Io, il cellulare e un pò di storia_7

samsung-galaxy-pocketSettima tappa, l’approdo al mondo degli smartphone. Periodo intessante quello che va dal 2010 al 2013. Cambiamenti di prospettive lavorative, nuove esperienze professionali ed avvio di nuove collaborazioni.  L’apparecchio mi soddisfa e devo dire che sin da subito mi trovo molto bene e mi piace la possibilità e le potenzialità dell’essere connesso in mobilità e di poter condividere contenuti attraverso i social, nonchè avere accesso a tanti servizi come la posta elettronica o magari il conto in banca.  Il mio apparecchio di suo si presenta in fascia diciamo “l’importante è partecipare”,  dopo poco che lo utilizzo ne percepisco i limiti ma non mi lamento.

Dopo sei anni di collaborazione professionale con una società è il momento di cambiare aria. Tempo di saluti.

Beh non è stato facile ed ho attinto a tutte le mie migliori energie in quel tempo per non perdermi d’animo. Mi è stato molto utile il mio percorso di crescita, mi ha sostenuto la decisione interiore di essere fiducioso che davvero: “si sarebbe aperto un portone”. Cosa dovevo imparare da quella esperienza? Beh intanto ho potuto ricontattare di nuovo come mi incavolo quando non mi sento riconosciuto e mi vivo un “rifiuto”. Come Ulisse Draper_Herbert_James_Ulysses_and_the_Sirenspasso vicino alle sirene di seducenti reazioni rabbiose e sono grato al mio percorso ed a tutto quello che ho appreso studiando dai libri di Antonio Mercurio. Come Ulisse mi tengo ben legato al palo del mio progetto per non perdermi; assaporo la potenza della disponibilità a perdonare ed a perdonarmi.

In quel periodo scopro una canzoncina,  era utilizzata da una emittente televisiva privata per pubblicizzare i propri prodotti. Il brano si chiama “Tomorrow”, anche a mia figlia piace tanto. In rete ho trovato questo video, mi piace condividerlo con voi. Cosa mi ha ispirato nello sceglierlo tra i tanti? La leggerezza, questo mi ha ispirato e la morbidezza della bambina.  A roma in quei giorni che canticchio sempre Tomorrow … spesso sono venute giù lunghe e abbondanti fioccate di neve.

Nuovo giro nuova corsa dunque … trovo un portone, busso e mi aprono. Nuova opportunità lavorativa, nuovo laboratori di persone e situazioni, mi sintonizzo interiormente sulla “gratitudine”.
Collaboro con l’Istituto Solaris in modo sempre più attivo sia per preparare eventi che come moderatore (insieme a tante colleghe bravissime e bellissime) del forum. In questa occasione ho scoperto quanto mi piacesse scrivere e quanto poi io fossi anche un gran chiacchierone…da allora spesso scrivo lunghi “pistolotti”.
fake-diploma-11Mi diplomo nel 2013 in Counseling, questa nuova professione mi viene incontro. All’inizio del mio percorso come Cinematerapeuta non ne avevo consapevolezza, in corso d’opera – e lavorando molto su me stesso e la mia crescita – ho iniziato a percepirne la valenza e la potenzialità. Il mio impegno sarebbe potuto essere anche di aiuto a qualcuno, un giorno. Chissa!
Inizio a realizzare eventi, obiettivo fare cultura del “benessere”; eventi a carattere di approfondimento tematico molto semplici e per tutte le persone, occasioni di scambio e di apperofondimenti “insieme”. Sono soddisfatto di queste iniziative, scopro che mi piace molto e mi gratifica questa mia propenzione all’incontro, mi sento stimolato a non smettere mai di lavorare per la mia crescita, sono grato a tutti i partecipanti per quanto hanno donato ai progetti.

Compro per la prima volta in vita mia un veicolo “nuovo”, davvero … sino ad oggi ho sempre avuto macchine e moto usate. Stavolta è tempo di sostituire lo scooter e stavolta lo compro nuovo. Devo dire che è una bella sensazione comprare una cosa nuova.
In questo periodo saluto TIM che da sempre era il mio gestore, sono passati tanti anni dalla “tariffa rossa” del mio promo cellulare. Si va avanti, ciao

Divorzio con Unicredit, surrogo il mio mutuo con guadagni in termini economici…sono molto fiero di questa operazione…pacca sulla spalla per me!

