Correvano gli anni 2014 e 2015…e 2016. Verso le mie 50 candeline, un viaggio nel tempo in musica e eventi

1972 al 2023 verso i miei 50 anni, ogni giorno un anno da ripercorrere in musica e negli eventi di quell’anno

Non c’è due senza tre, ovvero dopo i post per 2 anni arriva quello di 3 anni. Il weekend appena trascorso è stato per me un pieno di attività legate alla mia progettualità con l’Istituto Solaris, due giorni di formazione e due giorni di stimoli belli e di crescite. Quindi caro il mio blog, cari miliardi di lettori😁😁 e caro progetto siate accoglienti e non me ne vogliate a male…ero totalmente impegnato altrove. Quindi vado per 3 anni in un post, impegnativo, e spero di saper essere sintetico al punto giusto. Prendo fiato quindi e chiudo gli occhi per far salire alla memoria e all’area delle emozioni questi tre anni. 41-42 e 43 anni…come sono andati? E che cosa ho fatto di bello…o di brutto?

In questi anni sempre più lavoro a crescere in una nuova identità professionale. Anni impegnativi in senso fisico ed anche progettuale. Collaboro con società che offrono prodotti assicurativi e finanziari e trovo, il mondo del lavoro, sempre molto stimolante perché è per me come un laboratorio in cui tante mie parti emergono e dalle relazioni con colleghi e con l’azienda traggo preziosi, e non sempre facili, stimoli ad evolvere.

Il 2014 … rullo di tamburi… nasce il mio blogggggg…Yeeeee.  Statisctiche alla mano da quando è nato il mio blog ha avuto 40.749 Visualizzazioni (grazie), 22.922 visitatori (grazieee), 2.774 commenti ( wow grazissimo), il sito è seguito da 560 altri blog…ancora grazie a tutti. In questi anni ho scritto molti articoli, molti li ho poi tolti perché non mi piacevano più, al momento sono 722 (bravo a meeee). Dai sono contento, voglio bene a questo spazio e mi piace prendermene cura.

In questo anno insieme con una mia collega mettiamo in piedi e realizziamo un ciclo di eventi che si ispira al mito di Ulisse così come ce lo propone Antonio Mercurio nel libro “Ipotesi su Ulisse”. Il titolo era “Cosa farebbe Ulisse al posto mio?” ricordo ancora con soddisfazione tutto il percorso che abbiamo fatto insieme alle varia persone che hanno partecipato agli incontri.

All’orizzonte mi si prepara un nuovo cambiamento professionale.

Il 2014 è anche l’anno in cui i Foo Fighters pubblicano The River

Il 2015, come dicevo, approdo ad un nuovo lavoro e questo cambiamento devo dire si presenta con nuove, ed inizialmente impreviste, opportunità.

E’ un periodo della mia vita in cui sono molto appassionato di fotografia, poi negli anni il mio rapporto con la macchina fotografica è cambiato e devo dire che mi sono un po’ impigrito. Ogni tanto ancora la mia reflex mi guarda come dire “che facciamo? Usciamo a afre un giro?”. Questo è uno degli scatti a cui sono più legato e che ancora – a distanza di anni – lo utilizzo.

E visto che è tutto un turbinio di colori ecco che sempre nel 2015 collaboro con i direttori dell’Istituto Solaris alla scrittura della chiave di lettura per il XXXI° seminario di Cinematarapia. Il film di quel seminario era Rapunzel ed il tema proposto “Ad occhi aperti. Usiamo il perdono e la riparazione per accedere ad una nuova visione.

A guidare la macchina dell’oggi scruto nello specchietto retrovisore sugli eventi di questi anni le fasi embrionali e drammatiche del conflitto che invece oggi è cruento tra Russia e Ucraina e produce molti morti e dolore. Proprio in questo momento mentre scrivo leggo sui giornali on line di “incontri” tra leader di super potenze che mi viene rabbia a pensare (da una parte e dall’altra del mondo) a come siamo ancora instupiditi e non “immunizzati” al virus dell’odio e della volontà di dominio.

Il 2016 andiamo a farci un bel viaggetto a Venezia, il ricordo di quei giorni è agrodolce in me. Ero pieno di gioia perché avevamo saputo da poco che c’era un figlio/a in arrivo.  Poi purtroppo abbiamo dovuto fare i conti un aborto spontaneo. Si, succede è frequente! E anch’io me lo sono detto e ce lo siamo detti. Ma non pensavo facesse così maledettamente male. E ancora mentre scrivo fa male. Ho sempre pensato che si sarebbe chiamato Benedetto o Benedetta, non so perché ma in quei giorni e per tutto il tempo che è durata ho sentito questo nome dentro ed avevo una gran forza.

Ma la vita – a volte – non va come vorremmo noi e c’è sempre un identità nuova da acquisire mi ha insegnato Antonio Mercurio. Più cerco di rimuovere e più famale. Il dolore ha la sua dignità e solo riconoscendolo sento ogni volta che si può trasformare. Quel giorno noi abbiamo perso un figlio e mia figlia un fratello o sorella. Era già con noi e … lode a lui per il tempo del suo progetto.  Una prova importante per la mia famiglia.

In quello stesso mese conseguo il diploma da Cinematerapeuta. Ora essendo che questo diploma è esclusiva dell’Istituto Solaris ed essendo io il primo diplomato nei fatti ho un primato. No, vabbè, a parte il primato sono felice.  E’ un bel giorno caldo e ho dentro di me “tutta” la mia famiglia.

La mia tesi di diploma è basata anche sulla scrittura di una chiave di lettura di un film, il film che io ho scelto è “Frozen, il regno di ghiaccio”. Ho ancora negli occhi la meraviglia di quando siamo andati con Emma a vederlo al cinema e di tutte le volte che lo abbiamo rivisto a casa e abbiamo ballato, cantato e interpretato i brani canzoni….e poi abbiamo anche realizzato una nostra autentica e irripetibile danza. … Siamo troppo forti. Beh il brano di quel tempo è:

Incontriamoci in modo autentico.

Dico una banalità, lo so, ma mi serve per fare un passo verso la fissazione di un emozione. La tecnologia ha ridotto e in molti casi annullato le distanze, o almeno quel senso di “lontananza”(questa è la banalità). Nelle relazioni con le persone la “lontananza” assolveva un compito “anestetizzante” verso i temi e gli ostacoli che si frapponevano tra le persone. Una sorta di mutua intesa benedetta dai kilometri e dai rudimentali strumenti di comunicazione facevano si che alla fine ci si interessava allo scambio di telegrafici “Io sto bene e mi auguro lo stesso di te”.

Oggi però questo anestetico è stato superato e abbiamo un opportunità di “incontro” con l’altro. O almeno se non ci “incontriamo” non c’è l’alibi della distanza.

Quindi oggi è più facile? Magari, mi verrebbe da dire. Oggi è un bell’impegno “l’incontro” chiede tanta capacità di conoscenza di se, desiderio di evolvere e di dare un senso alle relazioni. Nel pratico siamo chiamati a conoscere le nostre emozioni e saper dare ad esse un nome, così che possano essere con noi nella relazione di incontro con l’altro e con le sue emozioni. Il far finta di niente, ed il lasciar correre sempre più è una strategia di breve termine. Ci vediamo e ci sentiamo spesso quindi già che ci siamo prima o poi diventa necessario presentarci e essere autenticamente noi stessi con le nostre potenzialità e i nostri limiti, il nostro straordinario essere persone che insieme con le altre cose hanno anche un ruolo nel grande progetto della vita e che, ci piaccia o meno, assolviamo scegliendo di essere pienamente noi stessi con tutta la nostra storia, con tutti i nostri sogni, con i toni chiari e quelli scuri, con i sorrisi e non, pienamente inseriti nella vita ma che ci dobbiamo dare da fare – trasformare gli ostacoli e i dolori che ci bloccano – e splendere della bellezza della nostra autentica progettualità profonda, l’essere energia che sorride intorno ad un immagine di noi, che sogna e realizza che sa armonizzare … e lo fa

Hai un tema o un emozione che ti ostacola? Ecco il mio dono per te: “Un incontro di Counseling gratuito”.

Quando siamo piccoli ed entriamo in contatto con il dolore una risposta diffusa è quella di voler dimenticare.

Invochiamo il dio del tempo e chiediamo che gli anni passino velocemente e la distanza dal dolore aumenti a tal punto da non riuscire più a vederlo.

Per ognuno, poi, nel corso della vita può  capitare di entrare di nuovo in contatto con quel dolore, magari in un contesto diverso e con persone nuove.

Oggi il counseling è una opportunità per accrescere la nostra consapevolezza e potenziare le nostre qualità decisionali. Una opportunità per superare le difficoltà con slancio nuovo e nuove risposte.

Invito a fare esperienza e approfondire questa possibilità, fatevi il dono di una prova. Io sono disponibile per incontri in tutta Italia (fuori Roma necessariamente on-line).

Per contattarmi potete scrivermi a scrivimi@dazeroainfinito.com oppure chiamami o al numero 3383003312.

Buona opportunità a tutti.

“…E siccome loro NON?… Beh allora Io…”. Parte 2. Inizia un’epoca nuova.

Meritiamo di godere della pienezza del nostro essere e di attuare l’opportunità di costruirsi una vita all’insegna di valori altri, nuovi, godere della pienezza dell’essere. 

Bentrovati, e spero abbiate letto il post dal titolo “…E siccome loro NON?… Beh allora Io…”,  se non avete ancora fatto beh…fatelo ok?

Siamo in un tempo epocale, stanno accadendo nel mondo eventi che segnano un epoca.  Passano sopra le nostre teste trasformazioni sociali e relazionali radicali, e le parole stanno scolorendo e sbadigliando. In questo momento storico di conflitto l’uso della parola “atomica” avviene con una tale frequenza che se dovesse (ci auguriamo di no) ricomparire il fungo mortale in qualche parte del mondo “forse” ci troverebbe già pronti e assuefatti.

watch-dealers-g25635f5db_1920E’ tempo di far suonare la sveglia, svegliarci. Le nebbie della posizione rabbiosa ci seducono, da una parte, e dall’atra ci imprigionano e ci fanno rischiare il naufragio.

Se abbiamo fatto – e continuiamo a fare – i conti con il tema trattato e che riassumo qui con la parola “reattività” allora la domanda che vi pongo è : “Vogliamo fare un passaggio epocale nella nostra vita? ”

Si “epocale” perché si tratta di passare da una dimensione all’altra “in toto”, uscire dal medioevo delle nostre rabbie e entrare nell’ rinascimento della vita libera.

La reattività ci tiene in prigione, questo deve essere ben chiaro. Il tema, se lo conosciamo, anche se magari non vogliamo ammetterlo. Lo abbiamo sperimentato da anni nelle nostre vite. Ma se vogliamo “oggi è un giorno nuovo”. E’ oggi la nuova epoca in cui possiamo e dobbiamo entrare, perché vogliamo tutti legittimamente  stare bene ed essere felici. Cambiamo l’assunto di base dal noto “voglio avere ragione” al “voglio essere felice”. No, non sto chiedendo a nessuno di svilirsi e non è nemmeno un atto di resa passiva e vigliacca, nulla di tutto questo. Vi sto chiedendo solo di spostare il baricentro da un obiettivo all’altro. Il dolore che ciascuno di noi ha provato – e prova – per le frustrazioni merita dignità e rispetto e io lo riconosco. Allo stesso modo riconosco che ognuno di noi merita di godere della pienezza di Sè e di attuare l’opportunità di costruirsi una vita all’insegna di valori altri, nuovi, e godere della pienezza dell’essere.

“La pienezza dell’essere è una novità continua di essere.(..) Appare ritmicamente, come il giorno e la notte, e si accresce all’infinito. Non ci può essere esperienza della pienezza dell’essere per chi non ha ancora deciso di lasciare l’utero e di nascere pienamente al mondo della realtà”. ( Le leggi delle vita di Antonio Mercurio)

Per fare questo passaggio dall’utero alla nascita, accedere all’epoca nuova, dobbiamo metterci ben saldi ok? Non è un giochetto, ho parlato non a caso di cambiamento epocale. E’ bellissimo anche se certamente richiede impegno. Siete pronti? Fatemi sapere in qualche commento se ci siete…ho gran voglia di andare avanti e proporvi anche qualche strumento per entrare in questa nuova era della pienezza di noi.

Al prossimo articolo quindi, e scrivetemi…che mi fa sempre tanto piacere. Grazie a tutti e uno speciale a Raffa per il commento ed il contributo al precedente post.

Musica per questa fase… Learn to Fly dei Foo Fighters

“…E siccome loro NON?… Beh allora Io…”. Prigionieri della rabbia.

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“Prima di leggere (e mi auguro lo facciate in tanti) vi chiedo sin da ora il dono di un secondo del vostro tempo per dare una risposta nei commenti alla mia domanda finale.

(…) … E siccome loro NON…allora Io … (…)”. Eccolo qui, l’inizio e i pilastri su cui si sviluppano molta parte della narrazione di tante vite.

Lavoro su me stesso a per crescere ed evolvere, lo stesso e da anni faccio con i miei clienti. Vogliamo tutti crescere, migliorarci, e questo è legittimo e buono. Continuiamo a lavorarci.

Chi sono “loro”? Loro sono i nostri genitori, i nostri partner, i nostri fratelli, i nostri datori di lavori, i nostri amici, i nostri governanti, i nostri insegnanti, ma anche il nostro meccanico … idraulico, sacerdote, parrucchiere ecc ecc. Insomma “Loro”!

