Saggezza e forza ma anche i dolori e la sofferenza convivono in noi. Capitani condottieri della nostra vita dobbiamo sempre rimanere vigili ed in ascolto per condurre tutto il nostro esistere verso quella sintesi degli opposti che è insieme arte di vivere e capacità di creare.
Siamo in un tempo storico che, tra le tante cose difficili, ci fa sentire anche disorientati per quanto riguarda le informazioni. Ma cosa sta succedendo? Nell’era delle condivisioni diffuse e massive incappiamo quotidianamente in una pluralità di versioni sullo stesso fatto ed è normale sentirsi disorientati. Accade come quando in noi si affollano turbolenze emozionali e noi ci viviamo un senso acuto di impotenza misto a confusione e minaccia. Bisognosi, in base alle esigenze del momento, siamo tentati dal rincorrere ora una voce ora un altra. E forse il silenzio mai più di oggi un canale importante. Silenzio non inteso come negazione ma come luogo in cui essere autenticamente in ascolto. Ci basta poco oggi per capire in che direzione va il frastuono, basta accendere la tv o navigare in rete che dopo 5 minuti abbiamo ricevuto metri cubi di informazioni di diverso colore e umore. Ascoltarci diventa ogni giorno un esigenza impellente, rispolverare la capacità di stare soli in un intimo spazio sacro in cui armonizzare i tanti pensieri, le tante emozioni e sentire che abbiamo il potere di indirizzare la nostra vita nella direzione che ci fa stare meglio, o che ci fa agire per stare meglio. Saggezza e forza ma anche i dolori e la sofferenza convivono in noi. Capitani condottieri della nostra vita dobbiamo sempre rimanere vigili ed in ascolto per condurre tutto il nostro esistere verso quella sintesi degli opposti che è insieme arte di vivere e capacità di creare. Sintonizziamoci e manteniamo stabile la frequenza in noi che tutto attorno ci sono molte, troppe, interferenze e non ci si capisce poi tanto. E’ impegnativo, lo so. Ma noi siamo bravi e sappiamo farlo se lo decidiamo. Buona giornata in ascolto delle frequenza dell’anima che ci parlano e sanno cosa dicono.
A volte amiamo ciò che facciamo, a volte ci è insopportabile… come il lavoro, per esempio. Gioie e dolori, una ricerca continua di armonia ed una continua sfida a superare e trasformare le difficoltà.
Io sono certo che ogni cosa che ci accade ha un senso per noi, e per sapere qual’è ci dobbiamo mettere in ascolto autenticamente.
L’ambiente di lavoro è un laboratorio pazzesco, mette a nudo tutto e mette a nudo tanti. Tutti sappiamo vedere le criticità e le potenzialità degli altri ma solo chi ha coraggio e strumenti adeguati può scegliere di andare oltre e vedere le proprie, e se le assume responsabilmente e con intento trasformativo beh allora si fa l’arte e si fanno capriole esistenziali buone per spiccare il volo verso la prossima tappa del cammino della realizzazione di sé.
Settima tappa, l’approdo al mondo degli smartphone. Periodo intessante quello che va dal 2010 al 2013. Cambiamenti di prospettive lavorative, nuove esperienze professionali ed avvio di nuove collaborazioni. L’apparecchio mi soddisfa e devo dire che sin da subito mi trovo molto bene e mi piace la possibilità e le potenzialità dell’essere connesso in mobilità e di poter condividere contenuti attraverso i social, nonchè avere accesso a tanti servizi come la posta elettronica o magari il conto in banca. Il mio apparecchio di suo si presenta in fascia diciamo “l’importante è partecipare”, dopo poco che lo utilizzo ne percepisco i limiti ma non mi lamento.
Dopo sei anni di collaborazione professionale con una società è il momento di cambiare aria. Tempo di saluti.
Beh non è stato facile ed ho attinto a tutte le mie migliori energie in quel tempo per non perdermi d’animo. Mi è stato molto utile il mio percorso di crescita, mi ha sostenuto la decisione interiore di essere fiducioso che davvero: “si sarebbe aperto un portone”. Cosa dovevo imparare da quella esperienza? Beh intanto ho potuto ricontattare di nuovo come mi incavolo quando non mi sento riconosciuto e mi vivo un “rifiuto”. Come Ulisse passo vicino alle sirene di seducenti reazioni rabbiose e sono grato al mio percorso ed a tutto quello che ho appreso studiando dai libri di Antonio Mercurio. Come Ulisse mi tengo ben legato al palo del mio progetto per non perdermi; assaporo la potenza della disponibilità a perdonare ed a perdonarmi.
