NarrAscoltaStorie_#25. Anticorpi Umani

Location: Roma, Via Monti Tiburtini direzione Centro, ore 9:10 circa, appena superato l’ospedale Sandro Pertini.

In cuffia da Radio Deejay è da poco passato il notiziario con il riepilogo della situazione covid e altre notizie.

La signora Ines ha fatto carburante poco più avanti. Nella sua folta chioma bianca e soffice riprende la strada con un senso di meraviglia ed un sentimento che al tempo stesso le sussurra di essere prudente.

Proprio di fronte all’ospedale Pertini il semaforo è Rosso, io ed altri motociclisti zigzaghiamo per conquistare la pole position mentre in cuffia ascolto il volo del mattino con Fabio Volo che spara sequenze di cavolate – e non – in modo simpatico e piacevole da ascoltare.

Al semaforo ci si osserva sempre. Io oggi ho dimenticato a casa la mascherina, ho giù la visiera per non dare troppo nell’occhio. Ne ho altre in ufficio e per il momento ancora non ho capito se c’è obbligo di indossarla o meno.

La signora Ines tiene la destra in modo stretto e va piano, qualcosa non gli quadra c’è troppa calma e poi quella strada non la ricordava. Si guarda a destra e sinistra ma non trova un punto di riferimento.

Semaforo Verde e si parte tutti, si guizza, si sorpassa si salgono i rapporti e poi…… Alt…fermi tutti. Ma cosa c’è?

L’utilitaria bordoeaux cammina in modo strano, lentissima, e poi ha una forma strana, si percepisce da sotto i caschi che l’auto è in imbarazzo.

Eh…si proprio in imbarazzo.

La signora Ines impreca: Santo Dio ma dove mi trovo! Oddio povera me cosa ho fatto…sono contromano!!!

Tutte le moto ci schieriamo. Anticorpi umani a proteggere il sistema e le persone dal virus della distrazione, dei troppi anni o forse delle tante confusioni di questo tempo maledetto.

Schierato avanti alle macchine strombazzanti, con le mani a indicare a tutti di fermarsi muoviamo lentamente verso la signora Ines che prontamente fa una manovra ad “U” e ma salutandoci tutti educatamente con la mano come a ringraziare.

Noi salutiamo, uno alla mia destra impreca ma anche lui si è posto alla difensiva.

Oggi gli anticorpi umani si sono schierati ed hanno difeso, appunto, l’umano.

Tutto è andato bene.

Stia attenta signora Ines, o qualunque sia il suo nome.

NarraAscoltaStorie_24.

Samir lavora ogni mattina all’incrocio tra via Chiana e via salaria di Roma. Tutte le mattine è li a vendere giornali che ormai nessun più compra e a proporsi come lavavetri. Forse sono due persone diverse ed a dire il vero vi sono di fatto più Samir.
Angela dalla sua macchina con le mani aggressive sul volante e il viso tirato sugli anni va di corsa me il semaforo è ormai rosso. E Gustavo come tutte le mattine dopo mirabolanti zig zag è quasi arrivato al suo lavoro.

lavavetri-680x365_cSamir: Posso lavare il vetro signora?
Angela: No..No, grazie.
Samir: Posso? è sporco il vetro!
Angela: (che ha il vetro molto sporco) ok, va bene grazie.
Samir: Meno male prenderò qualche spicciolo (lava con cura e forza, è felice)
Angela: Bene, ci voleva proprio. (Fruga nella borsa in cerca di monete)
Samir: Manca poco… tra poco scatta il verde…ok tolto ultima striscia di sapone, ok messo giù i tergicristalli, ok fatto…vado a riscuotere
Angela: Senti scusa ho un euro mi puoi dare il resto? io non voglio darti 1 euro ma voglio darti di meno.
Samir: Mi dispiace ma io non ho moneta.
Angela: Cacchio è scattato il semaforo verde e ora che faccio? No No, mi devi dare il resto.
Samir: (comunque sorridente) non ho signora non ho monete.
Angela: E ora che faccio? No, ridammi i soldi e vai via…vai via..E tu davanti muoviti su!! Dio che imbarazzo chi cavolo me lo doveva dire…ma che cavolo di giornata del cavolo…ma vaffanculoooo!!
Gustavo:(di lato in moto ha osservato tutto) No, Angela (pensa) non prendertela con lui e non prendertela con te. Ci deve essere una soluzione, capisco che non vuoi dare 1 euro ma ti vedo davvero molto arrabbiata e credo in questo momento tu sia in imbarazzo ed arrabbiata anche verso te stessa. Non perdere l’opportunità di fare una cosa buona. Samir forse ha bluffato ( è un fatto di strategie e tante volte gli va bene) ma ti ha offerto un servizio. Dai ho capito e purtroppo andiamo per strade diverse ma io sono sicuro che poi in giornata o forse domani mattina passerai di nuovo da questo incroci e darai a Samir quanto pensavi di voler dare. E magari vuoi vedere che mi ci trovo di nuovo anche io ad osservare la scena?

NarraAscoltaStorie_23. … mazzate e lacrime.

Ad andrea fermo con la sua moto nel traffico poi qualcosa attira l’attenzione. Dietro una macchina una moto con un omone sopra. Tante altre moto a girare attorno ad accorciare la strada usando malamente il marciapiede. Andrea attende, dovrebbe essere già in ufficio mah…”sticazzi”. Si infila tra la moto e la macchina e poi si ferma ancora che avanti è un muro di lamiere e smog; in quella pausa forzata guarda lo specchietto … dietro di lui accadono cose:

Gustavo: A bella te devi da na calmata!!!
Silvia: Che cazzo vuoi, se non te ne vai ti meno…stronzo!
Gustavo: A matta!
Silvia: A me dici? (e nel mentre allunga la mano sotto il sedile della macchia tirando fuori una piccola mazza da baseball)
Gustavo: Ma che ti credi di fare!
Silvia: Ah dici? (e giù di colpi scomposti dall’interno della sua macchina ed in modo scomposto e scomodo colpisce gustavo sulla schiena e sul casco)
Gustavo cerca un supporto attorno e incontragli occhi di Andrea che ha seguito tutto. Cerca un alleato per venir fuori in modo dignitoso da una situazione comunque imbarazzante. Chiaramente Silvia è furiosa e lui vorrebbe scappare ma farlo con dignità.
Gustavo: ( decide di allontanarsi) A scema!!

