In questo periodo ho ripreso un pacchetto di libri che qualche tempo fa mi ha donato una mia cara amica e dentro ancora nella velina c’è il libro di Fabio Volo ” La strada verso casa”. Ho letto diversi libri di Fabio Volo un pò di anni fa e forse ho letto anche questo e quindi lo sto rileggendo pur risultandomi – non so come – a tratti nuovo e a tratti familiare.
Mi sta comunque piacendo leggerlo, o rileggerlo diciamo. Vivo lontano dal paese di nascita dai tempi dell’università e ritorno per poco tempo in occasione di festività. Frequentemente vivo quanto bene esprime l’autore nella pagina che ho fotografato. Credo che il tempo passa per tutti, sia per chi resta che per chi si vive in altro luogo, ogni volta che ci si ritrova con vecchi amici c’è una regressione ad un tempo passato e che ci fa sentire a disagio ed estranei con dentro un desiderio affettuoso e di amicizia che muore sotto questo meccanismo regressivo. Succede! Non vogliamocene a male, sono meccanismi umani in noi. Ma conoscerli è riconoscerseli è un bene, un opportunità speciale e da usare per non far morire invece il bello del tempo presente e delle persone che siamo. Regrediamo quindi facilmente al tempo in cui eravamo insieme ed avevamo una frequentazione e quella relazione speciale che si nutriva di ore e giorni e tante cose fatte insieme. Ci ritroviamo così lì dove ci eravamo lasciati.
Accresciamo la consapevolezza di questo meccanismo, è preziosissimo.
Il disagi ci indica che non necessariamente dobbiamo spogliarci di ciò che siamo e il grande lavoro è quello di ritrovarci e stabilire una nuova relazione nella specialità del tempo presente, da adulti che siamo e dalle persone che siamo diventati, trovare nuovi argomenti, parlare di noi oggi e scoprire i nostri amici al tempo presente accogliendoli ed accogliendoci per ciò che siamo diventati, per i progetti realizzati e per quelli ancora nel cassetto.
Grazie Fabio Volo, ottima descrizione…tema del cane a parte che non mi è mai successo per fortuna.
Saverio Tommasi lo seguo su Facebook, mi è stato suggerito dall’algoritmo ed io ho accettato di seguirlo e ho fatto bene, è lui l’autore del libro che mi ispira a raccontare. Lo sapete, io non sono un utilizzatore di social, mi frenano la paura del giudizio e la pigrizia. Ho letto il libro con molta calma e ad ogni nuovo capitolo ho provato un mix di tenerezza certamente ma anche di tanto coraggio.
Parlare ai propri figli raccontandogli del mondo, delle regole e dei valori su cui si costruisce la propria esistenza è un dono prezioso.
Dell’autore c’è ora anche un nuovo libro e tra le sue pagine ho già un pò curiosato in libreria.
Saverio Tommasi è una bella persona, come autore dico che se la cava anche e se passa da qui mi fa piacere che possa leggere che gli faccio i miei complimenti con invito a continuare nel suo lavoro di comunicazione in tutte le forme in cui lui la esprime, perché il suo spirito ed il suo coraggio sono preziosi ed utile è il suo grande impegno nella condivisione di se e del suo impegno nel dar voce a chi spesso è sopraffatto dai rumori e dall’odio soprattutto.
Se ne consiglio la lettura? Beh certamente, perché sono certo che ne troverete spunti di riflessione. Chi siamo noi per i nostri figli, e quale ruolo decidiamo di assumere nella storia che raccontiamo e con quali valori vogliamo relazionarci agli altri … ed al mondo intero. Ma che è un testo che ha un senso solo se si hanno dei figli? Noooo assolutamente, siamo tutti genitori. Genitori di noi stessi, in primo, e dei nostri progetti che sono alla stessa stregua dei figli biologici, dei doni.
“Dopo tutto quello che è successo”,ecco… e ora tocca a me. Con questo volumetto concludo la trilogia. Un libro, a prescindere dal n di pagine, se lo leggi fino alla fine poi non puoi dire che non ti è piaciuto…non regge! Mia figlia vedendomi con questo mattone più volte ha fatto viso meravigliato dicendomi chiaramente: “io non lo leggerò mai!”, io non ci credo che non lo leggerà. A me è piaciuto. Anche questo libro è un sacco di cose, emozioni, fatica anche, gioia sicuramente, piacere e decisione, delusione anche, immagini certamente e poi fantasie e le vite dei protagonisti che mi hanno trapassato l’anima. Non ho molto da dire, davvero. Amo molto la frase di chiusura, ed è da qui che poi ho ricominciato a viaggiare, la amo perché dentro c’è la vita sicuramente fatta di cose buone, cose meno buone e cose così così. Del finale solo voglio dire …di quelle 6 parole che mi hanno pacificato con la vita e la fatica delle tante storie narrate. La fine è un nuovo inizio dunque, … 6 parole, un cerchio narrativo ed esistenziale e dentro c’è tutto ciò che siamo stati e che siamo oggi “Dopo tutto quello che è successo”… si perché di cose ne sono successe e ne succedono ogni giorno a ciascuno di noi ... e noi siamo leggenda.
La Storia (I giorni dell’eternità) caro mio è piuttosto lunghetta, e di pagine ne mancano ancora un pò… e meno male!!! Siamo negli anni del libero amore caro mio Elliot e a questo punto della storia in molti si ritengono liberi di amoreggiare con chi gli pare!
Che dici? Che è bello!
