Vuoi avere ragione o vuoi essere felice?
E’ capitato, capita e capiterà di subire delle ingiustizie
Cosa è fare? Reagire, lottare fino alla morte per affermare la giustizia ed avere ragione? Si ci può stare…ma gli altarini già sono troppo pieni di martiri; penso che possono bastare!
Ulisse nella caverna di Polifemo decise saggiamente di non affermare la sua giustizia vendicando i compagni, ne aveva anche lui diritto…era pur sempre un re ed un capo.
Scelse di rinfoderare la spada. Non per viltà, non per giustificare il male subit. Ulisse scelse di non mortificare il suo progetto di tornare a casa e di essere un uomo nuovo. Investì sangue e dolore in contenimento della sua ira per un progetto più grande…ritornare a Itaca…e scelse di voler essere felice.
(Riflessione liberamente ispirata al pensiero di Antonio Mercurio)
Fuggendo Ulisse grida a Polifemo “se qualcuno ti chiederà chi è stato ad accecarti tu digli che è stato Ulisse………”. In questo atto di orgoglio, che innescherà l’ira di Nettuno, vedo la vendetta di Ulisse; non è una vendetta di morte ma una riaffermazione del suo “essere” del suo esistere; lui, seme bastardo nell’utero di Anticlea, lui non bello e forse non amato. Lui, “Nessuno” fino a quel momento………
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Elsa, grazie del passaggio.
Ulisse lì…non è proprio riuscito a trattenersi. Orgoglio…dannazione per l’uomo che si piega al suo volere. Da lì in poi il ritorno diventa Odissea di dolore e a mare magnun di opportunità di trasformare tutto il dolore e l’odio.
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