Conflitti Generazionali al tempo del Covid 19

Ogni generazione ha i suoi conflitti. Nella mia esperienza ad esempio un motivo di conflitto l’ho contattato con l’ingresso nel mondo del lavoro. E’ stato in quel momento che vivendo l’era del precariato si sono acuite le conflittualità con coloro che avevano vissuto un tempo storico precedente in cui vi erano maggiori sicurezze, garanzia, il costo della vita era più basso ecc. ecc. e bla bla.

Da qualche anno la conflittualità si è mossa sul piano del rapporto con il nostro pianeta. Molti delle generazioni più giovani hanno accusato i predecessori di aver abusato del pianeta per i proprio comodi e senza badare a chi sarebbe venuto dopo, in sintesi depredando ed inquinando lasciando ad altri un sistema ed un ecosistema molto fragile ed a rischio, io dapprima antagonista nell’era del precariato ho poi abbracciato anche questa ulteriore arrabbiatura perché in qualche modo si lega alla precedente ed al fatto che “chi stava prima” ha avuto di più e si è preso di più.

E ora all’orizzonte nel settimo mese dell’esperienza pandemica mi ascolto dalla posizione di un 47 enne genitore di una bambina a cui da mesi sto dando indicazioni che purtroppo includono una serie di cose che “non” si possono fare o che è “in questo momento” non si possono fare. Cose naturali come naturale e spontanee sono le richieste ed i bisogni che tutti sentiamo in questo momento. Desiderio di libertà sostanzialmente, desiderio di spensieratezza e di poter fare cose semplici come dare la mano ad un conoscente e salutarsi come eravamo soliti fare con un doppio bacio, stare insieme, avvicinarsi, guardarsi senza mascherine.

Ecco in questo tempo sento che questa è già una nuova conflittualità generazionale che si lega alle altre 2. Tutto ad un tempo si è fatto precario, poi tutto è diventato anche fragile ed ora le conseguenze dell’avidità del “sistema di persone” ha portato a questa bella rottura di scatole che è l’era Covid 19 e di tutte le cose che “non si possono fare come vorremmo”.

La rabbia in questo tempo è un veleno viscido, caratterizza molte parole e di alimenta del dolore che non sappiamo e non riusciamo a capire da dove viene e che da un fastidio cane, questo senso di minaccia ha un pò rotto le scatole a tanti e i segnali di insofferenza e di opposizione ai divieti si vedono in tante parti del mondo.

La prima famosa ondata non ci ha insegnato niente, ovvero parlavamo tanto di cambiamento ma poi alla prima riapertura ci siamo ritrovati boriosi e divoratori tanto ” quelli di prima” quanto “quelli di ora” a fare cose ed a farlo con avidità ed in modo divorante del tipo abbuffiamoci ora.

Abbuffiamoci ora è stato, secondo me, il motivo estivo inconscio che ha mosso le azioni e le decisioni di tanti. No, non voglio generalizzare e mi scuso per i quanti hanno avuto comportamenti corretti e sono stati attenti…ma vedete non mi sento davvero di escludere il senso della grande “abbuffata” in cui ci siamo, gran parte dell’umanità, tuffati nei mesi estivi.

Sarebbe cambiato qualcosa? No, non credo. Credo che se fossimo anche stati tutti a casa oggi ci ritroveremmo nella medesima situazione perché sto cavolo di virus in estate probabilmente è andato in vacanza anche lui.

Dunque all’orizzonte in questo tempo pandemico stanno covando tante nuove conflittualità generazionali da parte di chi oggi non può fare cose che noi prima di loro invece abbiamo fatto.

Mi dispiace dirlo ma stavolta dall’alta parte ci siamo noi, noi che abbiamo lamentato che gli altri avevano più sicurezze e più ricchezza, noi che ci siamo sentiti in qualche modo derubati di un idea di futuro, noi che comunque mentre ci incavolavamo con gli altri comunque “facevamo cose” come andare a scuola, andare in gita, andare per locali, andare al cinema, andare ai concerti, a teatro, ci assembravamo in comitiva, ci baciavamo ecc ecc.

Cari bambini, semplicemente dico che mi dispiace. E’ tanto complicato il nostro modo di vivere ed il nostro pianeta è tanto bello e forte ma anche delicato ed ha degli equilibri speciali che dobbiamo saper conoscere e rispettare.

Forse il cambiamento sta covando sotto traccia, e sotto traccia si stanno combattendo battaglie tra le ragioni rabbiose e violente e quelle invece che queste emozioni scelgono di utilizzarle per confermare e consolidare il cambiamento.

Dobbiamo prendere decisioni, e non è facile. Cambiare il nostro modo di vivere e smetterla di seguire le leggi stupide e distruttive del profitto a tutti i costi non va bene. Le persone e il pianeta in cui viviamo sono insieme un solo grande organismo e non è possibile aggredire e depredare l’uno senza che gli effetti si verifichino anche sull’altro.

Fa rabbia ritrovarsi di nuovo al punto di partenza, ma penso e sono convinto che anche questa ondata di ritorno ha un insegnamento vitale per l’uomo. Una cosa semplice e di grande effetto: Basta fare i coglioni, siate persone e prendetevi cura di tutti voi e del pianeta in cui vivete.

2 risposte a "Conflitti Generazionali al tempo del Covid 19"

  1. Secondo me le pandemie fanno parte della storia dell’uomo e della terra. Peste, vaiolo, colera hanno “controllato” lo sviluppo demografico in maniera sconvolgente, la morte ha falciato per bene il nostro orto più duna volta. Ora, che conosciamo meglio i meccanismi di diffusione del contagio, dovremmo applicare al meglio e coralmente le nostre misere risorse per arginare il virus, con mascherine e quant’altro. Persino ai tempi del Decamerone (e siamo a metà del quattordicesimo secolo) si sapeva che un periodo di isolamento poteva essere un buon modo per sfuggire al contagio… il buon senso e lo spirito di osservazione aiutano, anche senza troppe nozioni scientifiche. Dovrei concludere dicendo a tutti di evitare i luoghi affollati, ma mi fermo prima: nelle metropoli, come Milano, grandi masse di lavoratori sono costrette dall’imprevidenza altrui a spostarsi tutte alla stessa ora. Senza colpa e con molto rischio. I più quest’estate non hanno fatto costosi viaggi, né si sono abbuffati di vita e di avventura, eppure la pagheranno cara. Prevedere e programmare orari de ingrasso al lavoro spalmati in una fascia oraria più ampia sarebbe stato possibile, o sbaglio?

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    1. Ciao Silvia. Questa pandemia ha nella grande mobilità delle persone un alleato alla sua stessa diffusione, in tanti ogni giorno lo trasportiamo e ce lo scambiamo. In questo tempo sento tanta pretesa dell’umanità che vuole tutto e non è disposto a modificare il proprio atteggiamento. Confido nella ricerca e nella memoria, la prima per trovare una soluzione e la seconda per non dimenticare e far tesoro di questa esperienza dolorosa universale.

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