In quel periodo scopro una canzoncina, era utilizzata da una emittente televisiva privata per pubblicizzare i propri prodotti. Il brano si chiama “Tomorrow”, anche a mia figlia piace tanto. In rete ho trovato questo video, mi piace condividerlo con voi. Cosa mi ha ispirato nello sceglierlo tra i tanti? La leggerezza, questo mi ha ispirato e la morbidezza della bambina. A roma in quei giorni che canticchio sempre Tomorrow … spesso sono venute giù lunghe e abbondanti fioccate di neve.
Nuovo giro nuova corsa dunque … trovo un portone, busso e mi aprono. Nuova opportunità lavorativa, nuovo laboratori di persone e situazioni, mi sintonizzo interiormente sulla “gratitudine”.
Collaboro con l’Istituto Solaris in modo sempre più attivo sia per preparare eventi che come moderatore (insieme a tante colleghe bravissime e bellissime) del forum. In questa occasione ho scoperto quanto mi piacesse scrivere e quanto poi io fossi anche un gran chiacchierone…da allora spesso scrivo lunghi “pistolotti”. Mi diplomo nel 2013 in Counseling, questa nuova professione mi viene incontro. All’inizio del mio percorso come Cinematerapeuta non ne avevo consapevolezza, in corso d’opera – e lavorando molto su me stesso e la mia crescita – ho iniziato a percepirne la valenza e la potenzialità. Il mio impegno sarebbe potuto essere anche di aiuto a qualcuno, un giorno. Chissa!
Inizio a realizzare eventi, obiettivo fare cultura del “benessere”; eventi a carattere di approfondimento tematico molto semplici e per tutte le persone, occasioni di scambio e di apperofondimenti “insieme”. Sono soddisfatto di queste iniziative, scopro che mi piace molto e mi gratifica questa mia propenzione all’incontro, mi sento stimolato a non smettere mai di lavorare per la mia crescita, sono grato a tutti i partecipanti per quanto hanno donato ai progetti.
Compro per la prima volta in vita mia un veicolo “nuovo”, davvero … sino ad oggi ho sempre avuto macchine e moto usate. Stavolta è tempo di sostituire lo scooter e stavolta lo compro nuovo. Devo dire che è una bella sensazione comprare una cosa nuova.
In questo periodo saluto TIM che da sempre era il mio gestore, sono passati tanti anni dalla “tariffa rossa” del mio promo cellulare. Si va avanti, ciao
Divorzio con Unicredit, surrogo il mio mutuo con guadagni in termini economici…sono molto fiero di questa operazione…pacca sulla spalla per me!
Mia figlia è brava e cresce e noi con lei siamo chiamati a fare tanti superamenti. Siamo bravi genitori? Beh siamo sul pezzo, questo si, e con lei la spinta a migliorarci è bella forte. Emma è un tesoro, e festeggiamo il suo primo anno in compagnia di tanti amici. Chiaramente con lei tante cose sono passate in secondo piano…ma va bene così. Ho ancora neglio occhi la meraviglia di quando l’ho vista camminare da sola, era il 4 novembre 2010. Era da tanto che ci provava, da giorni i suoi tentativi erano sempre pià decisi fino a che un giorno non si è alzata e – con me dall’altro lato che facevo il tifo – ha attraversato tutto il salone senza tenersi a niente. Da quel momento non si è più fermata. Avevo la telecamera accesa…ed ho ripreso tutto…carpe diem certamente, anche se credetemi ho ogni fotogramma di quel momento “live” ancora in mente “qui e ora”.
Ciao alla prossima…che ormai siamo vicini al tempo presente.
daZeroaInfinito.com…che vedete mi sembra sia stato un battere di ciglia…eppure quante cose e quante palpitazioni.
Una Commessa: Complimenti lei lo sa che ha un bel numero di telefono? Io: Un bel cosa? Cioè cosa intende? Lei: No guardi, è una specie di deformazione di noi che lavoriamo con i telefoni. I numeri di telefono che hanno una ritmica e delle ripetizioni noi diciamo che sono belli, ed il suo lo è. Io: grazie, non avevo mai visto a questo aspetto ritmico estetico.