Mah, non saprei. Certamente l’amore è sempre una bella cosa ma anche la fiducia non è male. E quando anche ci si proclama a favore del “Libero Amore” poi quando capita di dover accettare lo “scambio” beh…insomma… sono dolori. Vedi vecchio mio 😂😂 la fiducia è una cosa preziosa in ogni ambito della vita. Ora prescindendo dal passaggio del libro che sto leggendo il tema di fondo è che tutto il sistema si fonda sulla “fiducia” ad esempio che andanto in strada l’altro rispetterà la precedenza? Attraversando sulle strisce pedonali l’altro si fermerà? Abbiamo certezze che queste cose accadono quotidianamente perchè ci fidiamo. Certo succedono anche gli incidento…ma la fiducia è molto molto più grande del suo opposto… la sfiducia ed il sospetto. Senza fiducia il mondo non esiste caro mio…Fidati.
daZeroaInfinito.com …iniziare o non iniziare questo è il dilemma, che il desiderio è forte ed il tempo delle vacanze è da poco finito, che devo usare al meglio il tempo a mia disposizione, che in questa fase il mio impegno è richiesto al lavoro ed alla formazione … che anche per questo bellissimo mattone devo trovare tempo ed energie…ho fiducia è passione…che per iniziare non è male!
Oddio e che posso dire io di questo libro? Mi lascerò guidare da quello che ho sentito durante questi giorni di lettura perchè mi sono trovato spesso a leggere il suo racconto di se ed a pensare al mio rapporto con il tema della libertà e della verità. Non vogliatemene miei amici per i limiti del mio dire ma per darmi una possibilità narrerò di ciò che ho sentito.
– Gandhi è stato un testardone, uno di quelli che quando si mette in testa una cosa non vi è poi modo di fargli cambiare idea;
– Gandhi, non deve essere stato facile stargli vicino, certo con il senno di poi deve essere stato anche un onore ma conosco persone che hanno modi lontanamente similari e stargli vicino mi procura sempre un grande malessere e non mi è facile per niente per niente;
– Gandhi, che io limitato dalla mia cultura sono stato spesso infastidito dalla sua mancanza di flessibilità … sono stato infastidito perchè nel racconto della sua vita ho potuto vedere le tante mie mancanze, complicità e confusioni intorno ai miei tanti propositi che faticano ad affermarsi;
– Gandhi, che con onestà intellettuale non me la sento di dire che per i miei progetti metto in campo il massimo del mio impegno, amore e passione;
– Gandhi, che un passaggio da giorni mi batte nel petto e nell’animo profondo ed è quello che anche all’autore ha fatto provare un dolore nel constatare che di un intendimento prima che nei fatti l’abbandono interviene nel cuore;
Gandhi, che vorrei crescere un pò di più e sono fiducioso che questa lettura mi darà supporto e sostegno perchè in questo passaggio mi sono sentito come messo a nudo e ho scrutato anche nel mio cuore abbandoni presenti per progetti che ancora aspettano di vedere il sole.
– Gandhi, grazie.
daZeroaInfinito.com… fiducioso e grato nel cuore, ora. E grazie Giampiero per l’invito alla lettura.
A mia figlia questa figura mette un po’ di paura. Credo che tanta ne incuta anche a molti di noi più avanti negli anni. Lei dice gli fa paura quel corpo secco che quasi si vedono le ossa; e chissà che a tanti potenti del suo tempo la sua forza non sia apparsa tanto grande proprio a partire da come l’uomo era poi in se gracile nella sua fisicità. Lei dice che quelle ossa la spaventano perché è come se si sentisse il rumore; c’è che di rumore ne hanno fatto tanto e riforme, ricerca e lavoro …tanto rumore che la sua azione è stata come un boato per chi imponeva la discriminazione razziale e la deprivazione di diritti civili, umani. Non avere paura Amore mio, certo ti comprendo ed accolgo il tuo sentire perchè non è una immagine a cui siamo abituati. Un giorno spero che anche tu deciderai di leggere questo libro…intanto io lo sto leggendo e sento che la storia di questo uomo esile e magro magro mi sta nutrendo di buona speranza… perché sai, la paura è una cosa umana ma anche la fede e l’amore lo sono, e la ricerca di verità e libertà. Sai piccola mia, ora sto leggendo di quando lui vive in Africa e sta mettendo su insieme con tanti una organizzazione per la tutela dei diritti delle persone. Lui aveva una grande fede ed un grande coraggio e ricercava sempre la verità e la libertà prima dentro di sé e poi anche per gli altri che erano discriminati. Anche lui aveva paura ma ha scelto di seguire il suo progetto interiore per l’amore e la crescita senza fuggire di fronte alle difficoltà che ha incontrao e ha fatto tutto senza essere mai violento…e quando sbagliava poi riparava … come è bene che facciamo sempre anche noi con noi. Perdonarsi e riparare sono qualità umane che tutti abbiamo e che dobbiamo usare … e poi con impegno e passione possiamo realizzare il progetto che c’è dentro il nostro cuore.
Lui si chiamava Ghandi. Appena finisco il libro ti racconto di quando aveva paura di parlare in pubblico, non ci crederai ma poi ha fatto un grande lavoro proprio parlando alle persone di ogni parte del Mondo. Piccolo e secco da far paura ma con una grande forza e coraggio. E che la forza e il coraggio uniti al tuo amore e decisione di realizzare i tuoi sogni sono certo non ti mancheranno mai … e noi pure ci saremo ad aiutarti … e anche ora che papà legge questo libro che contiene tante riflessioni utili e buone per me poi te ne farò dono al meglio delle mie capacità. Intanto sai che ti dico piccola mia che magari non sarà bello come il principe azzurro ma credimi che lui è stato un vero guerrero delle stelle e noi possiamo sentirci grati alla vita ed a lui per tutto quanto di buono ha potuto fare così anche noi faremo sempre tanto di buono.
La prima volta con questo libro fu nel 2003, allora tante cose non avevo idea che ci sarebbero poi state, questo mio spazio on the web ad esempio. Oggi ho scelto i rileggerlo.
Autointervista: D: Cent’anni di solitudine … perchè rileggerlo??
