Io che non sono ancora nato
Io che me ne sto ancora dentro l’utero
Incollato ai miei traumi
Tutto intento a crogiolarmi
Dentro il dolore Delle offese ricevute da mia madre
E da coloro che puntualmente
Me le fanno rivivere Io che ho ingigantito queste offese
Con orgoglio e con ira
Io che, con il mio Io fetale,
Impongo al mio Io adulto
Di vivere infelice
Nella rabbia e nell’odio
Con mille miliardi di pretese
Io che mi rinchiudo nella corazza
Del mio narcisismo assoluto
E giudico e condanno tutti
Con disprezzo infinito
Dall’alto della mia perfezione divina
Io che vorrei distruggere il mondo intero
Con diluvi e cataclismi universali
Vorrei che qualcuno mi aiutasse
A deporre questo fardello intollerabile
Di follie fetali
Che nulla hanno a che vedere
Con il mondo delle persone reali
Io vorrei nascere interamente
E vorrei essere libero
Di amarmi e di amare.
Libero di poter vivere nella pace e nella gioia.
Ho interrogato i saggi E ho chiesto: Come si fa a nascere per intero E a non restare mezzo dentro e mezzo fuori dall’utero di mia madre? Nessuno mi ha risposto.
Ho interrogato il mio Se’
E lui tace come non ha mai atto prima …..
Ho deciso di accettare il silenzio
Di accettare l’oscurità
E di non vedere
E di non poter sapere.
Ho deciso di piegare il mio orgoglio
E rinunciare alle mie pretese.
Ho deciso di accettare il mio dolore
E la mia impotenza
E soffrire in silenzio
Senza lamenti
E senza recriminazioni.
Lunga è la strada
Che porta alla vera umiltà
L’umiltà che è la faccia più profonda della verità
Lunga è l’attesa
Di poter un giorno entrare nella mia casa
Non più come mendicante
Ma come un signore.
Bellissime parole…
Scavano dentro per liberare il “Lazzaro” sepolto in noi e, vinta l’oscurità, tornare alla Vita vera, gioia e serenità rinate “dall’acqua e dallo Spirito”.
Semplicemente un grazie che esprime molto per me. A presto, Vicky.
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Grazie del passaggio. A presto
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Ma proprio per effettuare questo passaggio è necessario un lungo viaggio… molto bella questa preghiera Leonardo!
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Ciao Antonella. Ti ho risposto dopo un giorno perché il tuo commento è arrivato come un campanello. Questa poesia, sia gloria il suo autore ed alla forza e coraggio che da essa traspare. Lui il suo viaggio lo ha fatto e sono certo che lo fa ancora ogni volta che anche a lui ritorneranno le sirene delle sue follie fetali. Sembra parli in codice ma è un linguaggio tutt’ altro che alieno. Usa la sua disciplina l’autore, l’antropologia persinalistica esiatenziale che a me ancora anima il cuore e rinforza l’anima mia che vuole volare. Un lungo viaggio? Beh non vorrei dire banalità ma cavolo io auguro che si tratti di viaggi eterni dall’eterno essere e divenire il progetto di bellezza che noi siamo e che arricchiamo ad ogni trasformazione e decisione, di amore, nuova che seminiamo annaffiamo e facciamo crescere …fino all’ infinito e oltre nelle profondità dell’ alto e del basso. Grazie a te l’ho riletta…oggi la vita grazie a te me l’ha fatta ritrovare. Ne avevo bisogno come e più del pane.
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Ciao Leonardo! Allora sono stata davvero contenta che attraverso me la vita ti abbia fatto rileggere una “foto” di quello che è accaduto nella tua vita e nel tuo viaggio. Mi rendo conto che è avvenuta una trasformazione e anche io sono stata contenta di leggerla. Ti auguro la buona notte e ti ringrazio.
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