Andrea perplesso dalla scena prova una empatia con Silvia che per aver ragito in quel modo deve essersi sentita molto aggredita lei stessa. Per un momento ha visto la freddezza di quel mezzo di difesa ed in questa faase storica in cui molto si parla di violenza alle donne Andrea pensa che Silvia si difende da un dolore con la mazza. Con quel pensiero va avanti. Al semaforo successivo vede Gustavo e gli si affianca. Gustavo lo ha riconosciuto.
Andrea: Ma che cosa è successo?
Gustavo: Niente. Mi ha tagliato la strada rischiando di farmi cadere. Io gli ho detto che deve scopare di più!
Andrea nota un rivolo lungo l’occhio sinistro di Gustavo, come un trucco che si scioglie… sente empaticamente Gustavo, sente è che lui è anche addolorato e che ha consapevolezza di aver detto una cosa non carina a Silvia.
Andrea: Siamo tutti stressati! Dobbiamo stare più calmi ed essere comprensivi che le mattine sono dure per tutti.
Andrea accellera e poi … la sua routine con un pensiero a due dolori opposti che si sono fatti ulteriormente male. Empaticamente sente la durezza del vivere di molti…a volte.

NarraAscoltaStorie_22   Giochiamo?

GUSTAVO♡ Tu pensi si possa fare qualcosa?
IRENE☆ Si, credo sia possibile
G♡ A me pare non ci sia tanto altro da dire. La mia vita ormai è segnata dal mio dolore.
I☆ Comprendo, ma qui e ora possiamo esplorare possibili soluzioni?
G♡ In che senso?
I☆ Lavoriamo insieme a esplorare delle ipotesi a partire dalla soluzione che desideresti anche se ora non è realizzabile?
G♡ tipo fantasie, ipotesi.
I☆ Certo, possiamo visualizzare ciò che vorrei. I cambiamenti che potendo faresti e le decisioni che potendo prenderesti.
G♡ Una specie di gioco, quindi.
I☆ Si, giochiamo.
G♡ Però…sei brava, grazie sento che questo mi aiuta.
I☆ Prego.
G♡ Da dove iniziamo, e con cosa?
I☆ Scegli, con il tuo stile.

daZeroaInfinito.com … rendersi disponibili ad amarsi, anche per gioco anche per scherzo. Che tanto  se nulla può cambiare tanto vale provarci comunque. Ma vietato farsi male, che giocare è una cosa serie e richiede attenzione e amore. 

#NarraAscoltaStorie_21.           Zero Uno Due Tre Quattro Cinque Dieci Cento…Infiniti Passi. 

In questi giorni nel quartiere Ponte di Nona a Roma sale in cattedra la legalità. Eventi e dibattiti ma soprattutto la scuola ed i bambini attivamente impegnati a ricercare esprimere e declinare il tema nelle sue grandi qualità. Rispetto, responsabilità, sostegno, partecipazione e impegno.  L’evento continua e intanto oggi tutta la comunità  si è  ritrovata x saltare insieme in un Flash Mob per rinforzare il coraggio che serve per vincere le illegalità. Clou della settimana la intitolazione della scuola a Peppino Impastato.

daZeroaInfinito.com …reporter a riprendere e orgoglioso di vedere mia figlia piena di gioia urlare al cielo uno due tre quattro cinque dieci cento passi…perché il coraggio è un bel ritmo.

#NarraAscoltaStorie_20. “…E’ pieno di pazzi in giro”.

Abbiamo paura per ragioni nostre, poi capita che tante ragioni ce le suggeriscono altri. La paura dell’altro, del diverso per stile di vita, per colore della pelle, per paese di origine ecc. Accade che la paura ci imprigiona.

Vittorio: Un altro giorno è finito e sono a casa. Certo spero tanto di trovare il cancello aperto così non mi tocca prendere le chiavi e scendere per aprire. Toh…guarda, una macchina sta entrando…evvaii!!
Simona: devo scendere dalla macchina ma ho paura. Ho lasciato la borsa dietro e mi tocca scendere per prendere le chiavi…oddio e questo che mi si è fermato dietro che vuole?! Ha pure il casco, oddio…no, io nn scendo.
Vittorio: Ok, aprirà. Aspetto…Ma che fa? non apre…dai su bella su… .
Ecchecca..o …vabbè vado ad aprire io …sta str..za.
Simona: Ah ma è uno del palazzo mio…allora apro la portiera. Eh…salve … ah anche lei? Eh si io dovevo prendere le chiavi mah…sa è pieno di pazzi in giro e i ho anche i nipoti.
Vittorio: ma è matta(pensa)? Ma che c’entra questo con aprire il cancello scusi!
Simona: E’ pieno di pazzi in giro.

daZeroaInfinito.com … stavolta era Vittorio ed ho provato freddo nell’anima.

#NarraAscoltaStorie_19. “…Grazie davvero””

Amnesia, mi capita spesso di recente. Dimenticare cose o dimenticare di alcune cose l’uso stesso. Forse solo stanchezza forse una parola pesante per una tanto più comune dimenticanza come accade quando le cose da pensare e da fare sono tante…E ti rubano il tempo presente, e te ne fai derubare

Gerardo: Zig Zag dalla frutta al pane e dal pane ai salumi. Di corsa che la voglia di tornare a casa e tanta per una bella doccia calda che attende, che tanto domani si ricominci. Ah sì…Anche del tonno e poi…Oh cacchio ho dimenticato il latte e così indietro tuttaaaa. Che a ben guardare stasera ho preso poco, non arrivo a superare 30 euro per cui massì chiudi se ne frega la stecca di tonno di marca si può prendere lo tesso anche se a casa vi è dell’altro ancora.

Elena: ormai non ci penso neanche più all’ora ed al giorno. Lavorare è diventato talmente importante è imminente che davvero, di cuore, lavorare la domenica sera non mi da alcun dispiacere. 

Gerardo: cassssa…Qui. questa signorina mi sembra veloce. Il tonno si, il tonno no!A quasi lo lascio in cassa che cazzo me  ne faccio ancora, non vorrò mica farmi una dispensa a casa eh? Però non è male fare la spesa a questa ora. Tutti siamo stanchi e rispetto agli atti giorni stasera mi sembra ci sia in ogni cliente e in ogni cassiera in senso di affettuosa non curanza. A leggere le mani ed il viso della cassiera mi arriva un cordiale “Dammi la roba che te passo, paghi e poi sticazzi”. Ok…Mah…Cazzo il portafoglio?!?! No sono senza soldi. 

Indietreggio esco dalla fila e per fortuna nel carrello la roba è poca. Che faccio abbandono tutto e vado via oppure pago lo scotto di rifare il giro a ritroso? La seconda che ho detto! Tra un imprecazione e uno slalom nelle corsie tra decine di clienti ancora intenti a comprare arrivo al capolinea, la salumeria ed Elena di nuovo. Che mi imbarazza restituire la roba, che quasi la metto via nel banco frigo e buonanotte a tutti i signori. 

Elena: prego a chi tocca n 70? 

Gerardo: con braccio teso a voler dare la risposta esatta si avvicina al banco e chiede scusa. Scusa la posso restituire? Ho dimenticato i soldi e non posso pagare, è un etto di bresaola di quella in offerta. 

Elena: si, grazie …Grazie davvero per avercela riportata è non averla lasciata in giro, davvero grazie. 