R: Per volontà di potenza. Dopo tanti anni non ricordavo quasi nulla del romanzo ed avevo un grande desiderio di rileggere del colonnello Aureliano Buendia e della grande famiglia di Macondo. La prima volta che l’ho letto ho cercato nelle sue pagine il tema della “catena del dolore”.
D: E oggi?
R: Beh sono felice di esserci ritornato su. Ho recuperato la memoria ed ho sentito un emozione.
D:Il tema della solitudine?
R: Si … durate la lettura non ho pensato a questa parola. Cosa strana essendo poi il titolo stesso del romanzo. C’ho pensato alla fine, sull’ultima parola. Che la solitudine in questo racconto danza con l’isolamento a cui molti personaggi vanno incontro sia rapiti da loro passioni e missioni che dellusi o arrabbiati e sconfitti ma mai …mai arresi.
D: mai arresi?
R: Si nessuno si arrende alla vita ed ai guai, quello che si percepisce è un eterno movimento ed una eterna azione. …Che Cent’anni di solitudine è musicale è polveroso come il ritmo delle vite che si mescolano senza sosta e che – anche – si lasciano.
…Che i Buendia non conoscono mezze misure, sono sognatori e idealisti oppure feroci realisti e dediti al piacere d’impulso all’insegna della forza e della passione, un Aureliano o un Arcadio…comunque.
…Che Passano anni e guerre civili e sempre in prima linea, cambiamenti e rivoluzioni senza mezze misure che stravolgono, in tanti ci si buttano dentro ma tanti a Macondo la vivono per quella che è una fluttuazione di follie e passioni di pienezza prima e miseria poi.
…Che la catena di dolore si tramanda ancora e aleggia questo strano presentimento di attesa e predestinazione che qualcosa di brutto prima o poi deve accadere.
D: Da rileggere ancora?
R: Si … perchè come passa il tempo a Macondo allo stesso modo passa nella mia vita con fasi più o meno Aureliano e Arcadio. In ogni personaggio c’è sempre impegno senza risparmio a fare “qualcosa di importante” per se, senza scendere nella valutazione etica. Il surreale microcosmo di Macondo ed io tra un pò di anni ci ritroveremo ancora a narrarci per vedere a che punto siamo.
D: Ed a dieci anni dalla prima lettura a che punto sei?
R: Bella domanda…mi hai fregato. Ti rispondo partendo da quello che ho provato scrivendo l’articolo. Ho provato un grande bisogno di contattare dentro di me la potenza del Perdono. Perchè le catene di dolore si rompono perdonandosi e perdonando.
D: sei soddisfatto della tua storia oggi?
R: Mi rendo disponibile a perdonarmi per gli errori ed a godere per i tanti successi; ed ora che di nuovo sento questa sintonia nella mia anima posso risponderti che si…sono soddisfatto.
…daZeroaInfinito.com. …che la vita è il romanzo che scriviamo ogni giorno (frase scontata ma vera); …che lo strumento del perdono è il sangue spirituale della libertà; …che farsene dono è atto di amore supremo; …che questo non smetterò mai di dirlo;
Leggendo questo libro di nuovo a bussarmi in testa una parola “dignità”. La dignità delle multiforme direzioni che può prendere l’umano. L’umano che si appassiona a ideologie di un male sordo, disumano e spietato e la forza di chi lotta e non si arrende. Lo consiglio a tutti perché e un romanzo storico narrativo ( come già La caduta dei Giganti) che prende per mano il lettore e lo conduce con maestria nella storia della nostra epoca di conflitti mondiali e nelle dinamiche intime delle persone che sanno scegliere di stare dalla parte di un mondo migliore e consapevoli dei rischi che la loro posizione e la loro azione potrà comportare. Leggetelo con rispetto per le vicende delle persone …perché spesso tra le sue pagine mi sono chiesto “e se succedesse ancora, io cosa farei…e noi?”
daZeroaInfinito.com…1000 pagine? Davvero?… di cuore non mi sono per un solo attimo sentito appesantito. Un mattone di cose buone.
Ero indeciso, come non accade spesso quando sono in una libreria. Quel giorno non avevo grande ispirazione ma avevo desiderio di leggere qualcosa. Pensavo di buttarmi su qualcosa sul banco “novità”. Gira che ti rigira mia figlia sceglie il suo di “Geronimo Stilton” ed io? Come cose lasciate indietro nel tempo mi ritrovo di nuovo a incrociare gli occhi su questo libro. Camus…di lui ancora ho un libro da leggere e con cui devo fare i conti. Intanto però “La peste”…e ok, vieni con me è arrivato il momento di fare un giro insieme io nelle tue pagine e tu – come sempre accade – nella mia vita.
Un narratore si prende la briga di raccontare quello che accade nella città di Orano, sulla costa Algerina. E quello che accade non è una cosa di quelle “mordi e fuggi”, non un evento veloci. Un flagello lento, cosi lo chiama il narratore, insinuante e minaccioso e statisticamente molto mortale, la peste.
Un paese si chiude, e viene chiuso. Che il contagio deve rimanere lì e va contenuto il più possibile. E contro la peste che ci fai? Le pagine sono piene di narrazioni di persone che a modo loro fanno la loro parte, che un qualcosa va fatto di sicuro perchè da quel posto non si può andare via con un semplice: “Scusate, io vado via. Che poi questo nemmeno è il mio posto e mi ci trovo solo per caso”.
Ma cavolo a volte accadono cose che ci mettono nella più totale impotenza, e come gli abitanti di Orano a tutti un pò scatta il desiderio di fuggire via lontano. C’è un dottore coraggioso? Mah, neanche tanto. C’è un dottore e fa il suo lavoro. Tanti si impegnano per ariginare ed organizzare i soccorsi …anche loro non sono eroi, non c’è nulla di eroico in un recinto con la peste dentro e si fa qualcosa.