Un tempo ciascuno di noi ha fatto esperienza con i limiti di “loro”; e quando non siamo stati gratificati … “Beh allora Io (…)”. E’ stato un tempo remoto e forse non ne abbiamo coscienza, poi a ben vedere ce ne sono state altre e di queste (a cercare con attenzione) la coscienza è maggiore.

Qundi “A ciascuno il suo” motivo di arrabbiatura, ed ognuno i propri “loro” che ce le fanno vivere e/o rivivere.

Dal momento che “loro NON hanno fatto, detto, pensato, evitato, dato, deciso, ecc ecc” potrebbe ( uso il condizionale ma io ne sono certo) essere partito un ritmo narrativo che si struttura sull’… “Allora Io …” non voglio, non faccio, non dico, sono arrabbiato, merito giustizia, non perdono, non sono contento, non so fare e quindi non faccio, non so pensare, non sono bravo come gli altri, prima tu devi … ecc ecc.

Risultato? Siamo bloccati credetemi, e persi in un labirinto.

Se sentiamo che questo palinsesto narrativo ed esistenziale ci appartiene non colpevolizziamoci troppo, è una reazione umana. Ciò posto, tuttavia, ritengo per la nostra crescita che non dobbiamo nemmeno giustificare la permanenza ” oggi consapevolmente” in questa dinamica. Quindi basta e stop! ok?

Stop perchè questo impianto è insieme aggressivo ed autoaggressivo, avvelena il nostro presente ed è una zavorra per il nostro futuro.

“Loro…loro…loro…loro. E un ritmo incalzanti e ispira narrazioni e “seghe mentali” che ci eccitano da morire, diciamocelo”.

Il dolore per la frustrazione che i limiti di “loro” ci hanno fatto sentire merita rispetto e serietà, meritano il giusto riconoscimento la giusta posizione di accoglienza e di elaborazione. E un lavoro difficile e faticoso, fa paura … ma è un fatto UMANO e non dobbiamo spaventarci o rimproverarci o punirci (o almeno non più di quanto abbiamo fatto e facciamo).

Cosa ci frega? Ecco un gruppo abili fregaioli.

  • Ci frega l’orgoglio. Ci frega se non lo conosciamo bene e non lo curiamo con l’umiltà.
  • Ci frega il lamento. Se non lo riconosciamo autenticamente e non decidiamo di sperimentare il vuoto.
  • Ci frega la nostra mente. Se non riconosciamo il modo con cui narra la “solita storia” per il solito obiettivo di “rivalsa”.

Come uscire dalla prigione che ci siamo costruiti.

Vorrei dirvi che c’è una bacchetta magica ma non è così. Ma vi dico come faccio io e come lavoro con i miei clienti.

Per oggi mi fermo qui con una domanda: ” Vi ci ritrovate con me i questa esposizione?

A continuare poi passeremo al “Come liberarci”.

A proposito “di ritmi incalzanti ed epiche narrazioni e “seghe mentali” che ci eccitano da morire, diciamocelo”. Più o meno la colonna sonora potrebbe essere questa (buon ascolto).

Il senso di tutto

Dimenticanze, omissioni, ritardi, conflitti interiori ed esteriori, salti di gioia e quant’altro ancora assumono una rilevanza speciale nella nostra vita. Il passaggio che “valorizza il tutto” è proprio quello della posizione di “senso” o meno che noi vogliamo prendere rispetto alle tanto famose “cose della vita”. Dimenticare un impegno importante ha un senso eccome! Si può far passare la cosa come sbadatezza o risultato del “corri corri”. Si, si può! Si può anche scegliere di cercare il senso delle cose. E cerca cerca poi magari, ad essere centrati e tenaci, poi il senso si trova. Allora una dimenticanza può accendere un faro di consapevolezza su un ostacolo interiore come la paura, ad esempio, di entrare in una situazione per le valenze pratiche e di scelte che ne consegue. Perché mi accade questo? Rispondo dicendo che il motivo è quello di emergere a coscienza un aspetto di se, e non è una sciagura (certo lo si può vedere anche così, se si vuole), io invito a vedere invece tutto come un contenitore di senso e significato, pieno di messaggi e indizi per noi, pieno di inviti a crescere. Quando una cosa accade e ci trova svegli beh allora possiamo essere persone nuove, nuove posizioni interiori e nuove decisioni…quindi nuova vita…e buona vita.

Divenire Artisti della propria vita. Regola 6 ”Accettate la notte oscura”, da: “Le Regole per la Navigazione Notturna degli Ulissidi” del prof. Antonio Mercurio

Da ciò che decidiamo di vedere, fare e pensare dipende la qualità della nostra vita.

Da ciò che decidiamo di vedere, fare e pensare dipende la qualità della nostra vita. Come ci poniamo quando tutto ci appare perduto, come la speranza ad esempio? Non è facile, ma tentiamo un passaggio ok?  Questo tempo storico di pandemia e conflitti ci pone di fronte al nostro rapporto con le cose della vita che non vanno come noi vorremmo, ci fanno percepire in una notte oscura di impotenza e minaccia. Cosa possiamo fare noi? Noi possiamo lavorare a creare dentro di noi, con gli altri e la vita un sistema valoriale che ci piace e ci fa stare bene. Non dobbiamo arrenderci, possiamo fondere l’oscurità che ci entra dentro quando siamo in conflitto con noi stessi o con qualcuno. Penetrando il buio possiamo uscirne. Noi siamo luce e abbiamo il potere di scegliere che posizione “interiore” darci e che rotta tracciare per la narrazione della nostra evoluzione. Combattere contro il dolore non lo cambia.  In questo momento storico siamo in tanti ad esprimere sentimenti di stanchezza e di opposizione verso restrizioni e conflitti, vogliamo che finisca questo ciclo. Come artisti della vita, e della nostra vita, scegliamo di imparare a guardare tanto dentro di no per scorgere i punti luminosi ed i sentieri del cambiamento. Mettiamo un limite al lamento ed alla recriminazione, in parte fisiologica e frutto di stress accumulato. Non siamo nel “disinteressarsi” anzi siamo in un area di massima azione, ovvero lavorare profondamente per noi e per la vita stessa. Scegliamo di essere come gli artisti chiamati a creare “qui e ora”, in questo momento storico, le opportunità di trasformazione e agire la saggezza e l’arte di costruire la nostra visione esistenziale profonda. Prendiamoci cura dei nostri progetti e delle relazioni, liberiamoci come maghi dai lacci dell’odio, riconoscerlo in noi e disinnescarlo dandoci un progetto d’amore che ci libera e di permette sempre di riparare. Impariamo a vedere oltre il buio, a contattare la luce anche ad occhi chiusi, e fare gli artisti, anche se piangiamo ed abbiamo paura, e non le vittime.  Regola breve, come ascolterete, ma piena di sostanza. Perché sappiamo che possiamo farlo e non c’è altro da aggiungere.

Buon ascolto e buona luce a tutti

Conoscere le ragioni dell’odio per risolvere i conflitti ed essere felici

Di chi è la colpa? Quando c’è un conflitto è questo uno degli interrogativi a cui sentiamo di trovare una risposta. Ne ha bisogno la nostra mente per non soffrire troppo, ovvero per dare un senso a ciò che nel conflitto appare nebbioso e ci minaccia. Credo che inconsciamente ognuno tende a patteggiare per l’una o l’altra parte e penso che le motivazioni di tale – intimo – posizionamento abbiano un corrispettivo esperienziale da ricercare nella storia delle persone. Potremmo così accorgerci che i nostri motivi di astio e risentimento per non esserci, ad esempio, sentiti amati o riconosciuti come meritavamo magari ci fanno patteggiare con coloro che stanno rivendicando qualcosa di simile. Questo chiaramente a prescindere dalle ragioni di un conflitto che la storia probabilmente non saprà mai descrivere in modo obiettivo, ma ci saranno diverse versioni e diverse verità. Di chi è la colpa quindi? Partendo dalle nostre ragioni di risentimento, sento che presto ci ritroviamo a contattare le posizioni interiori intorno al sentimento dell’odio. Il nostro Odio spesso tenuto nascosto e che affonda le radici nel passato atomico delle nostre sofferenze percepite i subite. Seguendo i fumi velenosi dell’odio potremo vedere le sue azioni nella nostra vita, lo potremmo trovare ad esempio nel non amore e riconoscimenti che noi stessi non ci diamo, fermi nell’attesa e nella pretesa che arrivi il giusto risarcimento. Vi svelo un segreto, non ci sarà mai risarcimento l’unico a pagare siamo noi che ipotechiamo su queste follie risarcitorie la nostra vita. Rendiamo gli onori al nostro passato e deponiamo quelle armi. Lo so, non è facile assumersi la capacità di odiare, ed è questo forse uno dei motivi per cui cerchiamo fuori il colpevole, per non soffrire certamente e per non mettere le mani a fondo nel nostro dolore che tanto ci fa male Ma è il tempo di sanarlo, di liberarci, trasformarlo imparando a riparare verso di noi attraverso le azioni concrete del prendendoci cura sempre più e sempre meglio del nostro progetto. Quale progetto? Beh, certamente non quello di stare pronti con il fucile spianato in attesa del risarcimento. Probabilmente il nostro progetto lo abbiamo chiuso a protezione in uno scrigno nel profondo in un bunker del nostro cuore. Andiamo a liberarlo, ok? Partiamo con il riconoscere le ragioni del nostro odio che inquina la nostra vita e alimenta i rovi spinosi intorno al nostro progetto. Come fare? Iniziamo intanto a fissare questo obiettivo, rendiamolo palese alla nostra volontà cosciente. Poi rimaniamo svegli nel quotidiano per conoscerci meglio, imparare acaptare i fumi velenosi dell’odio con il suo corteo di pretese e ragioni assolute. Chiediamoci ogni volta se vogliamo avere ragione o se vogliamo essere invece felici. Scegliamo di liberarci e stiamo certi che dallo scrigno sentiremo pulsazioni di vita e di evoluzioni speciali e ci alimenteranno ogni giorno. Ci innamoreremo di noi e sapremo, al prossimo conflitto che ci troveremo ad affrontare, che la motivazione profonda e soprattutto la soluzione ha un noi una buona opportunità di risoluzione. Sarà impegnativo ma sarà anche bellissimo come bella e la libertà.

Conquistiamoci

All inizio di un cammino di ricerca (e di crescita) siamo agevolati dalla fortuna del principiante ma poi alla fine ci vuole la prova del conquistatore.

Buongiorno a tutti.

E’ dura la consapevolezza di essere più fighi di come siamo abituati a vederci. Vi ci trovate? Ci facciamo un mazzo per crescere e poi magari accade che quando siamo alla meta ci prendono i tormentoni, i dubbi. Possiamo essere grati a questa consapevolezza MA SOLO per apprendere il messaggio di trasformazione. Ovvero noi possiamo sfondare la membrana che ci avvolge, fatta di paure e svalutazioni, sensi di colpa ecc. Sfondiamola e lasciamola, salutiamola questo dobbiamo fare. Non guardiamoci indietro, che è un attimo ritrovarsi avvolti l’anima dal senso di colpa. Andiamo avanti, piangiamo se lo desideriamo. Nascere è doloroso, rinascere anche. Ma anche non nascere, lo è. Quindi sfondiamo amici miei, che siamo molto ma molti più fighi di quanto pensiamo. Mostriamo il nostro valore, ce lo meritiamo.

Cit liberamente ispirata da “l’Alchimista di Coelho”: All inizio di un cammino di ricerca (e di crescita) siamo agevolati dalla fortuna del principiante ma poi alla fine ci vuole la prova del conquistatore.

Buona giornata a tutti e buone conquiste.

Divenire Artisti della propria vita. Regola 4 ”Fissate i punti cardinali” da: “Le Regole per la Navigazione Notturna degli Ulissidi” del prof. Antonio Mercurio

I nostri valori i nostri punti cardinali spirituali di connessione con la nostra natura profonda e con il nostro posto nel mondo.

Il nostro viaggio ha bisogno di coordinate, in questo caso valori a cui riferirsi per ritrovarsi nelle burrasche dell’anima. I valori spirituali – cosmo artistici – che ci indica l’autore sono l’Amore, la Verità, la Libertà e la Bellezza e non aggiungo altri rispetto a quanto sentirete ben esposto nell’audio. Aggiungo una sola riflessione personale  sull’importanza dei riconoscersi e darsi  dei valori in cui credere e in base ai quali costruire la nostra esistenza. Ascoltiamoci profondamente e senza giudizio alcuno,  approderemo nello spazio sacro  di dialogo profondo ed intimo con la nostra natura profonda. Qui troveremo e sentiremo la melodia autentica dei nostri valori  intonati con il progetto che ci siamo dati. Alcuni valori che sento importanti per me: Essere giusti con noi stessi, essere sinceri, essere fedeli al nostro progetto d’amore, essere accoglienti con le nostre debolezze e con le fragilità degli altri. A voi i vostri, tutti benvenuti.

I nostri valori i nostri punti cardinali spirituali di connessione con la nostra natura profonda e con il nostro posto nel mondo. I nostri valori sono guide nel cammino, stiamo pur certi che non perderemo la rotta e il coraggio non ci mancherà. In qualunque circostanza, e ostacolo,  sotto qualsiasi forma si presenti, i nostri punti cardinali di valore sapranno indirizzare la nostra mano, il nostro pensiero e le nostre parole.   Buon ascolto e buon arte, amore e saggezza a tutti. 