Mia figlia è brava e cresce e noi con lei siamo chiamati a fare tanti superamenti. Siamprimi-passi-per-seo-guida-seoo bravi genitori? Beh siamo sul pezzo, questo si, e con lei la spinta a migliorarci è bella forte. Emma è un tesoro, e festeggiamo il suo primo anno in compagnia di tanti amici. Chiaramente con lei tante cose sono passate in secondo piano…ma va bene così. Ho ancora neglio occhi la meraviglia di quando l’ho vista camminare da sola, era il 4 novembre 2010. Era da tanto che ci provava, da giorni i suoi tentativi erano sempre pià decisi fino a che un giorno non si è alzata e – con me dall’altro lato che facevo il tifo –   ha attraversato tutto il salone senza tenersi a niente. Da quel momento non si è più fermata.  Avevo la telecamera accesa…ed ho ripreso tutto…carpe diem certamente, anche se credetemi ho ogni fotogramma di quel momento “live” ancora in mente “qui e ora”.

Ciao alla prossima…che ormai siamo vicini al tempo presente.

daZeroaInfinito.com…che vedete mi sembra sia stato un battere di ciglia…eppure quante cose e quante palpitazioni.

17 risposte a "Io, il cellulare e un pò di storia_7"

  1. Altri momenti della tua vita molto importanti. Perdonare e perdonarsi cosa per niente facile. Hai trovato la tua strada e magari il tuo percorso cambia in relazione allo scorrere degli eventi e degli incontri. Cambiare un lavoro è davvero importante ma tu hai scelto sicuramente un percorso che ti ha aiutato a cambiare. Sai che non ho capito il post precedente a quale tuo percorso storico si riferiva? Comunque…quando ho letto della canzone Tomorrow a me è venuta in mente un’altra canzone di cui poi ti metto il link. In realtà quella che hai postato tu è veramente dolcissima (anche il video). Poi tua figlia che cammina. Che dire? Credo sia un’emozione bellissima. Come ti ho già detto non ho mai provato la gioia di essere madre ma credo che vedere per la prima volta camminare il proprio figlio non abbia paragoni. Sicuramente avrete fatto dei sacrifici ma credo vengano sempre ricompensati.
    Buona serata e un sorriso 🙂

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    1. Perdonare e perdonarsi è una opportunità per andare avanti. Come una dichiarazione d’amore per sé…anzi lo sento come un atto concreto di amore per sé. Una potenzialità dell’animo umano che fa accadere miracoli nella ns vita. Non cambia la storia ma il ns rapporto con essa… e ci rende liberi. ☺

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      1. Wow! Sto commento è da incorniciare anche perché cosa non daremmo per avere la libertà. Sai? Io amo il cantante Jovanotti e c’è una canzone buffissima in cui lui fa un discorso con il suo cane e immagina il suo cane che ad un certo punto dice: tu ti illudi di essere libero ma a qualcuno devi dire di sì…non so, è uno spunto. 🙂

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      1. Sì, la canzone a me piace. E’ carina e trasmette un messaggio importante. Sì ti chiedevo…il post che riguarda il n. 6 che periodo della tua vita riguarda? Intendo a livello temporale…dagli scambi di commenti con Benedetta ho capito che un periodo ha segnato un vostro dolore ma non ho ben capito cosa sia accaduto…parlane solo se ti va però!

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        1. Con il post n 6 arriviamo al 2009. La condivisione nei commenti ha incluso un accadimento dello scorso anno e che ricorreva proprio nel giorno della pubblicazione del post. In un certo senso il post ha permesso ad una storia del passato ed a una di un passato più recente di incontrarsi.