Qualcuno era felice, e solo in quella prospettiva di morte universale si sentiva a suo agio e non credo fosse l’unico…che in molti si sentono a loro agio quando saltano gli schemi e la paura viene vista e vissuta anche dagli altri. Quelli lì si sentono a loro agio perchè forse nella paura e nella confusione ci sono da sempre e quindi ecco che di fronte alla peste che minaccia di uccidere…non si sente minimamente confuso e spaventato…anzi sereno e sollevato.
daZeroaInfinito.com … che come gli abitanti di Orano rimette in moto il blog dopo una lunga pausa.
Dell’autore ho letto un pò di roba ma questo è il solo libro che ancora mi porto nel cuore e nello zaino, e volentieri. Sono più di 10 anni che risiede nel mio zaino. Piccolo e leggero non da fastidio alcuno. Sono affezionato a questo libricino. Mi piacciono le riflessioni e gli spunti che contiene, in qualche modo parla direttamente alla mia anima…facendomi fare – come in questo momento che scrivo – un bel profondo respiro che mi placa l’ansia e mi fa ricontatatre la speranza e la forza.
Il manuale del guerriero della luce ne ha per tutti e sono sicuro che chiunque nelle sue pagine troverà la giusta frase per se, provare per credere.
Negli anni l’ho regalato a diverse persone, ed ho sbagliato. Quando me lo hanno consigliato io ero in battaglia e mi portavo in giro per la vita l’immagine del guerriero. Una persona a me molto cara me lo consiglio e ne rimasi subito affascinato, tanto che ogni pagina ed ogni riflessione mi sembrava parlasse direttamente al mio giovane guerriero donchisciottesco interiore fornendogli alimento buono, una disciplina e una autorevolezza per la strada fatta e per quella da fare per divenire guerrieri della luce…che poi detto tra noi a me suona più o meno come “un buon guerriero, un buon navigatore, una buona persona, un buon padre, un buon marito, un buon collega, una bella persona che ad imparare con arte e saggezza le buone tecniche di crescita magari realizza qualcosa di veramente luminoso per se e per gli altri.
daZeroaInfinito.com … che i miracoli accadono ma se noi ci diamo da fare accadono prima.
Antefatto: Circa 7 anni fa un gruppo di persone che conoscevo da meno di un mese me lo ha regalato per il mio compleanno. Ora fatto sta che io non ho mai letto un libro che io stesso non ho acquistato. Così anche questo regalo non l’ho mai aperto…fino a che, un giorno, l’ho riciclato come regalo 🙂 . Lo scorso week end lo rivedo sui banchi della libreria ( come tante altre volte del resto visto che è molto venduto) ed ancora una volta come allora mi arrivano le info sugli oltre 2.000.000 di copie vendute. Vabbè, gli dico…vieni con me.
Un bel brutto libro devo dire. Bello per la qualità dello scrittore di condurre il lettore in un racconto affatto semplice ma cmq con propietà di scrittura non pesante. Brutto perché alla leggerezza della lettura si contrappone il pugno nello stomaco e la fitta sull’anima per la trama. Non lo sapevo, giuro. Altrimenti non l’avrei comprato. Il tema è di quelli che non è nelle mie corde. Io leggere un Triller …ma quando mai. Dopo il primo capitolo mi sono detto…e ora?
Sono andato a vanti, e spedito per levarmelo di torno. Certo però…che cazzo di storia.
Ne rileggerei uno simile? Ma neanche per sogno
Ho fatto bene a insistere per arrivare fino alla fine? Boh…ma rifletto sul tema della ostinazione e di come il carico emozionale di questa esperienza è stata ed è in netta contrapposizione con l’impegno che attraverso il progetto #100giornidibellezza sto portando avanti anche nel mio blog.
Cosa penso? Che amarsi è faticoso e forse nello scegliere questo libro non mi sono ascoltato e rispettato. Non mi piaceva allora quando me lo hanno regalato (non ne sapevo nulla della trama ed è stato per anni mai aperto a prendere polvere), non mi piaceva ora che l’ho acquistato…ho scelto senza ascolto.
Sono contento di averlo completato. Ma con questo io ho dato il mio sacrificio di tempo e di attenzione a tutta la categoria di letture di questo genere. E soprattutto
E’ di questi giorni l’uscita in versione e-book, ed al prezzo pazzesco di 0,99 €, di una serie di opere di Antonio Mercurio.
Di qualche libro, molto umilmente, ho provato a dare delle info sul mio blog ma credetemi…leggere l’autore è la cosa migliore.
Razionalmente non so perché l’autore abbia deciso di offrire i suoi libri a 0,99 €. No con la testa non ci arrivo e mi perdo, perché la parola “offerta promozionale” non è adeguata questa volta.
Ma se metto in pausa il cervello e faccio un bel respiro allora sento che mi entra nell’ anima un suono meno promozionale tutto spirituale “dono”.
E respiro ad occhi chiusi e osservo parole, tante. Una su tutte però ha luminosità che mi nutre ed è “gratitudine”.
Con la pienezza del dono e la libertà che si irradia dal sentimento della gratitudine io esprimo dalle mie umili pagine un grazie ad Antonio perché i suoi libri ed il suo pensiero – a più riprese – mi hanno sostenuto e salvato… e ancora lo fanno.
daZeroaInfinito.com … aspirante artista della vita e della vita dell’universo
Cosa posso dire di questo libro che altri non hanno gia detto, e meglio?
Comprato anni fa e tenuto per tanto, troppo tempo in libreria a prendere polvere.
Dopo la fattoria degli animali, letto ormai quasi 15 anni fa, approdo a 1984.
Ci sono autori che si leggono bene perché sanno usare parole semplici e che “dicono” senza saccenza e ricerca del pensiero complesso, Orwell è uno di questi e rendo lode a lui ed anche al traduttore italiano.