Il perdono è buono…

  1. Perché ci serve
  2. Perché ci libera
  3. Perché ci aiuta
  4. Perché è necessario
  5. perché è una vittoria
  6. Perché è importante
  7. Perché libera il nostro cuore
  8. Perché siamo grandi persone
  9. Perché sappiamo farlo
  10. Perché è “prendersi il potere nella propria vita”
  11. Perché è una specialità umana
  12. Perché ci rende sorridenti
  13. Perché ci fa sorridere in modo speciale
  14. Perché ci fa belli
  15. Perché ci fa splendere
  16. Perché ci aiuta a evolvere spiritualmente ( da: https://rivaombrosa.wordpress.com/. che ringrazio)
  17. (…)

E tante altre cose sono sicuro potrete aggiungere anche voi. Potete inserirle nei commenti e io allungherò la lista anche con la vostra forza.

Un abbraccio a tutti

Divenire Artisti della propria vita. Regola 3 ”Correggete la rotta giorno per giorno” da: “Le Regole per la Navigazione Notturna degli Ulissidi” del prof. Antonio Mercurio

Come acqua di torrente ci è utile apprendere l’arte dell’essere fluidi,  disponibili e accoglienti verso le nostre fragilità. Così centrati siamo pur certi che troveremo sempre in noi un quantum di amore e di coraggio per cambiare percorso, a cercarne di nuovi, a crearne di nuovi per andare avanti e superare gli ostacoli. La meta che ci siamo prefissi di raggiungere è ambiziosa, ce la meritiamo e possiamo attuare decisioni di cambiamento, forti e decise. Come nel mare le correnti marine e i venti possono far deviare dalla rotta fissata ecco che allo stesso modo, ci dice Antonio Mercurio, nella vita bisogna conoscere a fondo il nostro animo per scoprire e bloccare sul nascere le decisioni dettate da volontà di dominio, da pretesa orgogliosa o da progetto vendicativo (per dirne alcune). Queste motivazioni ci fanno deviare dalla rotta e naufragare. La reazione al dolore produce rabbia, e come rivalsa pretendiamo di essere risarciti. Le pretese alimentano i veleni nel nostro animo e questi ci allontanano da noi stessi. Non è facile, ma noi siamo coraggiosi, e decidiamo di  imparare ogni giorno delle nostre pretese quando compaiono. Lo dobbiamo fare non per amore poi stessi. La nostra meta non è la rivalsa, la nostra meta è la creazione di bellezza nella nostra vita.  L’umiltà è un valore prezioso e alleato in questo percorso; lo scorso mese l’Istituto Solaris mi ha fatto dono delle pubblicazione di un articolo proprio sul valore dell’umiltà nel messaggio  di Antonio 

Buon ascolto

Per la foto grazie a Gerd Altmann da Pixabay

Divenire Artisti della propria vita. Regola 2 ”Fissare la rotta” da: “Le Regole per la Navigazione Notturna degli Ulissidi” del prof. Antonio Mercurio

La meta è invisibile fino a quando non viene raggiunta. Sono tanti gli obiettivi che tutti ci prefiggiamo e che ambiamo a raggiungere, di benessere, di realizzazione, di coppia, professionali ecc. Eppure tutti questi obiettivi saranno visibili nelle loro forme solo una volta raggiunti. Ciò non ci impedisce però di pianificare e, per dirla con le regole, di “Fissare la rotta”.  Fissiamo la rotta centrandoci sull’ascolto profondo del nostro progetto, sentiamo l’intima connessione con noi. I primi marinai osservavano a lungo il cielo da terra, prima di prendere il mare,  e così stabilivano le connessioni tra la meta che si erano prefissati e la stella polare (che è fissa) . Antonio Mercurio ci propone di avere il nostro Sé personale come stella polare e di trovare la connessione tra la meta che ci siamo prefissati ed il nostro Sè per tracciare la rotta in modo sicuro. Come i marinai con le stelle così anche noi dobbiamo imparare a conoscere il nostro Sè, la fonte di amore immodificabile e il nostro progetto, per fissare in sicurezza la rotta. 

Grazie per la Foto a FelixMittermeier da Pixabay

8 regole d’oro per vincere la Rabbia. Viva Noi e le nostre scelte d’Amore.

Cari miei, sapete io non ho ancora trovato una sola persona “arrabbiata” e che – in base al suo racconto – non avesse poi ragione ad essere arrabbiata.

Lo stesso vale per noi stessi, quanti romanzi da una sola “incazzatura”, e quanti dettagli e trame fitte fitte… quante pippe mentali. Ma anche STOP, direi!!.

Che fare? Ad un certo punto la vita (la nostra vita) ci chiede di decidere che posizione avere rispetto alla rabbia. Come fa a chiedercelo? La richiesta arriva frequentemente attraverso il disagio ed il malessere. Richiama in questo modo la nostra attenzione, ci mette davanti allo specchio e ci chiede: ” Questa rabbia ti aiuta a star bene ed essere felice? E’ questo che vuoi?

Per rispondere ci si può prendere anche del tempo, tutto quello che serve.

Se la risposta è “Si” allora continuate pure. Se invece è “NO” beh…allora mettiamo un “punto” al nostro racconto ed andiamo a capo. In un modo o nell’altro siamo liberi nella scelta.

Apprendiamo l’arte del RI-DECIDERE che farne della rabbia.

La rabbia ha una parte sana. Penso ad esempio a quando utilizziamo la forza e l’energia in essa contenuta per rinforzare i nostri talenti e che si traduce in impegno, perseveranza, anche chiedere aiuto. In sintesi è una cosa positiva quando è usata per decidere di mettere da parte le scuse e realizzare la nostra vita.

La rabbia invece non è sana, ed è solo distruttiva, quando diventa motivo di vita, ovvero quando sostituiamo il desiderio di rivalsa al nostro progetto autentico. Questo provoca sofferenze, sia chiaro! La gratificazione da rivalsa (la famosa vendetta) è un miraggio che ci porta alla deriva in compagnia di “ulteriore rabbia” e “ulteriori progetti di rivalsa”.

La rabbia è un veleno da eliminare. E’ come un boomerang, e ci ritorna indietro sotto forma di giudizio, sensi di colpa e rabbia, appunto, verso noi stessi.

Che fare allora? Ecco dei miei semplici e potenti consigli:

1- Prima cosa “non raccontiamocela più“. Tutti intimamente sentiamo quando la narrazione è diventata lunga e ripetitiva, sterile e mortifica. Ecco quando ci arriva questa percezione diamogli valore,  è il momento di “finirla”.

2 – Seconda cosa “diamo valore alla vostra decisione”. Ergiamo la decisione di “farla finita” a totem del nostro progetto d’amore, a onore della nostra grandezza. Rendiamo visibile e diciamolo al mondo intero ” Oggi è il giorno glorioso dell’avvento dell’amore nella mia vita”.

3- Terza cosa “siamo grati”. Si,  siamo grati a noi stessi per aver ascoltato e dato un senso a quel senso di malessere che vi ha nauseato in modo insopportabile. Siano grati per esserci resi disponibili ad ascoltarci ascoltarci profondamente. Siamo grati per aver scelto di parlarne con qualcuno e/o di esserci farci aiutare, siamo grati perché ci siamo scelti come protagonisti della  vita ed avete tolto alla “rabbia” il microfono.

4 – Quarta cosa “siamo gentili”. Si, pratichiamo la gentilezza con noi stessi quando ci riparte il loop. Seminiamola ogni giorno nei nostri pensieri e nelle nostre intenzioni. Pratichiamo la meditazione e facciamo in modo che la rabbia non trovi appigli sulla nostra anima per attaccarvisi. Siamo gentili sempre!

5 – Quinta cosa ” siate amorevoli”. Non siamo perfetti, pratichiamo accoglienza verso di noi e le nostre debolezze  fragilità. Andiamo bene così come siamo.

6 – Sesta cosa ” Siamo innamorati pazzi di noi stessi”. Perdoniamoci gli errori, facciamoci sempre il dono della possibilità di riparare, abbracciamoci, sorridiamoci allo specchio, siamo leggeri e morbidi. Voltiamo le spalle al corteo della rabbia quando lo sentiamo arrivare, siate signori della nostra vita e possiamo farlo.  Ce lo meritiamo.

7- Settima cosa ” Facciamoci un mondo di complimenti”. Si, ogni giorno. Ogni volta che ci  svegliamo nella consapevolezza della nostra libertà, ogni volta che notiamo la rabbia insinuarsi in parole e pensieri e scegliamo di essere gentili e amorevoli con noi e gli altri. Facciamoci tanti complimenti anche se arriviamo in ritardo e ci siamo già arrabbiati, non fa niente complimenti comunque perché siamo vivi, umani e imperfetti. Perdonatevi, riparate, ricominciate.

8- Ottava cosa ” Sentiamoci grandi”. Si, perché lo siamo! Gonfiamo il vostro petto d’amore per voi, ogni momento. Siamo fieri di noi per le nostre scelte e decisioni.  Godiamo della Nostra grandezza che è bella e luminosa.

Un grande abbraccio a tutti.

Vivere le vacanze con amore

In vacanza non dimentichiamo di portare la cosa più importante, noi stessi.  

Siamo in un momento storico particolare. Le vacanze sono nei pensieri di tanti. Il periodo di graduali riaperture stimola le pianificazioni. Beh, allora prepariamoci per stare bene ed essere felici. 

I periodi di vacanza sono speciali, in piccolo anche i weekend. Li attendiamo per ricaricarci, li attendiamo per riposare e per “fare altro e per fare tutto”. Già…fare altro. Vi sarà capitato di sentire dire, o di dire frasi del tipo: “la prima settimana serve solo per organizzarsi”, e ancora ” ci vorrebbe più tempo “. Non di rado i primi giorni si vive, anche, un senso di confusione .

W le vacanze!! Eppure possiamo goderne sin dall’inizio. Seguitemi.

Arriviamo ai momenti vacanzieri, non di rado, sbilanciati e tendenti allo “sbrago”, ovvero lasciando (a volte abbandonando) la nostra centratura e tante nostre buone abitudini quotidiane.

Questo avviene perché è strisciante un mood che, in estrema sintesi, vuole che nei periodo di vacanze (più o meno lunghi) “dobbiamo smettere” di fare tutto ciò che è “quotidianità”.

Si annida nel profondo di noi l’illusoria convinzione che “chiudere”, ovvero lasciar la nostra vita a casa, sia il modo per approdare alla felicità. Come se la nostra identità del prima e quella del durante le vacanze non potessero siano incompatibili.

Seppur consapevoli della temporaneità delle fase delle vacanze ci accomuna una tendenza a “rimuovere il limite temporale”; quando partiamo, anzi quando già quando organizziamo, dentro di noi si annida il miraggio che durerà per sempre.  Così ecco che in ogni vacanza potrebbe anche annidarsi un un incoffessato desiderio di “chiudere” e “buttare la chiave”.

Con questo approccio, più o meno conscio, ci facciamo lo sgambetto privandoci di una prospettiva di godimento pieno ed autentico. L’errore che facciamo è quello di seguire troppo la parte psichica, ovvero quella che vuole il piacere immediato, e pur di raggiungere questo obiettivo non presta attenzione ad altro.

E se provassimo a cambiare l’assunto di partenza?

Si, perché nelle nostre giornate sono certo ci sono momenti preziosi, ci sono abitudini che amiamo. Io ad esempio amo al mattino quando alle 6:50 apro le persiane e vedo il sole che spunta da dietro le montagne, amo l’odore del caffè. Amo fare meditazione ogni giorno. Amo scrivere e trovo spunti di riflessione  proprio nella quotidianità che vivo, nel mio lavoro, nei miei progetti, nella mia famiglia. Amo portare avanti tanti progetti a cui collaboro, e ciascuno di essi mi richiede una finestra di attenzione quotidiana. Amo vedere mia figlia pronta che esce per andare a scuola. Amo in questo periodo di poco traffico poter andare a lavoro in macchina ed ascoltare la radio. Amo la sensazione a sera di ritorno a casa, amo vedere film con la mia famiglia, amo verso le 21:00 giocare a chi indovina tra di noi “il parente misterioso” su rai 1, amo leggere.

Molte abitudini, naturalmente, durante i periodo di vacanza subiscono delle variazioni, altre entrano nella nostra vita. La fase iniziale delle vacanze può anche portare un senso di confusione, nel piccolo ci richiede una “riorganizzazione”.

Allora ecco il mio suggerimento:  portiamo in vacanza “noi” e non lasciamo a casa le belle abitudini e la ricchezza del nostro quotidiano.

Entrare in una “fase nuova”, seppur temporanea, ci permette di poter consolidare la nostra storia arricchendola. Possiamo arricchire la nostra esperienza vacanziera con la totalità di noi stessi, ed arricchire noi stessi della esperienza vacanziera.

Prima di partire scegliamo cosa mettere in pausa e cosa invece portare con noi.

Se vi è capitato di vivere disagio questo tipo di disagio non colpevolizzatevi, succede perché siamo umani e la nostra mentre è molto ghiotta di pensieri.

Cosa fare allora?

Io suggerisco di fare un primo passo, di coraggio, che è proprio quello di assumere questo atteggiamento, farlo proprio, conoscerlo e non negarlo.   Approfittiamo di questo momento di grande consapevolezza per affermare e consolidare il nostro potere decisionale e di armonizzazione della nostra vita (ovvero nella valigia mettiamo le cose che amiamo).

