ importante essere pronti e presenti ogni giorno ad estirpare le erbacce infestanti del giudizio e della sfiducia, ogni giorno dobbiamo essere presenti nel nostro spazio sacro interiore e alimentare la speranza, la fiducia nelle prime, seppur piccole, decisioni di cambiamento. Strumenti spirituali del nostro progetto di cambiamento sono: l’amore per noi da rinnovare ogni giorno, la preghiera per motivarci profondamente, l’accoglienza verso i nostri limiti perché non siamo infallibili, l’arte di riparare dove abbiamo sbagliato, l’umiltà per non alimentare l’orgoglio con le sue tante pretese, il perdono ed il rispetto per tutta la nostra storia.

Non ha senso navigare se non si sa dove andare (…).E’ necessario, dunque, darsi del tempo per fissare la meta nella volontà cosciente e nella volontà profonda(..). Regole per la Navigazione notturna degli Ulissidi di Antonio Mercurio.

Alla conquista della libertà: non perdere di vista la meta

Siamo liberi di scegliere, quindi, e questa è sia una una gran bella verità che una gran bella responsabilità. Nel paese dove son nato, tutte le famiglie coltivavano la terra. Il contadino è solito dire: “esco a fare due passi, vado a vedere com’è la situazione nel campo”. Il terreno seminato non viene lasciato mai solo, la sua presenza è indispensabile e costantemente si piega ad estirpare ogni seppur piccola erbaccia. Il raccolto, come il cambiamento nella nostra vita, è un esperienza gratificante e forte. Il cammino di libertà e di cambiamento mostrerà da subito i primi segni e sarà grande la gioia, diamogli fiducia e facciamoci il dono della speranza.  Dove c’è amore e impegno c’è anche il successo, la meta che ci siamo dati si fa sempre più visibile e questo si è un bel risultato programmato.

Alla conquista della libertà: andiamo sempre avanti

Ora che i primi segni si vedono non fermiamoci. Continuiamo a presidiare il nostro spazio sacro del cambiamento. La consapevolezza e la conoscenza sempre più approfondita di noi e della nostra storia ci arricchisce ogni giorno, ci fa essere sempre più i padroni della la nostra vita.

Abbiamo sentito il desiderio di cambiare? Se non lo abbiamo sentito non fa niente, rimaniamo in ascolto perché il suo messaggio ci sta cercando.

Prepariamo lo spazio dentro, prendiamocene cura. Il tempo ed il luogo buono del cambiamento sono proprio ora. Tracciamo i solchi della nostra progettualità, sentiamo la terra accogliente e ricca di tutti i nutrimenti che la vita ci dona ogni giorno.   Seminiamo il nostro coraggio, il nostro amore, il desiderio e la disponibilità ad aprirci al cambiamento. Ogni giorno usciamo a fare due passi, controlliamo come va, prendiamoci cura del nostro utero d’amore, dei nostri sogni e della forza per realizzarli, e andiamo avanti fiduciosi. La conquista della libertà è iniziata e stiamo costruendo la vita che desideriamo.

Sul Cambiamento

mi prendo cura del mio cambiamento

Un cambiamento, per potersi realizzare, deve essere ben motivato, sostenuto e accolto con fiducia nella nostra vita. Noi possiamo tanto, iniziamo con lo scegliere il tempo ed il luogo dove seminare il nostro coraggio, il nostro amore, il desiderio, le paure e la consapevolezza tutta. Poi una volta scelto e seminato ce ne prendiamo cura, siamo attenti alle erbacce che prontamente estirpiamo e siamo attenti anche agli inutili curiosi, preserviamo la sacralità del nostro utero d’amore. Mentre il seme cresce impariamo a pregare per trattenerci dal commettere errori, impariamo ad accoglierci perché non siamo infallibili, impariamo a riparare, impariamo a farci umili per non alimentare l’orgoglio e le sue infinite pretese. Accediamo alla sacralità del nostro cambiamento con rispetto per la nostra storia, qualunque essa sia stata. Siamo decisi a scrivere nuovi capitoli di vita e partiamo proprio da qui dove le nostre scelte passate e la nostra storia ci hanno portato. Tratteniamo il giudizio, dapprima interiormente e poi quando ci sentiamo pronti anche nelle parole e nei fatti, rendiamoci disponibili a sentirci figli della vita e sentire che il nostro essere è pienamente inserito nel progetto della vita ed in continua evoluzione. Scegliamo di vederci come genitori della nostra vita, autori del nostro cambiamento ed artisti della nostra vita e – insieme con la vita tutta – artisti anche della vita dell’universo. Ogni giorno il nostro cambiamento è più forte, senza giudizio e con gratitudine per le forze umane e spirituali lasciamo che il nostro cuore assapori la fiducia nella libertà, la gratitudine ed il benessere sublime del perdono totale per tutti e per noi stessi. Ogni istante che passa il cambiamento che desideriamo è una più grande e forte realtà, siamo grati a noi per l’impegno e l’amore che scegliamo di donarci. Buona giornata a tutti e grazie ai tanti uomini e donne speciali che donano al mondo intero il loro impegno nella ricerca di senso e per creare bellezza. Post liberamente ispirato alla Cosmo Art del Professor Antonio Mercurio, con immensa gratitudine.