Io non so perché uno dovrebbe leggerlo come non mi spiego il perché c’è gente che legge, gente che non lo fa e gente che i libri li regala.
Io sono di quelli che con il desiderio di leggere un bel libro ci va in giro, e che prima o poi riesce a trovare il tempo e la giusta forza per mettere in pausa il mondo intero perché ” sto leggendo”.
Questo libro l’ho letto in bagno per il 70% del tempo ( la mia casetta è piccola così questo luogo si presta “anche” per leggere), il restante 25% attaccato al termosifone in cucina ed il restante 5% in altri luoghi incluso l’ufficio un giorno di black out e di blocco operativo.
In 10 punti.
1-Winston mi è stato simpatico sin da subito, dal nome che mi ricorda le sigarette che fumavo anni fa.
2 – Ho assunto i panni del protagonista. Ho guardato il mondo con lui e non piaceva neanche a me. Freddo, grigio, gelito, stitico, triste, controllato, manipolato, terrorizzato.
3- Oh cazzo si, scrivere un diario è pericoloso. Finisse il mondo qualcuno prima o poi lo leggerà ma cazzo che libertà una penna e che ritmo raggiunge il cuore quando racconti un sentire intimo ed il pensiero che vita.
4- Julia? Certo alzi la mano chi non ha mai sognato una situazione come quella tra di loro, una ragazza che sa cosa vuole … ma che tante altre cose non sa.
5- Le persone sono solo biologicamente uguali, esistenzialmente sono diverse.
6 – Si concordo con Winston, la signora e “la sua immagine di fertilità è bella” anche se trasuda e i suoi fianchi sono larghi.
7- Il potere…ah sublime verità.
8 -Ognuno ha qualcosa che lo frega.
9 – Julia io non l’ho mai creduta sincera, e mi sono sbagliato.
10- il grande fratello è ovunque … va a finire che lo ami.
Primo libro letto della categoria ” i non comprati”. Questo testo, insieme a altri ha fatto parte (3 anni fa) di un’operazione “dono” da parte di una persona che – come spesso accade – ha accumulato roba e poi ad un certo punto dovendo smontare le tende si accorge che molto di quello che ha non gli interessa. In una di queste operazioni un pò di libri sono entrati a far parte della mia personale biblioteca. Perchè Andrea De Carlo si? Mah, diciamo per fiducia. Dell’autore ho letto altri libri seguendo l’entusiasmo che mi ha dato il primo “Due di Due”. Così sulla fiducia ne ho letti altri e poi per oltre 10 anni più niente. Non amo i libri regalati e mi è difficile leggere un libro che non ho scelto, seppur in questo caso un minimo di scelta l’ho compiuta.
Ho dato a questo testo, ed a me, la speranza di rompere uno schema di “Niet”, e ne è valsa la pena.
Apro subito con togliermi il peso di dover dire che “tutti i personaggi poi sono riconduicibili ad uno, che ognuno di essi esprime parti di noi”.
Livio, come fai a non volergli bene ed al tempo stesso a detestarlo per le tante e troppe volte che si fa maledettamente da parte, o che viene messo in secondo piano? Livio …al posto giusto nel momento giusto, una fumosa serata milanese, il momento delle potenzialità, che crea (comunque) un “dopo”, che riempie la testa di pensieri persistenti, che fa impone un cambio di passo al cuore, il momento che quel nome “Misia” non ti mollerà più il pensiero e i sogni, il momento in cui lui – fresco neolaureato chiacchierone e sognatore – è colpito e affondato. Con lui viaggia la carovana di emozioni del lettore che sente e vive il suo dramma e che vorrebbe di volta in volta essere “un altro”. Il viaggio di 20 anni fatto di ricerche e di continua persistenza del tema della insoddisfazione, della ricerca di autenticità, della difficile convivenza con i compromessi e pericolose fuoriuscite e perdite di controllo che non sempre hanno il lieto fine. Misia fa muovere intorno a se il mondo intero, e Livio con esso. Amore, amicizia, avventura, conflitti, successo e miseria, luoghi del mondo e luoghi dell’anima. Un bel libro che mi gratifica della tanta energia messa in campo per non buttarlo nel gruppone dei “non li leggerò mai”.
Nota per l’autore, casomai passa di qua :-), alcune descrizioni sono un pò pesanti e lunghe … ma sono anche io che non vado molto d’accordo con le descrizioni eccessive. Complessivamente sono felice di averlo concluso. Caro Livio, mi spiace … ma quella a te proprio non ti vedeva altro che come un amico, triste amarezza … eh vabbè, almeno ti ha aiutato a crescere così come tu hai aiutato lei …ed insieme lui…e ognuno per l’altro…ecc ecc. Certo che teste tutti e tre!
daZeroaInfinito.com … che c’è sempre tempo per cambiare idea.
L’ho letto per la prima volta nel 2007, quell’anno con Istituto Solaris abbiamo fatto un eventone presso Istituto Goethe di Roma ed in quell’occasione il testo venne presentato al pubblico. Da allora la scuola è cresciuta e molti allievi la frequentano ogni anno sia per i Diplomi di Counseling, di Cinematerapeuta e di Antropologo Esistenziale, ma anche perchè semplicemente è bello crescere potenziando le proprie capacità in un contesto dinamico, con una proposta formativa di ottima fattura e con un corpo di docenti ed operatori formati a puntino. Passano gli anni eppure il testo che vi propongo stavolta conserva dentro di se un bel carico di potenzialità tutte attualissime ed adatte per ogni tempo ed ogni spazio.
Il Manuale di Cinematerapia è un testo valido e piacevole. Gli autori, G.Ciappina e P.Capriani, hanno saputo armonizzare gli aspetti sia del necessario approfondimento disciplinare che quello più piacevoli con la possibilità di immergersi nella lettura delle preziose e potenti chiavi di lettura di film proposti nei seminari creativi di Cinematerapia presso Istituto Solaris.