E voi avete un numero di telefono bello o brutto?
Non so cosa mi piacque di questo cellulare, boh…forse sono ricaduto sullo “sportellino”. Entro nel mondo Motorola, l’apparecchio funziona bene ma ha un piccolo e odiosissimo difettuccio…quando ricevevo un sms stava in continuazione a mandare il messaggi di avviso. Ora non c’è nulla di male in questo e anzi può anche essere utile… Ma come la mettiamo per tutte le volte in cui non vi va di alzarvi dal letto e c’è questo fastidioso avviso che ogni 5 minuti vi rompe le scatole? Insomma a partire da questo apparecchio ho preso la sana abitudine di spegnere il telefono di notte. Ma Stop…ho già detto troppo di lui! Cambio ritmo, su il sipario entra in scena la vita…la mia vera:
E di lei canto
Di una stagione calda
E di visioni
Spiagge e case bianche
E di sole
Ad attendere maggio
Un pianto strillante
Gioia di manine piccole
Addio lunghe dormite
Pannolini e pappette
Canzoncine
Colpito e affondato
Completamente cotto
Di vita io canto
E cellulari tenuti bassi bassi
Che la principessa dorme
E noi a vegliare
Che nulla disturbi
Il tempo dei sogni ancora
Ed il resto è sfondo
…può attendere.
daZeroaInfinito.com … che divento papà…colpito e abbattuto. Poi al riemergere dopo qualche anno entro nel mondo degli Smartphone. Cavolo quanto tempo è passato dal 2000…cavolo come corre il tempo…cavolo bisogna essere veloci…e anche loro, i nostri apparecchi, ce lo ricordano di continuo, dobbiamo essere veloci e perennemente connessi e pronti alla condivisione…al controllo in tempo reale…se ci va!
“Tempi Moderni”, con questo apparecchio entro nella fase 2.0. Apparecchio con display a colori, fotocamera, bluetooth e tante altre cose che poi, detto tra noi, non ho usato. Inizia la fase dei telefoni che non pago, o meglio che pago in modo improprio. Aderendo ad una operazione a premi con il mio gestore ecco che nel 2005 ho accumulato una quantità di punti (si chiamavano “lune”) e mi spetta un premio, ed il premio che scelgo è lui, Il cellulare Sony Ericcson. Devo dire che con questo apparecchietto mi ci sono divertito; seppur con pochi megapixel rispetto ad altri modelli in commercio ho iniziato a utilizzare in modo “importante” lo strumento fotografico. E credo di non essere stato il solo a ben vedere visto quanto successo ha e quanto prende piede il fare foto e la condivisione.
Nel 2005 mi iscrivo al Master in Cinematerapia dell’Istituto Solaris, scrivo anche alcuni articoli sulla rivista on line Solaris.it. e se siete curiosi potete leggerlo cliccando qui. Mi piace molto questa esperienza e ci prendo gusto, la porto avanti e non mollo.
Nel 2006 anche noi usufruiamo della fase espansiva dei mutui e così ci compriamo una casa e diventiamo intimi con Unicredit, giusto in tempo per festeggiare la vittoria ai mondiali in Germania…e poi nel 2007 con questo apparecchio ci vado a nozze, non in senso figurativo ma reale…il progetto di coppia cresce.
La mia posizione lavorativa seppur nel nuovo modello di forme contrattualistiche “moderne” è abbastanza precariamente stabilizzata, firmo una quantità importante di rinnovi contrattuali che per elencarli tutti ci vuole un contabile. Fin che dura io ci sono.
Ho volato per la prima volta in vita mia, primo volo “Ciampino – Saragozza” e mi è piaciuto tanto. Se avevo paura? Eccome!
Dunque anche questo aggeggetto ha percorso con me un pezzo di storia e di cose importanti…ma al rientro dal viaggio di nozze mi serve un altro telefono, nuovo giro e stavolta si balla.
daZeroainfinito.com … che stavolta non mi dilungo troppo dato che ho già il prossimo articolo che spinge per voler dire cose sue.