Il dolore? Beh…vediamola così. Se non fosse stato per questo senso di disagio probabilmente non avremmo iniziato a prestare attenzione alle tante cose “qualità di noi” che abbandoniamo nei momenti di “pausa”. Il dolore in quest’ottica è un potente stimolo di crescita, e così invito a vederlo ed a usarlo.

In vacanza frequentemente si è presi dalla smania di “fare tutto”, ecco impariamo ad ascoltarci. I momenti di pausa non sono momenti in cui dobbiamo mettere in pensione la nostra identità, quella che costruiamo ogni giorno. Riposarsi dopo periodi di lavori intenso è un bel momento come lo è anche donarsi occasioni di svago e di nuove esperienze. Queste belle opportunità, sono certo, saranno ancor più piacevoli vivendole in pienezza.

La vita è una continua opportunità di crescita e di evoluzione, non facciamoci ingannare dai fumi tossici di “stravolgimenti esistenziali”. In vacanza non dimentichiamo di portare la cosa più importante, noi stessi.

In questo momento storico la seduzione di “mollare tutto” sarà ancora più forte, allora rinforziamoci per godere della bellezza che sapremo creare … non facciamoci fregare.

La sensibilità è faro nella nebbia

Recentemente mi sono trovato per ben due volte a dover prendere una decisione. Dentro avevo un gomitoli di emozioni difficili da districare e mi confondevano nello scegliere. Ho seguito una sensazione, seppur non chiara ma che mi ha aiutato a scegliere; poi mi sono subito sentito bene, leggero, ed in armonia con me stesso. Il groviglio si è risolto, sono passati dei giorni ed ancora mi nutro della gratificazione di sapere che ho scelto la cosa che mi fa crescere.  Questa esperienza mi ha suggerito una parola, la sensibilità, e mi stimola a dire qualcosa che ho piacere di condividere con voi.  

La sensibilità è un valore, un faro nella nebbia, e ci guida saggiamente. Attraverso di essa la nostra natura profonda si esprime. Nelle nebbie dei momenti confusi la nostra sensibilità, certamente, ci conduce per mano e con grande cura fuori dalle nebbie grigie.

Non date retta a chi ancora dice che essere troppo sensibili non sia un bene; che conviene non mostrarsi sensibili per non essere feriti. La sensibilità per noi è come il sonar per i sottomarini, ci guida e ci fa percepire il clima delle situazioni ed il clima nelle relazioni con le persone. Liberiamola dal credo cinico che vuole la persona sensibile come una persona debole e che si espone al dolore ed alla sofferenza, non  è vero è una menzogna. Essere sensibili e dare valore a quesa qualità non apre le porte a nessuna scorribanda. La sensibilità non deve assolutamente essere etichettata come una inabilità ad essere forti. La sensibilità è affare proprio dei forti. Ci vuole forza e un grande coraggio a seguire la voce e i messaggi, non sempre in MAIUSCOLO STAMPATELLO, della nostra natura e saggezza profonda. Mostriamo al mondo liberamente le nostre sensibilità ai tanti aspetti della vita, sensibilità nel lavoro, nello stare con gli altri, nel prenderci cura del nostro mondo, nel sentire quando è il momento di cambiare e cambiare, nel sentire quale è la cosa giusta da fare e farla.

La sensibilità…è un dono, tutti lo abbiamo ricevuto. Penso possa essere un bene per tutti, se la abbiamo chiusa in qualche luogo nascosto della nostra anima, di tirarla fuori e imparare ad armonizzarci con essa. Con fiducia…assoluta fiducia che ci suggerirà cose buone e gratificanti.

Ciao, alla prossima😀

Sul Cambiamento

mi prendo cura del mio cambiamento

Un cambiamento, per potersi realizzare, deve essere ben motivato, sostenuto e accolto con fiducia nella nostra vita. Noi possiamo tanto, iniziamo con lo scegliere il tempo ed il luogo dove seminare il nostro coraggio, il nostro amore, il desiderio, le paure e la consapevolezza tutta. Poi una volta scelto e seminato ce ne prendiamo cura, siamo attenti alle erbacce che prontamente estirpiamo e siamo attenti anche agli inutili curiosi, preserviamo la sacralità del nostro utero d’amore. Mentre il seme cresce impariamo a pregare per trattenerci dal commettere errori, impariamo ad accoglierci perché non siamo infallibili, impariamo a riparare, impariamo a farci umili per non alimentare l’orgoglio e le sue infinite pretese. Accediamo alla sacralità del nostro cambiamento con rispetto per la nostra storia, qualunque essa sia stata. Siamo decisi a scrivere nuovi capitoli di vita e partiamo proprio da qui dove le nostre scelte passate e la nostra storia ci hanno portato. Tratteniamo il giudizio, dapprima interiormente e poi quando ci sentiamo pronti anche nelle parole e nei fatti, rendiamoci disponibili a sentirci figli della vita e sentire che il nostro essere è pienamente inserito nel progetto della vita ed in continua evoluzione. Scegliamo di vederci come genitori della nostra vita, autori del nostro cambiamento ed artisti della nostra vita e – insieme con la vita tutta – artisti anche della vita dell’universo. Ogni giorno il nostro cambiamento è più forte, senza giudizio e con gratitudine per le forze umane e spirituali lasciamo che il nostro cuore assapori la fiducia nella libertà, la gratitudine ed il benessere sublime del perdono totale per tutti e per noi stessi. Ogni istante che passa il cambiamento che desideriamo è una più grande e forte realtà, siamo grati a noi per l’impegno e l’amore che scegliamo di donarci. Buona giornata a tutti e grazie ai tanti uomini e donne speciali che donano al mondo intero il loro impegno nella ricerca di senso e per creare bellezza. Post liberamente ispirato alla Cosmo Art del Professor Antonio Mercurio, con immensa gratitudine.

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Scenario Politico, Persone, Passioni, nuove e vecchie squadre per nuovi e vecchi “Capitani”.

Come accade frequentemente, nel nostro paese si è chiusa l’esperienza di un governo. Normali dinamiche politiche, succede. Gli schieramenti chiaramente hanno, da una parte, espresso il dolore per questa battuta d’arresto oppure, dall’altra, festeggiato questa fine e rilanciato con  desiderio verso nuova tornata elettorale.

Eppure personalmente ho percepito qualcosa di diverso, a livello sociale ho sentito esservi un certo dispiacere per la fine di una esperienza che aveva delle connotazioni particolari certamente, ed a cui la storia ha chiesto di affrontare una problematica imprevista e particolare, la pandemia.

Il dispiacere, dicevo, provo a descriverlo con un immagine sportiva.

C’è un tempo, c’è una squadra un pò traballante e c’è un campionato.  La squadra ha iniziato il campionato in modo un pò anonimo se vogliamo, gli undici in campo sono stati messi insieme in modo strano, è stata la brutta uscita di una parte dei titolari (che volevano fare una squadra tutta loro per vincere il campionato secondo le loro regole) a farli mettere insieme. Un pò incavolati, questi, hanno deciso di rifondare la squadra per concludere il campionato.  I nuovi entrati avevano un gran desiderio di giocare la partita ed tutti insieme volevano giocare il campionato fino alla fine, molti di loro pensavano tra sè che un’occasione come quella non gli sarebbe più capitata e così hanno messo da parte le reciproche spigolosità e hanno ricostituito la squadra.

Si incontravano, si allenavano e giocavano con risultati altalenanti e la cosa non dava tante emozioni per cui sembrava si sarebbe arrivati a fine campionato a metà classifica regalandosi qualche bella vittoria ma nulla di più.

Succede ad un tratto che sul campionato si addensano nubi minacciose, mortali e contagiose, e nel loro avanzare facevano fermare tutto. Molte persone sono scappate e tutti si sono rifugiati nelle loro case, sugli spalti non si vedeva nessuno.

Quel campionato d’un tratto era diventato un evento epico, un epica battaglia tra la squadra dei “nati per caso” e delle “nuvole pandemiche”, queste erano forti e sapevano far male agli avversari diffondevano paura, povertà e morti a grappoli.

Nella squadra ci si guardava e ci si chiedeva : E ora che si fa? Molti alzavano le spalle e aggiungevano un fragoroso: “Booooo…e che ne so io?”. Chiediamo agli esperti, si decise, affidiamoci a loro e noi però intanto rimaniamo posizionati in campo ok? Non perdiamo posizioni e teniamo lo sguardo fermo su queste nuvole maledette costi quel che costi.

Sembrava tutto assurdo, nelle case rinchiusi e spaventati tutti avevano gli occhi puntati attraverso la rete e questa epica battaglia. Il capitano era una uno poco conosciuto, in molti hanno pensato che era stato proprio sfigato poverello; dapprima capitano in una squadra con “quelli lì che sono scappati mezzi ubriachi” e poi ora una squadra tra giocatori tra loro molto arrabbiati e ora, come se non bastasse,  c’erano queste nuvole nere che non si sa da dove sono venute e/o chi le avesse spinte fin da loro.

Mentre tutti si proteggono questi sono in campo e fanno arrivare alle persone segnali di presenza ed azioni dirette a non mollare per vincere questa che ora era “la sola” partita. 

In poco tempo il capitano è diventato per molti un punto di riferimento, anche quelli che pensavano che non valesse niente e che comunque non aveva esperienza piani piano hanno iniziato a seguirlo con fiducia. Lui c’era e tutta la squadra dava l’impressione di essersi molto rinforzata. Contro quel nemico arrivava da loro la sensazione di chi si stava impegnando parecchio, la cosa era talmente grande e talmente minacciosa che tutto il paese non si aspettava miracoli ma buonsenso e impegno e seppure non erano speciali andavano bene così!

Chi lo avrebbe mai detto, si vociferava dopo un pò. Quelli lì, quelli che non avevano nemmeno gli scarpini per entrare in campo ora stanno tenendo la barra dritta e stanno conducendo la barca!! Incredibile. Ai fuoriusciti chiaramente le loro azioni e le loro posizioni in campo erano viste come fallimentari e non gli stava bene niente. Chiedevano in continuazione di sostituire tutta la squadra e di entrare loro nel ruolo di titolari, di cevano che avrebbero vinto subito la partita ma il paese non ci credeva e poi cosa avrebbero mai potuto fare loro meglio degli altri, e poi se volevano essere della squadra allora perché sono andati via? Insomma non c’era molta fiducia in loro.  

Di fronte a quella minaccia in tutto il paese il senso di paura e di confusione era diffuso. Chi aveva competenze per gestire una minaccia simile? Da tanti, quindi, veniva fatto a quella squadra un dono di fiducia. E poi a sentir altri dire – in continuazione – che non erano bravi un pò ci si era anche stufati. Accadeva in qualche modo che le critiche infastidivano tanto, in molti su quelli in campo un pò ci si immedesimavano e pensavano “cavolo se mi fossi trovato io in quel ruolo?”. E così ecco che tra la squadra ed il paese si è instaurato una specie di strano collante, non tutti certo ma una gran fetta di persone pensavano che forse di quella partita non era ancora stata decretata la fine ed un pò si è presi a fare il tifo per loro e per tutto il paese.  

Chi lo avrebbe mai detto!! Quattro sconosciuti messi in campo alla meglio stavano giocando una partita difficilissima e stavano facendo anche un buon lavoro. Erano decisi e coesi tra di loro, o almeno così è stato per molto tempo. Stremati e bisognosi di aiuto il paese ha affidato al capitano il compito di andare a trovare alleati nella federazione e questo, udite udite, si è comportato egregiamente tanto che dalla federazione hanno capito quanto coraggio ci fosse e quanto il ruolo che quella squadra stava giocando aveva importanza nel loro paese e come dall’esito di quella partita ci sarebbero poi state ripercussioni sugli equilibri anche nella federazione.

Così vennero concessi tanti aiuti e con quelli la squadra aveva messo in campo un piano per vincere contro la maledetta pandemia e portare le persone a tornare a vivere.

In tanti hanno gioito e la cosa più belle era che sembrava una storia pazzesca, chi lo avrebbe mai detto che quella squadra che nemmeno si sapeva se avrebbe potuto continuare il campionato ora si trovava prima in classifica e addirittura stava mettendo in campo una strategia e tanti colpi ben assestati che facevano ben pensare che, seppur ancora una soluzione definitiva alla maledetta squadra pandemica non c’era, vi erano però buone possibilità di non lasciargli fare quello che gli pare!!!

Accade però che non si sa bene come o per chissà quali strane ambizioni un gruppo di giocatori abbandona di nuovo la squadra. Tutto si fa di nuovo confuso, senza i numeri non si riesce a tenere il campo e l’avversario con tutta la sua minacciosa forza mortale fa tremare l’intero paese, non si sa che fare e non si sa in che direzione andare.

Si cerca in tutti i modi di ricomporre una rosa ma a fatica non si raggiunge il numero minimo per riprendere il gioco.

Pausaaaaa…dice l’arbitro.!!!

Ma come? Si chiede il paese … nooo … non è possibile ma che vi prende dai …non fate li stronzi non è il momento di lasciare aree scoperte di campo.

Capitano! In molti lo cercano ma ormai pare non vi sia più nulla da fare e con dispiacere lo si vede lasciare il terreno di gioco seppur sereno e cordiale. Al suo posto hanno chiamato un fuoriclasse, uno che ha vinto un sacco di trofei e che anche la federazione riconosce come un assoluto vincente.

In queste ora, dicono i commentatori, il fuoriclasse sta mettendo insieme una sua squadra e non si sa quanti di quelli di prima rimetteranno gli scarpini per continuare la partita.