Chi ha desiderio di acquistarlo può contattare direttamente la scuola, oppure me, E’ disponibile anche in diverse librerie, ad ogni modo potete scrivere ad info@solaris.it .
Un manuale, dunque, che prende per mano il lettore e gli fa fare un giro intorno agli aspetti legati all’arte ed al suo potenziale come strumento di terapia (intesa come processo di crescita e trasformazione e non come cura di patologie); Il Focus speciale è per il Cinema ed il suo potere evocativo. Sono molti i meccanismi psicologici che attiva una visione filmica, molti i riti e gli atti cui noi ci atteniamo scupolosamente ogni volta che decidiamo di andare a vedere un film. Leggendo il libro non mancherete di rimanere piacevolmente sorpresi dalle tante similitudini.
Vedere un film ha in se aspetti piacevoli, è indubbio, a volte è usato a scopi cuturali e sociali.
La proposta degli autori è quella di usare il film per lavorare sulle emozioni che esso suscita. Al film non deleghiamo il compito di cambiarci e farci stare bene, per il solo fatto di vederlo – sottolineano gli autori. MA se si vuole provare ecco che un film, una metodologia adeguata come la Cinematerapia e operatori adeguatamente possono essere una occasione preziosa di crescita. La scuola organizza annualmente due seminari di Cinematerapia ed è in essi che si esprimono le potenzialità del cinema come strumento di crescita. In un seminario creativo di Cinematerapia c’è un film, ci sono persone formate, ci sono partecipanti che hanno desiderio di lavorare mettendosi in gioco, c’è il piano disciplinare, la metodologia e la passione per far emergere punti di forza, rafforzarli e consolidarli in un lavoro esperenziale personale e corale. E tanto altro lo lascio alla vostra scoperta, altrimenti vi tolgo il gusto di essere esploratori e ricercatori di benessere e bellezze.
Un opera d’arte – ci dice Antonio Mercurio – non è mai una creazione individuale bensì Corale.
Consiglio di leggerlo se amate il cinema, e se avete tante volte percepito che in alcune scene o in alcuni passaggi beh…il tema era vostro. Buon lavoro e buon divertimento nella lettura.
Perchè voi passando volutamente o per sbaglio dal mio blog ed imbattendoti in questo articolo dovreste leggere questo libro? La risposta è che non lo so perchè dovreste farlo, io l’ho fatto in passato e lo sto rileggendo in questo periodo traendone piacere ed utilità… lo stesso augurio faccio a voi amici ricercatori.
Antonio Mercurio è un autore prolifico, i suoi libri sono un condensato di conoscenza, forza e saggezza. I suoi libri sono un dono, e la capacità comunicativa dell’autore ti saranno di aiuto nella lettura. Immergendovi nei suoi libri vi potrà capitare di sentirvi presi per mano e condotti in un viaggio che percorre trasversalmente diverse discipline, dalla religione alla filosofia, dalla scienza all’arte, dall’antropologia alla psicologia, dall’uomo al cosmo. Potrebbe anche capirare di pensare di voi: “Cacchio io ho capito!”, potreste provare un sentimento nobile come la gratitudine verso il suo autore e la vita.
Gli Ulissidi è un bel libro che consiglio di leggere senza soffermarsi troppo al concettuale, il suo sviluppo è dialettico e costruttivo. L’autore espone nelle sue pagine i fondamenti di alcuni suoi polastri disciplinari che vanno dalla Sophia Analisi alla Sophia Art e fino alla più recente Cosmo Art.
Lascio a voi, se deciderete di leggere il libro, di penetrare il piano delle definizioni…dedicategli un minimo sindacale di tempo e poi ritornate a farvi prendere per mano dall’autore. Se qualcosa non la capite non vi preoccupate, nel corso della lettura l’autore saprà più volte riconnettervi con lo spirito ed il messaggio della sua opera. Se posso permettermi vi consigli di leggere questo libro con l’anima rivolta verso le stelle. Pensate a voi mentre lo leggete e lasciate che il livello della presenza cognitiva sia limitata alla nencessità di lettura. Fate scendere i concetti ed il racconto nel vostro animo, sentite che sviluppi hanno. Antonio Mercurio propone una visione dell’uomo fondata su una sostanziale interconnsessione tra uomo e vita, tra uomo e cosmo. Parla del nostro potere creativo che sono insieme capacità e competenze spirituali ed artistiche “dell’Uomo – Persona” di fondere gli opposti e di saper fare della propria vita un opera d’arte.
Perchè Ulissidi? L’autore offre in questo testo una sua interpretazione in chiave antropologica cosmoartistica del mito di Ulisse, una visione nuova sia dell’illiade che dell’odissea. Ulisse come artista della vita e della vita dell’universo. Ulissidi sono tutti coloro che nel vivere l’odissea della propria vita si ispirano al mito di ulisse come proposto da Mercurio sia in questa che in altre sue opere.
Vi invito a leggerlo, non ad impararlo. Probabilmente scorrendo le pagine vi potrò capitare di sentire che …tutto sommato …il suo punto di vista e la sua visione cosmologica della vita è sostanzialemente bella e piena di grazia.
Io non aggiungo altro…che io mica sono Antonio Mercurio 🙂 !
Nel video qui sotto potete ascotare direttamente dalla voce dell’autore il suo teorema della cosmo art, proposto nel libro. Buona visione e buona lettura.