Nuovo giro, nuova corsa. Dicembre 2001, tempo di Nokia 3330. Facile da usare, carino, compatto, resistente e … funzionante. Anche io come tanti gioco a Snake, e con ottimi punteggi :-). Stavolta ho anche un uricolare, ci provo ad usarlo ma con poco successo. Quel parlare nel vuoto non mi è mai piaciuto e così bye auricolari. Io e questo telefono facciamo tanta strada insieme arriviamo fino al 2004. Tempi di cambiamenti, e che cambiamenti! Narrare tutto non posso, seguirò il ritmo del mio cuore in immagini e parole.
Fase Tagadà, dunque, tenersi forte. Come in un parto, un nuovo travaglio, tante parti in fibrillazione è momento di decisioni prese al volo. Mi accompagnano in questa fase:
la musica dei Negrita e dei Nomadi;
i libri di Richard Bach, in particolar modo “Biplano”;
ho iniziato a leggere anche la Bibbia;
“Wil Hunting, Genio Ribelle” film con Robin Williams e Matt Demon;
Prego
Con tutti e questi elementi inizio un nuovo giro di giostra, si balla signori e nuovo giro…nuova corsa:
– Mi licenzio da due lavori, ho cose più importante da fare. Devo correre e non posso stare dietro una scrivania, dimensione “impiegato” rimandata;
– Su corso Buenos Aires entro in un posto sballoso e mi faccio un pircing, quello stesso giorno mi regalo una nuova chitarra, stavolta preamplificata, come segno concreto di amore per me che ne avevo tanto bisogno;
– Saluto Milano e Approdo a Roma, è il 4 aprile ed è una bella e calda giornata. Non ho un lavoro ma ho una bozza di progetto personale e di coppia tutto da sviluppare;
– BNL? Al colloquio del 18 dicembre c’ero. Poi mai più sentiti.
A Gennaio è arrivato l’euro. Da questo momento in Italia non passa giorno che in qualche parte del paese qualcuno non lo maledica.
Follia ci mosse, necessità o la vita? Probabilmente tutte.
Roma maggio 2002 in libreria Io: “Senta scusi posso lasciarle un mio cv?”. A fine maggio sono assunto in libreria, quella che sta nella stazione termini di Roma, settore preferito “Saggistica e Filosofia” e tra una sistemata e l’altra del banco ho letto tanti brani. Mi prendevo cura con affetto di quei libri.
In quel periodo i Nomadi erano usciti con l’album “Amore che prendi amore che dai” e tra le tante canzoni vi è questa che si chiama “Trovare Dio”; nel testo c’è anche un “Biplano”. Tempi dinamici e cambio tanti lavori dalle Assicurazioni alle Fideiussioni fino ad occuparmi in qualche modo di analisi finanziaria. Viviamo molto la città e stiamo spesso in giro … in cuffia in quel periodo i nomadi erano presentissimi, in tasca sempre il Nokia 3330. Che fossi da tempo alla ricerca era chiaro, solo che non lo sapevo ancora. Così nel 2003 decido di passare dalla possibilità ai fatti e – grazie anche alla spinta di alcuni attacchi di panico – cerco e trovo l’Istituto Solaris ed inizio un percorso formativo e di crescita personale…e poi ad un certo punto ho comprato un altro telefono (…)
daZeroaInfinito.com … che a riscrivre del tempo che è stato noto ancor di più come ogni singolo elemento era una potenzialità per me e come il mio Sè non ha tralasciato nulla di quello che avevo per indicarmi di volta in volta la scelta migliore da prendere. Non sempre è stato facile decidere, anzi quasi mai. Ma questa è stata la mia esperienza … semplicemente e ci sono molto affezzionato. Seppur narro i tempi in modo individuale io non ero mai da solo.
Un nuovo podcast
realizzati nell’ambito del progetto di comunicazione
che l’istituto solaris sta portando avanti.
Gli ambienti di lavoro sono dei laboratori particolari
ne accadono davvero tante.
Buon Ascolto a tutti e grazie Claudia Carducci che lo ha realizzato.
daZeroaInfinito.com … Che stamattina di nuovo contatto il positivo nelle attese. Il positivo è che in quel momento devi solo stare e così puoi avere tempo tutto per te e per fare il punto della tua esperienza. Nell’era del contatto immediato quei minuti sono pieghe su cui adagiare il nostro essere e prendere fiato. Non serve a niente spazientirsi, se non a usare in modo negativo un tempo che comunque devi aspettare. Buona giornata.