Conoscere le ragioni dell’odio per risolvere i conflitti ed essere felici

Di chi è la colpa? Quando c’è un conflitto è questo uno degli interrogativi a cui sentiamo di trovare una risposta. Ne ha bisogno la nostra mente per non soffrire troppo, ovvero per dare un senso a ciò che nel conflitto appare nebbioso e ci minaccia. Credo che inconsciamente ognuno tende a patteggiare per l’una o l’altra parte e penso che le motivazioni di tale – intimo – posizionamento abbiano un corrispettivo esperienziale da ricercare nella storia delle persone. Potremmo così accorgerci che i nostri motivi di astio e risentimento per non esserci, ad esempio, sentiti amati o riconosciuti come meritavamo magari ci fanno patteggiare con coloro che stanno rivendicando qualcosa di simile. Questo chiaramente a prescindere dalle ragioni di un conflitto che la storia probabilmente non saprà mai descrivere in modo obiettivo, ma ci saranno diverse versioni e diverse verità. Di chi è la colpa quindi? Partendo dalle nostre ragioni di risentimento, sento che presto ci ritroviamo a contattare le posizioni interiori intorno al sentimento dell’odio. Il nostro Odio spesso tenuto nascosto e che affonda le radici nel passato atomico delle nostre sofferenze percepite i subite. Seguendo i fumi velenosi dell’odio potremo vedere le sue azioni nella nostra vita, lo potremmo trovare ad esempio nel non amore e riconoscimenti che noi stessi non ci diamo, fermi nell’attesa e nella pretesa che arrivi il giusto risarcimento. Vi svelo un segreto, non ci sarà mai risarcimento l’unico a pagare siamo noi che ipotechiamo su queste follie risarcitorie la nostra vita. Rendiamo gli onori al nostro passato e deponiamo quelle armi. Lo so, non è facile assumersi la capacità di odiare, ed è questo forse uno dei motivi per cui cerchiamo fuori il colpevole, per non soffrire certamente e per non mettere le mani a fondo nel nostro dolore che tanto ci fa male Ma è il tempo di sanarlo, di liberarci, trasformarlo imparando a riparare verso di noi attraverso le azioni concrete del prendendoci cura sempre più e sempre meglio del nostro progetto. Quale progetto? Beh, certamente non quello di stare pronti con il fucile spianato in attesa del risarcimento. Probabilmente il nostro progetto lo abbiamo chiuso a protezione in uno scrigno nel profondo in un bunker del nostro cuore. Andiamo a liberarlo, ok? Partiamo con il riconoscere le ragioni del nostro odio che inquina la nostra vita e alimenta i rovi spinosi intorno al nostro progetto. Come fare? Iniziamo intanto a fissare questo obiettivo, rendiamolo palese alla nostra volontà cosciente. Poi rimaniamo svegli nel quotidiano per conoscerci meglio, imparare acaptare i fumi velenosi dell’odio con il suo corteo di pretese e ragioni assolute. Chiediamoci ogni volta se vogliamo avere ragione o se vogliamo essere invece felici. Scegliamo di liberarci e stiamo certi che dallo scrigno sentiremo pulsazioni di vita e di evoluzioni speciali e ci alimenteranno ogni giorno. Ci innamoreremo di noi e sapremo, al prossimo conflitto che ci troveremo ad affrontare, che la motivazione profonda e soprattutto la soluzione ha un noi una buona opportunità di risoluzione. Sarà impegnativo ma sarà anche bellissimo come bella e la libertà.

Sul Cambiamento

mi prendo cura del mio cambiamento

Un cambiamento, per potersi realizzare, deve essere ben motivato, sostenuto e accolto con fiducia nella nostra vita. Noi possiamo tanto, iniziamo con lo scegliere il tempo ed il luogo dove seminare il nostro coraggio, il nostro amore, il desiderio, le paure e la consapevolezza tutta. Poi una volta scelto e seminato ce ne prendiamo cura, siamo attenti alle erbacce che prontamente estirpiamo e siamo attenti anche agli inutili curiosi, preserviamo la sacralità del nostro utero d’amore. Mentre il seme cresce impariamo a pregare per trattenerci dal commettere errori, impariamo ad accoglierci perché non siamo infallibili, impariamo a riparare, impariamo a farci umili per non alimentare l’orgoglio e le sue infinite pretese. Accediamo alla sacralità del nostro cambiamento con rispetto per la nostra storia, qualunque essa sia stata. Siamo decisi a scrivere nuovi capitoli di vita e partiamo proprio da qui dove le nostre scelte passate e la nostra storia ci hanno portato. Tratteniamo il giudizio, dapprima interiormente e poi quando ci sentiamo pronti anche nelle parole e nei fatti, rendiamoci disponibili a sentirci figli della vita e sentire che il nostro essere è pienamente inserito nel progetto della vita ed in continua evoluzione. Scegliamo di vederci come genitori della nostra vita, autori del nostro cambiamento ed artisti della nostra vita e – insieme con la vita tutta – artisti anche della vita dell’universo. Ogni giorno il nostro cambiamento è più forte, senza giudizio e con gratitudine per le forze umane e spirituali lasciamo che il nostro cuore assapori la fiducia nella libertà, la gratitudine ed il benessere sublime del perdono totale per tutti e per noi stessi. Ogni istante che passa il cambiamento che desideriamo è una più grande e forte realtà, siamo grati a noi per l’impegno e l’amore che scegliamo di donarci. Buona giornata a tutti e grazie ai tanti uomini e donne speciali che donano al mondo intero il loro impegno nella ricerca di senso e per creare bellezza. Post liberamente ispirato alla Cosmo Art del Professor Antonio Mercurio, con immensa gratitudine.