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Commuoversi e Amarsi

La commozione è un sentimento forte, la contattiamo quando ci avviciniamo profondamente ad un emozione sia essa bella o meno. La commozione esprime la misura della sintonia con quella emozione, una sintonia speciale e di comprensione totale. La sperimentiamo frequentemente, frequentemente la sperimentiamo grazie ad un film ed intimamente. La commozione è la manifestazione visiva dell’essere intimamente coinvolto nella esperienza dell’altro. La commozione porta in se anche un messaggio di comunione con l’altro,  ci dice che non siamo i “soli” in modo rispettoso e con un sussurro speciale ed un linguaggio esclusivo. 

C’è una forma di commozione che è un autostrada per la nostra salvezza, ed è quella che si esprime in parole, pause, silenzi e lacrime quando raccontiamo di noi,  quando raccontiamo il tempo che è stato e sentiamo grazie al distacco degli anni quanto quel tempo è stato difficile e nelle nostre lacrime e parole di oggi esprimiamo amore e rispetto per la persona che siamo stati, senza giudizio perché non ci sono pagelle da dare. 

La commozione è un sentimento sano, non abbiamo paura a commuoverci sono lacrime di amore sano. 

 

Pensiero di chiarezza

Cit da “Illusioni” di Richard Bach –

” Se davvero vuoi eliminare una nube dalla tua vita, non devi attribuirle tanta importanza, ma semplicemente rilassarti ed eliminarla dai tuoi pensieri. E’ Tutto qui”

Abbinare al video “I benefici della Meditazione“, a tanto esercizio a liberare la mente ed a lasciar passare le nuvole nere e a tante carezze per noi e amore a profusione.

Difficoltà da Covid? Lo Sportello Counseling on line dell’Istituto Solaris è sempre Attivo.

In questi giorni molte testate giornalistiche hanno evidenziato come al termine di questo periodo c’è già un altra emergenza che bussa, quella psicologica. Sono molti tra commentatori ed esperti ad evidenziare il bisogno di un supporto. Il covid ha calato nelle vite di ognuno di noi il sentimento della paura, questa è entrata nelle nostre vite in modo per ognuno diverso. Esemplificando, è come se fosse entrata in casa nostra ed avesse aperto il nostro armadio indossando i nostri abiti. Emozioni diffuse sono senso di isolamento, ansia (quella non manca mai!!) ed un diffuso senso di irrequietezza, e paura. Questa fase richiede per tutti noi un investimento energetico rilevante.

Come spesso accade dopo uno sforzo prolungato vorremmo poter dire serenamente “Mi sento un po stanchino” (cit da Forrest Gump). E’ naturale essere stanchi, è assolutamente naturale e fisiologico. Sentire il desiderio di essere ascoltati, di una figura professionale con cui instaurare e costruire relazione di sostegno e per la crescita è un altrettanto naturale e sano bisogno. Se sentiamo questo bisogno diamogli voce, diamogli una opportunità e non solo complimentiamoci anche con noi perché ci stiamo ascoltando in modo accogliente. E’ un atto d’amore per voi stessi, parola mia!

In questi giorni leggevo di come mai come in questo periodo è stato frantumato il tabù della psicoterapia e dei percorsi di analisi o di counseling. Sotto la minaccia del covid sono cadute le paure (obsolete) legate a queste esperienze, si è volatilizzata la paura del giudizio che abbinava a queste esperienze lo spauracchio di essere giudicati (condannati forse è meglio) come dei pazzi. Molti hanno fatto outing, bravi. Non c’è nulla di cui vergognarsi in questo, anzi è bello condividere di essersi fatto un dono d’amore per se. Anch’io ho fatto il mio percorso, poi l’ho arricchito con la formazione e con la collaborazione e mi piace dire che sono in costante “percorso di crescita”. Non c’è cosa più bella che crescere, amandosi e volendosi bene.

I counselor sono figure professionali molto richieste per fare percorsi di crescita, per lavorare su se stessi ad accrescere e potenziale le proprie risorse e le proprie capacità creative, in termini pratici per essere sempre più consapevoli di se, capaci di ascoltarsi profondamente e saper prendere quelle decisioni di amore che portano beneficio, benessere e gratificazione… o se vogliamo ci fanno sentire bene. I counselor non si occupano di patologie ma di miglioramento della vita aiutando a superare momenti di difficoltà.

Prendete nota cari amici.

Come sapete io collaboro con l’Istituto Solaris che è primaria scuola di counseling di Roma, la nostra scuola ha attivato già dalla scorsa primavera un servizio di counseling on line gratuito e siamo ancora attivi e vogliamo continuare ad esserlo.

Prendetene nota, segnalatelo ai vostri conoscenti, alle persone che volete bene ed a quelle che volete dare una mano, è un opportunità. Il mio invito è per tutti di darsi la possibilità di ricavarsi uno spazio d’ascolto dedicato a se stessi, fare un pezzo di strada insieme. Perché insieme siamo più forti, e perché le paure nel dialogo e nella condivisione si smontano!

Chiamateci ok? Noi ci siamo, rimaniamo connessi!

Caro 2021 … e Grazie Caro 2020😘

Caro 2021, chissà che ansia che hai. Tutti stiamo riversando su di te delle grandi aspettative. In sintesi vogliamo che tu ci risolva tutti i problemi; la richiesta di risoluzione del problema Covid è diventata la zattera a cui affidiamo silenziosamente tante cose. Forse negli anni passati si aveva un po di timori ad esplicitare sentimenti lamentosi e rabbiosi, quest’anno invece si sono aperte le dighe. Prima i bilanci erano vari e così tutti tendevano a mettere in mostra le cose andate bene, a salvare il salvabile per far vedere che anche noi eravamo “pieni” e poi magari, in privato, rumiamo rosari di lamento (brutta abitudine!!!).   