Gerardo: buonasera e va via sereno, la cazzata l’ha fatta, ma almeno ha rimesso tutto al giusto posto…E sticazzi si vede che il tonno stasera non lo doveva proprio comprare.
daZeroaInfinito.com…Capita di essere altrove.

#NarraAscoltaStorie_18. “…viale Parioli””

L’aria di stasera  parla la lingua del natale, frizzantina ma non fastidiosa; che le luci così, un po’ ovattate e zuccherose, fanno ben sperare che tutto possa andare bene. 

La signora Adele per poco non passa sul ragazzetto in moto, a mezzo incrocio non gli pare di aver visto pararglisi davanti un folle pronto a rovinargli, come gli ha rovinato, l’umore. Adele ha ancora la mano lunga con palpo verso l’alto ad indicare “ma che stai a fare”. 

Sergio guarda tutto e prova tenerezza per Adele ed il suo gesto inascoltato e solitario, spontaneo e reattivo anche a se stessa tanto da rimanergli in primo piano più del necessario; che il giovane è già lontano e in molti hanno già preso a spingerla dietro “e annamo su…e daje!!”.

Attimi e secondi, atomi di tempo. Adele trova il tempo per mandare  un po’ tutti a quel paese e procedere oltre…verso casa, che è sera. 

Sergio un attimo davvero e poi spicca in volo tra una luce e un faro che abbaglia, nella testa martellano le cose da fare e l’orologio che gira nel petto. 

Michele saluta Simona e pieno di sé mentre attraversa sicuro la strada.  Un atomo di ritardo e Sergio e Michele passano con le loro distrazioni tanto vicini da fare il pelo alle reciproche anime.

Nessuno si è fatto male, sarà l’aria dolce e zuccherosa del natale pensa Sergio ancora stasera a distanza di tante ore e pensa tra se …:” Scusa Michele, o qualunque sia il tuo vero nome. Meno male che non ti ho preso…Che cavolo è stato proprio un pelo.”. 

daZeroaInfinito.com…prudenza sempre! 

#NarraAscoltaStorie_17. “…e Buona Fortuna””

Giorni caldi, tempo di mare e di piscine. Al sabato quasi in orario di chiusura presso il fruttivendolo c’è gente ancora. A cercare qualcosa di buono da gustare al fresco della sera o per il buon pranzo domenicale. Simona ha fianchi larghi e nonostante il caldo e l’ottava settimana di gravidanza dentro si muove a suo agio, tra buste e persone. Silvestro non è certo di cultura italiana, ma è italiano e conosce la gente.

Silvestro: Dai …dai a me ci penso io … ti aiuto
Simona: Ah…grazie.
Silvestro: Quanto ancora?
Simona: Una settimana
Silvestro: Buona Fortuna

Buona fortuna e, nel mentre lo pronuncia, una mano arpeggia una collana chiaramente sacra mentre il capo fa un certo tipo di sano e bell’inchino…leggero …accennato.
Buona Fortuna, si ci sta bene. 

daZeroaInfinito.com … buona fortuna
 

#NarraAscoltaStorie_16. “Zitto e Scopa”

indexHardy non ha certo colpe una grande depressione economica.   Lui è solo un ragazzino e vuole solo essere come gli altri, fare quello che fanno gli altri, giocare e divertirsi, diventare grande si…ma con calma. Si vergogna del padre che a causa delle grande depressione ha chiuso la sua attività ed ora per sfamare la famiglia lavora spazzando le strade di Savannah, in Georgia. Insomma a lui il papà che fa un lavoro così umile non piace e lo mette in imbarazzo. Un giorno incontra Junuh un reduce della prima guerra mondiale, ex eroe della cittadinanza e promessa del golf, che da tempo vive in abbandono e che di vittimismo diciamo se ne intende. Penso spesso al dialogo tra di loro, ultimamente, più o meno dicono questo (liberamente ispirato al film ” La Leggenda di Bagger Vance”): 

Hardy: Sai Junuh… lui scopa le strade…non potrebbe fare qualcos’altro?
Junuh: Cos’altro?
Hardy: Non lo so ma i papà dei miei amici non fanno nulla piuttosto che umiliarsi
Junuh: Apri gli occhi Hardy. Tuo padre è uno che di fronte alle difficoltà ha decido di rimboccarsi le maniche ed invece di dichiarare fallimento come hanno fatto tanti papà dei tuoi amici. Lui ha usato ogni soldo che aveva per pagare ogni creditore di Savannah.
Hardy: Ma non è l’unico che ha avuto una difficoltà!
Junuh: Certo … ma lui ha guardato in faccia le vversità ed ha decido di spazzarle via con una scopa.

daZeroaInfinito.com … pensa che il bravo Junuh ha ancora colpi buoni all’attivo. Sa riconoscere la capacità di riparare con tutto se stessi e sa che questo è un grande valore e potere, ancorché imperfetti. Capita a molti di noi nella vita di fare cose di cui magari non andiamo proprio fieri. Erroriamo 🙂  e prendiamo decisioni che possono avere effetti diretti o collaterali di tipo distruttivo verso cose e/o progetti cui teniamo. che fare in quei casi? Mah…tante cose per carità…ma ci sta anche “Zitto e scopa”.

 

#NarrAscoltaStorie_15. “Le guerre poi vanno combattute sai”

Sarei stato volentieri zitto oggi. Ma ho sentito, ed ho visto … ancora e di nuovo.

Stefano: Ciao Rossella come va?
Rossella: Bene.
S: Hai visto che casino a Parigi?
R: Si.
S: Che ne pensi?
R: Io? Beh, io è da tanto che lo sapevo. Io leggo Oriana Fallaci sin da ragazzina.
S: Secondo te cosa si dovrebbe fare ora?
R: Chiudere tutte le moschee.
S: Questo però comporterebbe una presa di posizione di tipo conflittuale con il mondo Islamico in generale e avvalorerebbe l’ipotesi di un conflitto tra civiltà.
R: Perché non lo è gia?
S: Beh, ci sono dei morti in Francia, altri ce ne sono stati in tanti luoghi del mondo, anche oggi in questo momento stanno morendo persone per mano di terroristi e molti sono anche i morti di religione Islamica. Non mi sembra che il problema siano le religioni quanto questi pazzi al soldo di chissà quali pazzi progetti di chissà quali pazze agenzie segrete di chissà quali pazzi presidenti di stati di chissà quali pazzi interessi economici e di chissà quali pazzi interessi di dominio e di potere.
R: Si ma a me non frega niente, le moschee sono i luoghi dove questi fanno la loro propaganda ed io ho le idee ben chiare.
S: Ma un ipotesi tipo la tua, molto allettante e anche legittima nel pensiero per carità hai idea di come cambierebbe il corso della nostra storia? Una cosa è il terrorismo di quattro pazzi e altra è entrare in una realtà di conflitto tra milioni di persone. Che le guerre poi vanno combattute sai? e muoiono oceani di persone da una parte e dall’altra. Hai idea di come siano diverse le due cose?
R: Si ma io mi sono rotta. Questi non si vogliono integrare e pretendono che dobbiamo essere noi a cambiare. Io sono cattolica e non mi sta bene.

daZeroaInfinito.com … torno a starmene zitto.

