Io, il cellulare e un pò di storia_4

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Nuovo giro, nuova corsa. Dicembre 2001, tempo di Nokia 3330.  Facile da usare, carino, compatto, resistente e … funzionante. Anche io come tanti gioco a Snake, e con ottimi punteggi :-). Stavolta ho anche un uricolare, ci provo ad usarlo ma con poco successo. Quel parlare nel vuoto non mi è mai piaciuto e così bye auricolari. Io e questo telefono facciamo tanta strada insieme arriviamo fino al 2004. Tempi di cambiamenti, e che cambiamenti! Narrare tutto non posso, seguirò il ritmo del mio cuore in immagini e parole.

7115XdGbj-LFase Tagadà, dunque,  tenersi forte. Come in un parto, un nuovo travaglio, tante parti  in fibrillazione è momento di decisioni prese al volo. Mi accompagnano in questa fase:

  • la musica dei Negrita e dei Nomadi;33789
  • i libri di Richard Bach, in particolar modo “Biplano”;
  • ho iniziato a leggere anche la Bibbia;
  • “Wil Hunting, Genio Ribelle” film con Robin Williams e Matt Demon;
  • Prego

 Con tutti e questi elementi  inizio un nuovo giro di giostra, si balla signori e nuovo giro…nuova corsa:

– Mi licenzio da due lavori, ho cose più importante da fare. Devo correre e non posso stare dietro una scrivania, dimensione “impiegato” rimandata;
– Su corso Buenos Aires entro in un posto sballoso e mi faccio un pircing, quello stesso giorno mi regalo una nuova chitarra, stavolta preamplificata, come segno concreto di amore per me che ne avevo tanto bisogno;
– Saluto Milano e Approdo a Roma, è il 4 aprile ed è una bella e calda giornata. Non ho un lavoro ma ho una bozza di progetto personale e di coppia tutto da sviluppare;
– BNL? Al colloquio del 18 dicembre c’ero. Poi mai più sentiti.

euroA Gennaio è arrivato l’euro. Da questo momento in Italia non passa giorno che in qualche parte del paese qualcuno non lo maledica.

Follia ci mosse, necessità o la vita? Probabilmente tutte.

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Roma maggio 2002 in libreria Io: “Senta scusi posso lasciarle un mio cv?”.  A fine maggio sono assunto in libreria, quella che sta nella stazione termini di Roma, settore preferito “Saggistica e Filosofia” e tra una sistemata e l’altra del banco ho letto tanti brani. Mi prendevo cura con affetto di quei libri.

In quel periodo i Nomadi erano usciti con l’album “Amore che prendi amore che dai” e tra le tante canzoni vi è questa che si chiama “Trovare Dio”; nel testo c’è anche un “Biplano”. Tempi dinamici e cambio tanti lavori dalle Assicurazioni alle Fideiussioni fino ad occuparmi in qualche modo di analisi finanziaria. Viviamo molto la città e stiamo spesso in giro … in cuffia in quel periodo i nomadi erano presentissimi, in tasca sempre il Nokia 3330. Che fossi da tempo alla ricerca era chiaro, solo che non lo sapevo ancora. Così nel 2003 decido di passare dalla possibilità ai fatti e – grazie anche alla spinta di alcuni attacchi di panico – cerco e trovo l’Istituto Solaris ed inizio un percorso formativo e di crescita personale…e poi ad un certo punto ho comprato un altro telefono (…)

 

daZeroaInfinito.com … che a riscrivre del tempo che è stato noto ancor di più come ogni singolo elemento era una potenzialità per me e come il mio Sè non ha tralasciato nulla di quello che avevo per indicarmi di volta in volta la scelta migliore da prendere. Non sempre è stato facile decidere, anzi quasi mai. Ma questa è stata la mia esperienza … semplicemente e ci sono molto affezzionato. Seppur narro i tempi in modo individuale io non ero mai da solo.