Ora invece il coro della rabbia e del lamento è universale, seduce forte quanto le sirene per Ulisse. Dentro ci stiamo mettendo di tutto e di più, il Covid è certamente al primo posto ma mettiamo dentro tanto astio e risentimento. Credo che aleggi negli animi una incoffessata illusione ( o dsiderio) che risolvendo il Covid poi per una sorta di positivo trascinamento possano essere risolti anche tanti altri problemucci ed ostacoli. Forse nell’intimo non condiviso ma – ipotizzo – diffuso si annida la speranza  di un mega condono, in un colpo di spugna magico. Non volercene, siamo umani e ne pensiamo tante!! 

Immagino che in questo momento nel “regno degli anni” tu sia anche un po spaventato, forse stai chiedendo al 2022 se non vuole prendere il tuo posto. In tanti, sono certo,  ti stanno anche incoraggiando, ti stanno dicendo “Vai non avere paura”, ed un po anche “fregatene” tanto comunque vada non gli sta mai bene niente. 

Si è vero, chiedi al 2018 e il 2019, anche a loro dicevamo che non vedevamo l’ora che andassero via.  Come se dipendesse da voi! 

Io allora voglio prendere posizione e sono con te, sono felice che tu arrivi e ti accolgo così come sei.  Io ti do il benvenuto così come sei, come messaggero della vita che continua e ti ringrazio per questo compito che ti prendi.  Sono certo che tu sei forte, non sei il 2021 a caso, credo che ti sei preparato per tanto tempo e che le tue spalle sono quelle giuste per sostenere tutti noi nel cammino di crescita che la vita ci chiede. Io farò la mia parte, promesso! 

Ora però mi fermo, chissà quante cose avrai da fare per prepararti. 

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Caro 2020, che dire. Ti è capitato un compito gravoso e dio santo quante te ne abbiamo dette e te ne stiamo ancora dicendo. Si, difficoltà ce ne sono state, ma tu non c’entri  niente! Mi dispiace, scusa … è che siamo tutti un po nervosi. In questi giorni con la mia famiglia abbiamo iniziato a fare un lavoro di riconoscenza. Condividiamo tra di noi tutte le cose belle che sono successe ed abbiamo scoperto che ce ne sono davvero tante!! Io ti sono grato e ti ringrazio per tutto quanto ai potuto fare, mi impegno a non darti addosso ed a desistere dalla facile ed illusoria soluzione del problema facendo di te il capro espiatorio. Ti saluto, ciao grazie e … ti voglio bene.   

 

Meditazione di Louise Hay

Buongiorno cari, recentemente ho postato un video sulla preziosità della meditazione. Oggi condivido con voi una esperienza di meditazione proposta Louise Hay, una persona che ha donato all’umanità la sua esperienza ed il messaggi prezioso dell’amore per noi stessi che guarisce. In questo periodo di pausa natalizia ci si può dedicare, se già non lo facciamo, a piantare un semino di interesse verso la meditazione e farlo crescere. Buona giornata a tutti 

Gli ostacoli ( cit: Randy Pausch)

Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri.“ — Randy Pausch

Tecniche di Felicità. I° essere spietati contro il lamento.

Io affermo che per essere felici bisogna essere spietati contro tutto ciò che impedisce il permanere di questo sentimento nella nostra vita.

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Un primo esercizio è quello di essere spietati contro il lamento. Il lamento è una brutta bestia, a suo modo una specie di malsano piacere. Immaginiamoci come una mongolfiera con tante zavorre che ci tengono a terra e ci impediscono di alzarci in volo, il lamento è una grossa e pesante zavorra.

Quando ci parte il desiderio di lamentarci dobbiamo imparare a morderci la lingua ( in senso figurato 😁😁), imparare a stare zitti se necessario, a far morire dentro quel malsano piacere di “lamentarsi”. Attenzione che capiterà frequentemente che incontreremo persone che ci sedurranno con voluttuosi ammiccamenti. C’è poco da fare, bisogna essere spietati e decidere ci cambiare strada all’occorrenza, cambiare stanza, allontanarsi con una scusa, cambiare canale televisivo, disattivare gli stati whatsapp di persone che mettono contenuti che non ci piacciono, non seguire più su facebook o altri social chi alimenta questa propensione. Contro tutto ciò non c’è nessun compromesso da raggiungere. Se vogliamo essere felici, permanere nella serenità ed accrescere i risultati del nostro lavoro a volre stare bene dobbiamo per forza essere spietati contro questo velenoso compagno di viaggio.

Che dite? Io non mi lamento sono gli altri che lo fanno? Beh…valutate voi, io dico che piace a tutti … e che non ci è di nessun aiuto.

Tutto va bene per tutelare la nostra felicità sana.

Il Servizio di Counseling on line gratuito dell’Istituto Solaris di Roma

Questo periodo ha un senso? Io dico di si. Questa fase di sospensione ci vede tutti in attesa e con tante di emozioni. Sentiamo tutti la spinta primaria a trovare una soluzione, ed a fuggire il pericolo. Diciamo subito che NON è un colpa avere paura, riconosciamocelo, ci farà sentire meglio, più leggeri e meno sotto pressione.

Se lo desiderate e sentite il bisogno di un aiuto vi invito a cogliere l’ opportunità offerta dall”Istituto Solaris che ha attivo il un servizio di counseling on line gratuito. I professionisti dell’Istituto Solaris stiamo facendo dono alla vita ed alle persone della nostra professionalità.