 

#NarraAscoltaStorie_14. Porcate on the road

Giorgio è un genitore tra genitori. Giorgio parla di scuola e di decisioni, è un pò incavolato … vede porcate, dice lui.
Rossana come lui da quest’anno ha il figlio che inizia la scuola ed è serena.
Antonella osserva silenziosa.

Rossana (a Giorgio): Voi abitate qui di zona? I nostri figli frequentano la stessa classe e seppur vengono da esperienze diverse ora condivideranno una nuova esperienza e di sicuro diventeranno amici.
Giorgio: No, non in questa zona. Abitiamo in quartiere poco lontano da qui. Abbiamo frequentato questa scuola da anni e sin dal nido. Voi invece abitate qui?
Rossana: Si noi abitiamo qui vicino a poche centinaia di metri da scuola. Purtroppo in tutti questi anno noi non siamo mai rientrati nelle graduatorie per il nido prima e per l’infanzia poi…e abbiamo frequentato anche scuole private :-(.
Antonella: Eh si, anche a noi è capitato lo stesso. Io per fortuna non lavoro e così non ho dovuto ricorrere e scuole private che poi quanto costano!
Giorgio: Bene, ora i ragazzi diventeranno amici. Mi spiace però che mio figlio non ha avuto al continuità con altri compagni di classe della materna.
Quest’anno con le nuove regole per l’accesso alla scuola che hanno dato precedenza alle persone del quartiere noi non penasvamo nemmeno di rietrarci. Ci abbiamo provato e per fortuna lo hanno preso. Ma hanno fatto una porcata con queste nuove regole.

Rossana ed Antonella guardano altrove ormai. Quell’appunto sulle regole porcate le ha chiaramente ferito. Per anni hanno visto i loro figli fuori dalle graduatorie a ragione che vi erano anche iscrizioni da quartieri limitrofi e così loro si sono trovati fuori.

daZeroaInfinito.com (in zona 🙂 ) … ascolta e sente, oggi scrive di porcate che vanno e vengono e che fanno male alternativamente a chi le subisce…perchè esse aleggiano come potenzialità delle azioni umane. Giorgio, di sicuro, ha perso una buona occasione, bastava pensare solo al futuro ed al dono ricevuto, essere grato,  invece di rivangare il passato.

Ritmano delle parole in testa, prima tra tutte è la necessità di aprirsi al flusso della vita, che livella, dona opportunità ed invita all’amore da fare con essa tralasciando il rancore. Perchè il rancore imprigiona, e le chiavi della cella hanno fisionomia umana ed il loro nome e cognome è capacità  e decisione di perdono. Che da ogni dolore patito è partito un flusso rabbioso, verso fuori, verso l’alto e verso dentro. La butto in rima, tra un semaforo ed una ripartenza lenta del traffico metropolitano che a scorrere…stenta.

Porcata si, porcata no…porcata mah,
trasversale e trasformista,
democratica e  riformista.
Chi ne gode non la vede
finchè non la subisce.
Porcata in platea
Porcata laterale.
La porcata allinea,
livella … prima o poi.
Egualitaria ed altalenante.
Solo un fatto di tempo,
prima o poi la vedi, eccome!
La porcata , tempo presente.
La porcata perdurante.
La porcata, universale.
Emozioni di rabbia fuori
Vissuto astioso diffuso
Percezioni di incapacità.
La soluzione
Di nuovo…ancora
È la rivoluzione
Il respiro
A seminare
Nuova e perdurante
Decisione di perdono
Che Porcate si,
Porcate no …. Porcate mah.
Il perdono, certamente.

Qui e ora, ancora.

#NarraAscoltaStorie_13. h 17:40 più o meno

febEra già tutto saltato per aria quando ho sentito la notizia.
Come tante volte con i miei amici eravamo di rientro dal mare. Per quanti come me hanno avuto la fortuna di vivere in terra Garganica a due passi dal mare e da ogni bellezza naturale possibile il 19 luglio era già tempo in cui la relazione con l’estate e con lo stare all’aperto era consolidata e scolpita sulla pelle.
Fu in uno di quei rietri dal mare, in una leggera curvatura della strada verso destra e con la traiettoria già impostata per la successiva girata a sinistra, che abbiamo appreso la notizia della morte di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta. Non ero solito ascoltare la radio, forse era finita la cassetta e non avevo lo stereo autoreverse. La notizia è penetrata così, durante i secondi necessari ad un cambio cassetta …ed lì è rimasta depositata e congelata nella memoria. Non sapevo chi fosse il giudice Borsellino, “la mafia” non era ancora “cosa mia”. Non mi interessavo di sapere cosa succedeva intorno a me. Il 19 Luglio e dopo che già c’era stato il botto di Capaci, ho per la prima volta percepito che era successo qualcosa di forte … e che riguardava anche me.  Tanto si tace ancora, al prossimo botto gente!

 daZeroaInfinito.com … Che oltre al ricordare non so che fare!

#NarraAscoltaStorie_12. Un sussurro di preghiera può essere l’inizio di una rivoluzione.

La NarraScoltaStorie di oggi è trasversale al tempo ed allo spazio. Dalla sua nascita in poi l’Odissea è opera sapienziale che trasuda utilità e suggerimenti. Tra il racconto di Omero e ipotesisuulissela potenza della proposta interpretativa di Antonio Mercurio mi infilo io che oggi voglio narrare di uno dei messaggi in essa contenuto, la speranza. Un messaggio di speranza che narra di come anche quando sembra che non vi sia via di scampo dal casino delle Odissee quotidiane in cui ci infiliamo c’è sempre (se ci crediamo) la possibilità di venirne fuori vittoriosi. Ulisse non è solo nel suo viaggio verso casa e anche nei momenti di maggior sconforto e di impotenza, quando è fermo e piange, ci sono sempre forze in lui che sanno cosa è bene fare. Buona lettura nella mia NarrAscoltaStoria di oggi dedicata al valore dell’umiltà e della gratitudine che – se ci credi – piegano l’orgoglio. Provare per credere, e se funziona … continuare.

