Io, il cellulare e un pò di storia_6

MOTOKRZRUna Commessa: Complimenti lei lo sa che ha un bel numero di telefono?
Io: Un bel cosa? Cioè cosa intende?
Lei: No guardi, è una specie di deformazione di noi che lavoriamo con i telefoni. I numeri di telefono che hanno una ritmica e delle ripetizioni noi diciamo che sono belli, ed il suo lo è.
Io: grazie, non avevo mai visto a questo aspetto ritmico estetico.
E voi avete un numero di telefono bello o brutto?

Non so cosa mi piacque di questo cellulare, boh…forse sono ricaduto sullo “sportellino”. Entro nel mondo Motorola, l’apparecchio funziona bene ma ha un piccolo e odiosissimo difettuccio…quando ricevevo un sms stava in continuazione a mandare il messaggi di avviso. Ora non c’è nulla di male in questo e anzi può anche essere utile… Ma come la mettiamo per tutte le volte in cui non vi va di alzarvi dal letto e c’è questo fastidioso avviso che ogni 5 minuti vi rompe le scatole? Insomma a partire da questo apparecchio ho preso la sana abitudine di spegnere il telefono di notte. Ma Stop…ho già detto troppo di lui! Cambio ritmo, su il sipario entra in scena la vita…la mia vera:

E di lei canto
Di una stagione calda
E di visioni
Spiagge e case bianche
E di sole
Ad attendere maggio
Un pianto strillante
Gioia di manine piccole
Addio lunghe dormite
Pannolini e pappette
Canzoncine
Colpito e affondato
Completamente cotto
Di vita io canto
E cellulari tenuti bassi bassi
Che la principessa dorme
E noi a vegliare
Che nulla disturbi
Il tempo dei sogni ancora
Ed il resto è sfondo
…può attendere.

daZeroaInfinito.com … che divento papà…colpito e abbattuto. Poi al riemergere dopo qualche anno entro nel mondo degli Smartphone. Cavolo quanto tempo è passato dal 2000…cavolo come corre il tempo…cavolo bisogna essere veloci…e anche loro, i nostri apparecchi,  ce lo ricordano di continuo, dobbiamo essere veloci e perennemente connessi e pronti alla condivisione…al controllo in tempo reale…se ci va!

21 risposte a "Io, il cellulare e un pò di storia_6"

  1. Ah! Allora non sono solo io ad avere le deformazioni che riguardano i numeri. Le mie non sono poi neanche così tanto professionali. Mi piacciono i numeri pari e quelli palindromi 🙂
    Non ho mai avuto la gioia di diventare mamma. Sono diventata zia da poco più di due anni e mi sono completamente rincretinita. Credo sia un’esperienza meravigliosa diventare padri e madri, un’esperienza che ti cambia per sempre la vita.
    Comunque anche per me vale la regola del telefono spento durante la notte. Dormire è una cosa seria! Un sorriso, Lila
    p.s. condividere e stare connessi non è sempre indispensabile. Ogni tanto è bello essere in contatto più che altro con noi stessi

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  2. Ciaooo… andiamo per ordine…
    Il mio numero di telefono è bello, ritmico e bello. Me lo dico da sola.
    Non ho mai avuto un Motorola.
    A gennaio, proprio nel compleanno di lui, scopriamo entrambi che una cicogna si è messa in viaggio. Oddio! E giù lavrime

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      1. Bellissimo il nome Emma…
        Ieri mi si è bloccata la tastiera del tablet e non sono più riuscita a scrivere 😂.
        La nostra cicogna è ammarata alla fine del 3 mese. Il riposo prescritto non è servito. La testa era sempre al lavoro sulle anoressiche pratiche e il famoso cliente per il quale il dominus doveva fare una telefonata continuava a scocciarmi. La dottoressa aveva parlato di natura, perché la natura sa quello che fa. Io, invece, ho cominciato a pensare che forse il mio riposo/non riposo è stato incauto e colpevole. Sta di fatto che L’ammaraggio ha scatenato un’esplosione atomica. Stavo male, un male dentro bestiale e lui non sapeva cosa fare. Pure lui stava male ma non lo dava a vedere. Dopo 2 o 3 giorni sono ritornata in quello studio, a lavorare o quanto meno ci provavo. Il dominus sempre distante stava diventando insopportabile, mentre i miei occhi vedevano ovunque mamme in attesa e bimbi paffuti. Poi sono arrivate le domande indiscrete sul “Ma quando allargate la famiglia? Quando renderai nonni i tuoi?”… la cicogna non è più arrivata. Il male si è attenuato. Ogni tanto mi soffermo a pensare a quanti anni avrebbe il nostro fagiolino… e poi riprendo in mano il gomitolo per un nuovo Teddy per un bambino che non conosco o sta per nascere. E in tutto questo ho capito che occorre avere spalle larghe come il mare per saper accettare…
        Alla prossima puntata…👋🏻😊

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        1. Buongiorno Benedetta,
          il tuo contributo è un dono prezioso per me ed è con rispetto e cura che mi dedico a risponderti. Dalla tua condivisione distillo il tuo coraggio per rinforzarmi e donare anche io un ulteriore pezzetto della mia storia.
          Proprio il giorno stesso in cui ho scritto il post, il 16 maggio, proprio in quel giorno un anno fa anche noi veniamo a conoscenza del nostro ammaraggio. E proprio oggi mentre ti sto scrivendo questa risposta eravamo in ospedale. Colpiti e affondati con un dolore nel petto che non passa giorno che non lo ricordo e rivivo, lo rivivo in ogni neonato che vedo e ogni volta parte il pensiero di “a questo punto quanti mesi avrebbe, e come sarebbe, e come saremmo noi. E di chi è la colpa? …ecc ecc”
          Non è colpa di nessuno! DI NESSUNO!
          Il dolore, dico sempre, se non serve per creare allora non serve a niente.

