Non è mai troppo tardi per cambiare in meglio.

Dopo un nuovo attentato di nuovo il tema immigrazione.
Risorsa o minaccia? Chiusura o integrazione?
La paura si fa sentire ed in tanti gettano benzina sul fuoco di un tema che non da oggi ma da sempre è stato un tema difficile da trattare e da gestire, il rapporto con l’altro da noi, con chi viene da una terra diversa, con chi ha un altro colore di pelle, con chi ha cultura diversa.
Non mi risulta di avere mai letto che su questo tema l’umanità abbia saputo trovare una soluzione buona e umana, o forse mi sbaglio e mi auguro di sbagliare davvero e quindi sin da ora chiedo scusa per la mia ignoranza.

Assistiamo a una continua ricerca di soluzioni di testa per sfuggire alla paura, costruzioni di muri e invii di eserciti armati da una parte così come dall’altra similarmente vengono compiute azioni che feriscono in una contesa che non so quando ha avuto il suo momento iniziale e che volerlo cercare oggi mi pare davvero inappropriato e senza senso.

E’ un fatto umano? No, io non credo e non lo voglio pensare.
Ogni volta che nuovamente veniamo subbissati di parole ed immagini che alimentano il terrore ecco che di nuovo parte la narrazione ed il confronto delle soluzioni da applicare per risolvere alla radice quello che ormai si chiama “il problema”.
Le persone che vivono il mondo sono oggi “il problema”, questo si è  un problema!
Siamo tutti, in termini generali, “il problema” di un altro, ognuno di noi è “potenzialmente” la causa del problema di un altro. Non un problema reale, sia ben inteso, ma di questo passo chiunque è diverso da noi diventa il capro espiatorio su cui poter proiettare e buttare addosso le responsabilità per tutto ciò che non va come vorremmo, le cause dei nostri “problemi”.

Ma non è troppo tardi, non è mai troppo tardi per invertire la rotta.
Sento sempre dire che la soluzione è aiutare le persone nelle loro terre, aiutarle a superare crisi economiche, a far cessare le guerre, a portare sviluppo e quel benessere.

NO, di cuore, mi auguro davvero che se portiamo qualcosa non si tratti di ciò che è il nostro peggio.
Si, portiamo qualcosa. Portiamogli la nostra vicinanza, portiamo noi stessi e le nostre esperienze per scambiarle e condividerle con le loro.

OK Mettiamo a disposizione risorse economiche e materiali, che sono una cosa buona ed urgente dove oggi non è tempo di parole ma di aiuti sostanziali per chi ha bisogno di alimentarsi e di protezione. MA non dimentichiamo di portare anche noi e di andarci donativi pronti a dialogare ed a lavorare insieme senza che gli uni per gli altri si sia “un problema”.

Il mondo è piccolo, volemose bene.
E se fosse questo nuovo fattaccio a Londra il momento per iniziare io dico solo che va bene, non è mai troppo tardi.

daZeroaInfinito.com …che insieme siamo più forti, che i veri “problemi” sono l’odio e tutti i suoi derivati che non hanno colore di pelle, cultura, religione e chi più ne ha più ne metta. Insomma se dobbiamo iniziarea ad aiutare l’altro per sentirci più tranquilli e sicuri….e vabbè…basta che iniziamo ed all’etica ci pensiamo dopo quando siamo tutti, sia noi che loro, più sicuri e con un certo benessere ritrovato.

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