Nel frattempo, è tutto fermo. Tutto tranne il mostro di nuvole nere che, intanto dicono in tanti, si sta riorganizzando con delle varianti e delle nuove strategie di attacco. Senza il capitano la squadra cerca di coprire le aree al meglio che può, l’allenatore ha invitato tutti a sostenere il nuovo capitano e pare che in molti tra ex ubriachi e nuovi scappati ora sono pronti a dar sostegno e supporto per usare insieme gli aiuti della federazione per cose che la gente non ha ancora capito bene.

Ora le squadre sono agli spogliatoi e si attende di vedere in campo la nuova formazione.

Ma nel paese c’è un pò d’amarezza. A tutti piaceva pensare che quella squadra ce la poteva fare, sembrava una storia bella da raccontare. In molti hanno sentito delle affinità tra quelle persone e loro (con tutti i distinguo per carità) ma capita che quando una squadra a cui non si dava un soldo bucato inizia a fare cose buone poi la gente piano piano ci si ritrova e prende a fare il tifo e sogna che magari qualche cosa di buono ne possa venir fuori.

Tra poco si torna in campo, il mostro divoratore di persone e di relazioni ha tutta l’aria di voler continuare a battagliare e tutto il paese attende di rimettere la palla al centro e sperare che il fuoriclasse si riveli davvero tale per far vincere la squadra ed il paese e non, come si vocifera, solo alcune organizzazioni a scapito del popolo che mi pare attento e mi da l’impressione che non vuole rimanere in panchina a guardare.

Pensiero di chiarezza

Cit da “Illusioni” di Richard Bach –

” Se davvero vuoi eliminare una nube dalla tua vita, non devi attribuirle tanta importanza, ma semplicemente rilassarti ed eliminarla dai tuoi pensieri. E’ Tutto qui”

Abbinare al video “I benefici della Meditazione“, a tanto esercizio a liberare la mente ed a lasciar passare le nuvole nere e a tante carezze per noi e amore a profusione.

Il Counseling dell’IStituto Solaris, per essere sempre gli artisti della nostra vita, anche in tempo di Covid

In questi mesi il Covid ha modificato le abitudini di tutti gli abitanti del pianeta, in misura variabile tutti abbiamo dovuto rinunciare a qualcosa. 

In questa parentesi di tempo e di vita a tutti gli abitanti del mondo è capitato di pensare, anche qui in misura variabile, a cosa avrebbero fatto quanto tutto fosse finito. 

Io ho immaginato il momento della sconfitta definitiva del virus come ad un momento in cui avremmo fatto tutti una grande festa, la festa dell’abbraccio, e tutti gli abitanti del mondo saremmo stati invitati. Avremmo festeggiato per le strade, nelle piazze ed in ogni luogo in cui poter stare “insieme ed assembrati”. 

In questo momento, a più riprese, gli informatori istituzionali parlano di luce alla fine del tunnel, la luce sarebbero i vaccini e penso che è una prospettiva buona (a prescindere dal giudizio e dall’idea che si possa avere sui vaccini).

Io con questa prospettiva di soluzione mi sono confrontato e mi sono chiesto: Cosa farò dopo?  Mi spiego meglio. 

La fase del covid è venuta in qualche modo a favore, offrendo una giustificazione socialmente accettabile, per le tante cose che non potevamo fare. Il covid ha giustificato tante cose, ad esempio:

  • il fatto di non poter realizzare i nostri progetti;
  • di non poter prendere delle decisioni a cui da tanto stavamo lavorando o che da tanto stavamo rimandando;
  • di realizzare i cambiamenti tanto attesi; 

Insomma il tanto odiato Covid a molti di noi, in misura variabile, ha dato una mano. Eh … non posso farlo… c’è il covid!!!

Ora che si parla di luce alla fine del tunnel può capitare di percepire un pò di ansia, e ci sentiamo spiazzati. Ma come? Pensiamo intimamente. Perché ora che tutto sembra sul punto di finire mi sento quasi minacciato dalla libertà tanto desiderata? 

Mah…mettiamola così. Il Covid può farci veder con maggior chiarezza a delle nostre parti profonde e interiori. Il messaggio del nostro Sé, della vita, arriva ora amplificato e dice pressappoco: Beh…allora a che punto eravamo? Già… a che punto eravamo!

FACCIAMOCI UN GRANDE DONO; NON MASSACRIAMOCI TROPPO, FACCIAMO GLI ARTISTI E NON FACCIAMO LE VITTIME. ECCO COME:

Usiamo questo malessere in modo positivo, accendiamo un faro di consapevolezza stabile sugli ostacoli di prima, e che abbiamo rimosso poi. E’ tutto umano! Non colpevolizziamoci, ma apriamo gli occhi. 

Il malessere di oggi rispetto alla prospettiva di “tornare liberi” non ci deve paralizzare, non è nulla di nuovo ma è solo la forma nuova che hanno assunto i rimandi, gli ostacoli di prima.  Quando la paura arriva, inspiegabile e paradossale, facciamo un ponte con il nostro tempo pre-covid e usiamo questo dolore per lavorare dapprima a conoscere sempre più e meglio le ragioni profonde dei nostri ostacoli ( fase della consapevolezza) e poi passiamo all’azione ( fase della trasformazione) per compiere quei passaggi di armonizzazione dentro di noi che sono e saranno la base da cui ripartire. 

Armonizziamo le nostre parti, ed oggi le vediamo bene nelle loro manifestazioni estreme, pensiamo ad esempio alla paura ed alla voglia di libertà. 

NON c’è nulla di sbagliato in ognuno di noi. 

Iniziamo da ora a lavorare a realizzare i nostri progetti, a prendere le decisioni ed a cambiare ciò che va cambiato. Lavoriamo nello spazio del nostro mondo interiore e creiamo dentro ciò che domani realizzeremo fuori, creiamo le condizioni di amore ed accettazione, di forza e di perdono. 

Importante è non isolarsi ma lavorare e costruire ponti di opportunità dentro e fuori di noi, lavorare con amore e con umana comprensione alle trasformazioni che la nostra vita ci chiede di fare. 

Non trascuriamo l’ipotesi di farci aiutare da professionisti anche, ce ne sono tanti. Il counseling ad esempio è una disciplina di aiuto molto efficace ed io consiglio di potersi dare un opportunità. Noi dell’ Istituto Solaris da tempo abbiamo attivato uno sportello di counseling gratuito on line. Chiamateci e esplorate coni nostri professionisti le opportunità che questo tempo offre, lavoriamo insieme a trovare lo spunto creativo che permetterà già oggi di realizzare la vita che vogliamo, con o senza covid.  Diveniamo il coraggio che desideriamo, e creiamo oggi la vita che amiamo.

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Gli ostacoli ( cit: Randy Pausch)

Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri.“ — Randy Pausch

È Sempre Tempo Buono Per Le “Scelte D’Amore”.

Per tutti c’è un cammino di crescita, il cammino della vita, delle realizzazioni delle nostre autentiche propensioni. Per ognuno di noi c’è un tempo buono, quello della chiarezza e della consapevolezza della cosa buona da fare. Ma che non passi il concetto che “tanto arriva” quindi possiamo starcene seduti ad aspettare. Una e una sola è la scelta primaria, uscire dall’ombra del nostro dolore (a ciascuno il suo), accettare di separarcene e scegliere di investire ogni energia nella via che ci indica il nostro SÉ, la nostra guida interiore sempre presente, fonte si amore sede della nostra tenacia forte e del nostro forte e autentico progetto di vita. Buon tempo di scelta tutti, e non abbiate paura che “andrà tutto bene”. Buona scelta a voi e buona scelta d’amore anche a me. Vi saluto oggi rinnovandomi e rinnovando con voi questa consapevolezza.

Dialoghi Estivi. Suggerimento: “Respiriamo Profondamente Amore✨”

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Cari Amici, in piena estate ci si incontra e si parla tra di noi frequentemente.

Respiriamo Profondamente Amore e facciamolo di continuo ok?

In queste sere estive uno degli argomenti di incontro e condivisione su cui ci si ritrova è “il tempo del lockdown ed il tempo di oggi”. Non dico che bisogna rimuovere, assolutamente, anzi la condivisione ci aiuta a vedere alle tante energie messe in campo.

Su questo terreno argomentale i principali punti di incontro che io ho contattato sono:

1- speriamo non ritornino più tempi come quelli

2- ora meritiamo di rilassarci e divertirci

3- pensavamo che il mondo sarebbe cambiato, che noi saremmo cambiati, eravamo pronti e decisi

4- la fine del lockdown purtroppo ha fatto cadere tanti buoni propositi di cambiamento personali e collettivi e si ha la sensazione diffusa di aver perso un occasione.

5- il distanziamento non c’è

OK BASTA. CHE FACCIAMO?

Ora amici miei lo dico a voi e lo dico anche a me, questa cosa è stata grossa davvero e ha trovato tutti impreparati. NON diamoci addosso se “dopo” abbiamo perso il contatto con “il meglio di noi” che abbiamo messo in campo in quei giorni lì, in quelle settimane lì, in quei mesi lì, in tutte quelle ore e minuti. Questo momento estivo è prezioso e l’incontro con gli altri ci permette un’analisi dei risultati, ci permette di conoscerci un pò meglio.

Non dico nulla di nuovo dicendo che in ognuno di noi ci sono istanze del cambiamento alleate con la vita e con il nostro progetto esistenziale,  sono queste fonti di energia che alimentano le nostre visioni, i nostri sogni e le nostre aspirazioni di creazione. In ognuno di noi, poi, ci sono anche le forze opposte, quelle di conservazione. Queste ultime sono spesso saldate tra loro con sentimenti come la rabbia e l’odio (tanto verso gli altri e quanto verso se stessi); queste parti di noi parlano di cambiamento di desiderio di evoluzione MA quello che loro intendono come cambiamento non è altro che la realizzazione di una sotterraneo e nascosto desiderio di “rivalsa”.

Ora che abbiamo chiuso questa prima fase con il COVID possiamo fare un bilancio ricco anche delle esperienze estive “in corso”. ECCO cosa suggerisco di fare.  DOBBIAMO centrandoci assolutamente sull’amore, la speranza e la fiducia:

Decisione di Amore 1- NOI POSSIAMO perdonarci totalmente per non essere riusciti a cambiare il mondo o noi stessi con la stessa velocità di un click😀.

Decisione di Comprensione 2 – comprendiamo che non è facile e che questo genere di evoluzioni incontrano nostre parti profonde, paure e dolori spesso antichi

Decisione di Accoglienza 3- Accogliamo la nostra dimensione umana e i nostri limiti. Con umiltà (sana) riconosciamo le ns pretese e quelle degli altri.

Decisione di “Decisione” 4-  Accogliamo il malessere ed il dolore ed agiamo per trasformarlo alleandoci con più forza al nostro progetto d’amore ed al progetto della vita

Decisione di Fiducia 5- Ad ognuno di noi questa esperienza ha acceso un faro di consapevolezza nuova. Il seme del cambiamento è stato piantato e noi lo stiamo coltivando dentro di noi al meglio

Decisione di Speranza 6- Ascoltandoci profondamente e ancorandoci all’amore per noi tutto andrà bene

NON molliamo quindi e con spirito vacanziero rimaniamo svegli e prendiamoci cura del seme del cambiamento che abbiamo piantato dentro di noi e con tutto il mondo a livello di una coralità che si sta sempre più interconnettendo a livello profondo.

TENIAMO gli occhi aperti, quindi e quando passano dalle nostre parti sirene voluttuose che ci solleticano la lamentosa condivisione diamogli un bel calcio in culo e se ci troviamo troppo vicino agli scogli delle sirene fatte di persone che ci attirano al lamento ed alla recriminazione, critica e quant’altro di negativo magari mettiamo in conto anche di allontanarci a fare due passi… se è sera volgiamo lo sguardo verso le stelle e respiriamo profondamente l’amore.

 

 

Riflessione sul “Perdonare”. Anche in vacanza si può fare ❤

Perdonare chi ci ha fatto soffrire si può fare. Per riuscire in questo obiettivo (se è un ns desiderio) prima è necessario un lavoro. Prima dobbiamo entrare in contatto con il dolore che ci è stato fatto, senza filtri. Chi vogliamo perdonare qualcosa lo ha fatto e questo qualcosa ci ha ferito. Quando si tratta di familiari, genitori ad esempio, parte in noi un azione istintiva di compensione. Passiamo in qualche modo alla fase successiva , quella umana per intenderci ovvero quella per cui nessuno e perfetto ecc ecc. Tutto buono, MA poco utile – se non proprio dannoso – per il nostro obiettivo che è, ricordiamocelo, perdonare loro e liberare la ns vita dai veleni dell’odio ecc ecc. Il perdono non è una cosa superficiale, al cotrario e un lavoro profondo, intimo e richiede forza e tanto amore. Per il nostro lavoro è necessario che il dolore lo sentiamo chiaramente, e non per masochisti godimento o per infervorarci di ulteriore rabbia o per sentirci vittime. No, nulla di questo. Il dolore, e la sofferenza che sono entrati nella nostra vita, non sono un mero esercizio narrativo, non è successo ad altri ma a noi. E noi dobbiamo dare dignità alla nostra storia, tutta. Quindi il dolore che ci tiene all’angolo dobbiamo vederlo e sentirlo tutto e non serve a nulla rimuovere o raccontarci menzogne. Le sofferenze hanno un nome ed un cognome, ed un origine. Avvicinarci a sentire il dolore è “il lavoro”. Solo dopo potremo sentire il grande potere che abbiamo, quello di “perdono”, appunto, in tutta la sua potenza.