Il servizio rivolto a tutti coloro che sentono il desiderio di essere ascoltati e accolti in questo momento di grande trasformazione sociale.
Ci siamo per sostenervi e aiutarvi a prendere nuove decisioni, quelle necessarie a trasformare la situazione di profonda emergenza, che stiamo vivendo, in un’opportunità di crescita e trasformazione personale.

Per usufruire del servizio potete:

Chiamare il numero 3519743118 oppure compilare il Modulo https://forms.gle/dwG99AZCkAa9aLNUA

Riflessione nel tempo Covid in un giorno di mezza estate. Detto tra noi…sottovoce.

*** pensieri frequenti di questo periodo. Che siano miei o percepiti conta davvero poco, sono cose dell’umano ed essendo un essere umano riconosco che in ognuno c’è anche una parte di me.

1- Ho paura che all’improvviso si riblocchi tutto;

2- Devo godere di questo periodo di libertà e voglio fare quante più cose possibili – ed in sicurezza – per prepararmi al prossimo lockdown autunnale;

3- In vacanza? Si ci vado! Me la merito e questa volta me la scelgo full optional. Anzi ci vado anche perché poi non so cosa succederà!

4- In vacanza? Oddio speriamo di riuscire ad andare e non si blocca tutto di nuovo

5- Covid? Mah…Boh, a volte mi sembra tutto uno scherzo.

6- Immuni? Si l’ho installato, ed ho visto anche come funziona e credo sia buono e utile

7- Immuni? Si è buono…ma per il momento non lo attivo. Metti che mi segnala di essere entrato in contatto con qualcuno poi risultato positivo che faccio? Dovrei attivarmi, contattare le autorità, fare controlli e metti caso che mi tocca rimettermi in quarantena?

8 – Cavolo in giro siamo veramente in tanti e mi rendo conto che le regole sul distanziamento sono saltate e comunque è difficile rispettarle

9 – Le regole di sicurezza? Si uso la mascherina, mi lavo frequentemente le mani. Ma cavolo entro frequentemente in contatto con persone e cose e a volte mi dimentico le regole

10 – Spero che tutto finisca davvero!

11-  Piano piano tutto sta passando, i contagi sono pochi

12 – In molte parti del mondo ci sono emergenze pazzesche, il mio paese sta facendo qualcosa per aiutare queste persone? Mi piacerebbe poter fare qualcosa.

13 – Desidero con forza che tutto passi, ma non voglio che rimuoviamo tutto correndo come stiamo facendo ora e dimenticandoci delle tante cose che abbiamo sentito nel lockdown, valori come la persona, i rapporti sociali, l’umanità, il rispetto per l’ambiente, l’essere interconnessi a livello mondiale, voler fare tanto per stare bene tutti.

***In questo tempo, un po’ sospeso e di certo unico e – ci auguriamo – irripetibile  non dobbiamo perdere la speranza e dobbiamo lottare con ogni forza per non cedere alla rabbia ed alla paura (che pure ci sono e sono cose umane). Quando paura e rabbia danno le carte al nostro tavolo blocchiamoli subito e scegliamo un altra partita, quella dell’amore, del rispetto per noi e le nostre tante parti e per gli altri, la speranza.

I punti/sentimenti/pensieri/riflessioni che ho indicato sono “umani”. E’ un tempo particolare, vogliamoci bene e facciamo il meglio per dare una mano al cambiamento in noi, con gli altri e nel mondo intero. Non siamo poca cosa, siamo preziosi elementi e della vita e abbiamo una grande forza.

Crescita personale: L’umiltà come strumento spirituale per riconoscere ed eliminare le pretese.

Antonio_400x400Esprimo gratitudine ad Antonio Mercurio per il dono immenso di discipline e conoscenze, fonte di ricchezza per la mia crescita personale e per il lavoro con i miei clienti. Se leggendo desiderate approfondire la tematica e se la sentite di vostro interesse sappiate che io sono disponibile e quindi potete sicuramente contattarmi e sarò ben lieto lavorare con voi anche on line. 

Per parlare del tema delle pretese mi farò guidare dal racconto del mito di Ulisse,  come narrato da Omero,  e dal pensiero di  Antonio Mercurio che nella sua opera “Ipotesi su Ulisse” ci presenta un il re di Itaca come prototipo dell’uomo che nel suo viaggio trasforma i propri veleni e fa della sua vita un opera d’arte.

orologio_interna-nuovaOk Partiamo…andiamo un pò indietro nel tempo, andiamo al tempo sempre vivo del mito.

E’ la sera prima della strage dei Proci e siamo nella reggia di Ulisse. Il re tanto atteso, cerca di dormire, sotto le sembianze di un mendicante, ma è irrequieto il suo animo e tanti dubbi lo tormentano.

Stana indecisione🤔! Eppure fino a poco prima era forte la sua determinazione e non vi erano dubbi sulla volontà di annientare i pretendenti, avidi e pieni di pretese, che gli divorano le ricchezze, gli insidiano la moglie e minacciano di uccidergli il figlio.

Eppure ora che tutto è quasi pronto ecco che il suo animo ora si agita, è ambivalente la sua decisione, … intanto nel salone i proci si divertono con le ancelle, fa fatica il suo spirito e l’eroe prega:

“CUORE, SOPPORTA! SOPPORTASTI BEN ALTRA VERGOGNA, QUANDO IL CICLOPE MANGIAVA, CON FURIA IMPLACABILE, I FORTI COMPAGNI; E TU SOPPORTASTI, FINCHE’ L’ASTUZIA TI TRASSE DALL’ANTRO, QUANDO CREDEVI GIA’ DI MORIRE”.