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  2. Caio Leonardo. Bellissimo questo racconto. Emozionante il ricordo dei primi passi della tua bimba. Ti narri e mi pare di vedert 🙂
    Prima di iniziare la condivisione dei miei ricordi ti chiedo scusa per inondare con lunghi racconti. Ma qui, più che sul mio blog e altrove, mi riesce stranamente facile narrare il mio percorso.
    Ottimo periodo 2010/2013.
    Riprendo da dove avevo lasciato, dal dolore e dalla perdita e dal “comunque andare” avanti.
    Ancora non ho lo smartphone. Inizia a girare ma io non ce l’ho. Arriverà intorno al 2011/2012 e non ricordo la marca (non la ricordo mai) e il mio gestore rimane sempre TIM.
    Sono sempre più vicina all’idea di mollare tutto. Mi sento un fallimento sia come donna, sia come avvocato e sia come aspirante cercatrice di un altro posto di lavoro. I cv girano e nessuno chiama. Se mi chiamano l’esordio è questo: <>. Ormai la leggenda che gli avvocati facciano tutti una vita da nababbi ha radici profonde, troppo profonde, per essere sfatata. Inizio a parlare del mio proposito con lui che mi pone una domanda: <> Ottima domanda. Non so darmi una risposta e per rilassare la mente, spolvero qualche gomitolo e inizio ad apprendere una tecnica di lavoro: il chiacchierino. Se sono un fallimento su tutta la linea, almeno con i fili dovrei cavarmela.
    Una mattina, arruffata nei miei pensieri, mi sento chiamare da un collega. Mi vuol far vedere il nuovo studio che sta mettendo su con altri amici e colleghi. In realtà lui cercava proprio me. C’è posto per una persona che ricerca, che studia che redige atti e pareri. Insomma è la mia qualifica. Accetto. Accetto per cambiare aria e accetto perchè siamo tutti coetane, perchè con il dominus non vado più d’accordo; accetto perchè c’è il discorso di veder riconosciuto il proprio lavoro. Certo, sappiamo tutti che sarà dura, che le spese all’inizio saranno tante, ma poi verranno i frutti.
    Mi butto a capofitto in questa avventura. Mi piace l’ambiente. Mi piacciono le persone. Il mio “compagno di scrivania” (oggi carissimo amico) si mostra una persona d’altri tempi. Lavoro dalle 10 alle 12 ore al giorno e non me ne accorgo. Vedo solo il lato positivo perchè sento che devo essere positiva. MI sento rinata. In fondo come avvocato non faccio così schifo. Il lavoro aumenta. Mi passano da gestire quasi 90 pratiche. Dopo un anno cominciamo a capire che forse occorre una mano; forse dei praticanti per aiutarci. E i praticanti arrivano. Sono due belle dottoresse, estremamente diverse l’una dall’altra. Insegno loro un pò tutto, come muoversi, come andare in posta, in tribunale, in cancelleria (dalla A alla Z do loro consigli su tutto). Ma dopo un anno, mio marito mi dice una frase: <> Effettivamente non avevo ricevuto mai alcun compenso. Comincio ad aprire gli occhi: ho le spese della Cassa Forense (vere e propri mazzate che prosciugano il povero conto in banca fatto di mance messe da parte), la macchina, il pass per parcheggiare, i pasti… “Ok, siamo tutti amici, ma con l’amicizia non si mangia” penso e provo a parlare con i due amici associati. La domanda non se l’aspettavano perchè Benedetta non alza mai la testa, è buona e paziente. Mi dicono che stanno aspettando dei pagamenti e di portare pazienza ancora un poco e poi <>. Ok. Provo a non ribattere. Ma avviene di lì a poco una cosa strana: le mi pratiche transitano da una scrivania all’altra. Mi si affida la mansione di tenere la cassa e, al meglio, una pratica con un cliente rissoso che faccio fatica a tenere calmo. Era un amico di uno dei associati. Innanzi a una rissa evitata per miracolo, durante un incontro fuori studio con la controparte, parlo con l’associato e amico del cliente: <>. Non so perchè ma ho cominciato a pensare di parlare una lingua sconosciuta. Nella riunione che si tenne da lì a pochi giorni l’associato esordì col dire che non volevo più la pratica del suo amico…SPALANCO gli occhi. RISPIEGO la faccenda, ma niente. NOn c’è verso. Lui continua a capire la stessa cosa. Poi, giorno dopo giorno, i miei occhi iniziano a vedere sempre più nitidamente. Ho cominciato a capire che la Benedetta che dice sempre la sua stava diventando scomoda: non avevo più pratiche, gestivo la cassa e segnavo le spese. A casa tornavo con un senso di pesantezza indescrivibile. Mi rifugiavo nei gomitoli e nel chiacchierino. Poi una mattina una delle due dottoresse mi dice: <> Non avevo mai fatto un bracciale, ma potevo sempre provarci. Avevo un piccolo progetto gomitoloso da portare avanti, e una situazione lavorativa da studiare, perchè iniziavo a vedere del marcio e la cosa non mi piaceva….
    Ma questo te lo racconterò la prossima volta. mi sono già dilungata troppo… scusa… ciaooo

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    1. Mi prometti che non ti scusi più? Hai tutto lo spazio e la libertà di scegliere come utilizzarlo. Leggo il tuo racconto e anche a me capita di vedere luoghi e persone. Ci muoviamo su una narrazione che ha effetti inattesi e che narra di noi e sono sicuro di tanti altri perchè ci stiamo donando autenticità con noi stessi in primo e questo è un bel incontrarsi ed incontrare…una strada che ci fa crescere e fare passi verso la sempre maggior consapevolezza di noi e del nostro essere più autentico. Buona domenica.

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