Mio fratello me ne parlo’ per la prima volta nel 1995. Pensa positivo, mi diceva. Da allora sono passati 20 anni e sono diventato grandicello eppure quei gg con mio fratello non me li dimentico. Ansie ed attacchi di panico mi rendevano l’esistenza difficile. Non è quantificabile l’aiuto di mio fratello, gli devo molto più’ dell’avermi indicato un testo e/o una serie di affermazioni. Gli devo di avermi dato speranza quando ero disperato. L’ho seguito allora, ne ho fatto tesoro.
I testi di L Hay Li consiglio a tutti, che siate nel bisogno o meno. E’ il testo da tenere aperto ed a portata di mano … Sempre.
L’ho riaperto stamattina ed e’ venuta fuori la pagina del perdono.
Lascio la parola a Louise Hay ma prima ancora un grazie di cuore a Nicola, mio fratello.
Entrato in libreria ho provato un senso di pena e di tristezza. Da molto tempo ho dedicato le mie letture a tematiche relative al mio percorso formativo e professionale. Così gurdando tutti quei libri mi sono sentito morire dentro per non essermi dato la possibilità di leggere anche romanzi. Agguanto e compro La caduta dei Giganti. Lo guardo e gli dico “Tu verrai in vacanza con me” questa estate. Mi sono sentito subito meglio, ” mai più senza una buona storia” … mi sono detto.
Io non amo molto le ambientazioni storiche di Ken Follett, ma cavolo i suoi racconti riescono a farmeli piacere. Tra colleghi scherzavamo dicendo che la cosa più bella dei romanzi di KF sono le donne ed il suo modo incisivo di esprimerne la sensualità, la passionalità, la dolcezza e la femminilità. Insomma ci sa fare a descriverle in un modo che piace molto all’universo maschile.
Quindi la componente maschile del mondo immergendosi nelle pagine di questo mattone “potrebbe” ritrovarvi più e più volte a fantasticare sulle figure di Maud Fitzherbert o di Ethel Williams, sono figure che catturano.In questo romanzo sento che c’è una predominanza del femminile. Maud e la sua lotta politica sia per i diritti civili che per scongiurare un conflitto in europa, ed ancora Ethel e la sua indipendenza e intraprendenza. Entrambe donne che guardano avanti e che come primo obiettivo nella loro vita hanno quello di fare la cosa giusta, per se in primis e poi anche per qualcun’altro.
In europa si incasinano le politiche e i focolai di malumori ultra decennali.
L’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando ( erede al trono asburgo) è il pretesto per lo scoppio del conflitto. Storie di amori, di nobili alla ricerca di un riscatto, storie di fughe per la vita, storie di lotte di classe e di potere. Storie di minatori e di sovrani tutte unite sotto il grande tendone del circo delle vicende umane. Cadono i giganti ed Ethel cammina fiera e forte lungo i corridoi di un nuovo corso della storia.
Sono passati 100 anni dallo scoppio della prima guerra mondiale e se vi capita di leggere questo libro probabilmente potrebbe accadere anche a voi di sentire una spaventosa e rischiosa familiarità tra gli eventi narrati allora e quelli ancor latenti in europa ed in giro per il mondo. Attenti dunque che mentre tutto sembra tacere … in realtà nulla tace.
E’ l’ultimo mattone letto di Ken Follett, (divorati anche I pilastri della terra/ Mondo senza Fine / La cruna dell’ago/ Un luogo chiamato liberta / Codice Rebcca ) però ammazza che testo!
La mia collega Marilena elogia sempre KF e soprattutto il suo traduttore, io mi unisco al suo elogio per complimentarmi con i traduttori di questa opera Adriana Colombo, Paola Frezza Pavese, Nicoletta Lamberti, Roberta Scarabelli
E’ il primo libro di questo autore che ho letto (correva l’anno 2005), altri ne sono seguiti e tutti molto interessanti. Antonio Mercurio è un autore che cito spesso nei miei articoli. Ho avuto ed ho la fortuna di poterlo incontrare nell’ambito di preziose occasioni formative cui partecipo con la scuola di counseling dell’Istituto Solaris di Roma ed insieme a tanti istituti italiani ed internazionali di cui si compone la Sophia University of Rome. Un grande studioso, un uomo coraggioso e tenace che ha donato e che dona all’umanità un patrimonio disciplinare di grande valore, dall’Antropologia Personalistica Esistenziale, la sophia Analisi, la Sophia Art e giungendo fino alla Cosmo Art (scusate il pippone dell’elencazione ma sono notizie).
Al curioso di passaggi sul mio blog consiglio vivamente di mettere in pausa la vita per una giornata e leggere Teoria della Persona. Non è palloso, anzi sono certo che vi piacerà. Certo ci vuole un pò di attenzione ma ne vale la pena. Ok, andiamo!
Cos’è la Persona, si chiede l’autore, e quante dimensioni ha? Di certo vi è una mente, di certo vi è un corpo e di certo vi è uno spirito. Su questo ultimo aspetto AM richiama l’attenzione del lettore, in modo semplice e nella forma del dialogo domanda/risposta con gli studenti esplora quelle manifestazioni dell’agire della parsona nelle quali si esprime la dimensione spirituale “tutta propria”. Ho messo virgolettato “tutta propria” perchè questa sfera spirituale della persona è un fatto esistenziale e non ha niente a che vedere con la spiritualità della religione… e voi sapete quanto è difficile usare la parola spirituale senza sconfinare nell’ambito religioso! Ad ogni modo- dice AM – questa dimensione è una qualità della persona e risiede “nella persona” e non occorre scomodare la/le religione/i.
Le manifestazioni dell’agire della dimensione spirituale della persona sono ravvisabili in due aspetti fondamentali, la capacità dell’ uomo di perdonare e la capacità di decidere nella libertà (ad esempio di non sfruttare un altro uomo).
Queste qualità umane sono abbondantemente presenti nella esperienza quotidiana, piccole e grandi scelte di libertà così come piccole e grandi decisioni di perdono sono un patrimonio universale di tutti noi.