16 risposte a "Io, il cellulare e un pò di storia_4"

  1. La parola Tagadà rende l’idea sai? Deve essere stato per te un periodo denso di cambiamenti e non solo esterni. E’ immensa la libreria della stazione Termini e sono curiosa di sapere una cosa: per quanto tempo hai lavorato lì e ti piaceva il rapporto con la gente? Mi hanno incuriosito le tue scelte di quel periodo ma evidentemente avevi bisogno di cambiamenti anche sulla pelle.
    A volte anche per me è stato necessario lasciare un segno sulla mia pelle che significasse un cambiamento. Non ho mai sofferto di attacchi di panico. Ho avuto altre manifestazioni di ansia ma credo che la consapevolezza di ogni cosa che in noi non va bene ci dà la possibilità di andare avanti e di scegliere il percorso che ci può aiutare. Mi ha molto colpito la tua frase riguardo al non essere mai solo…
    p.s. il video dei Nomadi non si carica. Non riesco a capire se è un problema mio.

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    1. In libreria ho lavorato per circa 6 mesi. Una bella esperienza, oltremodo imprevista. Tra i tanti impegni professionali ancora lo ricordo come uno dei più gratificanti per il lato umano sia nel rapporto con i colleghi che con i clienti. Meno gratificante per la mia schiena😣. Io vedo il video, ho provato e mi funziona. Non ero solo perché ero in una grande passione e con la vita eravamo ( e siamo) una bella squadra.

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  2. Non avevo visto la notifica e quindi non avevo capito che mi avevi risposto!
    Piace anche a me questa direttrice di pensiero. Anche se non è sempre facile raggiungere il traguardo di proiettarsi verso qualcosa o qualcuno di bello.

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  3. In quel periodo viaggiavo sempre con il mio Eriksson color ramarro con sportellino (non ci crederai ma tutti i cellulari che ho avuto lì ho portati allo sfinimento totale). In quel periodo mi iscrivo a un corso di preparazione all’esame da avvocato un anno prima di farlo. Perché? Semplice, nello studio in cui ero facevo poco, non avevo idea di cosa fosse un parere legale e come si strutturasse. Ho sempre avuto voglia di imparare. L’ignoranza mi urta. Ogni tanto provavo a giocare a snake ma con scarsissimo successo. Quel gioco e tutti i giochi di inseguimento mi mettono l’ansia. In quel periodo continuavo a mandare cv (banche, librerie, uffici vari). Presi appuntamento anche all’ufficio del lavoro. Mi sottoposero tante domande di cui molte a carattere psicologico. Alla fine la solita risposta: “Hai un profilo molto alto, è difficile trovare una posizione per te”. Ringrazio. Prendo la risposta e torno a casa. Se non me la danno in faccia, mi arriva via mail: “Grazie per aver pensato a noi. Al momento non abbiamo bisogno. Terremo il suo ci nei nostri archivi”. A settembre cambio studio legale. Non so perché, ma un vocina mi suggeriva di essere molto cauta. Mi aveva cercata e voluta l’avvocato che si era occupato della pratica di mio fratello. Ricordo che quando lo conobbi la prima volta non mi piacque affatto. Ma ora, in quel momento, mi stava proponendo una cosa interessante (ora so che il mio istinto non sbaglia mai). Accettai e mi imbarcai in una nuova avventura legalese. Però non smisi mai di inviare cv. A fine di quell’anno il mio morale si sollevò perché uscì il mio piccolo libro (a livello locale): “Scrivimi!”. Vendette quasi 1000 copie. Un risultato sorprendente per la sonnacchiosa Mantova. E da lì capii che i sogni mi tenevano più attaccata alla realtà di quanto non lo facesse la realtà stessa. Stavo cominciando a capire qualcosa di ciò che mi sarebbe piaciuto fare nella vita. Ascoltavo musica, tutta la musica. Non avevo dei preferiti. Leggevo i classici, Jane Austen su tutti e cominciai a farmi una domanda: “Perché tutti i miei amici con la mia stessa laurea trovano un impiego anche in banca e a me nessuno mi si fila?”. Iniziavo a sentirmi un piccolo Calimero con la testa tra le nuvole e al prossimo capitolo il prosieguo…..
    Ciaoooooo 👋🏻

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      1. “Scrivimi!” È andato in esaurimento. Forse ne ho 3 copie. Se invece vuoi leggere l’ultimo “Un caso (potenzialmente) problematico” ed. Il Rio lo puoi prenotare presso qualsiasi libreria (escludi Giunti) o la casa editrice e o me. E se dovessi prenotare non farti influenzare dalla risposta: “È un editore piccolo”. Non è Mondadori o Feltrinelli ma lavora un casino e i ragazzi che la gestiscono sono bravissimi

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