Il perdono è una cosa seria, e quando saremo pronti lo scopriremo. Sentiremo in noi che ci stiamo facendo un dono speciale, che solo noi possiamo farci, sentiremo che ci stiamo amando ed in quel momento – come folli – sorrideremo.

Poi ripeteremo questo passaggio ogni volta che il dolore ritorna. Non siamo sciocchi e non crediamo nelle magie e nelle “cancellazioni”, sappiamo lavorare e sappiamo scegliere di amarci e questo ci renderà liberi ogni giorno di più.

Lo stesso vale per il perdonare noi stessi. Si anche noi possiamo e sappiamo farci male. Anche qui lavoriamo, conosciamo, sentiamo, facciamo nostra la nostra storia, accettiamo, ingoiamo il rospo e piangiamo se lo desideriamo. Nulla di questo lavoro è una fatica, e da ogni fase la nostra dignità diventa sacra e ci fa decidere che possiamo smetterla e godere delle belle persone che siamo. Perché lo siamo! Doniamoci amore, non serve che gli altri lo sappiano. Lo facciamo per noi e poi se ci va di raccontarlo beh…quello è l’inizio di una nuova storia, certamente, piena anch’essa di amore e doni sani e prezioso come la speranza ed il coraggio … come solo l’esperienza può far arrivare.

La nostra paura più profonda ( N. Mandela)

La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda è di essere potenti al di là di ogni misura.
È la nostra luce, non la nostra oscurità a terrorizzarci maggiormente.
Noi ci chiediamo: chi sono io per essere così brillante, stupendo,
pieno di talenti e favoloso?
In realtà, chi sei tu per non esserlo?
Tu sei un figlio di Dio. Il tuo giocare in piccolo non serve al mondo.
Non c’è niente di illuminato nel ridursi
perché gli altri non si sentano insicuri intorno a te.
Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi.
Essa non è in alcuni: è in tutti!
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsciamente
diamo agli altri il permesso di fare la stessa cosa.
Nel momento stesso in cui siamo liberi dalle nostre paure,
la nostra presenza libera automaticamente gli altri.”
(Nelson_Mandela)

Bisogno di pace

Con profonda convinzione affermo che il bisogno ed il desiderio più grande di tutti gli esseri viventi è la pace. Pace con se stessi e con gli altri, con il passato ed il presente, con i pensieri, con le paure, con i dolori. Pace per i sogni irrealizzati, pace per la rabbi e l’odio provati, per la realizzazione solo parziale dei nostri progetti. Meritiamo la “Pace”, e già a pronunciare intimamente la parola poi ci si sente meglio. Accolgo la “Pace”, e in ognuno di noi essa trova la parte di anima e

da abbracciare. Desidero la “Pace” che sono stanchi anche i pensieri e desiderano lasciar andare le tensioni e preoccupazioni, smettere di lottare. Meraviglia della pace, meraviglia di abbraccio e ci cura di ogni animo.

Fidarsi: Lo dico a me, mi fido di te! … della Counselor Laura Rinaldi su Solaris.it

LogoAltaDefinizione_sfondato_500px-e1438454191938Ospito con gioia nel blog un articolo chiaro e potente sul tema della Fiducia uscito questo mese sulla rivista on line www.solaris.it. L’autrice Laura Rinaldi è una bravissima professionista ed una persona bella e speciale. Vi invito a leggere la sua proposta sul tema della fiducia. Ogni mese la rivista propone tanti interessanti articoli.

Cosa significa fidarsi ai tempi del coronavirus? Mi fido di te! Un’affermazione apparentemente semplice ma oggi impronunciabile. Nell’estrema necessità di rispettare i protocolli di sicurezza anti-contagio e restare in casa, quando gli altri potrebbero essere il nemico numero uno da cui proteggersi, nel momento in cui tutto sembra dirci il contrario, fidarsi è oggi più che mai è una decisione.

Fidarsi è sinonimo di affidarsi, di andare verso l’Altro. Per poter uscire di casa, prendere un caffè al bar, stringere delle relazioni e costruire la propria vita, l’essere umano ha dovuto necessariamente decidere di affrontare le proprie paure e fidarsi. Ma perché non ci fidiamo?

La fiducia è sempre stata ostacolata dalla paura

Forse perché non siamo in grado di accogliere le nostre fragilità e abbiamo paura di mostrare le nostre vulnerabilità. Perché siamo condizionati dalla sofferenza, dai tradimenti, dalle offese e da tutto il dolore provato. Tutte ferite che portiamo dentro e alle quali restiamo attaccati. Avere fiducia ha da sempre a che fare con tante altre decisioni. Decidere di lottare contro queste resistenze interne significa fare un progetto d’amore verso se stessi. Tutte le volte che non lo facciamo abbandoniamo noi stessi.

La paura mi chiede di cambiare

Per continuare a vedere il nostro futuro oggi, per fidarsi bisogna trasformarsi. Coltivare la fiducia in questo momento significa darsi l’opportunità di continuare ad esistere. Equivale a fare leva su altre parti interne, cercando di non sprofondare nelle parti reattive e nel panico. Avere fiducia non significa non avere paura. Le due cose convivono: posso essere spaventato ma lavoro per avere fiducia. Decidendo di essere flessibili, morbidi e facendo spazio ai pensieri costruttivi, all’amore, all’umiltà, affrontando le paure, accettando di piegarsi, compiendo passi di coraggio e di crescita. Imparando a riconoscere la libertà di decidere da che parte stare, se fare di tutto per vivere oppure fare tutto per stare male ed essere preda di comportamenti irrazionali. Ma dove troviamo la forza?

Fidarsi per non farsi divorare dalla paura

Se non riusciamo più trovarla fuori di noi, dobbiamo necessariamente trovarla dentro. Mai come prima d’ora è indispensabile coltivare la fiducia. Non ci sono vie di mezzo, fidarsi significa decidere di confidare nella propria saggezza e affidarsi, affrontare un sacrificio e dirsi: “Mi fido per il mio bene e mi faccio un dono”. Essere disponibili a mettersi in discussione, sentire la forte decisione di voler migliorare, l’autentico desiderio di crescere e la determinazione a voler stare bene. Decidere di darsi un grande valore, in una parola: amarsi!

Fidarsi: Mi fido di me, mi fido del mio Sé!

Ma chi è il ? L’Antropologia Cosmoartistica descrive il Sé Personale come una guida, un maestro, come un padre, come una parte interna dell’essere umano, il più importante rappresentante della Dimensione Spirituale della Persona.  “Per potersi sviluppare pienamente l’uomo deve entrare in contatto col proprio Sé, la propria saggezza interna, il proprio progetto esistenziale, i propri sogni, e costruire la propria esistenza intorno ad esso” (Antonio Mercurio). Il Sé è insieme la saggezza e l’amore presenti dentro la Persona, è la coscienza profonda, è il custode del progetto esistenziale. Ci vuole determinazione, forza e tanto coraggio per decidere di affidarsi al proprio Sé. Questo è il momento.

La fiducia come progetto

Dirsi oggi “Mi fido di te” significa decidere di attaccarsi ai progetti che danno senso alla propria vita: ascoltare i progetti del cuore; scegliere di rinforzare i rapporti con i propri familiari; creare armonia nelle relazioni; decidere di amarsi incondizionatamente, di amare gli altri ed essere amati. E’ arrivato il momento di trasformarsi e aprire il cuore alla vita. Non c’è più tempo.

Poesia al Sé “Mi fido di te

Sei la fiducia incrollabile
Sei la voce che ascolto
Sei la saggezza che mi guida
Sei il padre di cui ho bisogno
Sei l’energia che sento scorrere
Sei l’amore che ricevo e che dono
Sei la mia creatività
Sei la grazia dentro di me
Sei la mia sensibilità
Sei il sole che mi scalda e mi nutre
Sei il mio sorriso
Sei il primo Tu che ho accanto

Crescita personale. “Riconoscere il narratore di storie tristi in noi. Ringraziarlo e salutarlo. Andiamo con fiducia nel cambiamento che la nostra vita vi chiede. ❤

Cambiare – a volte – fa male ed é doloroso, e su questo in molti siamo consapevoli. Frequentemente il non avere consapevolezza del dolore che comporta cambiare è di per se un ostacola la crescita. Quando parlo di dolore intendo un dolore sano, quello umano e necessarrio nei momenti di passaggio. Siamo umani, proviamo questo sentimento perché non abbiamo la palla di vetro che ci permette di tranquillizzati conoscendo cosa succede o cosa troviamo oltre. Eppure pero noi tutti già tante volte abbiamo preso il cuore e lo abbiamo legato passionalmente all’amore ed all’alleanza con la nostra spiritualità profonda e con la vita. Quando siamo nati ad esempio e prima ancora durante tutta la nostra gestazione e sviluppo intrauterino quanti cambiamenti e quante rivoluzioni abbiamo fatto? Eravamo uno sperma ed un ovulo e poi un gran bel sound et voilà eccovi qui😀. Tantissimi cambiamenti quindi e tantissime ne abbiamo fatte dopo e fino a questo momento in cui state leggendo ( e io mentre sto scrivendo) e tante ne faremo anche dopo aver chiuso la pagina e domani e in tutti i giorni per i quali ci sostiene la vita ed il suo e nostro progetto. Il dolore accettiamolo ma lo dico a voi e a me “accendiamo il faro sui tantissimi cambiamenti che abbiamo già fatto e che costantemente facciamo e nutriamoci di fiducia che è bene”.

A chi aggrapparci? All’amore per noi certamente e poi uniamo questo amore al nostro progetto esistenziale, quello che abbiamo scelto quando abbiamo deciso di venire al mondo, saldiamoci con forza al nostro Sé che e mettiamoci in ascolto. Impariamo a conoscere il suo modo di comunicare , spesso attraverso segni, sogni il nostro corpo e a volte messaggi all’apparenza senza senso; non attendiamoci raccomandare con ricevute di ritorno o PEC. Il nostro Sé comunica attraverso il nostro corpo e le emozioni; lo sentiamo bene quando ci sentiamo in una speciale Armonia di cuore mente e spirito. Affidiamoci al nostro Se, la nostra saggezza interiore e siamo pur certi che ci condurrà lungo i sentieri della crescita senza alcun pericolo. Siamo pur sereni che se a guidarci è l’amore allora la forza di decidere è nelle nostre mani e nelle nostre azioni e parole.

Mettiamo a tacere il narratore di storie tristi che è in noi (se C’è) e andiamo avanti … che il dolore quando lo sentiamo ecco che ci è utile e ci suona come una campana per farci risvegliare e scegliere di nuovo con chi volerci alleare. Il dolore è necessario ( non vuol dire però che ce lo dobbiamo andare a cercare ed alimentare sia ben chiaro!) e a ciascuno indica il cambiamento necessario da fare per essere in armonia e sempre più padroni e signori della nostra vita e servitori della vita che ci ha generati e del suo immenso progetto.

“È sempre triste guardare con occhi nuovi cose nelle quali si sono investite tante forze per adattarcisi” ci dice F. S. Fitzgerard in un passaggio de Il Grande Gatsby; ecco si sentiamo la tristezza se vogliamo ma per 5 minuti e non oltre e poi andiamo avanti che nessuno di noi ha la palla magica ed è umano sbagliare ed essere spaventati ma riconosiamo anche che tutti abbiamo dentro una fonte speciale di amore nelle cui braccia possiamo serenamente affidarci ed ogni errore è solo una pietra miliare lungo il sentiero del cammino che ogni istante facciamo

Io in ricarica solare ed in ottima compagnia

Buona Giornata cari

Crescita personale. “Riconosciamo il narratore di storie tristi in noi, ringraziamolo e salutiamolo. Andiamo con fiducia verso il cambiamento che la nostra vita vi chiede. ❤”

Cambiare – a volte – fa male ed é doloroso, e su questo in molti siamo consapevoli. Frequentemente il non avere consapevolezza del dolore che comporta cambiare è di per se un ostacolo alla crescita. Quando parlo di dolore intendo un dolore sano, quello umano e necessario nei momenti di passaggio. Siamo umani, proviamo questo sentimento perché non abbiamo la palla di vetro che ci permette di tranquillizzarci conoscendo cosa succede dopo, o cosa troviamo oltre. Eppure pero noi tutti già tante volte abbiamo preso il cuore e lo abbiamo legato passionalmente all’amore ed all’alleanza con la nostra spiritualità profonda e con la vita. Quando siamo nati ad esempio e prima ancora durante tutta la nostra gestazione e sviluppo intrauterino quanti cambiamenti e quante rivoluzioni abbiamo fatto? Eravamo uno sperma ed un ovulo e poi un gran bel sound …et voilà ..eccoci qui😀. Tantissimi cambiamenti quindi e tantissimi ne abbiamo fatti dopo e fino a questo momento in cui state leggendo ( e io mentre sto scrivendo) e tante ne faremo anche dopo aver chiuso la pagina e domani e in tutti i giorni per i quali ci sostiene la vita ed il suo e nostro progetto. Il dolore accettiamolo “ci sta” – lo dico e lo ricordo  a voi e a me-  ed usiamolo come sentinella,  “accendiamo il faro sui tantissimi cambiamenti che abbiamo già fatto e che costantemente facciamo e nutriamoci di fiducia che è bene”.