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Commuoversi e Amarsi

La commozione è un sentimento forte, la contattiamo quando ci avviciniamo profondamente ad un emozione sia essa bella o meno. La commozione esprime la misura della sintonia con quella emozione, una sintonia speciale e di comprensione totale. La sperimentiamo frequentemente, frequentemente la sperimentiamo grazie ad un film ed intimamente. La commozione è la manifestazione visiva dell’essere intimamente coinvolto nella esperienza dell’altro. La commozione porta in se anche un messaggio di comunione con l’altro,  ci dice che non siamo i “soli” in modo rispettoso e con un sussurro speciale ed un linguaggio esclusivo. 

C’è una forma di commozione che è un autostrada per la nostra salvezza, ed è quella che si esprime in parole, pause, silenzi e lacrime quando raccontiamo di noi,  quando raccontiamo il tempo che è stato e sentiamo grazie al distacco degli anni quanto quel tempo è stato difficile e nelle nostre lacrime e parole di oggi esprimiamo amore e rispetto per la persona che siamo stati, senza giudizio perché non ci sono pagelle da dare. 

La commozione è un sentimento sano, non abbiamo paura a commuoverci sono lacrime di amore sano. 

 

Salviamo il nostro Natale, Salviamo il nostro 2020.

OK cari, è ci siamo. Natale c’è. Come lo abbiamo agghindato in questi mesi? Il “Natale” quest’anno ha avuto anteprime di parole nuove legate all’emergenza. Natale chiusi, Natale di coprifuoco, Natale di paura, Natale di isolamento, Natale diverso, Natale … ecc ecc. Rispetto per tutto il periodo… ma STOP.

Natale c’è e tutti ci siamo preparati, abbiamo preparato le nostre case e stiamo facendo di tutto per “non mollare” pur sotto le bombe del periodo amplificate da paure (legittime) e divulgatori di ogni tipo. Stiamo facendo tutti un gran lavoro per recuperare il Natale…ma non solo. Credo che stiamo facendo tanto per salvare la nostra vita. Accendiamo allora un faro della consapevolezza su di noi, prendiamo a prestito dal Natale “l’emozione” e guardiamo alla nostra vita (grazie Natale).

Com’è oggi? Com’è stata? Come vogliamo che sia? A ciascuno di noi sono accadute cose che magari non avremmo voluto che accadessero, e ce le ricordiamo bene. Sono sicuro che sono accadute anche tante cose che sono andate bene, e facciamo fatica a ricordarle.

Dobbiamo salvare il Natale, dobbiamo salvare noi, dobbiamo salvare questo Anno. Dobbiamo mettere fuori e farle brillare le energie positive e costruttive che abbiamo messo in campo. LO ABBIAMO FATTO TUTTI!

Non è stato solo COVID. E anche in questa situazione quante cose abbiamo fatto? Abbiamo fatto tutti del nostro meglio e quindi rendiamoci onore, siamo soddisfatti di noi per quello che siamo riusciti a fare e se non siamo stati perfetti è bene che non ce lo nascondiamo ma ci mettiamo vicino a questa emozione giudicante. Come ci si mette intimamente rannicchiati vicino ad un camino o ad una persona cara che soffre, intimamente mettiamoci vicino a questa parte di noi. Abbiamo fatto del nostro meglio e se non riusciamo ad accoglierci ed a perdonarci per le imperfezioni allora facciamo una cosa… ascoltatemi in silenzio ed intimamente… lo dico a voi ed a me… PREGHIAMO. Si Preghiamo, non pensiamo sia una cavolata o una cosa da preti. La preghiera è un potere supremo ed un autostrada per i luoghi profondi del nostro cuore. Non c’è un modo buono o sbagliato di farlo, preghiamo religiosamente preghiamo laicamente, preghiamo la vita. Ricaviamoci uno spazio sacro, oggi e anche ogni altro momento che desideriamo, e visualizziamo le cose fatte e ringraziamo, visualizziamo le cose non fatte e accogliamo i nostri limiti. Preghiamo, facciamolo per noi e facciamolo perché è un gran bel regalo che possiamo fare a noi.

Natale è tempo di nascita, ecco concediamoci di rinascere, tagliamo i rami secchi e prepariamo il terreno con l’amore assoluto e totale per noi affinchè possano nascere rami nuovi alimentati a fiducia, a visioni nuove intime e nostre, a storie nuove da scrivere, a grandi speranze, a doni supremi, a sacralità del nostro essere, a preghiere, a disponibilità di perdonare.

Salviamo il nostro NATALE e Salviamo in nostro 2020, non facciamoci fregare. E’ seducente il lamento in questo periodo e mai come in questo tempo appare oltremodo giustificato, NON FACCIAMOCI FREGARE. Salviamo tutto il buono in NOI.

Buon Natale a tutti Buon Nascita a tutti, siamo stati meravigliosi e lo siamo ancora.