Ulisse si chiede anche: “Ce la farò io da solo?”

Quindi anche Ulisse ha il suo momento di svalutazione e paura. Quindi non vogliamocene quando capita anche a noi  di essere in difficoltà😀ok?

In questa tempesta interiore ecco che di nuovo Atena interviene, lo sostiene e lo incoraggia. Atena alleata di Ulisse nell’odissea,  ma Atena (ci dice Antonio Mercurio) è per noi la nostra saggezze interiore che ci indica sempre cosa è bene fare e che fa dissolvere i dubbi.  

Ma un altro dubbio più profondo disturba Ulisse, ed è quello di eliminare le pretese rappresentate dai proci.

Odissea_Ulisse_mendicanteI Proci, i giovani principi che ambiscono a prendere il posto di Ulisse, ci dice Antonio Mercurio nel suo bellissimo libro ” Ipotesi su Ulisse”,  possono essere visti come rappresentanti simbolici delle pretese che albergano nell’animo umano. Nell’Odissea i Proci sono numerosi , ci dice Omero. Tante pretendenti ci sono nella casa di Ulisse e tante sono le pretese che albergano nel suo animo ancora nonostante i mille patimenti, ci dice Antonio Mercurio.  La richiesta dei Proci di avere un successore alla guida di Itaca è legittima, a ben vedere, ma quello che ci preme ora rilevare è come a monte di questa motivazione esteriore poi ne profondo li muove un avido desiderio di divorare e depredare la casa di Ulisse e di insidiarne la sposa ed il potere.

Dopo aver tanto agognato il ritorno, Ulisse è combattuto proprio sulla linea del “traguardo”. Questa immagine ben esprime come anche per noi arrivano i dubbi sulla “soglia” del cambiamento tanto desiderato. Il dubbio si lega con il fatto che il cambiamento è doloroso e richiede di far morire (simbolicamente, sia ben chiaro) delle nostre parti e questo non sempre è facile e ci mette in contatto con le nostre fragilità. Ma come un messaggio di fiducia è nell’Odissea, la dea Atena, allo stesso modo un messaggio ed un indicatore forte di fiducia e forza è in ognuno di noi, la nostra saggezza interiore (ci dice Antonio Mercurio).

Quindi in questo cammino non siamo soli, ci vuole impegno ma è di sicuro successo.

Chissà quante sono affollate di pretendenti le stanze del nostro mondo interiore e quanto sono velenose le pretese che dentro si annidano vantando sacrosante ragioni. Le istanze dell’ “IO VOGLIO, IO PRETENDO” chissà quanti followers hanno. In tutto l’umano albergano legittime istanze di crescita, e questo è sano. Accanto a queste motivazioni sane ed in armonia con le leggi della vita ve ne sono altre che non hanno nella crescita il fine autentico ma perseguono piuttosto il desiderio di riscatto, di risarcimento costi quel che costi. Accade questo perché il dolore che sperimentiamo nella vita se non viene conosciuto, accolto e trasformato può alimentare il risentimento e questo ci devia dalla “sana crescita”; il risentimento può sedurci con miraggio che la “sana crescita” coincida con le ragioni del  riscatto, della vendetta, del tanto ambito risarcimento per il dolore patito. Pressappoco succede che questo obiettivo diviene “l’obiettivo”, e ci deruba e divora le nostre energie creative e ricchezze.

Questa posizione avvelena e depreda la nostra reggia, il luogo della nostra vita risiede il nostro potere sano e l’arte di essere signori della nostra vita, il luogo dove con saggezza decisione ed arte costruiamo la nostra potenza reale fatta di capacità di accogliere, di perdonare, di riparare e di essere costruttivi, realizzare i nostri sogni e stare bene!

Spesso inconsce e ben camuffate le istanze di “IO VOGLIO, IO PRETENDO” sono frequentemente in pole position a motivare le nostre decisioni.

unnamedLa pretesa è ogni volta che l’altro DEVE essere o fare qualcosa per noi. Così l’altro ha tante facce, l’altro è la vita,  lo stato, Il presidente del consiglio, i medici, i ricercatori che in questo momento devono trovare il vaccino, il sistema politico, i genitori, il partner,  gli amici, gli insegnanti, la tecnologia, il modem, skype, il datore di lavoro, il vicino di casa, il comune, l’amministratore di condominio ecc ecc.

Le pretese inquinano la nostra progettualità sia personale che di relazioni con gli altri e di questo è bene che ne abbiamo consapevolezza. In questo modo saremo sempre liberi e padroni della nostra vita.

Che fare allora per venire fuori da questo ginepraio di pretese? Un primo suggerimento è l’umiltà, ovvero osservare e conoscere a fondo le nostre pretese e poi rinforzare l’alleanza con il nostro Sé.

Ma torniamo al nostro eroe ed ai dubbi ed alle paure, e veniamo anche a noi.

Atena non ha mai abbandonato Ulisse anche se lui ogni tanto perde la fiducia. A

Così gli risponde Atena: ” Ostinato! ci si fida persino d’un compagno più debole, che è pure mortale e non sa tanti accorti pensieri; ed invece io sono la dea, che sempre veglio su di te in tutti i travagli. Ma ti dirò apertamente: ci accerchiassero pure cinquanta drappelli di uomini splendidi, bramosi di ucciderci in guerra, torresti anche ad essi i buoi e le pecore grasse. Ma il sonno ti colga: anche questa è una pena, vegliare, desto per tutta la notte; uscirai presto dai mali”.

