Da adolescente a scuola ed in tv era un continuo parlare dei pericoli delle tossicodipendenze, non so se ne parlavano bene o male. A me fregava poco quello che dicevano, il tema sentivo che non mi interessava direttamente pur conoscendolo. Non so se quelle parole, quel tanto dire anche negli incontri a scuola abbiano poi davvero scoraggiato qualcuno dall’infognarsi in questa esperienza, spero abbiamo avuto più successo di quanto io ne percepisca. Bisognava informare, si diceva, e soprattutto bisognava conoscere i rischi delle droghe. Era un modo per scardinare il mito su cui invece simili sostanze avevano invece fondato gran parte del loro successo amplificato anche da molti artisti che, come i loro fans, hanno conosciuto il dramma.
La droga non ha smesso di uccidere, io la vedo meno in giro ma non perché non gira più quanto piuttosto perché i miei giri e le mie abitudini sono cambiati e il tempo che trascorro in strada ed in giro è di meno e comunque diverso rispetto a tanti anni fa.
Prima dell’estate scelgo un libro a caso, scelgo Nicolò Ammanniti e lo porto con me per tutta l’estate fino a l’altra quando metto in pausa i miei studi perchè avevo bisogno di leggere “altro”. Così decido di iniziare a leggerlo e subito vengo catturato dalla storia di Lorenzo e vado avanti, voracemente. Lungo il racconto sono tante le emozioni che sento dentro, contrastanti a volte, e comunque a sovrastare su tutte è la speranza che tutto si risolve bene. Alla fine del libro il mio pensiero è occupato da questa riflessione:”La droga uccide ancora, non è lei che è scomparsa ma solo sono io che la vedo meno in giro ma solo perché io sono meno in giro”.
Scrivo quindi mentre ho ancora calde le immagini e sento ancora l’odore delle pagine. Scrivo per non lasciare il silenzio sul tema e per amplificare e rilanciare anche dal mio piccolo spazio il messaggio che che come la mafia anche la droga e una montagna di merda e va conosciuta, raccontata per evitare che sotto traccia essa non possa alimentarsi di silenzio e disattenzione…prendersi la vita.
Consiglio la lettura, bel libro scritto bene…a me è piaciuto. Un racconto profondo di incontro tra autenticità e nostre parti che teniamo nascose in cantina e che hanno tanto desiderio di raccontarsi e raccontare, incontrare e trasformare.