Direttamente dal corso “Cosa farebbe ulisse al posto mio_edizione 2014 realizzato con la Counselor Professionista D.ssa Alessandra Martorelli” ecco a voi…

Protagonisti: Ulisse, Calipso, Atena, Zeus, Mercurio, l’umiltà, l’orgoglio, la preghiera, la decisione, il coraggio, la paura, la gratitudine e naturarlemte un chiaccherone 🙂 narratore (spettinato come sempre 🙂 ).

wpid-wp-1434452469650.jpegChiacchierone Narratore: Succede che il passaggio tra Scilla e Cariddi ha lasciato il nostro eroe solo, tutti i compagni di Ulisse sono periti tra le fauci di Scilla e inghiottiti da Cariddi. Ulisse solo sopravvive e per lungo tempo si tiene sospeso tra la vita e la morte aggrappandosi con ogni residuo di forza ai rami elastici di un’albero di fico. Dal mare, dopo che Cariddi richiude le acque sotto di lui, riaffiorano brandelli di nave. Ad un pezzo di questi si aggrappa e per giorni va alla deriva sul mare…vinto. Si risveglia tra le braccia di unan bellissima ninfa, Calipso. Bella la ninfa, seducente è la sua giovinezza e la sua freschezza. E lui, Ulisse, il Re e colui che con il suo ingegno ha espugnato Troia ora con lei giace…per anni.

(… Poi…)

350px-Arnold_Böcklin_008Ulisse: Provo malessere e sono molto triste. Ho un dolore in cuore che ogni giorno mi porta su questi scogli. Guardo lontano, laggiù da qualche parte c’è Itaca … il mio regno, e la mia sposa e il mio unico figlio Telemaco. Piango e con le mie lacrime alimento il mare…immenso, non so che fare. Ogni giorno ripeto questo rito. Con lei, Calipso, la notte mi perdo in giochi d’amore … ma di giorno l’animo mio soffre ed ho un dolore sempre più forte, non trovo risposta e non so darmi una prospettiva di soluzione… quest’isola è un porto sicuro per le mie paure e quella donna sa come prendermi e nelle sue braccia soddisfo il mio desiderio di potenza … ho paura. Cosa devo fare di tutto questo dolore?

cropped-herbert_james_draper_calypsos_isle11Calipso: Ulisse, giovane e forte re. Da qui non partirai più, io e te per sempre insieme. Io vedo il tuo dolore e vedo come ti struggi l’anima a guardare avanti…lontanto. Io ti ho salvato ed alla mia isola sei arrivato naufrago e morente. Senza di me oggi non saresti niente…un alito di vento e polvere sparsa da levante a ponente.

atea indexAtena: Ulisse, mio caro. Quanto ancora ti ostinerai a non sentimi? Pensi pure che io ti abbia abbandonato. Io ho tempo lo sai, sono immortale e posso trascorrere anche l’intera esistenza a incitarti e a spronarti a crescere, a rimetterti in piedi e risollevarti. Ulisse, caro mio. Il tempo della vita è per te non è infinito, devi darti una mossa! Sono anni che ti struggi di lacrime e rispondi passivamente ai miei inviti al cambiamento. Ulisse, testone testardo e orgoglioso. Ti inebbri tra le braccia della giovane ninfa, con lei ti avvinghi in una continua danza di complicità. Ulisse, caro mio. Mi ascolti? Lo senti il malessere che ti sta lentamente uccidendo? Ulisse taglia questo legame con la ninfa! Ulisse, caro mio…come sei incasinato, lo vedo sai? Provo per te un amore immodificabile, so che io e te insieme possiamo tanto ma ora stai pure a piangere ancora un pò…struggiti pure nel lamento, senti la tua impotenza perchè tale è quello che tu ora senti.
Ulisse – Aiuto…Aiuto
Atena – Ma ora sento che … Flebile mi giunge un alito di vita, una sussurrata e debole richiesta di “aiuto”, come preghiera.  Un sussurro di preghiera può essere l’inizio di una rivoluzione.  Era da tanto che aspettavo che te ne accorgessi di come ti sei combinato e che mi facessi dono di questa seppur flebile attenzione autentica e di un autentico senso di umiltà che da sola può sciogliere ed abbattere le alte mura dell’orgoglio dietro cui ti sei arroccato. Eccomi vengo a te.  Tu, il Re di Itaca, il distruttore di Troia e l’uomo dalle tante astuzie e patimenti ora resta qui … fermo a piangere impotente io ho ascultato il tuo sussurro, io amplificherà la tua richiesta e la farò risplendere, porterò a mio padre Zeus il tuo sussurro di preghiera.

Statue_of_ZeusZeus: Atena, figlia mia. Ulisse si è ficcato in un brutto pasticcio ed in una situazione da cui da solo sembra non riuscire a trovare una soluzione. La ninfa Calipso lo protegge e gli dona piacere, al tempo stesso lo tiene a sè e non ha nessuna intenzione di lasciarlo libero di andare. Io accolgo la sua preghiera e con te voglio anch’io aiutare Ulisse affinchè possa uscire dal vortice mortale di una complicità che ora non ha più motivo di perdurare. E’ per lui il momento di smetterla di piangere e di recidere il legame mortale. Tutti noi abbiamo bisogno di Ulisse, le nostre forze fuse con le sue possono creare una bellezza che sopravviva all’infinito. Di Ulisse, delle sue forze e delle nostre, della capacità di saper fondere gioia e dolore, amore e odio, della capacità di riattraversare in modo nuovo il mare delle esperienze dolorose per liberare da esse energie e nuovi valori … la vita ha bisogno. Dalla sua impotenza e dal suo dolore – sento nella sua preghiera – il desiderio di uscire per tornare ad essere signore della sua vita.  Io invierò un mio messaggero dalla ninfa …e gli farò dono della possibilità di scegliere … la vita ha bisogno della potenza di una sua decisione … una nuova decisione da poter prendere ora. Grazie Atena e salutami quel testone si Ulisse!

stika_jan-messaggio_di_minerva_a_calipso~OM8ee300~10617_20100305_53_578Mercurio: Ninfa Calipso, Zeus mi manda da te. Lui sa che qui da anni vive Ulisse. Di lui Zeus ha in cuore che faccia ritorno ad Itaca ed alla sposa. Donagli la libertà di scegliere.

Calipso: Sia maledetto Zeus e tutto il suo seguito di Dei. Ulisse è mio e non permetterò mai che lasci questa isola. Io mi sono presa cura di lui e non Zeus quando è giunto quasi morto sulle mie coste. E ora? Mi chiede di lascairlo andare? Io posso dargli tutto e sono sicuro che lui sceglierà di rimanere con me.

imagesCalipso ad Ulisse: Ulisse caro, Zeus in persona mi manda a dire di farti dono di corde e di legni affinchè tu possa costruirti una zattra e riprendere il mare. Ma Ulisse, prima che tu decida sappi che io sola – se tu lo vuoi – posso renderti immortale. Pensa Ulisse, con me non proverai più l’angoscia della morte e insieme con me giacerai per sempre. Penelope è ormai vecchia!