Beh cari, con questo invito di Atena vi saluto e rilancio ancora l’invito a tutti  di accrescere la conoscenza di noi, delle nostre parti luminose e quelle no,  per non lasciare che le pretese divorino la nostra vita e la nostra bellezza. Come Ulisse con i Proci anche noi restiamo centrati e pronti ad eliminarle… senza esitazione. in alleanza con il nostro Sé.  Con questa centratura e le decisioni d’amore noi diverremo sempre più e sempre meglio i padroni della nostra vita e artisti della nostra vita.

Se desiderate approfondire la tematica e se la sentite di vostro interesse potete sicuramente contattarmi e sarò ben lieto lavorare con voi anche on line per fare un percorso di crescita “insieme”.

 

 

 

 

 

Crescita personale: Speranza e Paura al tempo del Coronavirus

In questo momento possiamo avere fiducia e possiamo avere paura. Se proviamo paura  vuol dire che non proviamo anche la speranza e fiducia, che sia chiaro questo ok? Rinforziamoci nella consapevolezza e nell’ accoglienza di noi nella nostra totalità nelle nostre forze e nelle nostre debolezze. Siamo flessibili e amorevoli con noi…rendiamoci disponibili a farlo…siamo esseri speciali e in questa fase consolidiamoci e affondiamo ancora di più le radici nell’amore che in noi é un nucleo immodificabile. Fatelo e se lo desiderate ricavatevi uno spazio per lavorare con un counselor.

In questa fase ricordo che l’Istituto Solaris di Roma ha attivato un servizio di counseling gratuito on line. Per accedere al servizio visitate la pagina facebook dell’Istituto Solaris oppure contattatemi qui sul blog o al n di telefono 3519743118 dedicato al servizio. Non siamo soli, aggrappiamoci alle nostre parti positve, facciamolo insieme se lo desiderate. Un saluto a tutti

Crescita Personale: Evolvere anch al tempo del Coronavirus.

In questo momento storico di tempo e spazio “particolari” ci chiediamo tutti come poter riempire il silenzio e dare qualcosa da fare alle nostre mani e pensieri. In questa fase le emozioni che proviamo possiamo permetterci di provarle, come la paura ad esempio. Se abbiamo momenti di paura possiamo permetterci di provarla, come i momenti di gioia che anche ci sono e la speranza e la fiducia. C’è tutto il mondo in noi in questo momento. Quanto sta accadendo e le emozioni che stiamo provando, proviamo a chiederci, se le provavamo anche prima del coronavirus e approfittiamo di questa grande fase di consapevolezza per accendere un faro di luce sulla nostra storia e decidere magari oggi…ora…qui e per sempre di voleci bene, di non giudicarci più, di perdonare chi ci ha fatto arrabbiare e perdonare noi per la rabbia ed il tempo perso dietro i veleni della rabbia e dell’odio.

Sto rileggendo un libro letto forse due mesi fa ” Avro cura di te” di Massimo Gramellini e Chiara Gamberale. Ho piacere di condividere con voi questo passaggio a pagina 60 “(…) Nessuno viene al mondo per contemplare la propria perfezione. Ci si arriva con un obiettivo molto più serio: evolvere. (…).

Buona giornata a tutti

Buongiorno creature speciali e speciali figli della vita

Buona domenica miei cari amici del blog. Capita di percepirci – e a volte ci mettiamo davvero – in uno stato di “attesa”. A voi succede? Attendiamo speciali allineamenti di situazioni “fuori di noi”, attendiamo che tutto sia ok. E chi decide quando è ok è il nostro giudice interiore. Che palle però… si che palle perché al giudice pare che non gli sta mai bene niente!!
Succede a tutti credo, accade agli umani. Ok ora che lo sappiamo perà facciamo un passetto oltre questa modalità molto attendista e andiamo su un piano diverso, spirituale e di libertà.
Il fatto è che noi certe nostre “cosucce” le conserviamo caramente nello scrigno delle insoddisfazioni e recriminazioni per cose che “un tempo ” non sono andate come volevamo. Ebbene…è capitato, e mo? E’ bene che facciamo luce su queste pessime abitudini per vivere meglio, stare bene ed essere sempre il più possibile pronti a creare e godere della felicità nella nostra vita. Intorno a noi si muovono cose e si creano possibilità che se mettiamo a tacere il giudice interiore allora scopriamo tanta bellezza. Noi siamo speciali e ovunque noi ci troviamo arrivano messaggi per noi, libertà e capacità creative…ovunque. Prendete la fotografia ad esempio. Io sapete la amo e un pò ci faccio a pugni. Però da un pò sto cambiando e non voglio più attendere di trovarmi in chissà quale speciale congiuntura e per far poi chissà quale foto speciale. Le foto sono dentro di noi e se noi diamo una opportunità al nostro Io Creativo esso dialogherà con il mondo intorno a noi e si creeranno speciali sinergie, la nostra disponibilità ed il nostro desiderio attira naturalmente la nostra piena realizzazione.
Questo scatto che vi dono oggi è un momento di grande gioia per me, perché mi sono fatto dono di entrare in contatto con semini di grano che stanno germogliando proprio dentro casa e che sono curati amorevolmente da mia figlia Emma…e dal sole.
Buona domenica miei cari e cantiamo la vita che ci sta attorno, essa è speciale e parla a noi e di noi in continuazione, diveniamo armonia con le leggi e le forze attrattive che percepiamo e facciamo vibrare il nostro animo artistico.
Fermiamo gli impegni e mettiamo a tacere il giudice interiore “qui e ora” perché noi siamo creature speciali e speciali figli della vita e comunichiamo di arte e di amore e usiamo gli strumenti vicini al nostro cuore…e se è una foto beh…che sia la benvenuta.
La foto oggi ha in se oltre al messaggio della vita anche una dedica speciale per una mia cara amica che compie gli anni, Concetta Maria a cui mando il mio pensiero e la mia energia, lei mi vuole tanto bene e io ne voglio tanto a lei.
piante nascita rinascita

