Nel mio paese spesso -proprio nel mese di maggio – si svolgeva un piccolo expo, una fiera di bestiame. A me piaceva, ci andavo con mio nonno da ragazzino. Era tutto molto gitano e polveroso, la fiera avveniva in uno spiazzo di sterrato “Le terre di S. Cirillo”, e la fiera avveniva proprio nella ricorrenza della festività del santo.
Mandrie percorrevano la grande via del paese per arrivarvi. Erano gli ultimi momenti di vita di quell’ expo paesano, molti venditori e compratori hanno smesso gradualmente di parteciparvi. Il mio ricordo è anch’esso quasi sbiadito.
Io ho assistito alle ultime rappresentazioni di una manifestazione che prima, tanti tanti anni fa, era sostanzialmente necessaria. Tutti i grandi ne parlavano come di un “grande eventone”. Alla fiera (i moderni expo) si concludevano gli affari ed era una occasione di incontro di cui si aveva bisogno. Si compravano attrezzi, si compravano cavalli, si compravano animali, si scambiavano esperienze.
Poi è diventata meno necessaria, gli scambi avvenivano lo stesso ma in modo diverso. Con le fiere sono i “beni” che sono portati dove c’è gente; dagli anni ’80 in poi ( in base ai miei ricordi) sono le persone che vanno dove ci sono i beni.
L’Expo oggi è un evento, come ce ne sono tanti. Ha il suo motivo di esistere, per carità. E’ una vetrina, un occazione di incontro e con una sua finalità (che non conosco, sinceramente).
Ha ragione di esistere da un punto di vista economico? Io non credo. Non vi è nulla all’Expo ( come informazione, esperienza e altro ) che non sia già disponibile nella grande fiera universale del Web e del villaggio globale.
Gli operatori sono continuamente e costantemente in movimento! Non c’è più tempo per aaspettare “la fiera”.
Allora l’Expo cos’è? Mah…tante cose, una consuetudine, una catena di sant’antonio che nessuno si sente di interrompere, un enorme investimento di € (e nel caso italiano di fenomeni corruttivi e di ruberie indicibili), una nostalgica rievocazione delle ragioni del “mercato”.
Serve ancora? Boh.
Forse si, forse no…mah…dipende ad esempi da quello che vogliamo Exporre.
Expo Si? Expo No? Expo Mah?
Per me ci può stare…ma non passatemelo come evento per lo scambio di beni, servizi, consocenze, esperienze ecc ecc.
Nel mondo globalizzato, interconnesso h24, con aerei che sfrecciana dx e manca, treni a 600 km/h ( almeno nelle zone ricche del mondo), più di 1 macchina per famiglia ecc ecc la fiera è sempre aperta.
E se pensassimo ad un altro tipo di Expo? Ad esempio uno che si occupi “anche” di Solidarietà, Cooperazione, di ciò che è bene per le persone e per le imprese, di ciò che è buono per i popoli e per il pianeta… come lo vedete? Se apriamo alla fiera del “troviamo un modo per stare bene tutti e mettessimo a regime i saperi e le esperienze per sostituire il principio liberista per cui “solo” chi fa il suo interesse egoistico poi genera anche benessere per l’altro ( la vecchia mano invisibile) con uno nuovo? Un utopia, una riproposizione nostalgica di ideali alternativi al liberismo? Forse si, Forse No, Forse una una necessità.
daZeroaInfinito.com… giusto per dire la mia.
commento questo bellissimo articolo con l’utopia, di Bernard Mari, economista francese morto nella redazione di “charlie Hebdo”, autore di “Antimanuale di Economia”.
“Ma facciamo un sogno: quando l’economia e gli economisti saranno spariti o saranno stati relegati al secondo piano, spariranno anche il lavoro senza fine, la servitù volontaria e lo sfruttamento degli umani. Regneranno allora l’arte, il tempo scelto, la libertà.”
W LE UTOPIE
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Grazie Elsa
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