          Perchè proprio in quel giorno il post che interessava il periodo della nascita di Emma ma guarda caso era proprio il giorno della perdita di un figlio?
          Non lo so perchè, strane coincidenze? Non credo a queste semplificazioni coincidenziali. Penso piuttosto che la mita mi ha messo nella necessità di non rimuovere ancora.
          E poi ha permesso ai nostri due Blog, ai nostri due progetti, di incontrarsi. No, non credo sia un caso, La vita ci chiede ancora un passaggio di crescita, ne sonocerto.

          Quel giorno, dunque, avrei dovuto prendere una posizione con la mia storia, narrare della gioia immensa per la nascita di Emma di cui la vita ci ha fatto dono oppure lasciar perdere e andare su una narrazione così…di circostanza.

          Ho deciso di getto di investire in ciò che è stato ed è la cosa più bella della mia vita. Anche con rabbia ho scritto, per rimarcare ciò che c’è e con forza come a volermi rivalere contro qualcosa o qualcuno…magari contro la vita stessa.
          Cosa avrei potuto fare di diverso non lo so.
          Ma ho agito anche una rimozione, per non sentire il dolore, ed una voluta celebrazione della vita per esorcizzare invece la morte che ha bussato anche a me.

          Stamattina però leggo il tuo commento e sento dentro che la vita mi chiede di fare un passetto su questo tema.

          Ne io ne tu ne i ns rispettivi partner siamo “solo” quell’accadimento anche se esso apre uno squarcio che spesso risucchia tutto. Noi siamo tanto altro, siamo persone e come un albero voglio vedermi ora. Come un albero che sintetizza aria, acqua, terra e sole; allo stesso modo io e te e chiunque si trova in questa situazione noi siamo “un fine” e …chissà che gli angeli che hanno transitato nella nostra storia non ci hanno lasciato anche questo di messaggio, di essere sempre più persone che sanno armonizazre tutto il loro essere e la loro storia per fare della propria vita una bellissima opera d’arte non dimenticandosi mai di amersi e di prendersi cura dei tanti progetti che già hanno e di cui sono portatori.
          Ti ringrazio dal profondo del cuore perchè grazie a te posso salutare il mio angelo che per un pò è stato con noi e ricordarmi di nuovo e con forza che tanto altro ancora e tanti progetti ancora hanno bisogno del mio amore e forse chissà…questo dolore mi serve proprio perchè ha acceso un faro sulla capacità e decisione di amarmi ed amare ogni giorno che mai più si spegnerà.
          Grazie a tutti gli angeli che sono transitati nelle nostre vite, per ricordarci la nostra essenza speciale ed autentica, il nostro essere unici ed irripetibili ed il nostro essere creatori di progetti.
          Un caro saluto
          Leonardo

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          1. Caro Leonardo mi hai commosso.
            Io penso, anzi, ho imparato che il “caso” spesso non esiste. Come penso, anzi credo che non sia un caso questo scambio di storie e di blog… non chiedermi perché ma so che è così. Ho imparato che il dolore o ti distrugge o diventa cemento su cui fortificare se stessi. L’importante è imparare a vedere in tanto dolore le cose belle della vita. Perché la vita è piena di bellezza. E i nostri piccoli angeli ne sono un esempio indescrivibile. Sai,
            la vita ca celebrata anche con questi racconti, queste condivisioni. E della tua ne farò tesoro, perché la “voce maschile” la si sente poco. In te sento risuonare le parole di lui, spesso chiuso e restio ad aprirsi. Penso che il dolore sia una ricchezza immensa ad vissuto in modo aperto, se si riesce a schiudersi agli altri. Tutti soffrono e tutti pensano che nessuno,potrà capire. Ma non è così. Il dolore fortifica, unisce e celebra la vita. Devi solo assecondare i suoi tempi che nessuno conosce. L’ho imparato prima con mio fratello e poi con il mio/nostro fagiolino. E mi sono scoperta viva. E se oggi sono così… creativa…lo devo anche al mio dolore. Come albero la tua forza viene dalla terra, in cui affondi le radici e dal cielo. Non smettere mai di guardare il cielo.
            Un abbraccio affettuoso
            Benedetta

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  3. E’ stato bello leggere i tuoi commenti Leonardo e quelli di Benedetta. Credo che la vita ci ponga sempre infinite possibilità e incroci. Non penso che le cose avvengano per caso. Ci siamo noi con il nostro pezzo di dolore e la nostra forza di risorgere ogni giorno con grinta. Perché la vita ci spinge verso l’alto e l’altro…

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        1. Comprendo il tuo commwnto. Come ti dicevo ieri sul commento del tuo articolo anche ora sento utile il a me il ” rendersi disponibile” ad accogliere, anche un ipotesi.. Che la storia passata non cambia ma io posso cambiare il legame con essa…a partire dal rendermi libero di accettarla come parte della mia esperienza…con anche l’ipotesi di una qualche utilità x la mia storia. È solo un punto di vista, chiaramente, che io propongo nella libertà e non vuole dire nessuno di accettare ed accoglierla come verità assoluta. Happy Day 🙄

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