L’Io- Rompiballe. Questo si, quello no. Quello no, questo si

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Non vi è familiare l’immagine di un bambino/a a cui non sta mai bene niente?
Se c’è luce vuole l’ombra, se è bianco vuole nero, se c’è pasta vuole brodo, se c’è pizza vuole gelato, se c’è scarpa vuole ciabatta, se c’è cartone animato vuole film e se c’è film vuole un’altro film, se c’è bici vuole palla, se c’è caldo vuole freddo, se c’è gente non vuole nessuno, se c’è scuola vuole casa, se c’è mamma vuole papà, se c’è cioccolato vuole nocciola, se c’è canzoni vuole libri, se c’è disegno vuole cantare, se c’è coccole vuole essere lasciato in pace, se c’è gioia vuole tristezza.

Vi è familiare?
Non non parlo dei bambini in senso biologico…parlo del bambino che ancora vive in noi. Non vi trovate a volte a sentire a volte come il nostro caro io bambino sta ancora nel pieno di tanti capricci e non gli va mai bene niente?
Mah…a me mi pare tanto tutto molto familiare.
Oggi ad esempi ho sentito forte il mio Io – Rompiballe😀a cui non stava bene proprio niente.

Dono e Gratitudine. Il “Grazie” che ci fa crescere

sei_uno_scrittore_11_indizi_per_capirlo_00Antefatto: “A scuola in classe di  mia figlia necessitavano di zanzariere. Una coppia di genitori avutane notizia dalle maestre o avendo captato che c’era questa necessità si sono resi disponibili all’acquisto e montaggio. Quando la notizia è approdata sul gruppo whatsapp molti genitori hanno ringraziato e molti hanno sottolineato che l’iniziativa andava condivisa nel gruppo e che ci si sarebbe dovuto far carico delle spese.”

Da qui mi è la mia riflessione sul dono e sulla gratitudine.
Come ci comportiamo quando riceviamo un dono?
Un dono è un atto, per sua natura, di liberalità da parte di qualcuno verso qualcun’altro.
Non è obbligo accettarlo, un dono infatti si può anche rifiutare.
Nel nostro gruppo ci sono stati più “grazie”, quindi assumento il gruppo simbolicamente come un individuo affermo che in ogni persona c’è un inclinazione positiva maggioritaria sul sentimento della “gratitudine” piuttosto che quella di recriminazione, che anche c’è!
Alcuni non hanno gradito e in questo mi permettono di vedere alle ns parti, più coriacee e resistenti.
time-doctor-create-blog-post-without-writing-624x423Ricevere un dono ci mette nella gioia ma ci può mettere anche in crisi (“non mi ha considerata/o – Anche io voglio contribuire – Era giusto condividere ecc ecc”).
Se agiamo la saggezza e contattiamo il dolore e teniamo per noi l’incazzatuta rinunciando alla reazione di indirizzarla verso l’altro ecco che la cosa che ci fa dolore per non essere andata come volevamo/desideravamo/ritenevamo giusto può divenire un occasione per fare un passaggio di crescita per migliorare la qualità della ns vita.
In termini generali ognuno di noi nella propria storia ha motivi di recriminazione che frequentemente ricontattiamo proprio nelle situazioni tipo queste.
Le insoddisfazioni ed il dolore oltre a farci soffrire alimentiamo le pretese e attendiamo così tutti – legittimamente seguendo el ragioni della ns mente –  di essere ripagati.
Vi svelo un segreto dalla mia esperienza: “Quel momento non arriverà mai, facciamocene una ragione. E’ solo una sega mentale. Quella precisa forma di restituzione che tanto ci seduce non arriverà mai.  E prima ce ne accorgiamo e prima smettiamo di alimentare la rabbia e le pretese che ci ingabbiano”. Come dice Antonio Mercurio scegliamo di essere felici e non di avere ragione.

In generale noi aiamo abituati a ricevere doni in situazioni convenzionali e da persone che conosciamo, accade ai compleanni ad esempio ed a natale ecc. Questi non arrivano all’improvviso e non ci “spiazzano”, sono attesi e noi ci posizioniamo già preventivamente nella disponibilità e nella “normale aspettativa” di riceverne…insomma siamo pronti.

Ma come la mettiamo con le persone che non conosciamo e per i doni che arrivano come invasioni e senza avviso alcuno? Come la mettiamo con i doni che non sono stati chiesti? Che fare quando nella pancia morde la bestia della rabbia?