Ulisse: Calipso, mia cara. Ti sono grato per quanto hai fatto per me. Naufrago sono approdato sulle tue coste e senza il tuo aiuto e la tua protezione io sarei morto in mare. Sarei già da anni cibo per pesci e di Ulisse non se ne saprebbe più nulla. Tu Calipso hai accolto il mio cuore ed il mio corpo, con te ho rinforzato la mia carne ed il mio fisico. Con te ho goduto la notte. Ora però il mio cuore è sofferente perchè tutto questo che un tempo mi ha salvato ora inceve opprime l’anima mia che vuole volare. L’immortalità che tu mi prometti è un grande desiderio che ho in cuore. Per anni e durante tutto il tempo della mia prima storia ho cercato nell’onore delle armi e nell’astuzia i modi per affermare la mia gloria  immortal e. Ma ora, ninfa bellissima, ho in cuore il desiderio del mare per navigare verso la mia terra e la mia sposa. Ho in cuore di riunirmi a lei come l’uomo nuovo che io sono diventato in tutto questo continuo naufragare sui mari della mia esistenza dentro e fuori. 1-ulisse_3Ho perso tutto quello che avevo, compagni e tesori. Mi alimenta oggi il desiderio di navigare ancora perchè la mia esistenza stessa è l’opera che io voglio creare ed è con non poca fatica che rinuncio alla tua offerta di immortalità così come è con profonda riconoscenza verso Atena e Zeus per aver continuato a credere in me offrendomi ancora – proprio ora che ero vinto e affranto nell’impotenza di questo luogo – la possibilità di scegliere … ed io scelgo di andare, che la mia sposa è certo meno bella e giovane di te ma ho un progetto in cuore da realizzare e voglio a fondere il mio cuore ed il suo. Atena posso farcela, ti riconosco e non mi sento solo. Calipso, ti sono grato per la possibilità che mi offri di costruirmi la zattera. Ora anche tu vedi chiaramente l’intendimento del mio cuore e la forza di una grande alleanza tra me e la vita intera. Sono consapevole che il viaggio che mi attende sarà ancora minaccioso e duro ma da tutto questo dolore che ho attaversato spero di farne uso saggio e prezioso. Fammi dono delle tua sincerità, Calipso, dimmi che questo non è un tranello … perchè ho tanto sofferto e non voglio cascarci ancora. Atena e Zeus ci siamo … si riparte.  Nei tuoi occhi Calipso vedo che è forte il mio intendimento e tu sai che Libero ora nulla può impedire il mio salpare, delle tue indicazioni Calipso farò tesoro per non perdermi in alto mare. Fisso la meta e traccio la rotta … si parte.
wpid-wp-1434452469650.jpegChiacchierone Narratore – Una preghierina ad esempio (ognuno come la concepisce) ed una, seppur solo sussurrata, richiesta di aiuto sono buone cose dato che ammorbiscono l’orgoglio e alleggeriscono l’animo che vuole volare … aprendo autostrade di nuove possibili soluzioni, decisioni e potenti energie spirituali.

daZeroaInfinito.com … che un sussurro di preghiera può essere l’inizio di una rivoluzione.

#NarraAscoltaStorie_11. “Chiaro!”

Al fresco dei platani si sta proprio bene. I bambini giocano sui gonfiabili, saltano e si divertono. Un bimbo piange, succede.

Figlio: Piangevo per chè mi è venuto addosso!
Padre: E tu non devi piangere!
Figlio: Perchè?
Padre: La prossima volta che capita che ti viene addosso tu invece di piangere vagli addosso con un bel calcio nella pancia e così impara. Io quando ero della tua età facevo così. Chiaro!

daZeroaInfinito.com … si sta bene al fresco dei platani immensi

#NarraAscoltaStorie_10. “Succede …a volte !”

Amedeo è sovrappensiero. Sono giornate calde… esce di buon ora a passeggiare al fresco dell’ombra dei pini. All 11:30 torna a casa, ha usato spesso il fazzoletto per asciugare il sudore ed ha sbottonato un pò la camicia, non è nel suo stile perché è sempre impeccabile nel suo abbigliamento. Nel frattempo al fresco della sua casa condizionata Lorenzo è tranquillo, ascolta musica.

All’improvviso un sussulto. wpid-wp-1431254926712.jpegUn rumore sospetto dietro la porta, insinuante e insistente. Rumore di chiavi a tentare di aprire e di mani a spingere a voler forzare e lottare. “Oh Cazzo”, pensa Lorenzo … “e ora”?

Raccoglie il coraggio e la paura, organizza tutto in un fagotto di iniziativa … abbassa la musica … scruta lo spioncino.

Il grandangolo distorce il ritratto del maledetto scassinatore … Poi una pausa ed una fitta nell’animo. wpid-img_3c50ed345cbd723a22bee3a2168ac866.jpgAmedeo accalorato ed innervosito tenta e ritenta, gira e rigira la chiave maledetta non vuole entrare…e se entra non gira! La guarda e la riguarda e riprova. Attimi…lunghi. Lorenzo apre lentamente, a lui ora è chiaro. Amedeo meravigliato vede aprirglisi la porta da dentro. Oh…Cazzo! Esclama. Scusa …scusa…dice a Loranzo che invano cerca di rassicurarlo dicendogli che è stato solo un equivoco. Amedeo si allontana in un eco di scuse, va via sconfortato. Casa sua è solo due piani più sopra. Brutto momento per Amedeo, è anziano e quella steccata lo ha ferito e spaventato. Era solo sovrappensiero…, succede a volte. daZeroaInfinito.com …pensieroso.

#NarraAscoltaStorie_9. Del fiasco e del successo.

indexDrew: “A chiunque può capitare un fallimento…ma un fiasco …un fiasco è un disastro di proporzioni mitiche…un fiasco è una leggenda popolare che si tramanda agli altri e che fa sentire la gente più viva…perché non è successo a loro!” (…)
Claire: (…) Ah … Quindi hai fallito?  Beh e allora? Vuoi davvero essere grande? Allora devi avere il coraggio di sbagliare alla grande e restare lo stesso in circolazione. Lascia che si chiedano cosa hai ancora da ridere (…). ( cit. Dal film Elizabethtown).

daZeroaInfinito.com …con le parole di un film

 

#NarraAscoltaStorie_8. “Ora capisco”

C’è stato – e c’è ancora – un tempo, ne sono certo, in cui a ognuno sono state raccontate storie che iniziavano con “una volta”. Queste storie – a differenza di quelle che iniziano con “C’era una volta” – hanno una qualità narrativa speciale, il narratore ,infatti, si spaccia per testimone presente al momento in cui il racconto è nato.  Mia nonna mi raccontava sempre che:

imagesUna volta durante una campagna di mietitura un padrone ha lamentato il fatto che i braccianti si fermavano troppo spesso ( secondo lui ) per mangiare. accade in una di queste pause “la storia”.

