Io, il cellulare e un pò di storia_3

1110 “Telit”, costo 100.000 Lire, siamo nel pieno dell’estate 2001.  Acquistato per tre motivi 1) il nokia mi aveva abbandonato  causa rottura;  2) aveva lo sportellino; 3) Costo abbordabile per un neolaureato in cerca di prima occupazione.

Non avevo mai avuto un telefono con lo sportellino. Mi piaceva il fatto  di aprire lo sportellino per avviare la chiamata e mi dava una percezione di maggior intimità nella chiamata. Boo …fisse del 2001.

A giugno ho concluso un master a Milano.   Avevo già una lunga esperienza di vita fuori casa ma quella fase storica era diversa, più complessa e piena di paure, ero diverso anche io. Ora non c’era più  “Mamma Università” a dirmi chi ero e cosa dovevo fare. Come alla nascita di nuovo avrei pianto volentieri.

Dopo il master il dubbio, di nuovo: E ora che faccio? Resto a Milano o torno in Puglia? Vabbè torno a casa, mi sono detto, ora che ho anche un master tutto sarà più facile e poi tanto vale provarci comunque ( cit. da I Ministri)

A fine agosto trovo il mio Telit in una vetrina in offerta. All’inizio siamo stati bene insieme poi dopo un pò la ns relazione ha iniziato a incrinarsi.  Litigavano spesso:”Si…pronto? Pronto mi senti? No…asp…mi sposto…e ora? Che cavolo ti succede!”

A fine agosto 2001 si riparte, Milano arrivo!

Settembre caldo quell’anno a Milano, i primi colloqui,  cammino tanto per la città…amo camminare.

Quel primo pomeriggio su tutte le reti le immagini delle torri gemelle con tanto fumo che esce dai piani alti.  Pensavo sarebbe scoppiata una guerra mondiale e che a breve sarei anche io stato interessato della cosa.

Il 29 settembre firmo il mio primo contratto. Sono strafelicissimo, un part time di 6 ore presso Assicurazioni Generali, ispettorato sinistri. Primo Stipendio …godimento!
Sono abbastanza bravo nel mio lavoro, il rapporto con i colleghi è buono, fase positiva. Amo passeggiare per le vie del centro, lavoro in Via Vittorio Pisani, compro libri e leggo tanto, mi godo la città. Frequento Emergency e collaboro come volontario ad alcuni progetti per la raccolta di fondi. In questo periodo i Negrita sono usciti con un nuovo album “Radio Zombie”, lo ascolto spesso in cuffia…ad alto volume naturamente.

Tante società ed agenzie interinali mi contattano in quel periodo per colloqui. Nei mesi precedenti avevo inviato tanti di quei CV  da inondare l’intera penisola, isole incluse 🙂 .

Spesso vado a fare l’aperitivo “happy hour” sui navigli e di ritorno preferisco sempre camminare lungo las trada che poi mi porta in via Torino direzione di piazza Duomo. Ricevo una telefonata “particolare”, mi chiamano da Roma per una selezione presso Direzione Generale Banca Nazionale del Lavoro, appuntamento per il 18 Dicembre…chiaramente confermo la mia presenza.

A metà Dicembre Milano è bellissima incrociavo tante persone, il clima natalizio rendeva il tutto ancora più bello… e poi da quando sapevo che sarei andato a Roma io vivevo nel sogno che si potesse realizzare un mio trasferimento verso la capitale. A chi mi ha incrociato non sarà passato inosservato un ragazzotto che guardava lontano…e che lottava con un telefonino: “Pronto?!…Si mi sent…ti richiam…no, aspett? Si si ora ti sento…asp Noooo di nuovo spento?!”.

Finisce durante una di queste passeggiate la storia di questo telefono.
Di lato sulla strada i binari del tram…ed una panchina.
Adagio il Telit nel binario del tram ed attendo con sadico piacere e curiosità. Al passaggio del tram un pò mi fa impresssione il mio gesto omicida ma ormai è fatta.
Storia tra me e Telit definitivamente finita.
Nuove prospettive, nuove mete…e cacchio un nuovo telefonino eh

daZeroaInfinito.com …che questa fase non è stata una passeggiata, tanto è accaduto in quei mesi … è cambiato il mondo è io, ma quella è un’altra storia.

13 risposte a "Io, il cellulare e un pò di storia_3"

  1. Ecco diciamo che a volte con il telefonino si instaura un rapporto che non è dei migliori quando il rendimento non è ottimale. Mi ha fatto sorridere come hai provveduto alla sua fine. Mi hai anche incuriosita sul seguito di questa storia…in particolare se poi hai affrontato il colloquio per il lavoro a Roma. A parte questo credo tu debba esserti sentito un po’ disorientato anche in relazione alle varie opportunità che ti si offrivano.

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  2. Bellissimo questo racconto/pezzo di vita.
    In quel periodo esatto ero agli inizi della pratica legale e viaggiavo con il mio telefonino (sempre quello, morto di morte naturale) ma ancora per poco. Mi aspettava un Eriksson con sportellino color ramarro. Mi piaceva un sacco e non ricordo proprio come ė deceduto.
    In quel periodo stavo cercando di capire se il mio posto nel mondo era proprio quello e, nello stesso tempo, senza rendermene conto, stavo intrecciando le amicizie più importanti della mia vita.
    Studiavo (perché non si finisce mai di studiare) e cercavo di prendere confidenza con il tribunale, luogo oscuro e strano, pieno di gente all’80% maleducata. Una frustrazione sapere che dovevo fare il giro delle cancellerie da sola. Una pena è un tormento. Però quella era gavetta e la gavetta andava fatta quindi zitta e avanti.
    In quel periodo lui e io ci mettiamo insieme. Ci diamo una possibilità ed è stata la cosa più bella e saggia che abbia fatto in vita mia.
    Lui sullo sfondo del mio praticantato. Lui che mi dice di star serena assieme ai mei. E io che vorrei sentirmi un poco indipendente. Ma il praticantato non è pagato (una mancia a Natale). Di nascosto mando cv ma nessuno è interessato a una laureata in legge “ce ne sono troppi, tanti”. E continuo fino a quell’11 settembre… avevo appena parcheggiato vicino allo studio. Lui mi chiama, mi dice di accendere la TV. Entro in ufficio, le mie colleghe stanno amabilmente bevendo un caffè. Possibile che loro non sappiano nulla. Accendiamo il pc e ci colleghiamo alla rete è tutto cambia. Quel giorno non lavoriamo. Abbiamo tutti paura di una guerra e anche le mie preoccupazioni di indipendenza scivolano via…
    Alla prossima puntata…. ciaoooo

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  3. Caro Ulisse viaggiatore di “TERRA”, le tue giovanili fatiche alla ricerca di una dimensine lavorativa, e non solo.., suscitano una “sana” invidia in quella ragazza che fui, tanto tempo fa; la mia fame di libertà e di conoscenza non mi fu data dalla vita che scelsi. Ma rigrazio quella stessa vita che mi ha offerto l’opportunità di conoscerti; io attempata signora e tu, splendido nella tua bellezza a tutto tondo; tu che sai narrare con il ritmo della poesia e incuriosci il l’anima del lettore con la complessità del vivere.
    Ma una cosa ci divide: il cellulare, in tutte le sue dimensioni e prestazioni ; lo subisco e lo odio.
    Riposa il corpo e l’anima caro viaggiatore e godi dei risultati di questo fantastica iniziativa. Viva la “BELLEZZA”,.quando la sappiamo trasmettere e anche riconoscere.

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