Ecco il mio suggerimento e non guardare al fuori “all’accadimento in se ed a chi ha fatto cosa” bensì invito a fare un bel respiro e prendere tempo per centrarsi invece su ciò che si prova e vedere in che modo se quella rappresentazione di situazione  attinenza storica nella propria vita.

thank you text on black and brown boardDecidiamo e scegliamo di essere saggie basta farci fregare dall’orgoglio e dalle pretese, non entriamo in dinamica con le umane imperfezionid egli altri (lasciamo correre e perdoniamo loro e noi), sintonizziamoci sul sentimento della gratitudine per ogni cosa che ci viene in dono e con questo sentimento (da alimentare tanto tanto) rinforzaiamo l’amore per noi inteso anche come esser disponibili a riconoscere i tanti doni che riceviamo ogni giorno, magari anche dalla macchina di fianco che pur avendo la precedenza ci lascia strada e magari dal collega che ci offre il caffè… e rendiamoci disponibili a donare a nostra volta la gentilezza e la cura nonchè il risultato della nostra crescita affincheè possa essere di aiuto a qualcun’altro. L’arte di sentire dentro la gratitudine, di seminarcela nelle vene,  scioglie le pretese e ci apre alla ricchezza della vita, scioglie la rabbia e ci fa sentire bene.
Siamo grati ai doni, in ogni forma essi arrivano, non critichiamoli.
Siamo grati alla vita che anch’essa è un dono ( il grande dono), in ogni modo e forma essa è arrivata.
Siamo grati alla ns famiglia che ha fatto per noi il meglio che poteva.
Siamo grati a noi perchè stiamo cambiando e ci stiamo riconcependo nell’amore.
Siamo grati, siamo liberi di sentire dentro la gratitudine.
Non abbiamo paura a dire grazie, ogni grazie che diciamo e un atto di amore per noi ed è un dono che noi facciamo a noi stessi…credetemi.

Grazie ai genitori del compagnio di scuola di mia figlia per il loro dono e grazie a tutti i genitori che ogni giorno donano qualcosa.
Grazie a me che mi impegno tanto e che a volte riesco bene e altre un pò meno, e ora affermo di nuovo che mi voglio bene e che se sbaglio mi sintonizzo con il perdono per me stesso e scelgo di riparare facendomi dono della speranza.

Le foto sono prese in rete,  grazie a foto gratuite di WordPress per foto “Thank You” ed al sito http://www.sulromanzo.it per le due del bambino scrittore

Amore da sempre e per sempre

Cari tutti,
prendendo spunto da un commento dell’amica di blog Giuliana (che ringrazio) sul mio post dal titolo Buona notte con Positività_ 19 Luglio è nato in me il desiderio di riportare anche qui una mia riflessione messa, appunto, in risposta al commento.
La pubblico per utilità di chiunque la possa trovare utile e di sicuro la pubblico per utilità mia per affermare e confermare la rotta per arrivare alla meta quotidiana di un miglioramento della qualità della vita e sempre di godere della gioia … che merito e che ognuno di noi merita ogni giorno.

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“Cara Giuliana, ho inteso nella mia esperienza che amarsi è un dono che la vita ci fa sin dal nostro primo battito di vita e siamo da sempre contenuti nella potenzialità creativa positiva e piena d’amore della vita. Poi, siccome nella vita entra in gioco anche il dolore, ci capita di allontanarci dal big bang di imprinting d’ amore da cui siamo generati. Ci allontaniamo ma non perchè questo nucleo si allontani, esso permane. Accade che le esperienze si accumulano e anche esse creano storicità positiva e negativa e queste ci fanno quasi dimenticare l’amore e sono rumori che non ci fanno sentire il suo pulsare. La reattività al dolore che proviamo è una modalità di risposta verso gli altri, verso la vita e verso noi stessi e una cosa molto diffusa e frequente. Se l’altro mi ha ferito, devo fargliela pagare. Se non ho realizzato quello che hanno gli altri, o loro sono fortunati e io sfortunato oppure loro sono bravi e io non sono bravo ecc ecc ecc. Queste reazioni che in un modo o nell’altro assolvono al compito di darci una risposta del perchè e per come accadono/sono accadute certe cose. Esse, secondo me, sono forme attraverso le quali ci teniamo a distanza di sicurezza da dolori più profondi e di cui le ns reattività e ripetitività sono ambasciatori nel quotidiano e che – se vogliamo – hanno in se ( a vederle e ad averne consapevolezza) la potenzialità di poter cambiare e di poter rispolverare il ns nucleo di amore per farlo splendere imperituro e ascoltarlo. La potenzialità è che quando abbiamo consapevolezza possiamo scegliere nella libertà quale risposta assumere, se quella di amore per noi ( di perdono di qualcuno ad esempio e/o di noi stessi per non essere bravi ecc) oppure se scegliere le ragioni della voglia di riscatto dell’odio ecc.
Come capire quale è la scelta migliore?
Semplice, se quella di amarsi comunque vada e comunque sia produce benessere e migliora la ns vita beh…allora continuare.
Se la forma della reattività e del perenne mantenimento del legame con la ferita che ci portiamo dentro ci danno malessere e non producono utilità beh…quella non è una buona cosa per noi.
Buona o non Buona io la assumo nella misura in cui sono utili o no alla mia crescita ed al mio benessere ed alla mia gioia e da me al mondo fatto di persone con cui vivo e persone con cui mi relaziono a 360°. Grazie Giuliana della tua presenza e del tuo commento che mi ha suggerito questa chiacchierata con te ad alta voce e che ho desideri di pubblicare in uno specifico post tra pochissimo. Ti auguro una bellissima giornata all’insegnai di tutto ciò che tu ami.”