Padrone: Signori miei, ma quanto mangiate!
Bracciante: Padrone vuoi fare un esperienza?
P: Si, ditemi.
B: Prendiamo due fette di pane. Una la matte lei sotto la maglietta ed una io.
P: Va bene.
(dopo qualche ora, in occasione di una nuova pausa)
B: Bene signore, ora si alzi la maglia.
In quel mentre il padrone tirò fuori la fetta di pane intatta, ed il bracciante fece lo stesso alzando la maglia ma della sua fetta di pane restavano solo briciole.
P: Ah … si ora ho capito!
B: Signore, noi lavoriamo ed è normale che il cibo si consuma. Lei che non lavora, invece, non ha fame come noi perchè il suo cibo non si consuma velocemente come il nostro.

daZeroaInfinito.com … gran donna mia nonna 🙂

#NarraAscoltaStorie_7. Insieme è più bello

E’ di qualche anno fa, ed ogni tanto mi ritorna in mente. In libreria Angelo e Gianni ci lavorano da anni e per un puro caso si incontrano a causa di un temporaneo cambio di turni.

wpid-img_6bb1d79d247ff602baff263b7e74af2d.jpgAngelo: Ciao Già, ma lo sai che pure a me piace questo settore?
Gianni: Beh si e bello, io nei momenti di pausa ci vengo e con la scusa di mettere in ordine il banco ne approfitto per leggere qualcosa qua e la. A me questi temi di misteri, UFO, new age, angeli mi hanno sempre incuriosito e fatto sognare…le piramidi per esempio mi affascinano da sempre.
Angelo: Pure io sai. Io penso sempre che ci deve stare qualcos’altro nel mondo. E un po’ ci spero. Io sogno sempre che un giorno ai scopre qualcosa di sensazionale che ci cambia la vita a tutti. Io ad esempio se un giorno ci sono disordini sono anche contento. La prima cosa che faccio è andare a sfasciare le banche.
Gianni: E perchè le banche?
Angelo: Beh, devi sapere che io ho vissuto per 3 anni in Inghilterra, ho fatto due soldi e poi sono ritornato a casa. Poi qui le cose non sono andate bene e mi sono indebitato di nuovo e poco tempo fa la banca mi ha pignorato la mia Harley Devidson e cazzo io la amavo.
Gianni: Capisco.
Angelo: Però mi fa piacere che pure tu condividi questa passione per il mistero. A me mi piace condividere le cose. Io non amo andare in giro da solo, o al cinema ad esempio. Io sono uno che ama commentare tutto, allo stadio ci vado proprio perchè mi piace urlare con tutti gli altri e commentare ad alta voce le azioni.
Gianni: Sei Forte…ma ora è meglio che ci allontaniamo perchè sai… i capi stanno sempre a guardare.
Da quando è cambiata la guida di questa società siamo messi proprio male, i vecchi dirigenti ci capivano qualcosa ma i nuovi non sanno di cosa parlano. Si sono trovati per le mani questa società e fanno casini ogni giorno.
Angelo: Zitto caro mio, quanto hai ragione. Vabbè dai, però è vero che lavorare su questo banco anche a me rilassa. Io basta che leggo i titoli già mi sento meglio, meno solo e parte del grande mistero della vita. Mi fa piacere che ste cose piacciono anche a te, così ogni tanto le commentiamo insieme.

daZeroaInfinito.com … rassegna stampa al banco dei misteri.

#NarraAscoltaStorie_6. Ascolta il cuore. Diversamente almeno “ripara” e “impara”

wpid-img_f7acccce3df9fcc44f23119bf518cd59.jpgCuore – Io non mi sento sicura
Mente – Dai su non ti preoccupare
C – Ma io tengo a queste tazzine e non vogli rischiare
M – Ma cosa vuoi che succeda
C – Il vassoio è scivoloso
M – Dai vieni, giochiamo corri.

wpid-img_849d458085cd9d826fdb8bc6ff6bfcbf.jpgQuando accade accade di fretta, ci si sente dilaniati tra la testa e il cuore. I messaggi di amore che invitano alla cura ed alla premura alla nostra mente – che invece vuole sempre dimostrare di essere figa e vincente – non piacciono poi tanto.
Ascoltati stai calmo dice il cuore, imperterrito e fermo in un gran casino di pensieri tutt’attorno. Non è facile giovane cuore non te la prendere troppo.

wpid-img_294dae3e8291ce984f789b6356473418.jpgIl dispiacere quando sbagliamo è doppio, c’è il dolore per il danno reale e quello morale che si traduce nel “cacchio io lo sapevo”.
E una volta che il danno c’è  poi rimane una sola cosa da fare, raccogliere i cocci e provare a rimettere insieme l’oggetto dentro e quello fuori.

wpid-img_cb7698622615e34665be31442e9bae56.jpgLa riparazione non è perfetta ma ha in se un potere supremo perchè apre autostrade di dialogo con la nostra anima saggia ed il nostro centro inesauribile di amore e accoglienza, con il perdono.
Detto questo non necessariamente bisogna sempre rompere perchè tanto poi si può riparare! In questo gioco mentale è di nuovo la psiche a prevalere perchè impone i tempi ed i modi dell’agire. Ripariamo e Impariamo.

daZeroaInfinito.com … dando una mano a ricomporre i cocci.

#NarraAscoltaStorie_5. Cassa 14, La guerra dei mondi.

Cassa 14 h 11:30. I Protagonisti:
Anna e Alessio: prossimi alla cassa
Una cassiera:
Giustine: cliente seguente
Ester: Terza dopo Giustine
Ludovico e Alessandra: a seguire
Marie Claire: si accoda dopo un pò