L’agire nella vita di queste decisioni di libertà e di perdono, secondo l’autore, non sono qualità della dimensione della psiche. Essa, diceva, Freud è governata a bacchetta dal principio del piacere e quindi il perdono di chi mi ha offeso è inconcepibile. L’unica scelta che può fare la psiche è l’agire per avere piacere…il piacere della vendetta.
Eppure l’uomo perdona ed esprime così la pienezza della libertà di decidere il corso della propria vita. Nel testo troverete anche esempi.
Teoria della Persona si legge bene, tra i tanti valori dell’autore vi è anche quello di comunicare in modo semplice e chiaro. Il lettore è preso per mano e condotto lungo concetti anche complessi ma, se vi capiterà di leggerlo, probabilmente capiterà anche a voi di dire alla fine:”Però detto così mi è stato facile comprendere!”
A prescindere dal titolo e dalle innegabili immagini di “tematiche da strizzacervelli cui è meglio tenersi alla larga” io ravviso che è un bel libro e contiene un messaggio forte di speranza e lo consiglio.
Se siamo liberi di scegliere possiamo scegliere. E se possiamo scegliere allora non siamo in prigione. E se agiamo la nostra forza allora non siamo determinati dal passato … e l’oggi ed il futuro ce lo possiamo crare così come lo desideriamo profondamente. La dimensione spirituale accoglie il nostro essere più autentico, l’amore e la forza necessaria per poterci realizzare.
La valorizzazione della nostra dimensione spirituale unitamente alla capacità di essere persone che decidono costantemente di armonizzarla con le altre (anch’esse necessarie, sia chiaro) è una fonte di ricchezza.
Antefatto: Quella sera ero a casa come una delle tante sere, e su Rai 1 c’era il Festival di Sanremo.
Forse ero in attesa e forse mi sono trovato per caso, non ricordo ma questo è comunque secondario.
Fatto primario è invece che a distanza di anni ricordo la grande emozione che ho provato nel sentire l’esibizione live con chitarra ed armonica di Bruce Springsteen in “The gost of Tom Joad”.
Ogni tanto ho rivisto il video su You Tube. Da chitarrista autodidatta mi sono divertito a cantarla, a modo mio naturalmente 🙂 . Sapevo che il brano era ispirato ad un romanzo.
Sono passati anni, poi lo scorso aprile il ricordo mi si è riacceso e con essa la curiosità: “ Ma quale cavolo è il romanzo?”.
Detto fatto, un click qua un pagamento on line e nel giro di 3 gg il pacco è sulla mia scrivania.
John Steinbeck “Furore”. Passano 6 mesi e poi dieci gg fa lo ritrovo tra i libri ancora da leggere.
Ok, Si parte.
Sin dalle prime pagine ho provato un sentimento di rispetto per la storia che gradualmente si andava sviluppando.
Furore ( titolo originale The Grapes of wrath) è un racconto intriso di umanità, una umanità dignitosa e polverosa.
Come lettore ho sentito un senso di cura e di rispetto per le vicende che la famiglia di Tom Joad vive nel suo viaggio dalla arida ed ormai ostile fattoria dell’ Oklahoma, percorrendo la famigerata Route 66 a bordo di un camioncino allestito alla meno peggio, e fino alla terra dei “sogni” – o almeno così dicono i volantini – la California. Tante difficoltà sbiadiscono al confronto con quelle che hanno vissuto i Joad e tante famiglie di mezzadri americani costretti a lasciare le case e le terre, un tempo ricche e fertili, ma ora non più loro … non più fertili … non più ospitali ed accoglienti e sotto la minaccia delle macchine dei grandi latifondisti.
Intere famiglie di mezzadri si svegliano un bel giorno con la consapevolezza di doversi reinventare la vita, con una meta da raggiungere si mettono in viaggio, diventano nomadi in viaggio per sopravvivere.
La meta è indicata su un volantino in cui si invita ad andare in California a lavorare alla raccolta delle pesche con la promessa di una casa, un buon salario ed accoglienza. Nulla di più falso, e pian piano quello che sembrava un viaggio verso un nuovo sogno si arricchisce di disillusione e di triste constatazione che la meta, la California, è un luogo di sfruttamento e di rifiuto.
Lungo le pagine del romanzo emerge il grande valore della vita, il valore sostanziale fatto di decisioni che continuamente cambiano il corso della storia. La famiglia di Tom non ha tempo per piangere troppo, non ha tempo di ostinarsi troppo. Vivere è l’unico modo per avere una speranza, ed anche odiare fino in fondo è un lusso che i Joad ( e molti altri come loro ) non possono permettersi. Accettare di lavorare per mangiare, accettare di lasciare andare un figlio, accettare l’impotenza e aiutarsi vicendevolmente per reciproco bisogno, piangere quel poco che basta per rimettere tutta la propria vita su un camion e ripartire.
Quella della famiglia di Tom Joad non è il racconto dei vincitori, ma è una finestra aperta sul tempo e lo spazio di allora come di oggi e che narra delle vicende umane che vive chi decide pienamente di vivere, vicende multicolori di fame e di passioni, di emozioni acute in tutte le direzioni, di grandi errori e di grandi speranze, di grande rispetto per l’umano che fa semplicemente tutto il possibile per non cedere alla morte ed alla disperazione finale.
Un libro che consiglio di leggere sicuramente, e consiglio di farlo con un senso di silenzioso rispetto. Entrando nelle pagine forse capiterà anche a voi di percepire di trovarvi in una storia che vi appartiene e appartiene all’umanità intera e di cui è bene prendersi cura.
Il tempo del riscatto e della vittoria ….quella è un’altra storia. In queste pagine c’è l’uomo che vive, che ha fame, che è sporco, che scappa, che uccide, che decide e deve difendere la sua esistenza perché essa è il vero sogno e la vera meta … non la California.