A chi aggrapparci? All’amore per noi certamente e poi uniamo questo amore al nostro progetto esistenziale, quello che abbiamo scelto quando abbiamo deciso di venire al mondo, saldiamoci con forza al nostro Sé che e mettiamoci in ascolto. Impariamo a conoscere il suo modo di comunicare , spesso attraverso segni, sogni il nostro corpo e a volte messaggi all’apparenza senza senso; non attendiamoci raccomandare con ricevute di ritorno o PEC. Il nostro Sé comunica attraverso il nostro corpo e le emozioni; lo sentiamo bene quando ci sentiamo in una speciale Armonia di cuore mente e spirito. Affidiamoci al nostro Se, la nostra saggezza interiore e siamo pur certi che ci condurrà lungo i sentieri della crescita senza alcun pericolo. Siamo pur sereni che se a guidarci è l’amore allora la forza di decidere è nelle nostre mani e nelle nostre azioni e parole.

Mettiamo a tacere il narratore di storie tristi che è in noi (se C’è) e andiamo avanti … che il dolore quando lo sentiamo ecco che ci è utile e ci suona come una campana per farci risvegliare e scegliere di nuovo con chi volerci alleare. Il dolore è necessario ( non vuol dire però che ce lo dobbiamo andare a cercare ed alimentare sia ben chiaro!) e a ciascuno indica il cambiamento necessario da fare per essere in armonia e sempre più padroni e signori della nostra vita e servitori della vita che ci ha generati e del suo immenso progetto.

“È sempre triste guardare con occhi nuovi cose nelle quali si sono investite tante forze per adattarcisi” ci dice F. S. Fitzgerard in un passaggio de Il Grande Gatsby; ecco si sentiamo la tristezza se vogliamo ma per 5 minuti e non oltre e poi andiamo avanti che nessuno di noi ha la palla magica ed è umano sbagliare ed essere spaventati ma riconosiamo anche che tutti abbiamo dentro una fonte speciale di amore nelle cui braccia possiamo serenamente affidarci ed ogni errore è solo una pietra miliare lungo il sentiero del cammino che ogni istante facciamo

Io in ricarica solare ed in ottima compagnia

Buona Giornata cari

Crescita personale: Speranza e Paura al tempo del Coronavirus

In questo momento possiamo avere fiducia e possiamo avere paura. Se proviamo paura  vuol dire che non proviamo anche la speranza e fiducia, che sia chiaro questo ok? Rinforziamoci nella consapevolezza e nell’ accoglienza di noi nella nostra totalità nelle nostre forze e nelle nostre debolezze. Siamo flessibili e amorevoli con noi…rendiamoci disponibili a farlo…siamo esseri speciali e in questa fase consolidiamoci e affondiamo ancora di più le radici nell’amore che in noi é un nucleo immodificabile. Fatelo e se lo desiderate ricavatevi uno spazio per lavorare con un counselor.

In questa fase ricordo che l’Istituto Solaris di Roma ha attivato un servizio di counseling gratuito on line. Per accedere al servizio visitate la pagina facebook dell’Istituto Solaris oppure contattatemi qui sul blog o al n di telefono 3519743118 dedicato al servizio. Non siamo soli, aggrappiamoci alle nostre parti positve, facciamolo insieme se lo desiderate. Un saluto a tutti

Stress da iperattivismo digitale al tempo del coronavirus.

Le restrizioni alle libertà di movimento in tanti di noi sta favorendo un maggior uso della rete, chi per motivo di lavoro e tutti, complessivamente, per sentirci e vederci con le persone e mantenere relazioni che allevino il senso di isolamento. É una cosa naturale e comprensibile e non è un reato. È uno strumento positivo, la rete. Eppure nella mia esperienza e dalla condivisione on-line con tante persone emerge il disagio da abuso di rete, in molti hanno sperimentato una forma particolare di stress. Chiusi nelle nostre case abbiamo un iperattivismo social, ed anche nei casi di smart working frequentemente si va ben oltre gli orari lavorativi, per non parlare delle maratone infinite di film in streaming, le chat e le decine di gruppi che ci notificano ogni istante di andare a vedere a controllare a rispondere.

I messaggi del nostro corpo sono preziosi e parlano chiaro, in questa fase dobbiamo stare attenti a non passare da un opposto ( lo stare in casa senza far niente) all’altro (iperattivismo digitale) e fare invece con saggezza una sintesi per armonizzare i nostri ritmi biologici con la situazione che viviamo. Più volte al giorno spegniamo gli apparati e connettiamoci con noi stessi anche in modo creativo, leggiamo un libro, facciamo 10 minuti di meditazione, ascoltiamo un po’ di buona musica, disegnamo, facciamo qualcosa creativo manuale, respiriamo, scriviamo un diario, passiamo del tempo in poltrona a rilassarci e se arriva un po’ di sonno lasciamoci portare per mano.

A sera poi andare a letto presto non è un reato, per il fatto di non dover uscire per il lavoro o per la scuola non dobbiamo necessariamente fare tardi.

In questa fase riprendiamo il controllo della nostra vita per favore, se fuori ci blocca il coronavirus dentro ci blocca la paura e per non sentirla facciamo incetta di ogni tipo di distrazione e di impegno. Facciamo gli artisti, permettiamoci di poter avere anche paura, è un emozione di stagione. Riprendiamoci la nostra normalità e non scappiamo da noi stessi, facciamoci il dono del tempo, del poter provare la noia dell’imparare a conoscerci più intimamente. Gestiamo il tempo in modo saggio, e anche le pause sono preziose in una bella melodia.

Crescita Personale: Evolvere anch al tempo del Coronavirus.

In questo momento storico di tempo e spazio “particolari” ci chiediamo tutti come poter riempire il silenzio e dare qualcosa da fare alle nostre mani e pensieri. In questa fase le emozioni che proviamo possiamo permetterci di provarle, come la paura ad esempio. Se abbiamo momenti di paura possiamo permetterci di provarla, come i momenti di gioia che anche ci sono e la speranza e la fiducia. C’è tutto il mondo in noi in questo momento. Quanto sta accadendo e le emozioni che stiamo provando, proviamo a chiederci, se le provavamo anche prima del coronavirus e approfittiamo di questa grande fase di consapevolezza per accendere un faro di luce sulla nostra storia e decidere magari oggi…ora…qui e per sempre di voleci bene, di non giudicarci più, di perdonare chi ci ha fatto arrabbiare e perdonare noi per la rabbia ed il tempo perso dietro i veleni della rabbia e dell’odio.

Sto rileggendo un libro letto forse due mesi fa ” Avro cura di te” di Massimo Gramellini e Chiara Gamberale. Ho piacere di condividere con voi questo passaggio a pagina 60 “(…) Nessuno viene al mondo per contemplare la propria perfezione. Ci si arriva con un obiettivo molto più serio: evolvere. (…).

Buona giornata a tutti

Creatività, saggezza e arte contro il Coronavirus: Tiriamo i progetti fuori dai cassetti e creiamo bellezza.

In questa fase di emergenza e paure diffuse corre l’obbligo più che mai di rimanere centrati con tutto il positivo in noi e fuori di noi. Dal mio zaino stamattina è spuntato questo speciale segnalibro. Accolgo con amore il messaggio di forza e lo condivido con voi. Buona giornata a tutti e un pensiero speciale e di riconoscimento ai quanti stanno lavorando in prima linea contro gli effetti di questa emergenza, a tutti quelli che la stanno sperimentando e a tutte le persone che vivono disagio e preoccupazione. Coltiviamo la fiducia e alimentiamola, usiamo la creatività e l’arte per fronteggiare pensieri persecutori. Se abbiamo “tempo nuovo” a cui non eravamo abituati allora ecco che è il momento di rispolverare il progetto ed il talento che “per mancanza di tempo” abbiamo riposto nel cassetto un po’ di tempo fa. Spegniamo la tv o comunque scegliamo cosa vedere e cosa no. Idem in rete. 😙😙

Crescita personale: Scegliamo di cambiare, scegliamo cosa pensare.

Certi brutti pensieri o certe cattive abitudini si possono bloccare. Una prima cosa da fare è non alimentarli. Ignoriamoli e non rimanendoci sopra a tessere storie infinite. Quando il pensiero si affaccia considerate che sono solo pensieri, visualizzateli come nuvole nel cielo della mente. Arrivano e passano.
Facciamo questo esercizio: Quando i pensieri negativi arrivano visualizziamoli e poi con gentile decisione li facciamo scorrere via, non tratteniamole ma anzi mentre scorrono via lasciamo entrare in scena l’immagine ed il pensiero di ciò che realmente siamo e del cambiamento a cui stiamo lavorando.

Impariamo a ignorare e disintossichiamoci da voluttuose abitudini come ad esempio il lamento, smettiamola di raccontare la “solita storia”, noi lo possiamo fare perché siamo padroni della nostra vita e dei nostri pensieri. Alleniamoci e manteniamoci allenati ogni giorno. 😉

Noi siamo creature bellissime e speciali.

“Ognuno di noi é speciale nel far bene qualcuna o più cose. Che sia scrivere o cantare, che sia ascoltare o raccontare, camminare, sorridere, cucinare, amare, andare in bici, strizzare l’occhio, abbracciare, parlare, soffiare, sognare, danzare, passeggiare, disegnare, dire, incontrare, dare, credere, sperare  ma anche semplicemente pensare di sé di essere speciale sentendosi dentro un qualcosa che non si sa ancora ben descrivere… ma c’è. 

Counseling e benessere: Siamo Guerrieri Coraggiosi ed abbiamo il sole dentro.

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dal “Manuele del Guerriero” di Luce di Paulo Coelho … dedicato a tutti noi che vogliamo crescere ed evolvere per divenire ogni giorno sempre più le persone speciali, preziose e importanti che sentiamo di essere.

Un guerriero della luce non è mai codardo. La fuga Può risultare un’eccellente tattica difensiva, ma non può essere impiegata quando la paura è grande. Nel dubbio, il guerriero preferisce affrontare la sconfitta e poi curarsi le ferite, perché  sa che, se fuggisse, darebbe all’aggressore un potere maggiore di quanto meriti. Durante i momenti difficili o dolorosi, il guerriero fronteggia le situazioni svantaggiose con eroismo, con rassegnazione e con coraggio”

da “Le leggi della vita” di Antonio Mercurio…per tutti noi, perché abbiamo un capitano speciale in noi… il nostro Sé.

Se tu coltivi un sogno, tu coltivi il Sé. Il Sé è come una stella dentro di te. Se tu coltivi il Sé, tu coltivi un sole e, se tu hai un sole come capitano, certamente egli condurrà in porto i tuoi sogni per quanto impossibili ti possano sembrare”. 

Buona luminosa giornata a tutti.

 

 

 

Counseling: Andiamo avanti, oltre la svalutazione

Metti che ci troviamo in una situazione della vita, a lavoro ad esempio, e facciamo fatica a concepire di poter “cambiare”.

Che fare?

Un primo punto positivo da cui muovere è “ascoltarsi” profondamente e con coraggio.
A volte cambiare è difficile per una serie di aspetti pratici, ci può stare.
Quello che però mi interessa qui è evidenziare che frequentemente le cose “pratiche” nascondono una difficoltà più profonda ed a un profondo senso di “svalutazione” verso noi stessi.
Pressappoco la svalutazione dice: “non valiamo” e che quindi non meritiamo nessuna posizione migliore perché tanto “questo siamo”!

Quindi se abbiamo fatto emergere il senso si svalutazione siamo già stati molto bravi, è molto positivo imparare ad ascoltarsi e conoscere le proprie emozioni e farle emergere sempre più, renderle dignitose, libere e decolpevolizzarci. Sono cose umane, a ciascuno la sua area di svalutazione!

A più ampio raggio, se questo mood lo ritroviamo anche in alte situazioni riconosciamole e facciamole emergere per quelle che sono, delle vere e proprie “menzogna esistenziale” che ci raccontiamo, magari per paura di entrare nel “travaglio” del cambiamento che può anche essere molto impegnativo e doloroso.

Iniziamo allora con il riconoscerci che cambiare non è facile e può fare paura ma riconosciamo anche che noi valiamo eccome e che possiamo approdare al cambiamento che desideriamo gradualmente e accogliendoci con amore in tutto il nostro essere.

Il nostro valore si alimenta nell’amore per noi delle persone belle e speciali che siamo, armonizzando tutte le nostre parti.

Migliorare la capacità di ascolto ed accrescere la consapevolezza di noi stessi e di quello che desideriamo autenticamente possono trovare in percorsi di crescita personale dei validi strumenti.
Affermo che quanto più riusciamo ad aver consapevolezza del nostro essere e dei nostri obiettivi tanto più il nostro valore si accresce e alimenta la capacità di prendere le giuste decisioni in modo armonico con la nostra saggezza interiore.

Rompiamo le catene… della svalutazione. Noi abbiamo un grande valore.

Il tema della svalutazione mi ha fatto ricordare un passaggio del film “Ricomincio da tre con Massimo Troisi. Il protagonista ci fa vedere bene quello che succede dentro quando non ci diamo un valore, ecco ora che lo sappiamo vogliamoci un sacco di bene, accettiamo le ns fragilità e riconosciamo i nostri meriti che sono tanti e… andiamo avanti.

Il titolo della Clip su you tube è “la gelosia” ma io ci vedo tanto altro.

Buona serata amici

Alimenti sani e pensieri positivi

Come certi cibi sono da evitare per i valori del colesterolo allo stesso modo certi schemi di pensieri ed abitudini sono da evitare per i valori del nostro benessere e per la nostra serenità. In un caso e nell’altro ci vuole tanto amore per se e fermezza nella rotta del cambiamento.

Atelier Lavoro, Arte esistenziale e volo.