Alessandra è incinta, al reparto Pane ha avuto precedenza e lo stesso è successo al banco del pesce dove un bel giovanotto ( vabbe io… 🙂 ) con il numero 70 gli ha offerto il suo turno … ma Alessandra – che aveva il 71- ha rinunciato ringraziando.
Anna e Alessio, e con loro la cassiera, si accorgono di Alessandra in fila e la invitano a passare.
Giustine è una donna anziana ed è in fila seduta sulla sua sedia a rotelle elettronica e con in braccio un cestello di prodotti.
Ester in terza fila osserva silenziosa.
Alessandra è imbarazzata e dice che ringrazia ma che non ha problemi ad attendere
Giustine evidentemente crede che sia per non togliere il posto a lei. Giustine pensa che forse è la sua condizione di donna anziana e con limitata mobilità a indurre quel rifiuto, lei deve essere una donna orgogliosa ed in nessun modo vuole essere compatita. Giustine non si sente affatto invalida e vuole poter essere generosa così aggiunge: ” Venga, stia tranquilla io non ho nessun problema e posso attendere”.
Alessandra cerca di contenere l’imbarazzo, lei non ha bisogno di favori e non vuole passare avanti nella fila … è molto probabile che ha visto come Giustine è messa scomoda tra gestione della carrozzina e il cestello appoggiato sulle gambe. Anche Alessandra vuole essere generosa.
Giustine si muove scomodamente per lasciare un varco ad Alessandra, ormai ha deciso che non permetterà a nessuno di farla passare per invalida, nel canale stretto tra due casse i suoi movimenti non sono facili.
La cassiera attende impaziente.
I prododotti di Anna e Alessio dopo una breve pausa sono stati passati ed ora li stanno imbustando. Mentre Alessio cerca di fare il più veloce possibile Anna si rivolge ad Alessandra invitandola a passare e scusandosi perchè non aveva notato il suo pancione. Un pò loro si sentono in colpa.
La situazione è in stallo, le posizioni sono consolidate e nessuno appare disposto ad accogliere l’invito dell’altro.
Marie Claire intanto si è accodata. Non ha un bell’aspetto, è un pò trasandata ed ha in mano una sola barretta di cioccolato per bimbi.
Giustine ed altri la conoscono e gli si rivolgono affettuosamente invitandola in modo DECISO a farsi avanti. Marie Claire è anche lei incinta anche se a guardarla non si direbbe, veste in modo largo. Il suo imbarazzo si unisce al coro.
“Grazie Giustine, stai tranduilla” … dice con immediatezza anche e con imbarazzo sotto gli occhi di tutti che ormai da un pò seguono il dibattito nella cosrsia della cassa 14.
Aggiunge Marie Claire:”Non c’è nessun problema! Ho solo questo ma non c’è nessun problema per me ad aspettare”.
Aspettare?… pensa Giustine.
Dentro di se Giustine deve aver deciso che quella sarebbe stata la sua vendetta.
“Vieni Marie Claire! Ti cedo il posto…e basta!”
Marie Claire, imbarazzata ed in grave disagio si muove tra gli inviti di Anna, Alessio, Giustine, Alessandra, Ludovico, Ester della cassiera e sotto gli occhi di molti osservatori.
Il gruppo iniziale non accetta più rifiuti, con il sorriso a vista e le mani a fare spazio esprimono verso la donna un secco imperativo: “Tu devi passare”.
E Marie Claire avanza.
Giustine sborbotta, deve avere qualcosa da appuntare ad Ester che pazientemente la segue in fila.
Ester non è Italiana, Giustine sta bofonchiando mezze frasi e mezze parole contro di lei e contro i tanti stranieri che usufruiscono di aiuti ai danni degli italiani. “Vi danno le case”, sogghigna Giustine: “Vi danno i soldi… e voi ve ne approfittate”.
Ad Ester quel bofonchiare non è sfuggito. Si sente offesa e sottolinea ripetendo ad alta voce le affermazioni che Giustine ha detto in modo un pò furtivo e senza rivorgerlisi in modo diretto.
Ester sottolinea alla donna: Cosa centra il mio essere straniera?Io non ho nessun tipo di aiuto ne soldi ne casa!
Marie Claire è ormai tra le due e si sente sballottata tra le due che intanto hanno alzato i toni della loro voce ed attirato anche l’attenzione delle casse vicine.
Marie Claire è indispettita da Giustine e dalla sua arroganza e prepotenza, è sul punto di sbroccare.
Giustine non chiede scusa ad Ester, la ignora volutamente non degnandola di risposta.
Marie Claire sbrocca:”Basta ora! Ti ho detto che non c’è nessun problema per me ad aspettare. Passa la tua spesa!”

In modo scomposto la fila riprende a scorrere dapprima Giustine, poi Marie Claire, a seguire Ester ed infine Alessandro e Ludovica pagheranno i loro prodotti ed andranno ognuno per la sua strada.
Tutti uniti nel fastidio per l’altro, tutti infastiditi dall’altro.

DaZeroaInfinito…un sabato mattina in fila alla cassa 13

#NarraAscoltaStorie_4. Duro e deciso

wpid-img_93ebec5f100a76b34478f394c0acc2c6.jpgdaZeroaInfinito: Ma da quanti anni è qui questa pianta

Portiere: Mah neanche da tanto sa. Saranno 7 forse otto anni. Quando lo piantai era insieme ad altre piante di diverso tipo. Quelle altre poi alcuni se li sono prese, lei è rimasta. Era alta più o meno un metro. Visto come cresce? Quell’anno mi ricordo ci fu neve.

Io: Beh, si è veramente bella. Pensi che mi ricordo quando ancora non toccava il balcone sopra. L’ho vista crescere e la seguo ancora.

Lui: Si…ed è forte. Sembra morbida a vederla ma tutt’altro. Dentro è dura come il cemento. Per tagliare alcuni rami ho dovuto usare una sega e non è stato affatto facile. La pianta all’inizio me l’ha data un signore. Tempo fa gli ho fatto vedere una foto ed è rimasco sorpreso da quanto è cresciuta. Inoltre gli ho dato un ramo e lui l’ha piantato a casa sua, e cresce anche li. Certo andrebbe un pò tagliata perchè ormai arriva davanti alla finestra dei signori di sopra.

Io: Vabbè, se per loro non è un problema io la lascerei crescere. Certo ad un certo punto qualcosa cambierà anche perchè ha ragione lei…ho sentito che ha una consistenza bella dura e credo sia anche pesante.

Lui: Si è pesante. Alcuni rami per portarli via li ho divuti caricare su una macchina 🙂 . Vabbè vediamo che succede. In questi giorni qui c’è stato parecchio vento e sinceramente credevo che sarebbe caduta… e invece no.

Io: lasciamola crescere allora, fin quando vorra.

Lui: Eh si, lasciamola crescere…che cresce bene.

daZeroaInfinito.com … due chiacchere con il naso in sù, io e lui.

#NarraAscoltaStorie_2. Scissioni Glaciali

wpid-wp-1423057626228.jpegDialogo lineare

Lorenzo – ” Ma poverino avete letto di quello che è stato arso vivo dall’Isis?”
Uditori – “Certo deve essere terribile!”
Lorenzo – “Si deve essere brutto morire così, peggio che morire sgozzato!”
Uditori – “Chissà quale delle due è più brutta”

Accade frequentemente nel nostro ovattato, ricco e spaventato occidente di porsi con glaciale scostanza verso fatti dall’impatto altrimenti deflagrante.
Stiamo ibernando la paura, congeliamo l’umano che trema di fronte al terrore ( di ogni astrazione) e releghiamo a briciole di parole la difficoltà di assumere consapevolezza del dramma strisciante in molte aree del pianeta intero.
Vorremmo non ci fosse il male ed il dolore, ma c’è …e non sappiamo che fare.

daZeroaInfinito.com …accade.

#NarraAscoltaStorie_1.”Sara parla in faccia”.

“Io – dice Sara – non ho nulla da nasconderti Giovanna e se ora parlo in privato con Vanessa non è per dir male di te … Tanto lo sai che io non mi nascondo e se ho qualcosa da dirti te la dico in faccia!. Se devo dire che sei una stronza te lo dico in faccia sia chiaro! Ehhh ” (risate, sorrisi di conferma).

Sara si sente forte della sua schiettezza. Tutti a guardarli sembrano sapere che quello che dice in faccia sbianca rispetto a quello che sa dire alle spalle.
Ma lasciano correre. Sara mi sembra molto sola e spaventata.

daZeroaInfinito.com