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L’ambiente di lavoro è un laboratorio pazzesco, mette a nudo tutto e mette a nudo tanti. Tutti sappiamo vedere le criticità e le potenzialità degli altri ma solo chi ha coraggio e strumenti adeguati può scegliere di andare oltre e vedere le proprie, e se le assume responsabilmente e con intento trasformativo beh allora si fa l’arte e si fanno capriole esistenziali buone per spiccare il volo verso la prossima tappa del cammino della realizzazione di sé.

 

Preghiera al SE’_ di Antonio Mercurio

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Leggevo qualche sera fa nel libro “La nascita della cosmo art” di Antonio Mercurio” che Ulisse nel suo viaggio di ritorno è sostenuto sempre dall’intervento di Atena, e la dea opera anche quando l’eroe dai mille patimenti non ne è a conoscenza. Questi, anzi, in più occasioni si “incavola” e pensa e dice (secondo me): “Ma dove cavolo ti sei nascosta mia dea protettrice?! Perché non intervieni, perché non ti mostri e perché non ascolti le mie preghiere?!”. E così il nostro eroe un poco si incavola e a volte è scoraggiato, ma non smette mai di pregare.

Atena, ci dice Antonio Mercurio, nel suo immenso lavoro di lettura dell’odissea in chiave CosmoArtistica , simboleggia il Sé di Ulisse e simbolicamente ci consente di vedere anche il Sé presente in ognuno di noi. Il Sé è la nostra parte saggia, fonte di amore immodificabile per noi e che sempre opera per la nostra crescita e per la realizzazione del nostro progetto esistenziale. Il Sé ha ben chiaro quale è il nostro progetto, non perde di vista la meta come può accadere invece a noi quando siamo smarriti nelle nebbie della rabbia, dello sconforto o seguiamo miraggi e seducenti sirene che falsamente si presentano come “la vera meta”. Quando ci smarriamo e ci sentiamo dentro un malessere, questi proprio sono i modi attraverso i quali il nostro Sé ci fa capire che dobbiamo cambiare rotta.

Io, quindi, e tutti noi e ciascuno con il nostro Sé è bene che iniziamo a dialogarci e a conoscerci. Intanto mettiamo un punto fermo sulla qualità di questa parte di noi, E’ UNA PARTE POSITIVA, FONTE DI AMORE E DI CORAGGIO, SEDE DEL NOSTRO PROGETTO ESISTENZIALE UNICO AUTENTICO E IMMODIFICABILE. In sintesi il nostro alleato buono, onnipresente.

Anche mentre ne ignoriamo la presenza, esso opera per noi. Anche quando dopo averlo conosciuto poi ci smarriamo, esso opera per noi.

 Dalla “Preghiera degli Ulissidi” vi propongo il passaggio della Preghiera al Sé”.

O mio SE’,
Signore della mia vita
E figlio del mio amore
E del mio coraggio,
Quel che Tu vuoi
E’ giusto che accada
E dove Tu vuoi
Io voglio andare.

Aiutami solo a capire:
Perché mi hai messo
In questa situazione?
E che vuoi da me
Che Io faccia?

Quando Tu vuoi
Allora è tempo
E quando Tu vorrai
Io arriverò all’isola
Della bellezza seconda.

Anche se pare
Una sventura
Quel che Tu vuoi
Per me è guadagno.

Ma dimmi:
Che vuoi che io crei
Da tanto dolore?

E che c’è di sbagliato
In me
Che io devo
Trasformare?

Anche se a volte
Mi sento precipitare
Negli abissi
Se Tu lo vuoi
Per me è bene
E per questo
Ho coraggio.

Prima che Io sia Te
E Tu sia me,
Mentre muoio e
Rinasco
Per realizzare i miei sogni
E i tuoi sogni
Nelle tue braccia
Trovo il mio riposo.

Un caro saluto a tutti.

Buongiorno creature speciali e speciali figli della vita

Buona domenica miei cari amici del blog. Capita di percepirci – e a volte ci mettiamo davvero – in uno stato di “attesa”. A voi succede? Attendiamo speciali allineamenti di situazioni “fuori di noi”, attendiamo che tutto sia ok. E chi decide quando è ok è il nostro giudice interiore. Che palle però… si che palle perché al giudice pare che non gli sta mai bene niente!!
Succede a tutti credo, accade agli umani. Ok ora che lo sappiamo perà facciamo un passetto oltre questa modalità molto attendista e andiamo su un piano diverso, spirituale e di libertà.
Il fatto è che noi certe nostre “cosucce” le conserviamo caramente nello scrigno delle insoddisfazioni e recriminazioni per cose che “un tempo ” non sono andate come volevamo. Ebbene…è capitato, e mo? E’ bene che facciamo luce su queste pessime abitudini per vivere meglio, stare bene ed essere sempre il più possibile pronti a creare e godere della felicità nella nostra vita. Intorno a noi si muovono cose e si creano possibilità che se mettiamo a tacere il giudice interiore allora scopriamo tanta bellezza. Noi siamo speciali e ovunque noi ci troviamo arrivano messaggi per noi, libertà e capacità creative…ovunque. Prendete la fotografia ad esempio. Io sapete la amo e un pò ci faccio a pugni. Però da un pò sto cambiando e non voglio più attendere di trovarmi in chissà quale speciale congiuntura e per far poi chissà quale foto speciale. Le foto sono dentro di noi e se noi diamo una opportunità al nostro Io Creativo esso dialogherà con il mondo intorno a noi e si creeranno speciali sinergie, la nostra disponibilità ed il nostro desiderio attira naturalmente la nostra piena realizzazione.
Questo scatto che vi dono oggi è un momento di grande gioia per me, perché mi sono fatto dono di entrare in contatto con semini di grano che stanno germogliando proprio dentro casa e che sono curati amorevolmente da mia figlia Emma…e dal sole.
Buona domenica miei cari e cantiamo la vita che ci sta attorno, essa è speciale e parla a noi e di noi in continuazione, diveniamo armonia con le leggi e le forze attrattive che percepiamo e facciamo vibrare il nostro animo artistico.
Fermiamo gli impegni e mettiamo a tacere il giudice interiore “qui e ora” perché noi siamo creature speciali e speciali figli della vita e comunichiamo di arte e di amore e usiamo gli strumenti vicini al nostro cuore…e se è una foto beh…che sia la benvenuta.
La foto oggi ha in se oltre al messaggio della vita anche una dedica speciale per una mia cara amica che compie gli anni, Concetta Maria a cui mando il mio pensiero e la mia energia, lei mi vuole tanto bene e io ne voglio tanto a lei.
piante nascita rinascita

The Butler- Un maggiordomo alla casa bianca

Frequentemente dopo aver visto un bel film sento il bisogno di spegnere la tv o il pc o lo smartphone che sia e…uscire in strada a camminare. Ho appena finito di vedere The Butler, esco a fare due passi come si fa quando si allunga la strada per stare ancora un po’ in compagnia con un caro amico e raccontarsi ancora.

Buona serata a tutti e ci vediamo domani

Creare benefici

Da ogni nostra decisione costruttiva deriva a noi un beneficio.

Ciao Natale…e grazie Vita

Dura Elliot vero? Eh caro mio, il Natale è tosto. Oggi approfittiamo per togliere l’albero che nell’ultimo mese hai assalito a più riprese godendo come un riccio a giocare con le palle quando noi eravamo fuori casa😣😣 e tante ne hai rotte…😂😂😂tante proprio.
Primo natale di Elliot con noi, e nostro con lui. Come lui anch’io sono un po’ affaticato ed è stato un periodo molto intenso di emozioni. Oggi voglio fare una sintesi e voglio dire e dirmi che ho fatto del mio meglio per star bene ed essere felice per me e per la mia famiglia…ho faticato perché per essere felici ci vuole tanto lavoro di spirito, di amore continuo, di decisione e di libertà da conquistare ogni giornone consolidare con nuove decisioni e ancora tanto amore e poi ancora…ancora…e ancora. Sono soddisfatto di come è andata, mi perdono per gli errori che ho fatto. Quest’anno più di altri ho sentito il movimento intestinale dei sensi di colpa. Chi ha i parenti e la famiglia di origine lontana sa quanto ci si sente un pochino dilaniati. Che fare? Stare a casa? Andare? Faccio bene? Faccio male? Eccccheeeepppalllleeee!!!! Insomma con questi elementi un giro mi riconosco di aver fatto un buon lavoro insieme alla mia compagna e Emma. Noi continuiamo nel solco di una tradizione nostra che si nutre ogni anno di amore e conferme progettuali…e combattiamo i sensi di colpa. Quindi caro mio Elliot anche tu hai fatto tanto, buon riposo.

Mio Sole Mio SE’

Con il sole testimone affermo e rinnovo la volontà e la decisione di crescere e creare sempre più bellezza nella mia vita accudendo e alimentando progetti centrati sull’amore

Il mio video sul tema “Liberi di Amare: Scambio”.

10 anni fa nel mio percorso di crescita e di formazione mi sono cimentato ad esplorare con lo strumento video il tema “liberi di amare” e nello specifico io ho esplorato il tema dello scambio. Vi piace?

Freedom

achievement confident free freedom
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Giovane ragazzo non aver paura
di essere bravo non aver paura
di esprimere affetto non aver paura
di rifugiarti nell’amore non aver paura
di proteggerti non aver paura
di meritare il bene non temere
di godere dell’affetto non avere paura
di raccogliere l’affetto sei libero
di trovare riparo al tuo amore
sei speciale ogni istante non te lo dimenticare

Le buone azioni ci salvano la vita.

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Le buone azioni ci fanno splendere ogni giorno, ci salvano la vita quando siamo nella tempesta, sono crediti dell’anima credetemi. Esse diventano buona materia che si fonde in ogni cellula e genera positività e punti luminosi lungo il nostro passaggio. Le buone azioni illuminano il nostro esistere ogni giorno; in ogni momento che sia di gioia o che ci troviamo in difficoltà potremo sempre volgere lo sguardo a questi punti luminosi e loro ci parleranno di noi e di chi siamo e di quanto di buono e di bene sappiamo fare ed abbiamo fatto tanto per gli altri quanto per noi stessi. Tutti abbiamo fatto cose buone, a allora narriamole ed elenchiamole mettiamole in mostra facciamole cantare. Facciamolo con gli altri, facciamolo da soli, facciamone un libro, un video o una poesia o ogni cosa ispiri la nostra creatività. Mostriamoli e consolidiamo in noi la conoscenza positiva, facciamoci i complimenti; tante altre ne verranno e tante ne riceveremo (garantito) e si rinforzeranno ancor di più in noi le immagini e si alzeranno al cielo come acquiloni i ns meriti, i nostri talenti e la nostra arte nel vivere … e la gratitudine; non fermiamoci mai al bene e nel dubbio quando non sappiamo cosa fare, nel dubbio tra amare e odiare, scegliamo di vivere il dramma dell’incertezza e poi scegliamo con un atto supremo di amore globale di scegliere il “bene e le buone azioni” e diveniamo ogni istante sempre più querce altissime e robustissime sequoie forti della della nosta identità più profonda e autentica che penetra la terra madre con gratitudine e si tente al sole padre in una sintesi magnifica che siamo noi e che è la nostra storia unica e irripetibile, noi siamo creatori di azioni buone e quando c’è tempesta è ad esse che volgiamo lo sguardo e loro ci raccontano e ci donano di noi… il meglio.

Ve ne racconto intanto io una che frequentemetne mi ritorna in mente:

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Ho 20 anni e faccio il barista in un chiosco bar in un villaggio turistico. C’è un signore anziamo che frequentemente viene a sedersi al bar e racconta. Lui ora è in pensione e di lavoro aveva fatto il direttore in un centro per l’impiego. Ricordo che si muoveva a fatica ed aveva un braccio non mobile perchè ha avuto in ictus. Una mattina lo vedo arrivare dal vialetto vestito a malo modo e mi chiede di dargli una mano a sistemarsi. Era agosto e dal vialetto era un gran via vai di gente che andava al mare e io un pò mi sentivo in imbarazzo a quella richiesta. Poi però mi sono reso di sponibile e gli ho dato una mano a sistemarsi i pantaloni e camicia tra i bagnanti. Poi siamo andati insieme a sederci al bar e abbiamo preso a parlare e lui mi ha detto che mi era molto grato per quello che avevo fatto. Io quel momento ancora me lo ricordo e frequentemente penso a quel vecchietto e cosa sarà poi stato il seguito della sua vita. E ogni volta che ci penso mi sento felice perchè ho fatto una cosa buona…e oggi sono di nuovo grato a quel momento e al mio blog perchè raccontandovela essa sarà ancor più viva in me.

Dono a voi questo racconto e nella libertà di accettare o meno vi propongo di poter dare un contributo e scrivete nei commenti un vostro racconto, io poi la riporto qui nel post con data e nome dell’autore e così facciamo un bel momento di condivisione di “buone cose”.
Buona giornata a tutti

Buon anno scolastico a tutti gli studenti del mondo, e ai genitori😊

Stamattina in giro con Elliot dalla vita mi è stato suggerito questo ritmo. Così lo assumo come colonna sonora di buon anno scolastico per mia figlia Emma e per tutti gli studenti del mondo perché oggi é un nuovo inizio ed io auguro a tutti che sia colmo di amore e di bellezza e dato che ci vuole anche tanta forza allora che ben venga un buon ritmo di accompagnamento per far vibrare tutto. Buon inizio anno anche a tutti i genitori, nuovo giro sulla giostra….si parteee😀😀. Ritmo